Il Sole 24 Ore - 13.09.2019

(vip2019) #1

Il Sole 24 Ore Venerdì 13 Settembre 2019 25


Norme & Tributi


La strategia imprenditoriale definita


non fa scattare l’abuso del diritto


CTR LOMBARDIA


L’assenza di una redditività


immediata non configura


necessariamente elusione


Enrico Holzmiller


«In materia tributaria, il divieto di


abuso del diritto si traduce in un


principio generale antielusivo che


preclude al contribuente il conse-


guimento di vantaggi fiscali otte-


nuti mediante l’uso distorto, seb-


bene non contrastante con alcuna


specifica disposizione, di strumenti


giuridici idonei ad ottenere un’age-


volazione o un risparmio di impo-


sta, in assenza di ragioni economi-


che apprezzabili che giustifichino


l’operazione, diverse dalla mera


aspettativa di quei benefici».


La Ctr Lombardia, Sezione di-


staccata di Brescia, nella sentenza
n. // hanno così introdot-

to il tema dell’abuso, in un conte-
sto in cui le Entrate avevano disco-

nosciuto una cessione di parteci-


pazione, nell’ambito di un levera-
ged buy out, riqualificandolo come

cessione aziendale. La sentenza


sottolinea tre aspetti particolar-
mente importanti nell’ambito del-

l’abuso del diritto:


. La redditività non deve essere ne-
cessariamente immediata.

I giudici sottolineano come sia


da escludere la configurabilità di
una condotta abusiva se l’opera-

zione o la serie di operazioni è giu-


stificata da ragioni fiscali non
marginali, valendo come tali an-

che quelle che non producono ne-


cessariamente una redditività im-
mediata dell’operazione, ma ri-

spondono ad esigenze di natura


organizzativa determinando un
miglioramento strutturale e fun-

zionale dell’azienda.


. Il contribuente è libero di sceglie-
re il regime fiscale più conveniente.

Resta ferma la libertà del contri-
buente di scegliere l’operazione

comportante il minor carico fiscale


(fatta salva la sussistenza della «so-
stanza economica»).

. Non c’è abuso se la strategia


aziendale è ben definita.
Tale elemento appare essenzia-

le. Laddove infatti il contribuente


riesca a dimostrare che l’operazio-
ne o la serie di operazioni conte-

state hanno una propria ragion


d’essere imprenditoriale e azien-
dale, all’atto pratico vengono au-

tomaticamente superati sia il te-


ma della «sostanza economica»
(in re ipsa), sia quello della non es-

senzialità del «movente fiscale»


(se la strategia aziendale risulta
essere valida e coerente con

l’obiettivo, anche futuro, di massi-


mizzare le “performance”, ne con-
segue che il vantaggio fiscale as-

sume una valenza secondaria).
Gli aspetti suesposti sono ben

evidenti nel caso trattato dalla


Commissione giudicante.
Nel caso di specie, infatti – preci-

sano i giudici – si è in presenza del-


la estrinsecazione dell’esercizio
della libertà di iniziativa imprendi-

toriale, e con l’operazione posta in


essere una società (Beta) ha acqui-
stato l’intero pacchetto azionario di

Alfa (società accertata e parte del


contenzioso in commento), poi in-
corporata, senza versamenti finan-

ziari ma tramite il ricorso al sistema


bancario. Ciò ha consentito ai pro-
tagonisti di «effettuare sinergie

imprenditoriali e potenziare l’ap-


parato produttivo senza privarsi
della liquidità necessaria destinata

agli investimenti programmati e
senza appesantire la situazione de-

bitoria del gruppo, valido motivo


per non procedere alla cessione
d’azienda». Il tutto secondo lo

schema negoziale posto in essere


dal contribuente e disciplinato dal-
l’articolo  del Codice civile

(Lbo), che «costituisce una legitti-


ma alternativa, prevista dall’ordi-
namento giuridico, alla cessione

d’azienda, fondata su valide ragioni


economiche diverse dal mero van-
taggio fiscale».

