Focus Storia - 09.2019

(Brent) #1

D


opo essersi tolta la vita con il morso di un serpente (sotto), almeno stando
alla celeberrima versione dello storico Plutarco, la regina d’Egitto, già amante
di Giulio Cesare e di Marco Antonio, venne sepolta con tutti gli onori. E accanto
a lei venne inumato Marco Antonio (anche lui suicida), generale di Cesare e poi
triumviro, sconfitto da Ottaviano Augusto nella battaglia navale di Azio (31 a.C.).
Ma dal momento della sepoltura, avvenuta nel 30 a.C., si sono perse le tracce del
mausoleo dell’ultima dei Tolomei. Anche se, poco tempo fa, nel buio si è accesa
una luce.
Poche certezze. Durante una campagna archeologica ad Abu Sir (l’antica
Taposiris Magna), nel delta egiziano a ovest di Alessandria d’Egitto, sono riemerse
le rovine di un monumento (in basso) che secondo alcuni potrebbe proprio
essere la tomba di Antonio e Cleopatra, nei pressi di un importante tempio
di Osiride, il signore del regno dei morti n ell’antico Egitto. Poi però gli indizi
non sono diventati certezze (anche se gli scavi sono ancora in corso) e c’è anzi
chi continua a cercare la tomba dei due amanti nella vicina e più importante
Alessandria, specie nell’area del palazzo reale che oggi è in parte sommerso.

L


a notte del 24 agosto 410 d.C. Roma
venne saccheggiata per la prima
volta dopo secoli. Il sacco, ad opera dei
Visigoti, durò tre giorni: il re Alarico si
accaparrò la gran parte del bottino per
poi mettere nel mirino l’Africa, granaio
dell’impero. Nei pressi della Cosenza
di oggi si ammalò improvvisamente e
morì. Da qui la storia si mischia con la
leggenda. Secondo lo storico bizantino
Giordane (VI secolo), il re visigoto fu
sepolto nell’alveo del fiume Busento (in
alto, in un’illustrazione ottocentesca),
con il tesoro depredato: 25 tonnellate
d’oro e 150 d’argento, oltre ai gioielli, tra
cui forse la Menorah, il candelabro d’oro
a sette bracci simbolo della religione
ebraica, sottratto dai Romani nel
Tempio di Salomone a Gerusalemme.
Introvabile. Per seppellire Alarico
alcuni prigionieri sarebbero stati
costretti a deviare il corso del fiume
scavando in profondità: una volta
tornata a scorrere l’acqua, gli schiavi
sarebbero stati tutti eliminati affinché
il luogo della sepoltura non fosse più
individuabile. Missione compiuta: da
allora in molti hanno cercato tomba e
tesoro, ma nessuno li ha trovati. Negli
ultimi anni il comune e la provincia
di Cosenza hanno rilanciato la caccia
al tesoro, che si avvale anche delle
innovazioni oggi a disposizione degli
archeologi (sopra, al lavoro a Cosenza).
Ad aumentare la suggestione, il
ritrovamento di una grotta con rune
gotiche e forse un altare. Ma della
tomba di Alarico, ancora nessuna
traccia.

CLEOPATRA E MARCO ANTONIO


ALAMY/IPA

ANSA

MONDADORI PORTFOLIO/AKG

ALAMY/IPA

ALARICO

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