Focus Storia - 09.2019

(Brent) #1
PROVVIDENZIALE SICCITÀ
Il basso livello delle acque del Tigri ha portato
alla luce le rovine di una città dell’Impero
Mitanni (XV-XIV secolo a.C.). Le mura di un
palazzo raggiungono i 7 metri di altezza.

CAPSULA DEL TEMPO
Scoperta una taverna (e forse bordello) nella
Carolina del Nord, crollata per un incendio
alla fine del ’700. Al suo interno bottiglie e
bicchieri, ancora intatti, e cocci.

IGNOTA MOSCHEA
Forse una delle più antiche moschee
d’Europa si nasconde tra i resti di Reccopolis,
fondata in Spagna nel 578 d.C. dai Visigoti e
poi occupata dai musulmani nel 711.

DIARI DAL FRONTE


Sono on-line i diari di sette soldati e una


crocerossina che raccontano le “loro” battaglie.


Luigi IX (sopra) morì di
scorbuto nel 1270: lo dice
la sua mandibola (a lato).

MEDIOEVO

FLASH MESOPOTAMIA FLASHSETTECENTO FLASH VISIGOTI

GRANDE GUERRA

Luigi IX, altro che peste


A


nche i libri di storia possono sbagliare.
Vi si leggeva che il re di Francia Luigi
IX (chiamato san Luigi, in quanto venne
canonizzato) fosse morto di peste nel 1270 a
56 anni. Oggi un nuovo studio condotto dal
paleoantropologo Philippe Charlier, esperto
nell’analisi dei resti umani di personaggi
storici, racconta però una storia diversa: Luigi
IX morì a causa dello scorbuto, una malattia
provocata dalla carenza di vitamina C.
Approfondimenti. Secondo le fonti,
il re spirò sotto le mura di Tunisi durante
l’Ottava crociata, a causa di una non meglio
precisata malattia. Gli storici pensarono si
trattasse della peste, all’epoca assai comune.
Charlier ha però esaminato allo scanner
e al carbonio 14 la mandibola di Luigi IX,
conservata in un reliquiario nella cattedrale
di Notre-Dame di Parigi: ha così scoperto
che lo scorbuto attaccò prima la gengiva, poi
l’osso, indebolendo il sovrano e portandolo
alla tomba.
L’esperto ha precisato che questa malattia
può essere fatale, ma anche ridurre le
difese immunitarie: prima di morire, Luigi IX
avrebbe forse perso i denti (la sua mandibola
ne è completamente priva) e sofferto di una
forte dissenteria. Simone Zimbardi

A cura di Anita Rubini


V

alona, 13 marzo 1916. Di mangiare non se ne parla e... non se ne parlerà fino a
domani; allora... stringiamo la cinghia dei pantaloni!”, scriveva così sul suo diario il
modenese Arrigo Montorsi, classe 1896, appena sbarcato con l’esercito italiano
in Albania. Ora possiamo leggere la sua testimonianza sul sito Internet Upgrading history.
Diaries from the war front (accessibile all’indirizzo projects.dharc.unibo.it/uhdw) realizzato
dal ricercatore Saverio Vita dell’Università di Bologna, con un finanziamento di Europeana
Foundation, piattaforma digitale promossa dalla Commissione Europea per la raccolta del
patrimonio culturale. Per realizzare il progetto, lo studioso ha raccolto e analizzato otto diari
di uomini e donne che vissero in prima linea la guerra, sette militari – tre francesi e quattro
italiani, tra cui Montorsi – e un’infermeria francese.
Testimoni. Grazie a una mappa geografica digitale, si possono seguire gli spostamenti
dei narratori, dal soldato che visse il conflitto come fosse un romanzo d’avventura alla
crocerossina che si ritirò dal fronte perché malata. Non mancano i riferimenti a eventi storici
di rilievo, come il ferimento di Benito Mussolini nel 1917 a causa di una bomba. •
Simone Zimbardi

SHUTTERSTOCK/EVERETT HISTORICAL

GIANNI DAGLI ORTI/SHUTTERSTOCK

CHARLIE P ET AL


8
S

NOVITÀESCOPERTE

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