Focus Storia - 09.2019

(Brent) #1

Le colonie furono uno dei


mezzi con cui il Partito inculcò


nei futuri cittadini i principi


dello stile di vita collettivo e


l’ideologia politica sovietica


VILLAGGI D’ÉLITE. I campi estivi
sorgevano in luoghi pittoreschi, al mare o
in montagna, vicino a un lago o a un bosco:
all’inizio assomigliavano molto a spartani
accampamenti scout, ma a partire dal 1925
cominciarono a trasformarsi in piccoli villaggi
vacanze con baracche di legno, guide ed
educatori professionali. Fra tutti, uno in
particolare divenne il sogno proibito di ogni
piccolo sovietico: Artek, in Crimea, sulle
rive del Mar Nero. Il permesso per andarci
era il premio più alto che un bambino
potesse ricevere dallo Stato. Considerato
il fiore all’occhiello dell’Organizzazione
dei Pionieri, era destinato ai suoi membri
modello: frequentarlo significava usare
l’ascensore nella scalata alle posizioni più alte
dell’amministrazione sovietica.
E infatti, per entrarci, oltre ai voti
eccellenti, erano necessarie soprattutto le
raccomandazioni, in barba ai tanto decantati
ideali di eguaglianza. Alla propaganda però
interessava raccontare, come si legge nella
Grande Enciclopedia Sovietica, che “le migliaia
di Pionieri di cui ogni giorno Artek è piena
sono un vivido esempio di sollecitudine paterna
del Partito comunista verso il popolo sovietico
e personalmente di I. V. Stalin ai figli della
madrepatria”.

DISCIPLINA. E, ad Artek come altrove,
questa paterna preoccupazione si esprimeva

Sempre pronti!
Sopra, attestato
di partecipazione
all’Organizzazione
dei Pionieri di tutta
l’Unione “Vladimir Il’ič
Lenin”, datato 1972.
Fondata nel 1922 con
il nome di Giovani
Pionieri Spartak,
l’organizzazione fu
intitolata a Lenin solo
dopo la sua morte,
nel 1924. In basso a
sinistra, foto di gruppo
degli anni Cinquanta
in un campo a Yalta, in
Crimea.


WIKIPEDIA

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