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I PUNTI CHIAVE


1. Il fatto


Con l’operazione posta in
essere, la società X ha

acquistato l’intero pacchetto


azionario della società Y poi
incorporata, senza versamenti

ma tramite il ricorso al sistema
bancario. Ciò ha consentito al

gruppo Z proprietario della


società X di effettuare
sinergie imprenditoriali e

potenziare l’apparato


produttivo senza privarsi della
liquidità necessaria agli

investimenti programmati e


senza appesantire la
situazione debitoria

2. L’interpretazione
Lo schema così articolato


costituisce una legittima


alternativa alla cessione di
azienda fondata su valide

ragioni economiche diverse


dal mero vantaggio fiscale


Leasing, soggettività passiva Imu da chiarire


FISCO E IMMOBILI


Divisi i giudici di merito


e di Cassazione: necessario


intervento a Sezioni Unite


Massimo Romeo


Giudici divisi sulla soggettività passi-


va Imu nelle ipotesi di contratti di lo-


cazione finanziaria di immobili con


sopravvenuta risoluzione contrattua-


le senza che vi sia stata la materiale ri-


consegna del bene alla società conce-


dente. Al punto che sarebbe opportu-
na una soluzione dalle Sezioni unite.

La Ctr Lombardia (sentenza


/) ha affermato che la sog-
gettività passiva, ai fini Imu, segue le

sorti del contratto e non la detenzione


del bene locato, ciò in quanto per la
disciplina Imu il soggetto passivo è il

locatario a decorrere dalla data della


stipula e solo per tutta la durata del
contratto ovvero fino all’eventuale

data di risoluzione dello stesso, indi-


pendentemente dall’effettiva data di
consegna dell’immobile. Secondo la

stessa Ctr Lombardia (sentenza


/) la soggettività passiva Imu


guarda sempre al possesso del bene
locato, ritenendo che la normativa de-

ve interpretarsi nel senso che il legi-


slatore abbia fatto riferimento al caso
in cui, cessato il rapporto contrattua-

le, l’impresa di leasing recuperi il pos-


sesso del bene in locazione; laddove
invece questa coincidenza tra cessa-

zione del contratto e riacquisto del


possesso non vi sia, a causa dell’ina-
dempimento dell’utilizzatrice all’ob-

bligo di restituzione del bene, è que-
st’ultima che si trova nella condizione

di potere utilizzare, indebitamente, il


bene oggetto del leasing. Ancora la Ctr
Lombardia (sentenza /), in

una fattispecie diversa (inadempi-
mento del locatore a riprendersi il be-

ne locato) caratterizzata da risoluzio-


ne contrattuale in data anteriore al
fallimento e da solleciti effettuati al lo-

catore dal curatore per riprendersi
l’immobile, per i giudici milanesi la

società concedente il leasing non po-


teva pretendere di non pagare l’Imu
sostenendo che sarebbe stata solo

l’effettiva riconsegna a porre il crisma


della soggettività passiva.
Lo stesso contrasto, quasi a invo-

care l’intervento delle Sezioni Unite,


si rinviene in Cassazione che con due
pronunce hanno prima affermato che

la risoluzione del contratto di leasing


comporta il trasferimento della sog-


gettività passiva Imu in capo al conce-
dente sin dalla data della risoluzione,

senza che una eventuale ritardata re-


stituzione da parte dell’utilizzatore
possa ritardarne gli effetti fiscali (sen-

tenza /) e hanno poi (sen-


tenza /) sostenuto che «la
risoluzione anticipata non può pro-

durre la modificazione sostanziale


minima necessaria alla situazione
giuridica dell’utilizzatore che, sola,

potrebbe giustificare il trasferimento


della responsabilità del tributo».


