Focus - 09.2019

(Darren Dugan) #1
SOCIETÀ

Si può prevedere l’anno di “boom” per un attore?


NATURA

Da dove arrivano le mele?


D


ove è nato il frutto più
coltivato al mondo (85
milioni di tonnellate annue), lo
spiega il paleoetnobotanico
tedesco Robert Spengler,
dell’Istituto Max Planck per la
Scienza della Storia Umana, nel
saggio Fruit from the Sands. Le
mele appartengono alla famiglia
delle Rosacee, ma mentre
queste piante in genere
producono piccoli frutti, come
le ciliegie o le more, per attrarre
gli uccelli, loro, come anche le
pere e le pesche, si sono
evolute per piacere (e sfruttare
come dispersori dei loro semi
attraverso le feci) ai grandi
erbivori, soprattutto gli orsi.
Al gelo. Questo è avvenuto,
secondo studi genetici sui meli
selvatici, milioni di anni fa, nelle
valli delle montagne Tien Shan,
fra Kazakistan e Cina. Lì il clima
varia dal gelo al caldo torrido,
così le mele si sono dotate di un

Dna molto adattabile, fondamentale
per il loro futuro successo. Dopo
l’ultima glaciazione, il frutto, che si
trovava lungo l’itinerario più
accessibile fra Europa e Asia, è
stato scoperto dall’uomo, che ha

cominciato a portare con sé (e a
seminare inconsapevolmente)
mele nelle sue migrazioni verso
est e verso ovest: la via
della Seta, allora, era la via della
Mela. (A.S.)

U


n gruppo di matematici della Queen Mary University di
Londra ci è riuscito, analizzando le carriere di oltre due
milioni fra attori e attrici dal 1888 (anno del primo film girato),
al 2016: il loro modello è in grado di prevedere con l’85% di
accuratezza se “l’anno d’oro” della massima fama (e magari il
profumo di Oscar) sia o meno alle spalle, tenendo conto di
una serie di segnali, diversi però per gli uomini e le donne.
Le attrici, per esempio, hanno più spesso successo a inizio
carriera ed escono dai giochi prima degli uomini, che invece
inanellano un film dietro l’altro con maggior probabilità dopo
un periodo di calma piatta (ma i ritorni in grande stile dopo
lunghi silenzi sono rari e più difficili da indovinare); per tutti
vale l’effetto “piove sul bagnato”, ovvero più si fanno film, più
si viene chiamati dai produttori.
La bravura però non è l’unico ingrediente della popolarità, a
detta degli autori: spesso contano di più eventi casuali, che
portano a un ruolo di spicco e quindi, a cascata, a lavorare
tanto e a diventare più famosi.
Giungla. Di sicuro lo studio conferma che Hollywood,
Cinecittà e dintorni sono giungle dove è difficile sopravvivere:
circa il 70% degli attori e delle attrici ha carriere fulminee,

che non durano più di un anno. E il tasso di disoccupazione
della categoria è del 90%: l’attore in bolletta alla ricerca della
grande occasione, insomma, non è un’invenzione
cinematografica ma la realtà quotidiana per la maggioranza
delle aspiranti star. (E.M.)

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