Il Sole 24 Ore Venerdì 13 Settembre 2019 33
.moda
Chiara Beghelli
M
ancano solo gli ultimi
ritocchi e poi la “Ti-me Capsule” di Louis
Vuitton allestita in
piazzetta Reale a Mi-lano, a pochi passi
dal Duomo, sarà pronta a offrire il
suo viaggio nel tempo nei anni divita della maison.
La mostra sarà aperta al pubblico
(con ingresso gratuito) dal set-tembre al ottobre, un mese in cui
offrirà ai visitatori l’occasione di ri-
percorrere le tappe fondamentalidella storia Vuitton attraverso
oggetti circa disposti su una superfi-
cie di metri quadri. Il progetto iti-nerante (che quest’anno ha già fatto
tappa anche a Kuala Lumpur, Chen-gdu e Città del Messico) approda a
Milano proprio nei giorni della setti-
mana della moda, per rendere omag-gio alla città dove nel Louis Vuit-
ton inaugurò la sua prima boutique
italiana. E proprio “Milano” fu bat-tezzato il baule da viaggio (inserito
nella selezione in mostra) del ,
presentato all’Expo di Parigi di quel-
l’anno, che contiene oggetti da viag-gio dalle forme affilate ispirate a
quelle delle guglie del Duomo.
Il percorso di visita si apre con untavolo che mostra il lavoro gli arti-
giani della maison, provenienti dal-
l’atelier di Asnières-sur-Seine - lacittadina nei dintorni di Parigi dove
Louis Vuitton visse e fondò il suoprimo laboratorio -, eredi di quel sa-
voir faire che portò l’imperatrice
Eugenia, consorte di Napoleone III,a scegliere Vuitton come suo forni-
tore di valigie ed esperto “imballato-
re”. Si prosegue poi lungo il filo ros-so dei bauli da viaggio, esplorando-
ne l’evoluzione, la nascita delle di-
verse tele, dalla Trianon Grey delalla celebre Monogram del
, ed esaminando anche l’inven-
tiva della maison nel progettare og-getti da viaggio sempre più leggeri
e comodi, compagni di coloro che
iniziavano a spostarsi nel mondo sunavi a vapore, treni sempre più velo-
ci, aerei. Un approccio creativo con-
temporaneo sia per tecniche e usodei materiali, sia per la capacità di
adattarsi alle diverse esigenze, pre-
conizzando le personalizzazioni: nesono un esempio le valigie speciali
realizzate per le avventurose traver-
sate “nera” e “gialla” di André Ci-troën fra e , o la Steamer
Bag del che poteva essere pie-
gata e riposta nel baule-armadio.La storia conduce al presente, con
il pret-à-porter firmato Nicolas Ghe-
squière per la donna e da Virgil Ablohper l’uomo, ma anche con gli Objects
Nomads, la collezione di design nata
nel che Vuitton presenta tradi-zionalmente proprio a Milano nei
giorni del Salone del Mobile, e le crea-
zioni frutto di collaborazioni d’eccel-lenza con artisti come Yayoi Kusama,
Cindy Sherman e Takashi Murakami.
Infine, la capsula del tempo toccheràil futuro, trasformando un baule in
un’installazione digitale immersiva.
© RIPRODUZIONE RISERVATALa storia della maison. In piazzetta Reale il progetto itinerante
sui pezzi iconici, dagli storici bauli fino alle installazioni digitali
Il viaggio di Vuitton
in mostra a Milano
A New York
Zegna lega eccentricità e saggezza
Angelo Flaccavento
P
olitico: l’aggettivo di riferi-
mento, e l’orizzonte di senso
della moda degli ultimi anni è
questo. L’estetico, in realtà, èpolitico da sempre, come lo è tutto
quel che riguarda il rapporto tra indi-
viduo e società. Mai come adesso, pe-rò, case di moda e designer corteggia-
no, con alterni risultati, temi sociali e
culturali di universale rilevanza.Concretezza, autenticità e con-
centrazione sono caratteri che bendefiniscono l’universo Zegna, e che
ne segnano l’operato anche quando
il marchio, allontanandosi da unamisura e riservatezza tutte piemon-
tesi, si avventura in territori contro-
versi o dibattuti, con tanto di manife-sto affisso a mo’ di dichiarazione
programmatica per le strade della
metropoli. L’occasione è mera con-tingenza, mentre il discorso è quanto
mai cogente. Zegna ha infatti appena
lanciato la campagna pubblicitariaper la stagione autunno-inverno
/ e lo ha fatto con un talk in quel
di New York, la scorsa settimana, inapertura di fashion week.
Realizzata da un veterano del cali-
bro di Fabien Baron, fotografo e artdirector capace di una sintesi assolu-
ta di immagine e concetto, e interpre-
tata da Mahershala Ali, due vol-
te premio Oscar, personaggio digrido che indossa gli abiti di stagio-
ne, negli scatti fotografici così
come nei brevi video desti-nati alle piattaforme social.
Le immagini sono dinami-
che; l’impatto iconografi-co, con le scritte a mano
sovrapposte qui e lì, for-
te. Ma questo è solo illivello superficiale
della lettura, per-
ché quellescritte dubi-
tative non so-
no scaraboc-chi ma condensano l’essenza di tutto
il progetto, intitolato, con l’hashtag di
prassi, #whatmakesaman.Tema della campagna, infatti, non
è la moda, bensì una indagine sulla
mascolinità contemporanea, parti-colarmente rilevante se a promuo-
verla è Zegna, marchio evoluto ma
sostanzialmente classico perché ra-dicato nella sartoria. «L’idea è non
tanto di fornire una risposta definiti-
va su un tema così dibattuto e delica-to, quanto di aprire una conversazio-
ne – spiega Alessandro Sartori, diret-tore creativo di Zegna e motore prin-
cipale dell’iniziativa –. Si tratta di un
progetto ambizioso, la cui estensionesarà ben superiore ad una stagione,
nel quale per decisione consapevoleil fulcro del messaggio non sono gli
abiti, quanto l’idea che la mascolini-
tà oggi non sia un set di regolecui obbedire, bensì un mo-
do sfaccettato di essere».