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Ecco come si valuta


l’impatto sociale


per il terzo settore


LE LINEE GUIDA


Il metodo sperimentale


consentirà di giudicare


l’attività con nuovi criteri


Gabriele Sepio


Valutazione degli effetti conseguiti
dalle attività di interesse generale

svolte dagli enti del terzo settore
(Ets) per comunicare il valore so-

ciale e migliorare l’attrattività nei


confronti dei finanziatori e dei do-
natori. Questi gli obiettivi principa-

li alla base delle nuove linee guida


per la valutazione d’impatto sociale
(Vis) pubblicate ieri sulla Gazzetta

Ufficiale con il decreto del Lavoro


del  luglio .
Si tratta di un metodo sperimen-

tale che consentirà di svolgere va-


lutazioni con criteri qualitativi e
quantitativi sui risultati dell’attività

svolta, da mettere in relazione con


quanto eventualmente rendiconta-
to nel bilancio sociale.

Le pubbliche amministrazioni,


nell’ambito di procedure di affida-
mento di servizi di interesse gene-

rale, potranno prevedere la realiz-


zazione di sistemi di valutazione
dell’impatto sociale per individua-

re qualità ed efficacia delle azioni


svolte dagli Ets. Questo aspetto
potrà interessare progetti di dura-

ta pari ad almeno  mesi e di valo-


re economico superiori ad un mi-
lione di euro.

I costi della Vis dovranno essere


inclusi nei finanziamenti così da
non gravare direttamente sugli en-

ti. Destinatari del sistema di valuta-
zione saranno gli enti del terzo set-

tore che potranno cosi rendiconta-


re il proprio impegno verso un mi-
glioramento delle condizioni

sociali dei territori in cui operano.


I risultati si rivolgeranno in parti-
colare ai finanziatori e donatori

presenti o futuri, che potranno es-
sere cosi incentivati alla prosecu-

zione o alla integrazione del soste-


gno economico, ma anche a tutti
coloro che in senso ampio sono in-

teressati a conoscere le ricadute so-


ciali ed economiche dei progetti
svolti dagli Ets (comunità locale, la-

voratori, utenti, eccetera).


Le linee guida costituiscono un
atto di “soft law”, con efficacia non

vincolante e con l’obiettivo di indi-


viduare alcuni principi e contenuti
minimi che dovranno caratteriz-

zare la misurazione dell’impatto


sociale. Spetterà agli Ets, poi, sce-
gliere concretamente i criteri più

adeguati in funzione della tipolo-


gia di attività svolta, delle dimen-
sioni dell’ente e della forma giuri-

dica adottata. Tra i principi da con-


siderare per la Vis: obiettivi strate-
gici, rilevanza e affidabilità delle

informazioni, misurabilità delle
attività in base ad indici e indicato-

ri, comparabilità dei risultati nel


tempo e trasparenza nella comu-
nicazione. Tutto questo con l’uni-

co scopo di far conoscere il valore


aggiunto sociale generato, i cam-
biamenti sociali prodotti grazie al-

le attività del progetto e la sosteni-


bilità dell’azione sociale.
Per la misurazione verrà richie-

sto il coinvolgimento di categorie


di stakeholders (lavoratori, bene-
ficiari, istituzioni rilevanti, forni-

tori e comunità di riferimento), la


pianificazione degli obiettivi di
impatto nonché l’attribuzione di

un valore comprensibile ai risulta-


ti conseguiti dal processo di misu-
razione che dovranno poi essere

oggetto di puntuale comunicazio-


ne e diffusione.
Per gli enti che decideranno di

adottare il bilancio sociale la valu-


tazione di impatto potrà costituire
uno strumento utile per rendere in-

formazioni “qualitative” e “quanti-


tative” sui progetti realizzati.


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Va provato che la condotta


contestata ha una propria


ragion d’essere aziendale


Prodotto italiano per eccel-


lenza, l’olio extravergine di


oliva presenta caratteristiche
di gusto e salubrità che pochi

altri alimenti possono vantare.


