La Stampa - 13.09.2019

(Romina) #1

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MASSIMILIANO PEGGIO

L

ite nell’atrio di una
scuola materna tori-
nese per un bambino
non vaccinato, figlio
di una coppia vicina al movi-
mento No Vax, accompagna-
to regolarmente in classe in
violazione della normativa
sanitaria sui vaccini obbliga-
tori. Anzi, è stata una doppia
lite. Per ben due volte, merco-
ledì scorso e ieri, sono dovu-
te intervenire le forze dell’or-
dine, su richiesta dei genitori
del bimbo, contrari alla posi-
zione assunta dall’istituto.
Prima una pattuglia della po-
lizia e poi dei carabinieri. In
tutte e due i casi la situazione
si è superata acconsentendo
l’ingresso del bimbo all’inter-
no delle aule. Ma con il preci-
so invito alla famiglia, rivol-
to dalla preside, a rispettare

le disposizione fissate per il
nuovo anno scolastico.
La normativa, frutto del
decreto Lorenzin del 2017,
stabilisce che la documenta-
zione relativa alle vaccina-
zioni, «costituisce requisito
di accesso ai servizi educati-
vi per l’infanzia e alle scuole
dell’infanzia». La lite, al di là
dell’intervento della polizia
e dei carabinieri su un pre-
sunto atto illegittimo da par-
te della direzione scolastica,
si è sviluppata in seguito alle
motivazioni addotte dai ge-
nitori. E cioè che sarebbero
in attesa di «una convocazio-
ne per la vaccinazione da par-
te dell’Asl competente». Una
giustificazione, secondo le
osservazioni sollevate dalla
scuola, al quanto fragile, vi-
ste le disposizioni ministeria-
li e regionali in merito. Le in-
dicazioni operative della Re-
gione Piemonte per gli adem-
pimenti previsti per l'anno

scolastico 2019-2020, infat-
ti, stabiliscono due regole
chiarissime. La prima che
«ai fini dell'ammissione ai
servizi educativi e scuole
per l'infanzia, non deve esse-
re accettata né considerata
valida la presentazione da
parte del genitore di copia
di un eventuale appunta-
mento con il Servizio Vacci-
nale» poiché «ai fini dell'am-
missione vale la sola certifi-
cazione dell'Asl».
La seconda regola, fissata
appositamente per facilita-
re le regolarizzazioni «dei
bambini inadempienti», sta-
bilisce che «in tutti i servizi
vaccinali della Regione Pie-
monte è garantita la possibi-
lità da parte delle famiglie
dei minori non in regola con
le vaccinazioni di ottenere
la vaccinazione in accesso
diretto, senza prenotazio-
ne». Una sorta di corsia pre-
ferenziale, insomma, ben

nota agli operatori scolasti-
ci e agli educatori.
L’episodio di Torino, stan-
do ai dati regionali, rientra
in quel tasso marginale di
mancati vaccini ed espressio-
ne del fronte No Vax. Il 95%
dei nuovi nati risulta immu-
nizzato con il vaccino esava-
lente, a protezione contro
malattie quali la polio, la dif-
terite e il tetano. La percen-
tuale emerge dal monitorag-

gio effettuato dall’assessora-
to regionale alla Sanità sui
dati raccolti dalle Asl e relati-
vi al 2019. Secondo il moni-
toraggio il numero dei bam-
bini tra gli 0 e i 6 anni non in
regola con i vaccini sarebbe
in calo: al 30 giugno 2018
erano circa 8 mila. Bimbi
che non possono essere ac-
colti negli asili nido e nelle
scuole d'infanzia. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

il sindacato apre con riserva alla proposta della regione

“Neolaureati in pronto soccorso


ma con contratti di formazione”


ALESSANDRO MONDO
Emergenza medici: il piano
della Regione - impiegare i ca-
mici bianchi neolaureati e non
ancora specializzati per tam-
ponare gli organici dei pronto
soccorso, con riferimento ai co-
dici di minore gravità - registra
i primi passi in avanti.
Due le novità emerse nella
giornata di ieri, dove l’assesso-
re alla Sanità ha incontrato a
più riprese i sindacati di cate-
goria: apertura, con riserva,
da parte dei medici ospedalie-
ri; confermata la collaborazio-
ne con i medici di medicina ge-
nerale, già avviata nella prece-
dente legislatura ed ora estesa
a nuove categorie.