La mascolinità, perZegna, è uno stato
d’animo, che assume diversi signifi-
cati e include numerose qualità,attese o meno: cortesia, gentilez-
za, pazienza, vulnerabilità, sag-
gezza, eccentricità.«In Zegna vogliamo contribuire
all’evoluzione del dibattito sociale e
culturale – aggiunge Gildo Zegna –sulla definizione di moderna masco-
linità poiché la nozione statica e tra-dizionale non è più attuale, e abbiamo
anni di esperienza per farlo».
Nessuno meglio di Mahershala Aliper dar vita all’assunto, perché, sotto-
linea l’attore «calarmi nei panni di al-
tri, accettare altri punti di vista, è ilmio lavoro». La mascolinità fluida di
cui Zegna si fa promotore, però, non
è messa in scena, ma un gesto supre-mo di consapevolezza, e questo è il
messaggio ultimo e rassicurante.
I tempi dell’uomo che non devechiedere mai, che pensa solo al suc-
cesso, invece, sono finiti.
© RIPRODUZIONE RISERVATASavoir faire in
mostra. Il tavolo
che apre la “Timecapsule” ospita
alcuni artigiani
provenienti dallostorico atelier
Vuitton di
Asnières-sur-Seine
IN CENTRO
Bottega Veneta veste
Rinascente Duomo
In gergo di marketing si chiama
take over, che letteralmente vuol
dire conquista: è quello chesuccederà alle vetrine di
Rinascente Duomo in occasione
della settimana della moda diMilano, ad opera di Bottega
Veneta: al brand del gruppo Kering
saranno affidate le otto vetrineaffacciate su piazza del Duomo e
all’interno, dal al settembre,
saranno allestiti due pop-up store,che ospiteranno una selezione di
capi di abbigliamento uomo e
donna della collezione autunno-inverno -. Gli shop-in-
shop che Bottega Veneta gestisce
stabilmente nel department storemilanese, dedicati agli accessori e
alle calzature, situati presso
l’ammezzato e il terzo piano diRinascente Duomo, offriranno
invece una selezione di prodotti inesclusiva, come la borsetta Sponge
Pouch (nella foto in alto). Last but
not least, negli spazi RinascenteAnnex verranno esposti tutti i
modelli delle nuove collezione
eyewear. Della collaborazione traRinascente e Bottega Veneta in
Italia fa parte l’inaugurazione,
avvenuta ieri, di unoshop-in-shop all’interno della
Rinascente Torino.
© RIPRODUZIONE RISERVATAEVENTI
BEAUTY
La casa del lifestyle
di Acqua di Parma
Un’autentica casa italiana da
vivere e abitare: è la nuova
boutique Acqua di Parmainaugurata da poco in via Gesù a
Milano. Oltre metri quadrati
nello storico Palazzo Melzi diCusano, esempio di architettura
tardo neoclassica risalente al
. Una grande cappelliera ingiallo Parma sospesa alla parete
dà il benvenuto ai clienti. Da lì
l’ingresso verso l’area Barbiere,i mondi di Colonia e di Blu
Mediterraneo. Nella prima sala
si trova il tavolo delle fragranzedove si può provare e scegliere
la propria composizione
preferita. Cuore della boutique èla stanza successiva ispirata al
gusto di una contemporanea
cucina italiana dove si possonoconoscere l’arte della
personalizzazione del regalosecondo Acqua di Parma e la
Home Collection; mentre le
collezioni lifestyle sonoraccontate nello studio
attraverso due grandi iPad che
permettono di entrare nellebotteghe e nei laboratori
artigianali italiani dove nascono
le creazioni della maison. Nonmancano la stanza del barbiere
e un dehors dove rilassarsi.
© RIPRODUZIONE RISERVATAINAUGURAZIONI / 1
PELLICCERIA
Simonetta Ravizza
in via Santo Spirito
La boutique di Simonetta
Ravizza resta nel quadrilatero
della moda di Milano, ma sisposta di qualche isolato, da
via Monte Napoleone a via
Santo Spirito, forse la piùraffinata tra le strade che
incrociano la via del lusso. Il
progetto è stato curatodall’architetto Matteo Crippa
insieme a Simonetta Ravizza,
proprietaria, con la suafamiglia, e direttore creativo
del brand. Tutti preziosi i
materiali utilizzati: per ipavimenti marmo nero venato
unito a un gioco di scacchi
realizzato in ebano e noce. Lepareti sono decorate in foglia
d’oro e per i soffitti è stata
usata una lacca lucida nera.Nera anche la pelle che ricopre
le armadiature. Il divanocentrale è in alcantara colorata
(patchwork) ed è un omaggio a
Andy Warhol. Dettaglioparticolare e curioso il
corridoio, al fondo del quale si
trova lo schermo che proietta ilvideo della sfilata: è pensato
come una galleria d’arte dove
le iconiche borse Furrissimasono posizionate come fossero
opere in esposizione.
© RIPRODUZIONE RISERVATAINAUGURAZIONI / 2
Testimonial.
Mahershala Alì