La Stampa - 13.09.2019

(Romina) #1
.

Gli studenti: affascinati da lavagne e armadietti


“Tutti dovrebbero avere

delle classi come queste”

LA STORIA

M


a quanto sono pie-
ni di fascino gli ar-
madietti? Tanto, a
sentire gli studen-
ti, le ragazze soprattutto. Alla
Fermi e alla Pascoli allieve ed
allievi sono entusiasti delle lo-
ro nuove scuole. Ma l’arma-
dietto, essenziale in un’orga-
nizzazione della didattica che
prevede l’insegnante legato
ad un’aula o a un laboratorio e

gli studenti che girano privi di
un banco stabile (quindi con la
necessità di munirsi dei libri
che servono e posare gli altri),
fa viaggiare con la fantasia.
Nel cortile della media Fermi
Elisabetta, III A, confida: «Era
il mio sogno avere un arma-
dietto come nelle serie ameri-
cane. Agli spostamenti dovre-
mo abituarci e lo faremo per-
ché dobbiamo ringraziare di
avere una scuola così bella.
Tutti dovrebbero avere una
scuola così avanti e piena di ve-

trate». Cristian, I B: «È bella, le
classi sono spaziose, i banchi
hanno le ruote». E la sua com-
pagna Greta: «Così li puoi spo-
stare e non fanno rumore». An-
che Maroua è entusiasta:
«Questa scuola è tutta colora-
ta, la mensa è molto grande».
Kevin, III A, dice che «ha van-
taggi più di tutte le altre: abbia-
mo un terrazzo dove possiamo
uscire a prendere una boccata
d’aria. Poi aprirà una caffette-
ria. Per inglese andiamo in
un’aula e per matematica in
un’altra. Così la mattina è più
bella. Anche perché cambia la
disposizione dei banchi e puoi
metterti vicino a un compagno
diverso». Giulia della terrazza
valuta gli aspetti positivi per la
didattica: «Il professore di
scienze ci farà fare delle espe-
rienze con le diverse piante».

Alla Pascoli Alice Giletta, II
B, ha parlato a nome dei com-
pagni durante l’inaugurazio-
ne nel teatro-palestra. Finita
l’ufficialità racconta: «Il primo
giorno di scuola è stato entu-
siasmante. Io non ero mai en-
trata nella vecchia Pascoli e ve-
nire qui, vedere tutto così inno-
vativo, mi ha stupita. Non pen-
savo che sarebbe stata così bel-
la, così belli i corridoi, le aule.
E oggi c’è stata la distribuzione
degli armadietti... Ci sentiamo
più partecipi. Invece delle sem-
plici lezioni frontali abbiamo i
laboratori. È bello che il siste-
ma cambi. Gli insegnanti sono
sempre gli stessi, ma anche lo-
ro si stanno abituando a que-
sta scuola nuova e anche i loro
metodi cambieranno comple-
tamente». M. T. M.—
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ANDREA JOLY
MATTEO ROSELLI

L

a battaglia tra genito-
ri e presidi sul pasto
da casa si allarga e
coinvolge nuove scuo-
le. Lunedì una cinquantina di
bambini della elementare Leo-
pardi, alle Vallette, farà pran-
zo di fronte all’istituto. Una de-
cisione presa da un gruppo di
genitori per protestare contro
il divieto al “panino” imposto
dalla dirigente. «Tre giorni pri-
ma dell’inizio delle lezioni ave-
va garantito sulla possibilità
di portare il pasto da casa, poi
il 9 settembre abbiamo ricevu-

to un documento che esclude-
va questa possibilità ponendo
solo due alternative: la mensa
o l’uscita all’ora di pranzo».
Le famiglie hanno chiesto
un incontro che al momento
non è stato fissato. Ecco per-
ché hanno deciso di organiz-
zare una sorta di pic nic che
potrebbe coinvolgere anche
l’altra scuola del complesso,
ovvero la primaria Gianelli.
«Non ci fidiamo della mensa
e venire a prendere i bambini
all’ora di pranzo è impossibi-
le per chi lavora», spiega Clau-
dia Casto, la mamma che gui-
da la protesta. «È ingiusto che
non si possa decidere libera-
mente cosa possono mangia-
re i nostri bambini. Per que-
sto manifesteremo».
La tensione resta alta anche
alla elementare Manzoni di
corso Svizzera, dove mercole-
dì i bambini arrivati con il pa-
sto da casa sono stati al centro
di un tira e molla tra scuola e
famiglie. Anche ieri gli alunni,
una quindicina, non hanno