Primi spiragli
Sul primo fronte, quello degli
ospedalieri, Anaao Assomed
ha ribadito la necessità di assu-
mere gli specializzandi al quar-
to e quinto anno: «Proprio per-
chè alla fine del percorso for-
mativo, garantiscono quali-
tà». Quanto alla proposta di in-
serire i neolaureati dopo un
corso di 6 mesi, spiega Chiara
Rivetti, segretario regionale
Anaao Piemonte, «al massimo
questo dovrebbe essere fatto
solo garantendo loro un per-
corso formativo, tale da con-
sentire ai medici di conseguire
dopo cinque anni la specialità:
proponiamo la creazione di
contratti formazione-lavoro

che permettano ai neolaureati
di formarsi sul campo, negli
ospedali territoriali, e comple-
tare la formazione teorica
nell’Università. Così facendo,
«garantirebbero per cinque an-
ni l’attività negli ospedali di
formazione e al termine po-
trebbero essere assunti a tem-
po indeterminato».
In caso contrario, commen-
ta Rivetti, «si rischia di creare
un eccessivo turn over dei col-
leghi, che inizierebbero a lavo-
rare nei Dea per poi lasciare do-
po pochi mesi, magari per en-
trare in specialità: invece a chi
dovesse decidere di rimanere
non si offrirebbero prospetti-
ve, se non un futuro da preca-

rio perché non avrebbe mai ac-
cesso alla dirigenza che richie-
de la specialità».
Anche così le variabili non
mancano, dato che la forma-
zione post-laurea è un tema na-
zionale (l’assessore lo porrà la
prossima settimana, quando
si recherà a Roma). Sul quale,
oltretutto, deve esprimersi l’U-
niversità: «Il peso della Regio-
ne e la situazione di crisi po-

trebbero consentire una modi-
fica normativa in tempi brevi,
l’Università potrebbe contri-
buire ad evitare la chiusura di
molti servizi e il servizio sanita-
rio continuare a far lavorare
medici formati».

Accordi rinnovati
Per i medici di medicina gene-
rale la situazione è meno pro-
blematica. Come spiega Rober-
to Venesia, segretario Fimmg
Piemonte, l’accordo stipulato
con l’ex-assessore Saitta per di-
slocare i camici bianchi nei
pronto soccorso è stato rinno-
vato ed esteso. La possibilità di
essere “arruolati” riguarderà
anche i medici che hanno se-
guito il corso per l’emergenza
sanitaria (il 118), quelli che,
pur essendo abilitati alla pro-
fessione, non sono specializza-
ti e non hanno seguito il corso
di formazione, gli specializzan-
di. Con una premessa, precisa
Venesia: «Parliamo sempre di
non urgenze». —
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ANDREA BUCCI
«Chiedo aiuto al sindaco
che forse non si è accorto
che qui a Ivrea c'è una mam-
ma che sta lottando». A ri-
volgersi al primo cittadino
Stefano Sertoli è Chiara Ti-
nuzzo, la mamma che da lu-
nedì sta portando avanti la
sua battaglia con lo sciope-
ro della fame davanti alla
scuola d’infanzia Villa Girel-
li dopo che le sue gemelline
di tre anni e altri due bambi-
ni sono stati esclusi dall’isti-
tuto d’infanzia perché non
in regola con alcuni vacci-
ni. L’appello è stato pronun-
ciato l'altra sera al termine
della fiaccolata di solidarie-
tà nei suoi confronti orga-
nizzata dal Comitato Libe-
ra Scelta Ivrea e alla quale
hanno preso parte circa
200 persone tra cui mam-
me con i bimbi al seguito.

