mostrano gli aspetti più ingenui di una epoca buia, vediamo la
storia privata. Tutto è ordinato, pettinato, composto, in un po-
meriggio qualunque. Lo stato d’animo descritto da Vincenzo
Cardarelli nei versi di Estiva:
“Distesa estate,
stagione dei densi climi
dei grandi mattini
dell’albe senza rumore –
ci si risveglia come in un acquario –
dei giorni identici, astrali,
stagione la meno dolente
d’oscuramenti e di crisi,
felicità degli spazi,
nessuna promessa terrena
può dare pace al mio cuore
quanto la certezza di sole
che dal tuo cielo trabocca. [...]”
La stessa fissità in Donghi e in Cardarelli: lo stesso tempo
fermo.
SOLLEONE
L’afa dei giorni d’estate ce la restituisce Fausto Pirandello, nelle
sue spiagge popolose e desolate. Sul finire degli anni Trenta, ri-
entrato a Roma, Pirandello (1899-1975) apre con le sue spiagge
un nuovo corso, di ispirazione traumatica, dolorosa. L’artista
crea queste composizioni e se ne serve come pretesto per de-
scrivere la sua visione dell’essere umano. Terre e spiagge bru-
ciate dalla guerra, dipinte su tavole colme di figure dalla forma
disumana, ammucchiate, quasi in preda ai crampi, la cui carne
è come un peso. Scrive il collezionista Giuseppe Iannaccone
«... Ninfe terragne che non sono certo della corte di Diana. La
terra che esse abitano è come una landa che il sole arde e ingri-
gisce. Più che una luce, un’afa, un vapore la avvolge, dove i colori
si stemperano, che paiono di pastello e la spatola tratta come
un intonaco: quei bianchi di gesso, quei grigi di argilla secca e
di cenere, quei rosa delicati e quei bruni di terra». Pittura pura
e dolente, per metafora. Questa è la villeggiatura di massa, che
ha perso l’incanto.
Un altro pittore che ha raccontato sobriamente il villeggiare
è Giovanni Colacicchi. Le sue nature morte, di conchiglie, ric-
ci, cozze sulla spiaggia, hanno il sapore e l’odore di quelle sta-
gioni davanti al mare. Uno stato d’animo. Colacicchi sa anche
dipingere l’ombra dei cortili in una giornata estiva. L’ozio di chi
li abita, nel ritiro e nel silenzio, è il riflesso del suo sguardo in
casali solitari davanti al mare. La vita è immobile, senza muta-
mento. Tutti i giorni uguali, in una ipotesi di eternità. Proprio
come un Balthus italiano. Buone vacanze.
Nei dipinti di Antonio Donghi i personaggi
sono sobri e composti, le atmosfere ordinate e
immobili. Come in un pomeriggio qualsiasi
TORMENTO
ED ESTASI
A sinistra, La
spiaggia (1940) di
Fausto Pirandello,
dipinto drammatico
nella sua visione
della condizione
umana.
Sotto, Natura morta
con conchiglie di
Giovanni
Colacicchi.
Courtesy Berardi Galleria d’Arte
Collezione Giuseppe Iannaccone, Milano 1940
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