mangiato con i loro compagni
ma in aule di fortuna. E anche
ieri la scuola ha contattato le
famiglie perché li venissero a
prendere all’ora di pranzo.
«Da lunedì, se non mangeran-
no in refettorio con gli altri, ci
rivolgeremo alle autorità sani-
tarie competenti», scrivono i
genitori in un documento.
Nessuna tregua. Anzi, le fa-
miglie ora minacciano di fare
denuncia. Raccontano che ie-
ri, all’entrata, è stato comuni-
cato che sarebbero stati chia-
mati i carabinieri se non fosse-
ro venuti a riprendere i figli
per pranzo. Non è successo ma
i bambini, separati dai compa-
gni che hanno aderito alla
mensa e con alcune maestre
che si sono fermate, hanno at-
teso a lungo in corridoio prima
di poter mangiare perdendo la
ricreazione all’aperto.
«Le norme sono le stesse
dello scorso anno, è assurdo
far mangiare i nostri figli in lo-
cali non igienici», scrivono i
genitori. «La discriminazione

è evidente. Non possono es-
serci problemi di personale
per quindici bambini». L’accu-
sa è rivolta alla preside dell’i-
stituto comprensivo Pacinot-
ti, Maria Grazia Di Clemente,
che replica: «Di fronte a una
evidente e prepotente viola-
zione della delibera del Consi-
glio di istituto la scuola ha tu-
telato i piccoli alunni assisten-
doli durante il pranzo e la ri-
creazione. Nei confronti dei
genitori, invece, è stata rivol-
ta una comunicazione che
esortava ad adeguarsi alle di-
sposizioni, per non creare
una intollerabile disparità di
trattamento rispetto ai geni-
tori che si sono conformati».
La dirigente ieri ha incassa-
to il sostegno dell’assessora
all’Istruzione del Comune An-
tonietta Di Martino: «Alla
Manzoni le decisioni sono sta-
te assunte nel modo corretto,
attraverso una delibera tem-
poranea del Consiglio d’istitu-
to che va rispettata». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Alla Fermi e alla Pascoli

inizia la scuola del futuro

“Un modello per l’Italia”

Biblioteche, auditorium e spazi verdi da condividere con il quartiere

Nei plessi rinnovati nuove opportunità anche dopo la fine delle lezioni

Promuovere la

conoscenza di qualità

rappresenta

l’investimento

più promettente

Un lavoro di gruppo alla scuola media Pascoli


  1. La biblioteca della scuola media Fermi, in zona Lingotto. 2 La terrazza della Pascoli, in via Duches-
    sa Jolanda. 3. Un’aula della Pascoli dove sperimentano nuove forme di didattica innovativa. 4. Gli
    esterni della Fermi


Abbiamo

sperimentato

un inedito metodo

di lavoro

fra pubblico e privato

lettera al ministro


“L’Accademia

deve trasformarsi

in un’Università”

MARIA TERESA MARTINENGO
Assoluta leggerezza, spazi aper-
ti, luce naturale come cifra per
la scuola Fermi costruita negli
anni 60. Colore, arredo di desi-
gn, dialogo tra aule, corridoi e
ammezzati per la Pascoli di fine
‘800. «Torino fa scuola», il pro-
getto da 11 milioni di euro di

Fondazione Agnelli e di Compa-
gnia di San Paolo con Fondazio-
ne per la Scuola e Città di Tori-
no che ha coinvolto due scuole
medie con il loro ripensamento
in funzione della nuova didatti-
ca (uso della tecnologia, labora-
tori, lavoro di gruppo, persona-
lizzazione dei percorsi),ieri ha

avuto coronamento con lo sve-
lamento dei risultati finale do-
po un anno di lavori: due edifici
ecosostenibili, con molto legno
e altri materiali ecocompatibili.
Modelli che potranno ispirare
in tutta Italia altre rivisitazioni
su quelle tipologie di edificio.
Il taglio del nastro virtuale

l’hanno fatto il primo giorno di
lezioni, lunedì, gli studenti, gli
insegnanti e il personale en-
trando per la prima volta nei
due istituti, la Fermi in via Bi-
glieri, al Lingotto, e la Pascoli
(istituto comprensivo Rita Levi
Montalcini) in via Duchessa Jo-
landa. Ieri il presidente della

