Focus Storia - 09.2019

(Brent) #1
suo testo? Un primo importante indizio
sbucò da una lettera contenuta nel
volume, inviata nel 1665, assieme al
libro stesso, dal rettore dell’Università
di Praga Johannes Marcus Marci
al gesuita Athanasius Kircher (v.
riquadro nella pagina seguente),
con la speranza che questi potesse
decifrarlo. Marci affermava che il
libro era stato in passato acquistato
dall’imperatore Rodolfo II d’Asburgo


  • vissuto fra il XVI e XVII secolo e
    grande appassionato di occultismo –
    per la considerevole cifra di 600 ducati.
    A convalidare tale teoria fu un’altra
    traccia scovata dall’antiquario, che
    rinvenne sulla prima pagina la firma,
    ormai quasi invisibile, di un certo
    “Jacobi a Tepenece”, alias Jacobus
    Horcicki, botanico e alchimista alle
    dipendenze di Rodolfo II, dal quale
    avrebbe ricevuto direttamente il
    volume. Già nel XVII secolo, in ogni
    caso, se ne persero le tracce, finché
    nel Novecento non riapparve appunto
    grazie a Wilfred Voynich. Dopo la sua
    morte (1930), il manoscritto venne
    acquistato dall’antiquario newyorkese
    Hans Peter Kraus, che nel 1969 lo donò
    alla Beinecke Library dell’Università di
    Yale, dove è tuttora conservato con il
    nome d’archivio MS408.


OCCULTISMO. Uno dei tanti dubbi
che circondano il manoscritto riguarda
il suo autore. Nella missiva trovata da
Voynich, ne veniva menzionato uno
particolarmente illustre: Roger Bacon,
sapiente frate agostiniano inglese del
XIII secolo. Per molto tempo, l’ipotesi
sembrò plausibile. Soprannominato
“Doctor Mirabilis” per via della
sua sterminata cultura scientifica e
teologica, Bacon era uno dei più noti
alchimisti medievali, e la natura di
molte illustrazioni sembrava rifarsi
proprio a tale antichissima disciplina,
mix di nozioni esoteriche e chimiche.
«Che il testo possa avere legami con
l’alchimia non è escluso», spiega al
riguardo Tommaso Mari, filologo e
ricercatore all’Università di Bamberga
(Germania). «È infatti improbabile che
si tratti di un manoscritto “scientifico”
in senso stretto, in quanto gli elementi

disegni presenti nel volume, realizzati
con pigmenti tratti da minerali
ferrei come l’azzurrite e l’ematite,
mantengono ancor oggi una vivacità
e un fascino straordinari. Proprio
basandosi sulla natura delle immagini,
il libro viene generalmente diviso dagli
studiosi in quattro diverse sezioni. Nel
dettaglio, la prima e la quarta sembrano
avere a che fare con la botanica
e la farmacologia, racchiudendo
illustrazioni di piante, radici, fiale
e ampolle; e la seconda comprende
diagrammi simili a stelle e riferimenti
astrologici. A colpire l’immaginario
degli appassionati di occultismo sono
però le figure femminili nude presenti
nella terza parte, immerse spesso in
strane vasche contenenti liquidi scuri,
che alcuni hanno identificato con la
leggendaria fonte della giovinezza.

QUALE LINGUA? Se le illustrazioni
del codice hanno nel tempo stimolato
la fantasia di molti, l’incognita più
grande rimane il testo: non presenta
correzioni (di solito frequenti nei
manoscritti antichi) ed è costituito
da segni tuttora ignoti. «C’è chi ha
ipotizzato che si tratti di un codice
segreto per una lingua esistente,
mentre altri ritengono sia una lingua
ancora sconosciuta», spiega Mari. «Il
problema, in quest’ultima ipotesi, è che
la successione di segni che si trovano
nel manoscritto non corrisponde alla

Sul manoscritto ha lavorato


anche l’Fbi: temeva nascondesse


messaggi comunisti


A


la


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Tu


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( (^1912)



  • (^19)
    (^54)
    )
    naturali raffigurati, come piante e
    radici, non sembrano avere nessun
    corrispettivo nella realtà».
    Accanto al nome di Bacon, alcuni
    hanno tirato in ballo quello di Edward
    Kelley, medium e falsario inglese del
    Cinquecento. Aiutato dallo scienziato
    e alchimista John Dee, questi sarebbe
    riuscito a introdursi nella corte
    dell’imperatore Rodolfo II, rifilandogli a
    peso d’oro il manoscritto, che sarebbe
    in realtà un finto manuale alchemico
    scritto proprio all’epoca. Di certo, i
    Ieri e oggi
    Sopra, il matematico Alan
    Turing: anche lui fu coinvolto
    nel tentativo di decodificare
    il manoscritto. A sinistra,
    l’imperatore Rodolfo II,
    appassionato di occultismo e
    acquirente del libro.
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    ERICH LESSING/ALBUM/MONDADORI PORTFOLIO
    FINE ART IMAGES/HERITAGE-IMAGES/MONDADORI PORTFOLIO
    BEINECKE LIBRARY
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