Focus Storia - 09.2019

(Brent) #1
stabilmente a Silo (Giosuè 18: 1), 40
km a nord di Gerusalemme. Scavi
archeologici compiuti negli Anni ’20
del Novecento testimoniano di come la
città avesse raggiunto il massimo dello
splendore fra l’Età del bronzo e l’Età
del ferro, proprio il periodo storico in
cui si situano i fatti narrati dalla Bibbia
e riguardanti l’Esodo (1550-1180 a.C.).
L’Arca allora fu trafugata dai Filistei,
che però dovettero restituirla dopo
poco dato che il prezioso oggetto aveva
scatenato contro i suoi rapitori una
serie di terribili pestilenze. Fu in seguito
posizionata nel Tempio di Gerusalemme
(costruito nel 950 a.C.), alla corte di
Salomone, successore e figlio di Davide,
che decise di proteggerla conservandola
in un nascondiglio sotterraneo. Per
qualcuno, l’Arca si troverebbe ancora lì
sotto, a Gerusalemme.
Secoli dopo, nel 586 a.C., il re dei
Babilonesi Nabucodonosor II pose sotto
assedio Gerusalemme e distrusse il
Tempio. E l’Arca? Del suo trafugamento
non parla alcuna fonte storica, e
nemmeno la Bibbia. Nel Secondo Libro
dei Re si fa un inventario del saccheggio,
con un elenco di tutti gli oggetti portati
a Babilonia; dell’Arca, nessun accenno.
Anche nel Libro di Esdra quando si
narra che Ciro, re dei Persiani, restituì
gli arredi sacri che erano stati custoditi a
Babilonia durante l’esilio, dell’Arca non
c’è menzione alcuna.
Altro dato: l’arco di Tito a Roma
racconta le gesta del grande condottiero
romano (39-81 d.C.) e illustra anche
la distruzione del Secondo Tempio di
Gerusalemme, avvenuta nel 70 d.C.
Nelle formelle laterali in cui viene

descritta l’azione, si distinguono
tanti arredi e oggetti sacri, fra cui un
inconfondibile candelabro a sette
bracci. Anche qui dell’Arca non c’è
traccia. Possibile che sia ancora sepolta
dalle macerie del Primo Tempio? Ma
allora perché in Etiopia continuano a
rivendicarne il possesso?

TESTIMONI OCULARI. A farci
“cambiare strada” è un libro sacro
etiope, il Kebra Negast, secondo cui
l’Arca fu affidata da Salomone stesso a
Menelik, il figlio che aveva avuto dalla
Regina di Saba (v. riquadro nella pagina
a destra). Sarebbe stato lui, fondatore
della dinastia etiope, a portare l’Arca in
Etiopia e a sistemarla ad Axum, nella
chiesa di Santa Maria di Sion dove
sarebbe tuttora, strettamente sorvegliata

A ognuno la sua


O


gni chiesa d’Etiopia, dai monoliti scavati nella roccia di Lalibela alle capanne di paglia
piene di dipinti sgargianti, contiene tre ambienti concentrici. Nel più interno, c’è un
Sancta Sanctorum, che custodirebbe una copia dell’Arca. Nel corso dei riti religiosi più
importanti, ogni chiesa porta il suo simulacro in processione, coperto di drappi: così,
dissimulata e dispersa fra le altre, l’Arca sarebbe fatta girare tra i fedeli, che non potranno
mai individuare quale sia l’originale. C’è comunque chi non accetta la pista etiope, pur
continuando a credere nell’esistenza dell’Arca.
Tappe. Se si accetta la teoria che l’Arca fosse stata sepolta sotto il Tempio di Salomone,
si può anche credere a un destino diverso. Indiana Jones per esempio, nel film I predatori
dell’arca perduta (1981), la ritrova in Egitto. Non solo. Nel Medioevo a Gerusalemme
c’erano i Templari: una teoria sostiene che avendo qui il loro quartier generale, trovarono
l’Arca e la custodirono in segreto. Oggi, una setta massonica scozzese, che si dichiara erede
di quei cavalieri, afferma di esserne in possesso. Ma anche loro si rifiutano di mostrarla.

Com’è finita in Etiopia l’Arca


dell’Alleanza? L’avrebbe portata lì


Menelik, figlio di Salomone


da sacerdoti etiopi, eredi dei leviti
indicati da Giosuè, e dal custode che
vive in solitudine nella cappella, senza
contatti col mondo. Nell’aprile 2010, il
patriarca della Chiesa Etiope, in visita
a Roma, ribadì la versione, sostenendo
che l’Arca, che lui aveva visto coi suoi
occhi, si trovasse anche in ottime
condizioni di conservazione. E non è
l’unico a sostenere di aver visto la cassa.
Giuseppe Claudio Infranca, un
architetto del Cnr che nel 1994
partecipava a una campagna
archeologica ad Axum, dichiarò di
averla osservata coi suoi occhi. Invitato
dal clero locale a visitare la cappella di
Santa Maria di Sion, riuscì a penetrare
nel Sancta Sanctorum, approfittando di
un momento di distrazione dei prelati.
Infranca, che ha pubblicato anche una

BRIDGEMAN IMAGES

MONDADORI PORTFOLIO/AKG

Il Primo
Tempio di
Salomone
in una
ricostruzione
immaginaria:
l’Arca
sarebbe stata
nascosta nei
sotterranei.

46
S

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