Fondazione Agnelli, John El-
kann, il presidente della Com-
pagnia di San Paolo, Francesco
Profumo, la sindaca Chiara Ap-
pendino, il direttore dell’Uffi-
cio Scolastico del Piemonte, Fa-
brizio Manca, accolti dai diri-
genti scolastici, hanno trovato
così due comunità già perfetta-
mente ambientate ed entusia-
ste di tanta bellezza.
Alla Fermi il progetto degli ar-
chitetti Alberto Bottero e Simo-
na Della Rocca si è risolto in un
rinnovamento che ha cambiato
volto alla scuola, caratterizzan-
dolo con aule che si prolungano
su terrazze coperte e protette
che consentono attività esterne
e libertà di movimento ai ragaz-
zi. «Il progetto architettonico,
che ha incluso anche un impor-
tante consolidamento della
struttura, è soprattutto didatti-
co, sviluppato con la comunità
scolastica - ha detto il direttore
della Fondazione Agnelli, An-
drea Gavosto -. Non si lavorerà
più stando sempre nella stessa
aula, ma in aule e laboratori di-

versi in base alla disciplina». La
struttura, che diventa anche
centro civico, ha mensa, bar, au-
ditorium, biblioteca, tutti gli
spazi si affacciano su spazi ver-
di dedicati al relax ma anche al-
le attività didattiche.
Alla Pascoli gli architetti Sil-
via Minutolo e Domenico Racca
hanno vinto la sfida di realizza-

re spazi per la didattica innovati-
va con le limitazioni di un edifi-
cio ottocentesco. Anche in que-
sto caso la scuola si propone di
essere aperta al quartiere e lo di-
chiara fin dall’ampio atrio acces-
sibile a tutti che guida verso la bi-
blioteca. Alla scuola è stata resti-
tuita la palestra-teatro e sul tet-
to è stata creata una piacevole
terrazza a disposizione dei ra-

gazzi, mentre gli insegnanti pos-
sono usufruire di una cucina e di
spazi per lavorare. «Oggi per noi


  • ha detto Ludovico Albert, presi-
    dente della Fondazione per la
    Scuola - è soprattutto l’avvio di
    un modo diverso di fare scuola,
    quello su cui siamo impegnati
    anche con il progetto Riconnes-
    sioni. Una scuola in cui i ragazzi
    siano il più possibili protagoni-
    sti del loro modo di imparare».
    Fondazione Agnelli e Compa-
    gnia continueranno la formazio-
    ne dei docenti. «Il percorso è ini-
    ziato tre anni fa - ha detto la pre-
    side della Pascoli, Laura Di Per-
    na - ed è stato fondamentale per
    sperimentare metodologie in-
    novative». Per Giorgio Brando-
    ne, preside della Fermi, «realiz-
    zare la nuova didattica è un im-
    pegno che suscita difficoltà ma
    lo affrontiamo nel migliore dei
    modi. L’entusiasmo dei ragazzi
    è indicativo della curiosità e vo-
    lontà di sperimentare. D’altra
    parte non si può più continuare
    a fare la vecchia scuola». —
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FRANCESCO PROFUMO
PRESIDENTE
COMPAGNIA DI SAN PAOLO

CHIARA APPENDINO
SINDACA
DI TORINO

FABRIZIO MANCA
DIRETTORE GENERALE
USR PIEMONTE

JOHN ELKANN
PRESIDENTE
FONDAZIONE AGNELLI

Su La Stampa

IL CASO

ISTRUZIONE

«Scriverò al nuovo Ministro
dell'Istruzione Fioramonti
con l'obiettivo di trasformare
l'Accademia Albertina in una
Università autonoma». A dirlo
è il direttore Salvo Bitonti, che
sogna un futuro in cui i suoi al-
lievi possano avere lo status di
studente universitario. «Oggi
siamo equipollenti ad altri en-
ti universitari - prosegue - e la
scuola è già pronta a un cam-
bio di ordinamento». Tra i van-
taggi ci sarebbe quello di po-
ter usufruire dei fondi statali e
di pagare i dottorati. Il 14 otto-
bre potrebbe esserci il primo
incontro con Fioramonti,
quando all'Accademia sarà
inaugurato il festival delle
scuole d'arte e design. CRI.INS.