Affinché queste proprietà si-


ano preservate fin sulla tavola


dei consumatori, occorre però
che gli standard di produzio-

ne siano elevati e soprattutto


che non cedano a scorciatoie.


Arioli Trasimeno SpA, azienda


di Aprilia garantisce tutto que-


sto sin dal 1945 e può vantare
oggi una posizione di assoluto

prestigio tra le realtà operanti


in questo determinato settore.


Il suo principale punto di forza


sta nel produrre olio esatta-
mente come faceva settant’an-

ni fa. Dalla raccolta al frantoio


fino all’imbottigliamento, l’im-


presa che si è sempre mante-


nuta a conduzione familiare ed
è giunta oggi alla terza gene-

razione, utilizza un approccio


artigianale caratterizzato da


competenza e passione unite


a un’impiantistica all’avanguar-


dia. Le moderne tecnologie


garantiscono l’igiene totale del
ciclo produttivo, mentre un la-

boratorio di analisi interno con-


trolla preventivamente la qua-


lità delle materie prime, scelte


selezionando uliveti situati nelle
zone agricole più ricche del

centro Italia. Arioli Trasimeno


dispone di un frantoio di pro-


prietà situato presso la tenuta


di Campoleone e di impianti


di olivicoltura nella zona dei
Castelli Romani. Tuttavia ha

scelto di non limitarsi soltanto


alla produzione di olio EVO ma


di abbracciare l’intera gamma


comprendente anche oli di
semi di arachide, di girasole, di

mais, soia, palma e vinacciolo.


Completano l’offerta aceti di


vino, di mele e balsamico, con-


fetture di pomodori e olive, sia
bianche che nere, rigorosa-

mente provenienti dalle tenute


di proprietà dell’azienda. Info:


http://www.oliotrasimeno.com


In ambito di economia circola-


re, con l’espressione “reverse


logistics” si intende la gestio-
ne di quei prodotti/rifiuti che

giunti al termine del loro ciclo


di vita devono essere recupe-


rati e riciclati o smaltiti in base


alle varie specificità. In questo
settore, un ruolo importante

è ricoperto da NIECO, azien-


da romana specializzata nella


gestione delle problematiche


ambientali relative ai rifiuti spe-


ciali pericolosi e non pericolosi.
Molto impegnata nel centro

Italia, NIECO dispone di 4 sedi


(2 piattaforme nel Lazio, una


in Toscana e una sede in Um-


bria) e grazie alle attrezzature
che utilizza e alle certificazioni

acquisite dal 2001 (ISO9001



  • ISO 14001 – EMAS), è un


punto di riferimento per i più


importanti Consorzi di Filiera,
quei sistemi collettivi di rac-

colta come Conou, Cobat


ed Ecolamp che affidano alla


società romana il compito di


gestire prodotti/rifiuti come oli,


pile e batterie esauste, pneu-


matici, terreni contaminati, ac-
que industriali e molto altro.

«Negli ultimi anni – dichiara


l’AD Stefano Valentini – alcune


tipologie di prodotti alla fine


del loro ciclo di vita riescono
a mantenere un valore eco-

nomico superiore al loro co-


sto di gestione. Questo vuol


dire che, pagati tutti i costi di


compliance, di logistica e trat-


tamento, il materiale di cui è
composto il rifiuto può esse-

re rivenduto con interessanti


margini di profitto. A livello di


sistema è una rivoluzione co-


pernicana, abbiamo scoper-
to le “nuove miniere urbane”.

