Adesso - 11.2019

(やまだぃちぅ) #1

ORFEO


IN BREVE
Titolo originale:
L’Orfeo. Favola in
musica.
Autore:
Claudio
Monteverdi
(1567-1643).
Libretto:
Alessandro
Striggio (1573-
1630).
Prima:
24 febbraio 1607,
Palazzo Ducale di
Mantova.
Fonte:
Favola di Orfeo
tratta da diverse
fonti [Quellen]
letterarie
classiche (Virgilio,
Ovidio, Seneca).


la sfida , Herausforderung
intuire , erahnen
rispecchiare , widerspiegeln
il canone , Regel
dare corpo , umsetzen
il gentiluomo , Edelmann
culminare , gipfeln
la messa in scena , Inszenierung


il contributo , Beitrag
il sodalizio , Freundschaftsbund
artisticamente , aus künstleri-
scher Sicht
pacifico , friedlich
la prima , Uraufführung
segretamente , insgeheim
la versione , Fassung
integrale , ungekürzt

stampare , drucken
attribuirsi , sich zuschreiben
il merito , Verdienst
la rappresentazione , Aufführung
mediceo , Medici-
il duca , Herzog
il cognato , Schwager
la sposa , Braut

l’emulazione f. , Nacheifern
il parente , Verwandter
rinascimentale , Renaissance-
farsi un’idea , sich einen Ein-
druck verschaffen
essere da meno , nachstehen
il principe
ereditario , hier: Nachfolger
prendere il via , beginnen

DIFFICILE

TESTO SALVATORE VIOLA ILLUSTRAZIONE GIANNI MUCCI

Claudio Monteverdis 1607 erstmals aufgeführte „favola in musica“ gilt als älteste Oper
und sie fasziniert bis heute. Es geht um Liebe und um tragischen Verlust, gegen den
selbst die Kraft der Musik machtlos ist – am Ende scheitert der Held.

cognato della sposa. Forse per spirito di emulazione
degli illustri parenti fiorentini, Vincenzo, in puro
spirito rinascimentale, aveva fatto di Mantova uno
dei maggiori centri culturali e artistici del suo tempo:
basta visitare la splendida città lombarda per farsene
un’idea. I Gonzaga non volevano essere da meno ri-
spetto ai Medici neppure in campo musicale. Così,
su iniziativa del principe ereditario Francesco Gon-
zaga, a Mantova prese il via il progetto di realizzare

UNA SFIDA AMICHEVOLE
L’importanza di quest’opera, soprattutto dal punto
di vista storico, è facile da intuire. Rispecchiando in
tutto e per tutto i canoni del melodramma, L’Orfeo
di Monteverdi dà corpo a quei tentativi (riusciti)
di teatro cantato che da anni si facevano a Firenze
presso la Camerata de’ Bardi, dove un gruppo di gen-
tiluomini appassionati sperimentava nuove forme
musicali. Tentativi culminati con la messa in scena, a
Palazzo Pitti a Firenze, di Euridice su libretto di Otta-
vio Rinuccini (1563-1621) e musiche di Jacopo Peri
(1561-1633), con il contributo significativo di Giulio
Caccini (1550-1618). Sodalizio artisticamente riusci-
to, quello tra Peri e Caccini, ma tutt’altro che pacifico.
Basta dire che pochi giorni dopo la prima dell’opera,
Caccini, dopo averne segretamente completato una
versione integrale, la fece stampare a suo nome, attri-
buendosi il merito di avere inventato un nuovo stile
di rappresentazione musicale.
La sera del 6 ottobre 1600, alla prima di Euridice,
nelle sale del grande palazzo mediceo si festeggiava-
no le nozze, celebrate in Duomo il giorno precedente,
di Maria de’ Medici ed Enrico IV di Francia. Tra gli
ospiti c’era il duca di Mantova, Vincenzo Gonzaga,

INVITO ALL’OPERA
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