Con questo

intervento si offre

una proposta nuova

e stimolante a tutta

la scuola italiana

REPORTERS

ANSA REPORTERS

REPORTERS

3

1

2

4

Le due scuole sono

concepite come

spazio educativo

dinamico, aperto

e interconnesso

Sul giornale di ieri il caso della
elementare Manzoni, dove mer-
coledì l’istituto voleva far uscire
all’ora di pranzo i bambini che si
erano presentati con il pasto da
casa, mentre le famiglie all’e-
sterno dell’edificio hanno prete-
so che rientrassero

SUL ANDREA JOLYANDREA ROSSI
«D

ovete a prendere vo-venire
detto: chi non va in mensa, all’o-stro figlio. Ve l’avevamo
ra di pranzo deve uscire».Alla fine ci hanno rimesso i
bambini, vaso di coccio tra una scuola che ha abbandonato i

presidi a se stessi, dirigenti che procedono a suon di ultimatum e famiglie che si ostinano a non
cedere. Portati fuori dalla mae-stre mentre i compagni andava-
no a pranzo; ributtati dentro dai loro genitori, accorsi per pro-
testare; infine stipati nella stan-za delle fotocopie, nell’aula in-formatica o in presidenza a con-
sumare il cibo portato da casa, alla faccia del personale che
manca per assicurare la vigilan-za e dell’igiene.

biate con me?», ha chiesto uscendo un bambino alla mam-«Le maestre saranno arrab-
ma, fotografia del caos che re-gna soprattutto nella testa de-
gli alunni di fronte a questa pri-ma, surreale, giornata di muro
contro muro alla Manzoni di corso Svizzera. Quello tra Ma-ria Grazia Di Clemente, la diri-
gente alla guida dell’istituto comprensivo Pacinotti – di cui
la scuola fa parte con altre cin-que – e una ventina di famiglie

che non hanno intenzione di piegarsi al bivio: iscrivere i figli alla mensa o rinunciare al tem-
po pieno. non è, perché noi lavoriamo» «Una scelta che tale
commenta una delle mamme, Gabriella. «L’esito è quindi for-
zato e prevedibile. Nelle no-stre scuole, dove siamo noi a dare il bianco, a fissare gli ap-
pendiabiti e a fare collette per comprare la stampante non po-
tremmo organizzarci e fare tur-ni per prendere una spugna e

passarla su quattro tavoli?»L’attesa dei genitori
È solo una delle proposte che le famiglie hanno provato ad avan-zare per evitare lo scontro. Do-
po aver lasciato i bambini a scuo-la alle 8,30, alcuni genitori si so-
no trovati alle 12,15 nel parco di fronte all’ingresso per capire co-
me sarebbe stata gestita la situa-zione. Poco dopo alcuni bambi-ni sono stati portati fuori dalle
maestre. A quel punto si è scate-nata la bagarre. Poco prima del-
le 13 i bambini sono stati fatti rientrare e smistati in diverse au-le, divisi dai compagni in men-
sa, seguiti a turno da preside, vi-ce e altre maestre che si sono pre-state a lavori straordinari.
La mail della presideMezz’ora dopo la fine delle lezio-ni ai genitori ribelli è arrivata
una mail da parte della preside: «Il mancato adeguamento alla delibera del Consiglio d’istituto
costituisce una violazione e de-termina una intollerabile dispa-
rità di trattamento rispetto ai ge-nitori che si sono conformati. La

