Focus Storia - 09.2019

(Brent) #1

Come facevano i conti


gli uomini primitivi?


A


ntichissimi reperti archeologici fanno pensare a una registrazione di numeri o conteggi.
Il modo di contare era probabilmente basato su tacche incise su supporti come legno e
corteccia di cui non è rimasta traccia, mentre ci restano alcune ossa incise. Una tibia di lupo di 40
mila anni fa, rinvenuta in Repubblica Ceca, riporta 57 segni incisi disposti in 11 gruppi di 5 (con
resto di due). Da Lelembo, nello Swaziland, proviene un osso di babbuino di 35mila anni fa con
29 tacche. Probabilmente servivano per contare, forse le prede della caccia, oppure lo scorrere
dei giorni. Un primo salto di qualità si rintraccia in un reperto affascinante quanto misterioso,
l’Osso di Ishango, proveniente dal Congo Orientale: risale a 20mila anni fa, e a differenza dei
precedenti presenta incisioni raccolte in gruppi su tre righe: 9+19+21+11= 60, 19+17+13+11=
60, 7+5+5+10+8+4+6+3=48. Le interpretazioni sono diverse – somme, calcoli di fasi lunari
o di festività, numeri primi – ma gli studiosi sono concordi nel riconoscervi un senso logico e
matematico, lasciando intuire l’esistenza del concetto di numero. Aldo Bacci


Quand’è che la Germania estinse
i debiti della Grande guerra?

N


el 2010. È stato il Trattato di Versailles a imporre alla Germania il pagamento dei
debiti accumulati durante la Grande guerra. La cifra, stabilita dopo una serie di
conferenze, era pari a 132 miliardi di marchi oro. I versamenti, iniziati nel 1921, vennero
sospesi con l’avvento al potere di Hitler. Alla fine della Seconda guerra mondiale i
pagamenti ricominciarono, ma subirono ancora uno s top nel 1953 quando, con l ’Accordo
sui debiti esteri germanici, le somme dovute dai tedeschi d opo i due conflitti mondiali
furono ridiscusse e quindi notevolmente decurtate e congelate. La riunificazione della
Germania Est con la Germania Ovest nel 1990 ricambiò un’altra volta le carte in tavola: la
nuova Repubblica si impegnò a pagare in venti anni l’importo restante (in gran parte di
nuovo ridotto), ed estinse il debito il 3 ottobre del 2010. Emilio Vitaliano

Domanda posta da
Sonia Balduzzi, Como.

Domanda posta da
Michele Passa, Roma.

Chi ha inventato
il bianchetto?

Domanda posta da
Giulio Pinto, Napoli.

Senza errore
Bette Nesmith Graham (1924-1980)
col “bianchetto” da lei inventato.

Johannes Bell firma,
in nome del governo
tedesco, il Trattato
di Versailles (1919).

L’Osso di Ishango: scoperto
nel 1960 in Africa, si trova
oggi a Bruxelles.

ECONOMIA

SOCIETÀ

PREISTORIA

I


l bianchetto fu inventato negli
Anni ’50 da una segretaria
americana, Bette Nesmith Graham.
Giovane madre divorziata, Bette
lavorava in una banca in Texas.
Ogni giorno usava la macchina da
scrivere, ma faceva molti errori di
battitura. Grazie agli insegnamenti
della madre pittrice, Bette trovò
però una soluzione ingegnosa
per nascondere i suoi strafalcioni.
Mescolò in una boccetta di
smalto per unghie delle tempere
per riprodurre lo stesso colore
della carta dell’ufficio: era nato il
bianchetto, o “Mistake out” come
lo chiamava lei. Quando i colleghi
si resero conto del potenziale del
bianchetto, chiesero a Bette di
rifornire la banca della miracolosa
miscela. All’inizio Bette fabbricava
il suo “Mistake out” in casa, con
l’aiuto del figlio, ma nel 1958 fu
licenziata. Fu allora che decise
di tentare il tutto per tutto e
domandò un brevetto per la sua
invenzione, ribattezzata “Liquid
paper”. Nel giro di pochi anni mise
in piedi una florida impresa di
200 dipendenti, che ogni anno
produceva 25 milioni di boccette
di bianchetto. Bette si ritirò nel
1979 e morì qualche mese dopo,
forse con la consapevolezza di
aver, nel suo piccolo, lasciato
il segno. Simone Zimbardi

ALAMY/IPA

77
S
Free download pdf