Adesso - 11.2019

(やまだぃちぅ) #1
INTERVISTA

spuntato il volto così intenso di Francesco Di Napoli. Era il cu-
gino di quel ragazzo, e lui ci dice che Francesco sta lavorando
in un bar.
Immagino i salti di gioia di Francesco quando gli avete chiesto di fare
il protagonista del film.
Ha detto subito di sì, ma poi non si è più presentato per il provino.
E perché?
Perché pensava che lo prendessimo in giro, che fosse una truffa
o che gli chiedessimo dei soldi. È stata dura convincerlo a girare
il film!
Sei nato e cresciuto a Roma. Che impatto hai avuto con Napoli e i na-
poletani?
Per girare il film mi sono trasferito a Napoli, ho cercato di essere
un ospite, non un invasore con la macchina ingombrante del ci-
nema. Mi sono immerso fra la gente per capire le relazioni nei
quartieri in cui si vive l’illegalità e le istituzioni sono più lontane.
Dovevate però evitare di ripetere gli altri film sulla camorra, prima di
tutto le serie in TV.
Non appena abbiamo iniziato a “pensare” il film ci siamo detti
che non dovevamo proseguire Gomorra, la serie. Ho diretto due
episodi della serie e per me è stato facile evitare le ripetizioni.
Le serie si basano sulla lotta per il potere. Al centro del nostro
film ci sono adolescenti non ancora camorristi che optano per
una scelta che si rivela fatale. Il nostro è un film che narra scelte
sbagliate, in questo senso storie umane universali.
Un film su un’adolescenza rubata dai boss e dai miti della criminalità
organizzata.
Anche dai miti del consumismo, perché ciò che questi ragazzi
desiderano sono gli stessi oggetti – orologi, telefonini, felpe – dei
loro coetanei.
Il film segue poco la trama del romanzo, come mai?
Ci siamo concentrati su un aspetto del romanzo, e cioè sull’età.
Nel film i paranzini sono più fragili che nel romanzo. Anche per
le scene di violenza nel film abbiano trovato una misura per
dosarla. Abbiamo evitato ogni spettacolo violento, pornografia
e dramma. Il nostro è un film su un percorso di crescita di un
gruppo di ragazzi e non l’esaltazione della violenza.


Colpisce nel film l’assenza dei padri.
Esatto, questi ragazzi compiono le loro scelte in assenza della
figura di un padre che li aiuti, li formi, li educhi. I paranzini non
hanno alcuna idea di giustizia, di bene o di male. E lontani da
loro sono non solo i genitori, ma anche le altre istituzioni, per
questo il film non tocca solo Napoli, ma altri quartieri simili a
Roma o in altre città.
Il film accompagna sino quasi alla fine dei giovani condannati a morte,
e che sanno di avere i giorni contati.
Il finale del film non è funereo, ma dice che per questi paranzini non
è possibile tornare indietro. Quel che hanno iniziato come un gio-
co non è più tale, ma una tragedia da cui non possono più uscire.
Pasolini scrisse Ragazzi di vita, i paranzini sono ragazzi della
morte?
No, sono ragazzi pervasi da un’estrema vitalità, ma anche da
impulsi che li portano all’autodistruzione, energie canalizzate
male per i motivi che abbiamo detto.
Vedi una speranza per questi ragazzi, per Napoli e per il Sud Italia?
Una speranza la vedi se li conosci, questi ragazzi, se non li allon-
tani. Oltre i fatti di cronaca o la sociologia, per me la vicinanza a
questi ragazzi è già un valore perché ne rivela l’umanità. È questa
empatia la speranza che il film ha voluto raccontare per questi
ragazzi, e per Napoli.

spuntare , erscheinen
intenso , ausdrucksstark
i salti (pl.) di gioia , Freudensprünge
presentarsi , erscheinen
il provino , Probeaufnahme
prendere in giro , an der Nase
herumführen
la truffa , Betrug
l’impatto , Aufeinandertreffen
l’ospite m. , Gast
l’invasore m. , Eindringling
la macchina , Maschinerie
ingombrante , sperrig


immergersi , hier: sich mischen
unter
la relazione , Beziehung
proseguire , fortsetzen
la lotta , Kampf
il potere , Macht
il camorrista , Mitglied der
Camorra
optare , sich entscheiden
rivelarsi , sich erweisen
la felpa , Sweatshirt
il coetaneo , Altersgenosse
la trama , Handlung

la misura , Maßnahme
il percorso
di crescita , Werdegang
l’esaltazione f. , Verherrlichung
colpire , hier: auffallen
l’assenza , Abwesenheit
formare , bilden
educare , erziehen
la giustizia , Gerechtigkeit
toccare , betreffen
avere i giorni
contati , jemandes Tage
sind gezählt

funereo , finster
pervaso , durchdrungen
l’impulso , Drang
l’autodistruzione f. , Selbstzerstörung
la speranza , Hoffnung
conoscere , kennenlernen
allontanare , fernhalten
il fatto , Tatsache
la cronaca , Bericht
rivelare , offenlegen
l’umanità , Menschlichkeit

CHI È


Nato a Roma nel 1978, Claudio Giovannesi è regista e
sceneggiatore. Ha esordito [esordire: debütieren] lavorando
nella redazione di Blob, programma televisivo satirico di Rai 3.
Nel 2009 realizza il primo lungometraggio [Spielfilm], La casa
sulle nuvole, cui segue nel 2012 Alì ha gli occhi azzurri, con cui
vince il premio speciale [Sonderpreis] della giuria e il premio
“alla migliore opera prima e seconda” al Festival internazionale
del film di Roma. Fiore (2016), una storia d’amore ambientata
nel carcere minorile [Jugendstrafanstalt], è il suo terzo film e
riceve sei nomination ai David di Donatello.
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