scuola evidentemente non ab-bandona i bambini, ma il com-portamento tenuto è contrario
alle disposizioni».Le famiglie non cedono
La dirigente lancia un altro ulti-matum invitando le famiglie ad
adeguarsi alla sua decisione: niente pasto da casa. Un avverti-
mento cui i genitori non hanno intenzione di cedere: «I nostri fi-gli in mensa non andranno. La
nostra linea non cambia fino a quando non arriveremo ad una
soluzione ragionevole» raccon-ta uno dei papà, Roberto. Per trovarla le famiglie hanno coin-
volto l’avvocato Giorgio Vec-chione, il legale del comitato Ca-ro mensa. «Da parte della scuo-
la non c’è alcuna volontà di col-laborare, anzi, l’intenzione sem-
bra essere quella di punire i bambini, costringendoli a man-
giare in condizioni inaccettabi-li. Se è così credo che le famiglie passeranno alle denunce e mo-
biliteranno Nas e Asl».Insomma: siamo al muro con-
tro muro sulla pelle dei più pic-coli. Alla Manzoni lo scorso an-

no su 500 iscritti, 160 disertava-no la mensa. Oggi le famiglie
non allineate sono rimaste una ventina. Ma la stessa situazione rischia di riproporsi in altre scuo-
le. In questi giorni le famiglie stanno ricevendo i moduli da compilare per decidere le moda-

lità del pasto. Il guaio è che spes-so il documento propone solo
due opzioni: mensa o uscita alle 12,30. Non il pasto da casa. «Una scelta illegittima - protesta
Vecchione - contro cui invitia-mo i genitori a opporsic BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI». —

Pascoli e fermi
Elkann e Profumoinaugurano
le scuole del futuro

A distanza di un anno dall’av-vio dei cantieri di Torino fa
Scuola, il progetto promos-so e sostenuto da Fondazio-ne Agnelli e Compagnia di
San Paolo, in collaborazione con Città di Torino e Fonda-zione per la Scuola, si sono
conclusi i lavori di riqualifi-cazione nelle scuole medie
Enrico Fermi e Giovanni Pa-scoli. Per gli allievi e i docen-ti delle due scuole la campa-
nella del nuovo anno ha suo-nato regolarmente e da subi-to hanno potuto lavorare nei
loro nuovi spazi. L’inaugura-zione oggi con una doppia ce-rimonia.

MARIA TERESA MARTINENGO
D

opo 43 anni di scuola, l’ultimo giorno prima delle ferie che lo porta-
ottobre) pensione il preside Gianni Oliva ha ancora propo-no alla pensione (il 31
sto un’esperienza nuova ai suoi insegnanti. L’uomo di scuola che nel tempo libero è storico a
tempo pieno, ha sempre guarda-to avanti pensando ai bisogni
dei ragazzi.Ha scritto decine di libri, è sta-to assessore in Provincia e in
Regione. Perché tanta scuola nella sua vita?«Ho fatto l’insegnante perché
era il mestiere di mia madre,docente di francese al Regina
Margherita, e il preside perchéera l’unico gradino di carriera
possibile. Il lavoro del preside,poi, ha il vantaggio della flessi-bilità, ti svincola da orari e su-
bordinazioni gerarchiche: de-vi far funzionare la scuola, ma
puoi organizzarti come vuoi».Potendo ricominciare?«Forse cercherei altre strade,
ma non sono pentito né deluso:il mestiere della scuola ha millelimiti ma ti permette di stare in
mezzo al mondo che cambia.Gli adolescenti sono lo specchio
delle speranze e delle colpe diogni stagione».
Lei quali ha visto?«Ho iniziato a insegnare nel ’74e sono diventato preside nel ’91.
Sono partito con i miti della par-

tecipazione, figli del ’68 e di donMilani. Poi, lo yuppismo anni80 e 90, l’affermazione dell’indi-
vidualismo, il vuoto lasciato dal-le ideologie, la scuola che barcol-la scambiando il “fare diversa-
mente” per “fare meno”. Quindiil nuovo millennio».
I nativi digitali.«L’aspirazione al “saper fare” in
sostituzione del “sapere critico”,una nuova partecipazione extra-scolastica legata a mille forme di
volontariato. Oggi mi sembra diintravedere la spinta ad un nuo-
vo impegno, postideologico, le-gata ai temi dell’ecologia».È stato preside al Baldessano

