Libero - 24.08.2019

(ff) #1

■Torna in mare la nave dei centri
sociali. «Partita la missione 4/2019.
Mare Jonio è di nuovo nel cuore del
Mediterraneo! Il 22 agosto al tramon-
to Mare Jonio ha lasciato il porto di
Licata per tornare nel Mediterraneo
centrale a monitorare e denunciare
le violazioni dei diritti umani e, laddo-
ve ci siano persone in pericolo, a sal-
vare vite». Così Mediterranea Saving
Humans sui social. «La nostra nave»,
si legge di seguito, «è stata sotto se-
questro probatorio per più di due me-
si dopo avere salvato 30 donne, uomi-
ni e bambini a maggio scorso. Resti-
tuita al suo equipaggio di mare e di
terra, è tornata adesso dove bisogna
essere, mentre continuano le notizie
di terribili naufragi di persone in fuga


dalle bombe della guerra e dalle tortu-
re dei campi di detenzione libici, e
350 sopravvissuti sono ancora a bor-
do della Ocean Viking in attesa di un
porto sicuro». E ancora: «Insieme al
coordinatore di missione Luca Casa-
rini, 22 membri dell’equipaggio, di-
stribuiti tra Mare Jonio e una barca
d’appoggio, che coprono tutte le fun-
zioni necessarie a garantire la massi-
ma efficacia e sicurezza della missio-
ne. Tra questi sono a bordo anche
Cecilia Sarti Strada e la scrittrice Cate-
rina Bonvicini. Al nostro fianco an-
che l’Ong Lifeline, che ha deciso di
supportare questa missione con l’ap-
porto di una ulteriore barca a vela,
nel solco della collaborazione simbo-
lica e materiale che ha visto le navi

della società civile europea continua-
re nonostante tutto a difendere stre-
nuamente il diritto e i diritti contro
l’arbitrio e la violenza del potere».
Inevitabile, infine, l’affondo politi-
co e l’attacco al leader della Lega Mat-
teo Salvini: «Alle spalle abbiamo tanti
mesi difficili, in cui il dimissionario
governo italiano ha messo in campo
ogni mezzo per fermarci, e in cui con
ogni mezzo abbiamo continuato nel-
la nostra missione, anche quando ci
siamo ritrovati a portare in salvo 59
profughi di guerra su una barca a ve-
la. Abbiamo sempre portato le perso-
ne soccorse nel porto sicuro più vici-
no, che ha coinciso giuridicamente
con l’isola di Lampedusa, costretta a
diventare frontiera di un mare in

guerra e capace di mantenere sem-
pre una straordinaria dignità. Anche
a Lampedusa e ai lampedusani va il
nostro ringraziamento. La speranza,
l’umanità, la serenità di essere dalla
parte giusta della Storia, ci hanno por-
tati fino a qui, insieme. Siete tutte e
tutti a bordo con noi!».
A stretto giro è poio arrivata anche
la risposta di Salvini: «Dopo due mesi
di sequestro, torna incredibilmente
in acqua la nave dei centri sociali,
con l’ex animatore dell’osteria “Allo
sbirro morto” e compagni! Spero che
nessuno pensi a un governo dei porti
aperti... Mai col Pd!».
Esulta, invece, don Luigi Ciotti:
«Grazie ai membri della Mare Jonio
per il loro ritorno in mare. Un gesto
che afferma una verità oggi troppo
spesso dimenticata o calpestata: le
leggi devono garantire la giustizia,
non il potere. E la giustizia comincia
dalla tutela delle persone più deboli,
a maggior ragione se vittime».
LU.BA.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

GIANLUCA VENEZIANI


■Sono 356, sono giovani e
forti e arriveranno in porto.
Sì, ma non un porto italiano. I
migranti a bordo della Ocean
Viking, la nave battente ban-
diera norvegese e facente ca-
po a una ong francese, ferma
in acque internazionali da 14
giorni, sbarcheranno a Malta,
dopo che il governo de La Val-
letta, col premier Joseph Mu-
scat, ha annunciato su Twit-
ter: «Malta trasferirà queste
persone su navi militari malte-
si in acque internazionali e le
porterà a terra. Tutti i migran-
ti saranno distribuiti in altri
Paesi europei: Francia, Ger-
mania, Irlanda, Lussembur-
go, Portogallo e Romania.
Nessuno resterà a Malta». Let-
ta così, sembra un’ennesima
affermazione di Matteo Salvi-
ni, la vittoria della sua politica
dei porti chiusi, anche a gover-
no caduto. «Volere è potere.
La testa dura e la linea dura
danno buoni risultati. La
Ocean Viking non verrà in un
porto italiano», commentava
ieri il ministro dell’Interno su
Facebook.
In verità la disponibilità di
Malta a far sbarcare una nave
carica di migranti e la decisio-
ne della ong di puntare su La
Valletta sembrano dipendere
dal mutato clima politico nel
nostro Paese. A esecutivo so-
vranista ormai destituito, e
con un Salvini di fatto depo-
tenziato, non c’è più vera ra-
gione di sfidarlo politicamen-
te, di usare l’arma dell’immi-
grazione come strumento per
mettere sotto pressione l’Ita-
lia e ricattare il suo rappresen-
tante più in vista. Ora non ha
più senso portare avanti il gio-
co del tutti contro Salvini, di
creare un fronte unico di buo-
ni e buonisti contro il grande
cattivo di Europa. E così vero-
similmente se, almeno per
qualche tempo, le ong non sa-


ranno più indotte ad attaccar-
lo, i pm non avranno più moti-
vo di ordinare sbarchi imme-
diati per mettere sotto scacco
il titolare del Viminale. A testi-
monianza di come, dietro il
gioco dell’immigrazione, ol-
tre a vergognosi interessi eco-
nomici, ci siano secondi fini
di governi, ong e poteri forti
desiderosi di creare o meno,
in base alle circostanze, ragio-
ni di scontro politico.

