La Stampa - 13.09.2019

(Romina) #1
.

FRANCESCO FALCONE


U


na vera e propria or-
ganizzazione dedi-
ta all’importazione
di droga, soprattut-
to hashish e cocaina da Spa-
gna e Olanda, che veniva poi
rivenduta ai consumatori
della Val di Susa e nelle piaz-
ze della movida di Torino, è
stata sgominata dai carabi-
nieri della Compagnia di Su-
sa dopo oltre un anno di inda-
gini e pedinamenti. Dician-
nove le persone coinvolte:
tutte tra i 30 e i 50 anni, com-
prese quattro donne.
Tra gli arrestati figurano i
valsusini Raffaele e Vincen-
zo Iemma, Pasquale Loma-
glio, Salvatore Agus, Fabio
Scali, dalle cui mosse nella
zona tra Sant’Ambrogio, Bor-
gone e Sant’Antonino hanno
preso avvio le indagini che
ancora ieri hanno impegna-
to oltre 200 militari dell’Ar-

ma tra la Valle e il Torinese,
per nuovi sequestri di contan-
te (30 mila euro) e di una ser-
ra per la coltivazione di mari-
juana, a Sant’Ambrogio.
L’operazione ha permesso
di stroncare con numerosi or-
dini di cattura un’organizza-
zione ben ramificata subito ri-

battezzata la «banda del
dress code» , per il codice di
abbigliamento elegante che
gli affiliati si erano imposti
nell’intento di sfuggire ai con-
trolli delle forze dell’ordine.
Come appurato dagli uomini
del capitano Davide Cozzoli-
no, il gruppo criminale – oltre

a spostarsi rigorosamente su
auto quasi nuove, non inci-
dentate e ad andature mode-
rate per non attirare l’atten-
zione – aveva fatto dell’abbi-
gliamento curato e della rasa-
tura perfetta uno stile di vita.
Altro elemento chiave del
«successo» del gruppo era il ri-

corso alle moderne tecnolo-
gie per non farsi intercettare:
i mezzi di comunicazione tra i
membri della banda erano
smartphone criptati. C’era
perfino un «codice» imposto
ai clienti – oltre una ventina
quelli individuati e indagati a
piede libero – che per indicare
agli spacciatori se la cocaina
appena acquistata era di gra-
dimento, o meno, dovevano
far riferimento a ipotetiche ce-
ne: «Il coniglio era cattivo» ,
«Il ristorante era all’altezza» è
una parte del frasario emerso
dalle telefonate intercettate.
In occasione dell’arresto
dei primi cinque pusher lega-
ti alla banda, i carabinieri so-
no entrati in possesso di 26
chili di cocaina e hashish.
Nel corso delle successive
perquisizioni, anche con
l’ausilio delle unità cinofile,
i militari hanno poi scovato
tre garage – uno a Venaria,
due a Torino - con all’inter-
no 28 chili di stupefacenti. —
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METROPOLI

Blitz dei carabinieri in Val Susa e nel Torinese: 19 arresti

Il “dress code” dei trafficanti di droga


Auto e abiti eleganti per mimetizzarsi


La droga e il denaro in contanti sequestrati

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GIANNI GIACOMINO
Stavolta è partito davvero il
cantiere per la ricostruzione
del campanile di Nole Cana-
vese, crollato di schianto la
sera del 15 novembre 2006
durante dei lavori di consoli-
damento della struttura. Ma,
per vedere una gru in azione
e gli operai gettare le fonda-
menta, ci sono voluti quasi
tredici anni.
Un tempo lunghissimo,
scandito da progettazioni e
studi visti e rivisti, valutazio-
ni della Soprintendenza, di-
battiti roventi, liti politiche e
pure un referendum tra i nole-
si. Senza contare un processo
con condanne e risarcimenti.
L’unica nota positiva, quasi
miracolosa, di tutta questa vi-
cenda è che, quella sera di no-
vembre, quando la torre cam-
panaria rovinò su piazza Vit-
torio Emanuele, non rimase
ferito nessuno.
«Per tutti i nolesi è stata
una perdita molto dolorosa,
perché il campanile che si er-
geva accanto alla chiesa di
San Vincenzo Martire rap-
presentava un riferimento

storico e affettivo per la co-
munità – dice Luca Bertino,
il sindaco di Nole, rieletto la
primavera scorsa con quasi
il 78 per cento delle prefe-
renze alla guida dei suoi cir-
ca 7 mila concittadini –. Ma
ora siamo pronti per vedere

rinascere il campanile, insie-
me al centro storico».
L’appalto per tirare su la
struttura in acciaio rivestita
di mattoni alta 41 metri, mol-
to simile a quella crollata, se
l’è aggiudicato la Infrastruttu-
re SC di Torino che effettuerà