Roccati di Carmagnola, all’Al-fieri, poi è diventato assesso-re regionale alla Cultura. Do-
po ha diretto Volta, Segre, Ca-vour, D’Azeglio, è tornato in Regione come consigliere, in-
fine il Majorana di Moncalie-ri. Tutti ugualmente amati?
«Impossibile fare graduatorie: ilBaldessano, l’Alfieri e il Majora-
na sono più ricchi di ricordi per-ché ci sono stato qualche anno econ i colleghi abbiamo realizza-
to le sperimentazioni più solide.Il D’Azeglio è suggestione pura:
nei corridoi non puoi non pensa-re che lì hanno temuto l’interro-gazione Pavese, Gozzano, Bob-
bio. Nel 2014, quando sono rien-trato definitivamente, erano li-beri il Majorana, sotto casa, e il
Gioberti. Un liceo classico eranelle mie corde, ma il Gioberti è
dove ho studiato: finire doveavevo iniziato mi faceva malin-
conia, e ho scelto il Majorana».Dove ha avuto le maggiori soddisfazioni?
«Al Volta: tanti ragazzi di origi-ne straniera e tra le eccellenze le
ragazze col velo, che nello stu-dio vedono l’occasione della vi-ta e diventano trascinanti ».
E il ricordo più bello?«Un’assemblea con Lucia Anni-bali: lei, straordinaria, a raccon-
tare il dramma con semplicità di-sarmante. E 700 adolescenti ad
ascoltare senza un sussurro».Il più divertente?
«Due anni fa, sospensione di trestudenti per stalking col telefoni-no. Quando confessano di aver
trovato i numeri con Siri chiedo

furibondo di che classe sia Siri...sino a che un collega mi dice dilasciar perdere...».
Succede. Ma a scuola lei ha sempre innovato, sperimen-tato. All’Alfieri, il liceo della
comunicazione.«Le sperimentazioni sono l’ani-
ma del sistema formativo. Al li-ceo Baldessano abbiamo speri-
mentato la “settimana di cinquegiorni” nel ’95, allora un’eccezio-ne, ora una pratica generalizza-
ta. L’ultima l’ho fatta l’altroieri:una mattinata all’Unipol-Sai
con venti docenti per sentirciraccontare che cosa il mondodelle assicurazioni e della finan-
za chiede ad un giovane per as-sumerlo. Una sorta di “alternan-za scuola-lavoro” fatta dai do-
centi, per capire ciò che cambianel mondo del lavoro e ciò che
viene chiesto ai giovani».Un consiglio ai neo presidi?
«Il dovere del preside è crearel’atmosfera, fare in modo che silavori seriamente, ma in un am-
biente sereno. Chi scambia la di-rigenza con l’autorità, parte con
il piede sbagliato. Ai docentiuna raccomandazione: insegna-re è un lavoro, va fatto con impe-
gno, ma non è la vita. Chi consi-dera la docenza una missione èl’insegnante peggiore».
Com’è stato il primo giorno di pensione?
«Più o meno si fanno le cose diprima, ma con la sensazione
che si possa fare ciò che si vuo-le. La vita, in fondo, è rappre-sentazione e punti di vista». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ISTRUZIONE

L’ha messo a punto un pool di avvocati
Norme, sentenze, divieti e procedure
Sul web il vademecum dei genitori ribelli

ANSA

Chi considerala docenza come
una missione è l’insegnante
peggiore

La mattinata di confusione alla Manzoni. Poi alle 13 preside e maestre li fanno rientrare
“Venite a prenderli”
I bimbi che portano il panino
devono uscire dalla scuola

IL CASO

La Manzoni di corso Svizzera assieme ad altre cinque
scuole fa parte dell’isituto comprensivo Pacinotti

