Focus Storia - 09.2019

(Brent) #1

Il linguista Kircher


N


oto come una delle figure più erudite del XVII
secolo, il gesuita tedesco Athanasius Kircher
(1602-1680) si interessò di un po’ di tutto: matematica,
medicina, fisica e geologia. A Roma fondò uno dei
primi “musei” della Storia, nel Collegio romano. Si
trattava di una “camera delle meraviglie”, nella quale
erano conservate collezioni di reperti archeologici
e curiosità varie. Tra i maggiori interessi di Kircher vi
furono le lingue antiche (per questo venne coinvolto
nel tentativo di decodificare il manoscritto). Il gesuita
era infatti convinto di aver tradotto i geroglifici
dell’antico Egitto, anche se il metodo da lui usato verrà
smentito quasi due secoli dopo.

sequenza dei suoni di nessuna lingua
“naturale”».
Negli anni, numerosi esperti di
fama internazionale hanno comunque
provato a risolvere il rebus, senza
ottenere risultati significativi. Tra gli
esperimenti più illustri, spiccano i
tentativi compiuti negli Anni ’50 da
alcuni crittografi della National Security
Agency statunitense, e da Alan Turing,
il famoso matematico britannico che
durante la Seconda guerra mondiale
decifrò Enigma. Non solo: temendo
che nascondesse in realtà messaggi di
propaganda comunista, nel corso della
Guerra fredda ci provò persino l’Fbi,
senza cavarne un ragno dal buco.

CERTEZZE: NESSUNA. Sul
manoscritto continua ad aleggiare
un’aura di mistero, ma di recente l’uso
delle moderne tecnologie ha potuto
chiarire alcune questioni fondamentali.
Nel 2011, l’Università dell’Arizona
decise per esempio di sottoporre il
reperto a un esame con il metodo del
radiocarbonio, al fine di scoprire a
quando risalisse. Risultato? La datazione
sarebbe compresa tra il 1404 e il 1438,
escludendo così sia la mano di Bacon sia
quella di Kelley, vissuti rispettivamente
prima e dopo tale periodo. Nel 2018, due
scienziati canadesi hanno inoltre provato
ad applicare allo scritto un nuovo
software in grado di decifrare alfabeti

sconosciuti, utilizzando vocaboli tratti
da centinaia di lingue diverse. Ebbene,
l’80% dei vocaboli sarebbe compatibile
con una lingua simile all’ebraico
medievale, “nascosto” sotto forma di
anagrammi.
Quanto al significato, tra le teorie
considerate più plausibili c’è quella
dello studioso Stephen Skinner, che
dalle particolari merlature presenti
nel minuscolo disegno di un castello
ha desunto come il libro sarebbe un
erbario proveniente dal Nord Italia,
forse creato da un autore ebreo.
Nelle donne immerse nelle vasche, lo
studioso riconosce invece un rituale
di purificazione ebraico, il mikveh, a
cui queste venivano sottoposte dopo
mestruazioni e parto.

IPOTESI BURLA. Nessuna delle
ipotesi scientifiche sorte intorno al
manoscritto ha raccolto finora consensi
unanimi, e nel frattempo non sono
mancate colossali bufale. «L’ultimo a
sostenere di aver decodificato lo scritto
è stato un ricercatore dell’Università di
Bristol di nome Gerard Cheshire, il quale
ha ipotizzato che fosse stato prodotto nel
XV secolo a Ischia per la regina Maria
di Castiglia», spiega l’esperto. «A suo
dire, sarebbe redatto in una fantomatica
lingua proto-romanza, ma tale teoria
è stata screditata da tutti gli ambienti
scientifici». La fantasia di Cheshire è
peraltro in buona compagnia: dai Maya
a Leonardo da Vinci, passando per gli
alieni, in molti hanno dato libero sfogo
alla propria creatività tirando in ballo i
personaggi più disparati.
Ad aleggiare su tutte le congetture
c’è però il grave sospetto che il testo,
semplicemente, non significhi nulla,
e sia in realtà una burla elaborata
da qualche personaggio dimenticato
dal tempo. Se fosse vero, sarebbe lo
scherzo più riuscito di tutti i tempi. •

A caccia di autore
Roger Bacon in un
quadro dei primi del
Novecento. Il frate
agostiniano inglese
del XIII secolo è stato
indicato come uno
dei possibili autori
del manoscritto.
Nella pagina accanto,
particolare del volume
con immagini di donne
al bagno, oggetto di
diverse interpretazioni.

UNIVERSAL HISTORY ARCHIVE/UIG/BRIDGEMAN/MONDADORI PORTFOLIO

Una delle
opere più
importanti
di Kircher,
sulla natura
della luce:
Ars Magna
lucis et
umbrae.

BRIDGEMAN IMAGES

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S
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