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aumentare, anche se molto lentamente. La vera novità però
era l’origine di questo nuovo ossigeno. Non più processi fisici,
come quelli provocati dai raggi del Sole, ma biologici. I prota-
gonisti di questa rivoluzione furono organismi microscopici
detti cianobatteri. Utilizzavano l’energia della luce solare per
separare la molecola d’acqua (H2O) in idrogeno e ossigeno. Del
primo atomo si usavano gli elettroni, che erano spinti dalla
luce a un alto livello energetico (v. schema nella pagina accan-
to). In una seconda parte della fotosintesi, l’energia di questi
elettroni era usata per unire insieme molecole di CO2, fino ad
arrivare agli zuccheri, le basi dei metabolismi di tutti i viventi.
Quel che restava della molecola dell’acqua, l’ossigeno, era scar-
tato. Due atomi di ossigeno si potevano poi unire per diventare
una molecola (O2), che andava ad aumentare il livello del gas
ROCCE VIVENTI
Gli stromatoliti
sono formazioni
rocciose che
sopravvivono in
poche aree del
Pianeta (più a
sinistra, Shark
Bay, in Australia).
Sono strati di
batteri fotosintetici
misti a sabbia e
detriti. I più antichi
risalgono a miliardi
di anni fa (qui
accanto).
temperatura molto elevata, nonostante il Sole al tempo fosse
un po’ meno luminoso di quello odierno. Come ai giorni nostri,
il gas più abbondante nell’atmosfera era l’azoto, ma mancava
quasi del tutto una molecola che oggi riteniamo assolutamente
comune: l’ossigeno.
TEMPI PROFONDI
Il poco ossigeno presente era prodotto dall’azione dei raggi del
Sole, che spezzavano molecole come l’acqua e l’anidride car-
bonica, liberandolo. Ma l’ossigeno (O2) è una molecola molto
reattiva, e appena formata si univa subito ad altri atomi, come
il ferro, a formare la ruggine. I gas dell’atmosfera non avrebbe-
ro consentito a quasi nessun organismo odierno di vivere. Solo
circa 3 miliardi di anni fa la percentuale di ossigeno iniziò ad
VIVO A METÀ
Un paesaggio terrestre
come sarebbe senza
l’invenzione biochimica
della fotosintesi. Pochi
batteri vivrebbero in
un’atmosfera senza
ossigeno, nascosti sotto i
sassi o nel fondo del
mare, per non essere
colpiti dai potenti raggi
ultravioletti.
Getty Images
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