Prima i rifiuti erano visti come


emergenza quotidiana. Oggi si


sono trasformati in opportunità


economica dando vita ad una
nuova filiera industriale che in

molti casi sta in piedi da sola,


senza necessità di sussidi sta-


tali». Info: http://www.nieco.it


Polli e tacchini allevati “come


una volta” ma con numerose


accortezze in più; olio extra-


vergine d’oliva e uova bio, dal


sapore unico, decisamen-


te “fuori dal convenzionale”.
Tutto nasce dall’idea di Silvio

Marsan, che da oltre 30 anni


dedica la sua vita a questo


spettacolare progetto nel ri-


spetto della libertà degli ani-
mali, che razzolano indistur-

bati in vasti terreni. Non vi è


alcun artificio, zero antibiotici


o fattori chimici: gli elemen-


ti chiave di questi prodotti
così particolari sono il sole,

il vento e la terra incontami-


nata della Tuscia viterbese.


Negli anni cresce sempre di


più la richiesta da parte del-
le più prestigiose macellerie,

alimentari e importanti punti


ristoro. Vi segnaliamo la re-


cente apertura di un punto


vendita San Bartolomeo sito
in Milano, presso Corso Ve-

nezia 31: carne e uova fre-


schi, olio e prodotti cucinati al


momento. San Bartolomeo,


semplicemente genuino. Info:


http://www.pollosanbartolomeo.it


L’applicazione delle innovazioni


tecnologiche in ambito di biolo-


gia cellulare e molecolare rap-
presenta da oltre quarant’anni

il core business di S.I.A.L.,


azienda romana fondata nel


1973 e divenuta in breve pun-


to di riferimento sull’intero ter-
ritorio nazionale per tutto ciò

che riguarda la distribuzione di


prodotti all’avanguardia desti-


nati alla ricerca scientifica. La


forza trainante del successo


di S.I.A.L. è stata certamente
la capacità di tenersi costante-

mente al passo con le continue


evoluzioni degli studi che han-


no accompagnato la crescita


della biologia in ambito di ge-
nomica e proteomica e in nuovi

filoni di ricerca e di diagnosti-


ca. In questo quadro S.I.A.L.,


in forza del solido know-how


acquisito nel settore, si pone
come un interlocutore affida-

bile e preparato, e ciò le ha


consentito di sottoscrivere nel


tempo numerosi contratti di


distribuzione con tutte le più


importanti aziende alle quali


garantisce una presenza capil-
lare su tutto il territorio, grazie

alle proprie strutture interne


oppure attraverso agenzie


specializzate. La società roma-


na, che può vantare, tra gli altri
titoli, la certificazione di qualità

ISO 9001:2015, si propone


dunque non solo come un


serio e puntuale fornitore ma


anche come un consulente in


grado di supportare ricercatori,
genetisti e altri operatori nella

scelta dei migliori materiali per


la loro attività di laboratorio, sia


in quanto a strumentazioni che


a kit per attività di analisi. Tutto


questo è reso possibile dalla


profonda competenza di cui
dispone il personale di S.I.A.L.,

composto da specialisti che


possono vantare titoli uni-


versitari e in molti casi anche


specializzazioni e dottorati di


ricerca. Un team che condivide
con impegno e determinazione

i valori aziendali e che nel cor-


so del tempo è stato in grado


di stabilire con i propri inter-


locutori un rapporto basato
sulla competenza e la fiducia.

Caratteristica fondamentale di


S.I.A.L. è, infatti, l’assistenza


costante che fornisce ai clienti


sia in fase di scelta del prodotto
che per ogni necessità possa

presentarsi in seguito alla ven-


dita. Inoltre, grazie ad un valido


sistema di ottimizzazione dei


costi ben rodato durante gli
anni, propone offerte estrema-

mente vantaggiose dal pun-


to di vista economico anche


per le spese collaterali (oneri


accessori, minimo d’ordine,
costi amministrativi e ghiac-

cio secco). Insomma, questo


e molto altro è il lavoro svolto


quotidianamente da S.I.A.L.,


una realtà unica nel suo genere


che mette le proprie capacità
a supporto della ricerca e del

benessere comune.


Info: http://www.sialgroup.com

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