un recupero completo di tut-
ta piazza Vittorio Emanuele
per un investimento comples-
sivo di 2 milioni e mezzo di eu-
ro interamente finanziato dal
«Contratto di Quartiere 3».
Insieme alla torre civica
campanaria, saranno rico-
struiti anche il portico e il bat-
tistero, il muro perimetrale
del giardino parrocchiale e sa-
rà riqualificata tutta la piaz-
za. Una parte diventerà pedo-
nale, un’altra sarà destinata
ai parcheggi. Soluzione che,
negli anni scorsi, aveva scate-
nato le proteste di una parte
dei commercianti del centro
storico. «Se non ci saranno in-
toppi l’inaugurazione avver-
rà all’inizio del prossimo an-
no», continua Bertino. E la
giornata dei nolesi non sarà
scandita solo più dal rintoc-
co delle cinque vecchie cam-
pane – che erano già state
smontate prima del crollo –
ma anche da una sesta, dona-
ta dal parroco don Antonio
Marino in ricordo di quello
che è avvenuto la sera del no-
vembre 2006. —
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I comportamenti

IL CASO

Un posto di blocco dei militari in Val di Susa

A prima vista il cantiere del-
la scuola Matteotti in via
Vandalino, a Collegno, sem-
bra ancora fermo. Solo un
grande scavo in un terreno
chiuso da una recinzione.
Come se tutto fosse fermo
al novembre 2018.
Eppure l’amministrazio-
ne aveva garantito che la
scuola elementare, da 4 mi-
lioni di euro, sarebbe stata
pronta per l’anno scolasti-
co 2020-2021. Visti i ritardi
il consigliere comunale An-
drea Di Filippo ha scritto:
«Molti cittadini sono preoc-
cupati per lo stato di avan-
zamento dei lavori». E ha
chiesto all’amministrazio-
ne «di fare chiarezza e rassi-
curare la cittadinanza».
I ritardi, a quanto dicono
i tecnici del Comune, sem-
bra siano dovuti al fatto che
sono stati trovati in vari
punti e a diverse profondi-
tà, materiali di risulta: in-
somma macerie. «A fine me-
se partirà il cantiere», assi-
cura il sindaco Francesco
Casciano. P. ROM. —
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collegno

Ancora fermo

il cantiere

per la scuola

Matteotti

«Mi sono trovato a tu per tu
con un cinghiale. Ho inizia-
to a correre dopo che mi ha
caricato e mi sono salvato
perché ero vicino a casa»,
racconta Giancarlo Capel-
lo, 71 anni, di San Raffaele.
Lui, come altri, ogni giorno
conta i danni provocati dal
passaggio dei cinghiali e le
incursioni sono state docu-
mentate anche vicino alle
case: «Nessuno ci tutela e
chiediamo aiuto alla Città
Metropolitana», invocano.
La presenza degli ungu-
lati è stata avvistata anche
a San Mauro Torinese. L’al-
tra notte erano una qua-
rantina nei pressi del cimi-
tero. L’avvocato Roberto
De Sensi, presidente pro-
vinciale di FederCaccia:
«Siamo consapevoli della
gravità della situazione no-
nostante gli sforzi messi in
campo dalla Città Metro-
politana per contenere la
fauna selvatica. Per que-
sto siamo a disposizione
anche per organizzare bat-
tute notturne». A. BUC. —
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san mauro

Proteste

per i troppi

cinghiali

in paese

nole canavese, crollò nel 2006

Dopo un processo e 13 anni di attesa


partono i lavori per rifare il campanile


Il nuovo campanile sarà alto 41 metri e sarà simile a quello crollato

FOTO COSTANTINO SERGI

Il «dress code» della banda:
andare in giro solo con abiti
eleganti, camicia stirata, bar-
ba rasata di fresco. Usare
sempre auto nuove per non
attirare i controlli.

I clienti si rivolgevano ai loro
spacciatori con un gergo simi-
le a quello dei clienti dei risto-
ranti per esprimere giudizi
on-line su pranzi e cene: il vo-
to era sulla cocaina.

I passaggi di droga tra gli affi-
liati alla banda erano consi-
stenti. Gli spacciatori si passa-
vano cocaina per 20-40 mila
euro. C'è un caso documenta-
to di una compravendita da
190 mila euro.

Tra i componenti della ban-
da qualcuno aveva il vizio
del gioco. Sono nate discus-
sioni interne al gruppo per le
impreviste perdite ai video-
poker di parte degli incassi le-
gati allo spaccio.

VENERDÌ 13 SETTEMBRE 2019LASTAMPA 53

T1 PR
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