Adesso - 11.2019

(やまだぃちぅ) #1

LINGUA


TESTO
DANIELA MANGIONE

SPECIALE: LA LINGUA ITALIANA OGGI

V


iva l’italiano! L’italiano è
vivo, anzi, vivissimo: negli
ultimi 20 anni è cambiato più
che nei quattro secoli prece-
denti, diventando una lingua davvero
democratica, comune a tutta la Peni-
sola come non era mai accaduto prima.
Già negli anni Cinquanta la televisione
aveva aiutato a completare l’opera di
uno dei più importanti scrittori italia-
ni, Alessandro Manzoni (1785-1873),
creando e diffondendo una sola lingua
dalla Valle d’Aosta alla Sicilia. Sembra un
paradosso, ma è proprio così: attraverso
le “signorine buonasera” degli anni Ses-
santa, passando per Allegria! del presenta-
tore Mike Bongiorno negli anni Settanta,
fino ad arrivare agli inciuci della politica,
all’abbiocco e alla bufala, che da Roma
sono risaliti fino al Trentino, si è costrui-
to un unico italiano, diffuso in
tutto il paese e condiviso da
tutti.
All’inizio del secolo scorso,
il nostro ciao era un saluto che
si sentiva solo nell’Italia del
Nord. Entrato nelle canzoni
e perfino nei trasporti (con un
motorino che porta proprio quel
nome), in pochi decenni ha oltre-
passato i confini dell’Italia dive-
nendone il simbolo. Poi, come
osservava Pierpaolo Pasolini
(1922-1975), l’italiano comune è
diventato quello delle “cose nuove”,
degli oggetti con cui la tecnologia ci
ha reso semplice la vita: per il frigori-
fero, la lavatrice o la televisione c’erano
le stesse parole, da Trieste ad Agrigento.
Ma non sono cambiati solo i vocaboli:
altri piccoli mutamenti hanno dato un
volto nuovo all’italiano di oggi. Il pas-
sato remoto è sempre meno usato. Egli
è diventato sempre più raro, sosti-
tuito dal più immediato lui. Non
parliamo di ella, ormai quasi
introvabile, sostituito da lei.
E mentre nella televisione

degli anni Sessanta la dizione doveva es-
sere perfetta e il linguaggio formale, oggi
la tolleranza per gli accenti regionali è
molto maggiore: il romanesco viaggia
per l’Italia intera e le parolacce sono sdo-
ganate già in “prima serata”. Un italiano
diverso, più rilassato e contaminato.

UN GRANDE COCKTAIL
A completare l’opera sono arrivati i so-
cial, che hanno trasformato l’italiano
parlato comune in italiano scritto comu-
ne, come osserva il linguista Giuseppe
Antonelli. Prima, la dose di scrittura quo-
tidiana era molto più bassa di oggi. Con
il nuovo italiano scritto di ogni giorno,
l’italiano digitato o e-taliano, come lo
ha definito ancora Antonelli, sono nate
nuove regole, che ad alcuni hanno fatto
storcere il naso. Le chat hanno segnato il
tramonto del punto e virgola, gli accenti
gravi e acuti sono ignorati, alcune parole
sono quasi sempre abbreviate, ma se nel-
le prime chat imperavano ke, ki al posto di
che e chi, ora si trovano altre abbreviazio-
ni, come per esempio msg per messaggio,
pvt per privato e gg per giorni. E se un tem-
po gli errori ortografici non erano tolle-
rati, ora la velocità della comunicazione,
specie di quella privata, ha reso tutti più
indulgenti. Contemporaneamente, però,
per ironia della sorte, si è levato un eser-
cito di grammar-nazi: e attenzione a scri-
vere qual è con l’apostrofo in un post su
Facebook o a sbagliare un congiuntivo,
com’è capitato a qualche politico negli ul-
timi tempi. Anche il Festival di Sanremo

Wie geht es der italienischen Sprache heute?


Sie stellt sich allen sprachlichen Herausforderungen der


modernen Welt, sie passt sich an, ohne an Eleganz und
Kreativität einzubüßen: Es geht ihr einfach hervorragend!

UNA LINGUA VITALE


E CREATIVA


DIFFICILE AUDIO

L’ITALIANO?


S TA


PROPRIO


BENE!

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