GIANNI OLIVAPRESIDE

MARIA GRAZIA DI CLEMENTE PRESIDEDELL’ISTITUTO GIORGIO VECCHIONEAVVOCATOCARO MENSA

Il vademecum per i genitori «ribelli» è un lungo elenco di leggi, sentenze e procedure
che da giorni rimbalza da una mail all’altra delle centinaia di
famiglie che si ostinano a di-sertare le mense. L’ha messo a punto un pool di avvocati e ge-
nitori, riconducibili ai comita-ti contro il Caro mensa, per consegnare alle famiglie argo-
menti e munizioni per resiste-re ai presidi intenzionati a vie-tare il pasto da casa.
Prime obiezioni: non esisto-

no norme per cui il tempo men-sa coincida con il servizio men-sa a pagamento e dunque pos-
sa essere imposto; l’educazio-ne alimentare, poi, non è pre-
vista nel sistema scolastico né esiste l’obbligo di consumare il pasto insieme condividendo
gli stessi cibi forniti dalla scuo-la o dal Comune. Il vademecum scende poi
nel merito e cerca di smontare - citando norme e sentenze - la linea di condotta decisa
dall’Ufficio scolastico regiona-

le e dal Comune di Torino, i quali hanno vincolato il pasto domestico ad alcuni requisiti:
in particolare la possibilità per le scuole di garantirlo senza
aumentare le spese né dover reclutare personale aggiunti-vo tra i bidelli. Su questa base -
causa le carenze di personale - i presidi stanno negando il «pa-nino». Secondo il pool di lega-
li, però, l’assistenza alla men-sa non compete ai collaborato-ri scolastici ma «sempre e sol-
tanto» al personale docente di

ruolo. E nessuna norma preve-de che l’assistenza mensa sia
una prestazione da garantire solo ai «clienti» del Comune. Insomma, spetta agli inse-
gnanti vigilare su tutti i loro alunni, indipendentemente da quel che mangiano.
torizzazioni che le scuole han-Altro aspetto riguarda le au-
no dovuto chiedere alla Città per ammettere al refettorio anche chi si porta il “panino”
da casa. Quelle autorizzazio-ni sono considerate «illegitti-me e inutili» perché prevedo-
no all’interno del refettorio «una divisione di spazi immo-tivata» dal momento che le
ditte che servono i pasti non hanno «alcun potere sull’area
in cui avviene la consumazio-ne dei cibi». Il refettorio, al contrario, ricade direttamen-

te sotto la responsabilità del personale scolastico. Da qui
ne discende - sempre secon-do i legali - la soluzione al pro-blema: se non è necessario se-
parare chi usufruisce della mensa da chi si porta il pran-zo da casa diventa superfluo
richiedere personale aggiun-tivo. Stesso discorso per la pu-
lizia dei locali: se il locale è lo stesso non ci sono spese ag-giuntive; e se anche ci fossero
toccano al Comune, se pro-prietario dell’istituto. Anche le obiezioni che ri-
guardano eventuali problemi igienici e sanitari sarebbero le stesse che si verificano tutti i
giorni durante l’intervallo, quando i bambini mangiano le
merende portate da casa e tal-volta se le scambiano. A. R. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

ISTRUZIONE

La scuola Pascoli

Il ricordo più bello? Un’assemblea al
Majorana con Lucia Annibaldi e 700
adolescenti

La scuola non abbandona i bambini
Il comportamento tenuto è contrario
alle disposizioni

Da parte della scuola non c’è nessuna
intenzione di collaborare, sembra
che voglia punire

Dopo 43 anni di lavoro per il preside del Majorana quello di ieri è stato l’ultimo giorno “Il mestiere della scuola ha tanti limiti ma ti permette di stare in mezzo al mondo che cambia”
Oliva: “Dai figli del ’68 a Greta
L’impegno cambia ma resiste”

Gianni Oliva, classe 1952, è uno storico e ha fatto politica. Ieri è stato il suo ultimo giorno da preside

INTERVISTA

Il Comune si schiera
con i dirigenti

“Stanno seguendo
le procedure corrette”

La Fondazione Agnelli
e la Compagnia

hanno investito
undici milioni di euro

Lunedì alle Vallette i bambini mangeranno all’esterno della Leopardi. Le famiglie: ingannate

Alla Manzoni i genitori minacciano di allertare l’Asl: i nostri figli lasciati in locali senza igiene

Un pranzo davanti all’istituto

contro il “no” al pasto da casa

ISTRUZIONE

VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2019 LASTAMPA 41
CRONACA DI TORINO

T1 PR
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