Focus - 09.2019

(Darren Dugan) #1
Bonaparte fu anzitutto un grande
comunicatore. E proprio per questo
pretese che la sua salita al trono
imperiale, avvenuta il 2 dicembre 1804,
fosse ricordata con un grande dipinto.
Per realizzarlo scelse l’affermato pittore
Jacques-Louis David (1748-1825), che
eseguì questo disegno preparatorio, ma
non vi ritrasse Maria Letizia Ramolino,
l’amata madre del conquistatore, e
disegnò l’imperatore che si incoronava da
solo, come di fatto era avvenuto nella
cattedrale di Notre-Dame. Quando lo
vide, Napoleone chiese e ottenne due
importanti correzioni. Così nell’opera
definitiva sua madre è addirittura al
centro del quadro, e lui è dipinto nel
momento in cui incorona la moglie
Joséphine di Beauharnais, con un gesto
che gli conferisce un’immagine meno
autoritaria e più nobile. Anche in questo
caso, la rappresentazione della realtà era
plasmata dalla strategia politica.

IL DISEGNO


PREPARATORIO


DELLA SUA


L’INCORONAZIONE


Attentissimo alla sua immagine, pretese che nel dipinto


della sua gloria fosse raffigurata anche la madre


LA MASCHERA MORTUARIA


Le maschere mortuarie erano un antico sistema per creare il calco esatto del viso di
un personaggio importante al momento della morte. Prima dell’invenzione della
fotografia, si trattava di uno dei modi più efficaci per riprodurre con oggettività le
fattezze di una persona: il pennello di un pittore poteva rivelarsi meno affidabile.
Durante il regno napoleonico, la Francia sviluppò una forte tradizione di questi
oggetti funebri. Così, quando il 5 maggio 1821 l’imperatore morì, gli venne
realizzata una maschera mortuaria. A prendere l’impronta il 7 maggio fu Francis
Burton, il medico della guarnigione inglese a Sant’Elena, che aveva trovato del
gesso sull’isola. Burton fu assistito da Francesco Antommarchi, anatomista,
medico personale di Napoleone, e dalla moglie del maresciallo e amico
Bertrand, che presero l’impronta della parte centrale del viso (occhi,
naso e bocca). La maschera originale è andata sicuramente persa,
ma servì per plasmare copie successive che furono realizzate a
Sant’Elena e in tutta Europa. Ed era solo l’inizio. In tutto il
mondo esistono moltissime riproduzioni del volto di
Napoleone sul letto di morte: una delle ultime è stata
scoperta a Napoli nel 2014.

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Fondation Napoléon Paris (3)

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