NUOVO METODO

D’altronde, sebbene l’an-
dazzo paia cambiato, anche
nel caso della Ocean Viking
non è stato affatto affermato il
principio dello sbarco nel por-
to più vicino (se è per questo,
i clandestini avrebbero dovu-

to essere riportati in Libia), né
quello dello sbarco nel Paese
di cui la nave batte bandiera o
a cui appartiene la ong: non
pretendevamo certo che la
Ocean Viking arrivasse in Nor-
vegia, ma almeno poteva esse-
re accolta in Francia. E invece
lo Stato transalpino, già due
giorni fa, aveva esplicitato il
suo no, sostenendo che quel-
lo francese non sarebbe stato
il «porto più vicino» (in realtà
non lo è mai, per qualsiasi na-
ve arrivi dall’Africa) e che i mi-
granti sarebbero dovuti arriva-
re o a Malta o in Italia. E te
pareva...
L’aspetto interessante della
vicenda, semmai, è che nei
fatti, Salvini è riuscito ad affer-
mare un nuovo metodo: chi
sbarca in un Paese non deve

essere accolto da quello né
chiedere a esso il diritto d’asi-
lo, ma può essere immediata-
mente trasferito altrove.

NODO DUBLINO

I migranti della Ocean Vi-
king saranno infatti ricolloca-
ti in sei Paesi dell’Ue, e la sola
Francia si farà carico di 150
persone. Un po’ quanto acca-
duto già con i migranti della
Open Arms che, sebbene ap-
prodati in Italia, poi verranno
distribuiti tra cinque Paesi eu-
ropei (proprio ieri la nave spa-
gnola Audaz, giunta a Lampe-
dusa, ha preso a bordo e con-
dotto verso la Spagna 15 mi-
granti di quelli sbarcati con la
Open Arms). È la smentita sul
campo, in terra e mare, del

trattato di Dublino: visto che
non si riesce a modificarlo nel-
le sedi opportune, quelle isti-
tuzionali d’Europa, lo si rein-
terpreta di volta in volta e ca-
so per caso. Ma l’iniziativa, ri-
cordiamolo, è sempre dei sin-
goli Stati che, perché volente-
rosi o perché costretti dalle
evidenze, decidono di farsi ca-
rico di una fetta dei migranti.
Mai che questa redistribuzio-
ne venga coordinata dall’Ue,
la quale si limita a un ruolo di
presa d’atto e non di regia.
Insomma, Salvini potrà an-
che cadere o restare in piedi,
gli altri Paesi potranno mo-
strarsi più o meno disponibili
ad accogliere, ma l’Europa
continuerà a fare quello che
ha sempre fatto. Cioè, nulla.
©RIPRODUZIONE RISERVATA

Due settimane in mare


Ora che va via Salvini, le Ong vanno a Malta


I 356 migranti della Ocean Viking trasferiti alla Valletta. Con la crisi di governo non c’è più motivo di ricattare l’Italia...


■Con l’accusa di resisten-
za a pubblico ufficiale e le-
sioni aggravate i carabinieri
hanno arrestato a Valderi-
ce, nel Trapanese, un citta-
dino gambiano di 19 anni,
Y.W., ospite del centro di ac-
coglienza Sprar “Villaggio
di Santa Maria Odigitria”,
in contrada Bonagia.
I militari in esecuzione di
un decreto di perquisizione
emesso dalla Procura di
Trapani per la ricerca di dro-
ga nei locali del centro di
accoglienza hanno dovuto
fare i conti con la violenta
reazione del giovane ospite
della struttura. Il 19enne ha
colpito con una sedia un ca-
rabiniere costretto a ricorre-
re alle cure dei medici del
pronto soccorso dell’ospe-
dale Sant’Antonio Abate di
Trapani. Immobilizzato da-
gli altri militari presenti, è
stato arrestato e, dopo la
convalida dell’arresto, sotto-
posto al divieto di dimora
nel Comune di Valderice.
Non è la prima volta che
gli ospiti dei centri acco-
glienza se la prendono con
le forze dell’ordine. Recen-
temente c’è stato un episo-
dio simile a Milano, dove, il
5 agosto, sette migranti del
Centro di accoglienza
straordinaria di via Aquila
hanno aggredito una volan-
te della polizia e lanciato un
sasso contro un camion dei
pompieri, intervenuto per
spegnere un incendio. Due
agenti, in quell’occasione,
hanno riportato ferite alle
mani e alle braccia, mentre
i protagonisti dell’assalto so-
no stati arrestati con l’accu-
sa di resistenza aggravata,
danneggiamento e lesioni.
Ieri, intanto, la questura
di Reggio Emilia ha denun-
ciato undici persone per gli
scontri tra immigrati e poli-
zia del 25 luglio scorso,
all’indomani della morte di
un gambiano, travolto da
un treno mentre, secondo i
migranti, fuggiva dagli agen-
ti.

Dopo quattordici giorni in mare i migranti lasciano la Ocean Viking(LaPresse)

Casarini risale a bordo


Dopo due mesi di sequestro


riparte la nave dei centri sociali


Trapani


Giovane profugo


aggredisce


un carabiniere


9
sabato
24 agosto
2019

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