Adesso - 11.2019

(やまだぃちぅ) #1

SCIVOLONE


MEDIO

C


28 ADESSO 11/2019

SPECIALE: LA LINGUA ITALIANA OGGI

Meilensteine in der Geschichte der schönsten Sprache der Welt.


LA STORIA


DELL’ITALIANO


d.C. (dopo Cristo) , n.Chr. (nach Christi
Geburt)
l’atto di nascita , Geburtsurkunde
l’atto notarile , notarielle Urkunde
volgare , Vulgärlatein
popolare , Volks-
il testimone , Zeuge
le terre pl. , Ländereien
il confine , Grenze
possedere , besitzen
il monastero , Kloster
fiorentino , florentiner
il capolavoro , Meisterwerk
letterario , literarisch
il Trecento , 14. Jahrhundert
il letterato , Literat
la base , Grundlage
il Cinquecento , 16. Jahrhundert
stampare , drucken
il trattato , Abhandlung, Traktat
frammentato , gespalten
fissare , festlegen
la norma , Norm, Regel
il primato , Vorrang
stilistico , Stil-, stilistisch
la poesia , Dichtkunst
la prosa: nicht durch Verse, Reime oder Rhythmus
gebundene Sprachform
I promessi sposi , dt. Titel: Die Brautleute
risciacquare i
panni in Arno , Anspielung: die florentini-
sche Sprache verwenden
abbandonare , hinter sich lassen
artificioso , gekünstelt
colto , gebildet
colloquiale , Umgangs-
l’Unità d’Italia , Vereinigung Italiens
il Novecento , 20. Jahrhundert
il dopoguerra , Nachkriegszeit
il contributo , Beitrag
l’unificazione f. , Vereinheitlichung
Non è mai
troppo tardi , Es ist nie zu spät
condurre , leiten, moderieren
il maestro , Schullehrer
l’intento , Absicht
esplicito , ausdrücklich
l’educazione f. , Erziehung
il successo , Erfolg

Il placito di Capua è considerato
tradizionalmente “l’atto di na-
scita” della lingua italiana. Nel
testo dell’atto notarile, scritto in
latino, compare una frase in vol-
gare, cioè nella lingua popolare
parlata dai testimoni:
Sao ko kelle terre, per kelle fini que
ki contene, trenta anni le possette
parte Sancti Benedicti.
(“So che quelle terre, entro
quei confini di cui qui si parla,
trent’anni le possedette il mo-
nastero di San Benedetto”).

I tre grandi autori fiorentini
Dante Alighieri (Divina Comme-
dia), Francesco Petrarca (Canzo-
niere) e Giovanni Boccaccio
(Decameron) scrivono i loro ca-
polavori nel dialetto fiorentino.
Da questo momento, il fioren-
tino letterario del Trecento vie-
ne scelto anche da altri letterati
non fiorentini e diventa la base
della lingua italiana.

Nel Cinquecento vengono
stampate le prime grammati-
che dell ’italiano. La più impor-
tante è il trattato Prose della vol-
gar lingua (1525) del veneziano
Pietro Bembo, che in un’Italia
frammentata anche dal pun-
to di vista linguistico cerca di

960 D.C. fissare norme comuni. Bembo
conferma il primato del f ioren-
tino trecentesco, proponendo
come modelli stilistici da imi-
tare Petrarca per la poesia e
Boccaccio per la prosa.

Lo scrittore milanese Alessan-
dro Manzoni scrive I promessi
sposi e nel 1827 va “a risciacquare
i panni in Arno”: con un lavoro
di correzione che dura 20 anni,
anche se con pause, Manzoni
abbandona la lingua artificiosa
della prosa tradizionale e sceglie
quella colta e viva della Firenze
del suo tempo. Il romanzo ha un
successo straordinario e diventa
presto un modello di lingua mo-
derna e colloquiale.

Quando viene proclamata l’U-
nità d’Italia (1861) solo il 10%
della popolazione parla italiano
e il 75% è analfabeta. Nel Nove-
cento, a partire dal dopoguerra,
i mezzi di comunicazione – pri-
ma la radio e poi, soprattutto, la
televisione, – danno un enorme
contributo al processo di unifi-
cazione linguistica. Tra il 1960
e il 1968 la Rai trasmette Non è
mai troppo tardi. Il programma,
condotto dal maestro Alberto
Manzi con un intento esplici-
to di educazione linguistica e
alfabetizzazione, ha un succes-
so straordinario.

XIX SECOLO

XIV SECOLO

XVI SECOLO

XX SECOLO

TESTO GIOVANNA IACONO
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