Focus Storia - 09.2019

(Brent) #1
ha fatto il frutto delle sue requisizioni?
Ormai convinto di non riuscire più
a recupare il bottino confidò a un
compagno di cella, soprannominato
dalla stampa Mister X, le coordinate
del tratto di mare in cui si trovava
il relitto. Dopo aver mantenuto il
segreto per quarant’anni, in vista della
scarcerazione, il galeotto contattò
un sommozzatore per recuperare il
maltolto, ma le casse non vennero mai
a galla. In compenso questo è solo
uno dei tanti buchi nell’acqua che
annoveriamo nella mitologia dei tesori
“del male”: il bottino di guerra razziato
agli ebrei e mai più recuperato.

SOLDI A VAGONATE. Nei dodici
anni di dominazione tedesca, Hitler e i
suoi seguaci si arricchirono depredando
le ricche comunità ebree in tutta
Europa. Ma finita la guerra, nel 1945,
del prezioso bottino, apparentemente, si
sono perse le tracce.
C’è chi sostiene però che i nazisti
nel 1945, incalzati dall’Armata Rossa,
abbiano nascosto in uno dei tanti
tunnel scavati dai prigionieri di guerra
nelle montagne della Bassa Slesia un
treno carico di oro ritirato dalle banche
tedesche, valori sottratti agli ebrei,
capolavori d’arte rubati e progetti
segreti per armi di distruzione di massa.
Nel 2015 un minatore dichiarò di sapere
dove si trovava il misterioso convoglio e
un gruppo di “Indiana Jones” si mise in
moto scoprendo un tunnel interrato tra
i monti vicino a Wałbrzych (Polonia).
Ma dopo due anni di ricerche non è
stato rinvenuto alcun vagone.
Nel convoglio, secondo alcuni,
si sarebbe trovata anche la famosa
Camera d’ambra: una serie di pannelli
ornamentali in oro e ambra, donati
dal re di Prussia Federico Guglielmo I
allo zar Pietro il Grande nel 1716, che
rivestirono anche una sala di Zarskoe
Selo, residenza estiva della zarina
Caterina II. Nel settembre del 1941
la Wehrmacht confiscò il palazzo

Molte opere


rubate dal Reich


furono vendute


per finanziare la


macchina bellica


e smantellò i pannelli inviandoli in
Germania; ma dal gennaio 1945 di
quella meraviglia, che oggi varrebbe
circa 300 milioni di euro, si sono perse
le tracce. Nonostante un annuncio del
2017 (rivelatosi poi falso), in cui due
cacciatori di tesori tedeschi sostenevano
di aver trovato il nascondiglio della
Camera d’ambra sotto le montagne di
Hartenstein, l’unica cosa certa è che
alcuni frammenti dei preziosi pannelli
sono stati rinvenuti in varie parti del
mondo in mano a collezionisti privati.

UN LAGO DORATO. A scatenare la
fantasia dei cacciatori di tesori, però,
sono sempre più spesso dichiarazioni,
anche autorevoli, che poi si rivelano
bufale. Nelle acque del lago Toplitz, che
si trova 90 km a sud-est di Salisburgo,
dalla fine della guerra si susseguono
immersioni per cercare casse piene di
lingotti d’oro che i nazisti avrebbero
affondato per sottrarle al nemico. In
questo caso, però, il giornale tedesco
Stern nel 1959 dimostrò che non si
trattava proprio di una leggenda. I
sommozzatori, in effetti, rinvennero
una serie di contenitori, al cui interno
si trovarono, però, solo sterline false,
fatte stampare da Hermann Göring per
l’operazione Bernhard. Si trattava di
un espediente del gerarca nazista per
mettere in crisi l’economia britannica,
immettendo sul mercato una grande
quantità di valuta falsa. Altre banconote
e munizioni furono trovate sempre in
quell’area negli anni successivi, ma,
nonostante un’operazione orchestrata
dagli Stati Uniti nel 2005, del bottino
di guerra nazista non si è mai trovata

traccia. Così la presenza costante (e
infruttuosa) di cacciatori di tesori ha
costretto l’ente di tutela del territorio
a vietare nel 2009 ogni immersione
per 99 anni. Il che non ha impedito
al nipote del generale delle SS Ernst

Il tesoro perduto
Il tunnel scavato nelle
montagne della Bassa
Slesia, dove si pensava
fosse parte del bottino
di guerra.

ALAMY STOCK PHOTO

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