Una richiesta di aiuto
non raccolta dal sindaco
Stefano Sertoli: «Non mi
piace quando vengono
coinvolti i bambini. Esiste
una legge nazionale che va
applicata». Una dura presa
di posizione è stata presa
dal “re dei trapianti” Mau-
ro Salizzoni, oggi vice pre-
sidente del Consiglio regio-
nale: «Esprimo solidarietà
e vicinanza agli operatori
della scuola Villa Girelli di
Ivrea per il loro doveroso ri-
spetto della legge. Mettere
in discussione le normati-
ve in materia di vaccini
vuol dire adottare un atteg-
giamento antiscientifico,
pericoloso innanzitutto
per i bambini». E aggiun-
ge: «Come medico mi scon-
certa il disconoscimento
delle conquiste della ricer-
ca medico-scientifica». —
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Il 95% dei nuovi nati è in regola con gli obblighi vaccinali

I genitori litigano con la dirigenza e chiamano le forze dell’ordine

Bimbo senza vaccini

Alla scuola materna

arrivano i carabinieri

IL CASO

Pronto soccorso a rischio

ivrea

La mamma


che protesta


“Il sindaco


deve aiutarmi”


La fiaccolata di solidarietà

REPORTERS

*

*

Una lettrice scrive:

«Scrivo riguardo alla mensa
scolastica e il panino da casa.
In prima elementare a fare il
pasto domestico erano 5 bim-
bi su 24, il secondo anno alcu-
ni bimbi vedendo la loro ami-
chetta fare il pasto domestico
e volendo mangiare assieme,
i genitori hanno deciso il se-
condo anno di fare il pasto do-
mestico, diventando in dieci.
Siamo giunti al terzo anno an-
no. Quest'anno mia figlia mi
ha detto che i bimbi a fare il
pasto domestico sono arriva-
ti a 13. Non vorrei arrivare in
quinta e trovarmi la figlia da
sola a mangiare in mensa con
tutta la classe che fa il pasto
domestico perché a questo

punto mi sentirei costretta a
farlo pure io per non isolare
mia figlia».
DM

Un lettore scrive:

«Sono uno studente portoghe-
se del Politecnico e, prenden-
do i mezzi pubblici tutti i gior-
ni per andare a lezione, noto
come la percentuale di perso-
ne che validano il proprio bi-

glietto sui mezzi che utilizzo
sia intorno al 50%. Noto an-
che come, nonostante sia chia-
ramente indicato che la porta
centrale è riservata all’uscita,
gli utenti ignorano con indiffe-
renza questa regola. È da se-
gnalare però anche la “compli-
cità” degli autisti che, anche
nei casi in cui la fermata non
sia prenotata, e quindi non ci
siano passeggeri che debbano
scendere, aprono tutte tre le

porte. Mi chiedo il perché di
questo comportamento da
parte degli autisti che dovreb-
bero essere i primi ad i imple-
mentare e far rispettare le re-
gole indicate da GTT».
THIAGO ANDRADE

Un lettore scrive:

«Ill Comune vorrebbe installa-
re telecamere sui semafori
per rilevare i passaggi con il

rosso. Sarebbe molto più utile
invece installane per rilevare
le svolte a sinistra vietate (es.
Corso Peschiera/Corso Castel-
fidardo-Mediterraneo, tutto
Corsi Unione Sovietica-Lepan-
to-Turati, tutto Corsi Vinza-
glio-IV Novembre- Agnelli.
Corso Re Umberto, Corso Gali-
leo Ferraris, ecc.) o meglio an-
cora le corsie riservate al TP,
regno dei furbetti».
PAOLO DELFINO

Due lettori scrivono:

«In questi giorni siamo venuti
a sapere che la nostra filiale In-
tesa Sanpaolo chiude definiti-
vamente. La filiale presso la
quale dovremmo essere spo-
stati è per noi un po’ scomoda.
Ci rechiamo quindi presso un
un’altra e scopriamo che, pur
essendo clienti della banca da
anni, dobbiamo riaprire un
conto nuovo con cambiamen-
to di carte di Iban ecc., dobbia-
mo rifare il contratto della cas-
setta di sicurezza e ripagare il
costo annuale. Ora ci chiedia-
mo ma è questo il trattamento
riservato ai clienti che non
hanno chiesto il cambiamen-
to ma è stato imposto?».
VP

Specchio dei tempi

«Tutti scelgono il panino, mia figlia mangerà da sola in mensa...» - «Lo studente portoghese indignato:


troppa gente non paga sui mezzi» - «Incroci e semafori» - «Se la filiale di sempre chiude...»


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VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2019LASTAMPA 43
CRONACA DI TORINO

T1 PR
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