Adesso - 11.2019

(lu) #1

Illustrazione: I. Mancusi


L’AUTORE
Nato ad Arezzo nel 1304, Petrarca cresce con il padre alla corte papale di Avignone, in
Francia, ma studia diritto a Bologna, dove si appassiona alle lettere e ai libri. Entrato
al seguito della potente famiglia romana dei Colonna, prende gli ordini religiosi, di-
venta diplomatico, viaggia molto e lontano. Grande appassionato della cultura latina,
scrive la maggior parte delle sue opere, di natura erudita, in questa lingua. Considera
invece le poesie, che gli avrebbero dato fama immortale, componimenti minori. Ha
nove anni più di Boccaccio e 39 meno di Dante ed è considerato il fondatore dell’U-
manesimo, oltre che grande rinnovatore della poesia italiana. Il Canzoniere, in cui
raccoglie le migliori poesie scritte nell’arco di una vita, contiene i celebri sonetti, più
di 300, alcune canzoni e altre liriche. Il continuo dialogo amoroso con se stesso e la
donna amata, la presenza massiccia della natura e del paesaggio ne hanno fatto per
secoli “l’altro modello” di riferimento (insieme alla Divina Commedia dantesca) sia
del componimento amoroso, sia – soprattutto – dell’indagine interiore, in cui
l’uomo pensa e riflette sulla propria vita.
Genere: poesia. Lingua: italiano antico, difficile.

LA TRAMA
I sonetti amorosi sono per lo più dedicati a Laura, donna ispiratrice, incon-
trata una sola volta e prematuramente morta [vedi ADESSO 3/2019], a cui
il poeta si rivolge come personificazione della poesia e dell’amore
spirituale. L’elemento nuovo e dominante è la costante espressio-
ne del proprio tormento e il rispecchiamento della condizione
umana nel paesaggio. La vita è dolore perché le tentazioni terrene
distolgono dalla passione spirituale, generando peccato e soffe-
renza: soltanto il pentimento e l’espiazione, di cui il canto poetico
è un veicolo, possono tentare di rimediare. Oggi è facile individuare
nei sonetti e nelle canzoni tematiche esistenziali che vanno ben al di
là delle preoccupazioni esclusivamente religiose, come la solitudine, il
senso della vita, ma anche la bellezza e l’incanto della natura e dell’amore terreno.

SONETTO XXXV
Solo et pensoso i piú deserti campi
vo mesurando a passi tardi et lenti,
et gli occhi porto per fuggire intenti
ove vestigio human l’arena stampi.

Altro schermo non trovo che mi scampi
dal manifesto accorger de le genti,
perché negli atti d’alegrezza spenti
di fuor si legge com’io dentro avampi:

sí ch’io mi credo omai che monti et piagge
et fiumi et selve sappian di che tempre
sia la mia vita, ch’è celata altrui.

Ma pur sí aspre vie né sí selvagge
cercar non so ch’Amor non venga
sempre
ragionando con meco, et io
co’llui.

DAL TESTO

L ́AUTORE
papale , päpstlich
il diritto , Rechtwissen-
schaften
le lettere , Literatur
prendere gli
ordini religiosi , die kirchliche
Weihe empfan-
gen
erudito , gelehrt
la fama , Ruhm
immortale , unsterblich
il componi-
mento , Werk
il fondatore , Begründer
il rinnovatore , Erneuerer
l’arco , Verlauf
la canzone , Canzone

il componimento
amoroso , Liebesdichtung
l’indagine (f.)
interiore , innerer Monolog
LA TRAMA
dedicare , widmen
la donna
ispiratrice , Muse
la poesia , Dichtkunst
il tormento , Qual
il rispecchia-
mento , Widerspiegelung
la condizione
umana , Zustand des
Menschen
il paesaggio , Landschaft
la tentazione , Versuchung

terreno , irdisch
distogliere , ablenken
la passione , Leidenschaft
spirituale , geistig
generare , verursachen
il peccato , Sünde
la sofferenza , Leid
il pentimento , Reue
l’espiazione f. , Buße
il veicolo , Mittel
rimediare , heilen
esistenziale , existenziell
la preoccupa-
zione , Besorgnis
la solitudine , Einsamkeit
l’incanto , Zauber

LIBRI E LETTERATURA
DIFFICILE

IL CANZONIERE, FRANCESCO PETRARCA (1304-1374)


I GRANDI CAPOLAVORI DELLA LETTERATURA ITALIANA


Allein, nachdenklich, wie
gelähmt vom Krampfe,
Durchmess’ ich öde Felder,
schleichend träge,
Und wend’ umher den Blick, zu
fliehn die Stege,
Wo eine Menschenspur den Sand nur stampfe.

Nicht andre Schutzwehr find’ ich mir im
Kampfe
Vor dem Erspäh’n des Volks in alle Wege,
Weil man im Tun, wo keine Freude rege,
Von aussen lieset, wie ich innen dampfe.

So dass ich glaube jetzt, Berg und Gefilde,
Und Fluss und Waldung weiss, aus welchen
Stoffen
Mein Leben sei, das sich verhehlt jedweden.

Doch find’ ich nicht so rauhe Weg’ und wilde,
Dass nicht der Liebesgott mich stets getroffen.
Und führt mit mir, und ich mit ihm dann
Reden.
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