La Stampa - 21.08.2019

(C. Jardin) #1
.

FRANCESCA PACI


A


rchiviata la prova del-
la piazza, con «la pro-
testa delle mascheri-
ne» che domenica ha
riempito Victoria Park e l’inte-
ro quartiere di Causeway Bay
scongiurando l’escalation vio-
lenta, Hong Kong riparte dalla
politica su un sentiero promet-
tente in casa ma insidioso sul
piano dei rapporti con la ma-
drepatria. Di buon auspicio è
l’apertura della governatrice
Carrie Lam che, dopo una pro-
lungata latitanza, è tornata a
farsi sentire ieri felicitandosi
per il sit-in pacifico di due gior-
ni fa ed elegendolo a punto di
partenza per un dialogo «a que-
sto punto possibile» a cui lei
stessa starebbe già lavorando,
così come starebbe già lavoran-
do la task force dell’Indepen-
dent Police Compaints Council
incaricata di verificare le de-
nunce degli ultimi mesi. Coinci-
denza o no, nelle stesse ore il
quotidiano «South China Mor-
ning Post» pubblicava il moni-
to del capo dell’Ipcc, Anthony

Neoh, secondo cui «l’unica via
possibile per uscire dalla crisi è
quella politica».
Se dal fronte interno arriva-
no segnali positivi, su quello
dei rapporti con Pechino la
tensione è massima, come pro-
va l’insistenza dei media cine-
si sulle «oltraggiose interferen-
ze americane» e su una prote-
sta assimilabile per potenziale
destabilizzante al terrorismo.
È delle ultime ore la notizia
dell’impiegato del consolato
britannico a Hong Kong spari-
to l’8 agosto scorso durante
una missione d’affari al confi-
ne con la Cina e, in apparenza,
detenuto dalle autorità del

Guandong. «Siamo preoccu-
pati per il membro del nostro
staff fermato mentre tornava
a Hong Kong da Shenzhen» fa
sapere il Foreign Office. Meno
di due settimane fa l’hongkon-
gese Simon Cheng era entrato
in Cina attraverso il posto di
controllo di Lo Wu e sarebbe
dovuto rientrare in giornata.
La compagna, che per pri-
ma ne ha denunciato l’assen-
za, ha mostrato i messaggi in
cui Cheng, dopo averle scritto
di essere al valico, ha aggiun-
to, «Prega per me».

La catena umana
Da quando a giugno è scop-
piata la rivolta contro la leg-
ge che simbolizza la crescen-
te influenza di Pechino ai
danni dell’accordo «un Pae-
se, due sistemi», i controlli
al confine si sono fatti pres-
santi. Basta prendere la li-
nea celeste della metro di
Hong Kong e arrivare al ca-
polinea Lo Wo, lo stesso do-
ve stava transitando
Cheng, per accorgersi di co-
me il traffico scorra in una
sola direzione. In entrata,
viaggiatori e cinesi, che al
ritmo di 150 al giorno emi-
grano a Hong Kong sin dal
1997, fluiscono con facilità
e trovano ad accoglierli un
mercato tipo duty-free do-
ve comprare i beni, come il
latte in polvere, inaffidabili
in patria. Nella fila opposta
le cose vanno diversamen-
te, verifiche capillari, lun-
ghe code, il racconto di chi
si è visto il cellulare confi-
scato e cancellate tutte le fo-
to delle manifestazioni.
Si va a dormire con il giallo
del diplomatico fermato. La
polizia di Hong Kong giura di
non aver ricevuto alcuna noti-
fica di arresto da parte della
madrepatria, laddove secon-
do un accordo del 2017 la Ci-
na sarebbe tenuta a informa-
re i colleghi entro 4 settima-
ne. Venerdì intanto si torna in
piazza: l’idea è una catena
umana alla maniera della Bal-
tic Way anti-sovietica di
trent’anni fa. —
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GIUSEPPE AGLIASTRO
MOSCA

Seppellito il trattato antimis-
sili «Inf», il rischio di una nuo-
va corsa agli armamenti si fa
sempre più concreto. Gli Sta-
ti Uniti non hanno aspettato
molto per sfidare Russia e Ci-
na. Domenica scorsa, cioè
neanche tre settimane dopo
che Putin e Trump hanno fat-
to carta straccia dell’accor-
do, gli Usa hanno testato un
nuovo siluro a media gittata:
un’arma fino a poco tempo fa
proibita dal trattato che 32
anni fa contribuì a mettere fi-
ne a decenni di Guerra Fred-
da. La mossa della Casa Bian-
ca è stata accolta con aspre
critiche sia da Mosca sia da
Pechino. «Avrà gravi riper-
cussioni sulla sicurezza regio-
nale e internazionale», ha di-
chiarato il portavoce della di-
plomazia cinese Geng
Shuang. «Gli Usa evidente-
mente intendono aumentare

le tensioni militari», è invece
l’accusa lanciata oltreoceano
dal vice ministro degli Esteri
russo Sergey Ryabkov.
Il test missilistico america-
no è stato effettuato al largo
della California con «una va-
riante del razzo da crociera
Tomahawk». Il siluro - fa sa-
pere il Pentagono - è stato
sparato dalla remota isola di
San Nicolas e ha colpito un
bersaglio a 500 chilometri di
distanza. Missione compiuta
dunque e ovviamente simili
esperimenti balistici potreb-
bero seguire a breve. Ormai
nulla lo impedisce.
Washington ha abbandona-
to definitivamente il trattato
Inf lo scorso 2 agosto, dopo me-
si di accuse reciproche con la
Russia. L’accordo del 1987 vie-
tava i missili nucleari basati a
terra con gittata tra i 500 e i
5.500 chilometri: i più perico-
losi, perché in grado di colpire
nel giro di pochi minuti.

Gli Usa avevano sospeso la
loro adesione al trattato già a
febbraio accusando Mosca di
aver violato i patti con un raz-
zo capace di volare per 2.
chilometri: il Novator
9M729. Per il Cremlino sono
stati invece gli americani a
non aver rispettato gli accor-
di con il loro Scudo missilisti-
co in Europa orientale. Ieri la
Russia ha rincarato la dose: il
test di un missile a media git-
tata - ha detto il portavoce di
Putin, Dmitry Peskov - dimo-
stra che gli Usa si preparava-
no da tempo ad abbandonare
il Trattato Inf che vietava que-
sto tipo di armamenti. «Diver-
se settimane e persino mesi
non sono sufficienti a prepa-

rare un test del genere», ha di-
chiarato Peskov. Mosca assi-
cura che non schiererà nuovi
missili se non lo faranno pri-
ma gli americani e che non
vuole farsi trascinare «in una
costosa corsa agli armamen-
ti» nella quale avrebbe proba-
bilmente la peggio. Per il
Cremlino, il «razzo proibito»
russo è stato solo un pretesto
usato da Trump per abbando-
nare l’accordo.
In realtà, cinque anni fa an-
che Obama aveva accusato la
Russia di violare il trattato, ma
l’allora presidente Usa decise
di mantenere in piedi quella
colonna portante del sistema
mondiale di disarmo. Se
Trump ha deciso di far morire

l’accordo non è solo per le pre-
sunte infrazioni russe, ma an-
che per cercare di frenare Pe-
chino, che non avendo le mani
legate da nessun trattato conti-
nua a sviluppare il suo arsena-
le missilistico. Gli Usa adesso
sostengono di puntare a un
nuovo accordo a tre con Rus-
sia e Cina per contenere la pro-
liferazione delle armi. Le ten-
sioni internazionali e le reazio-
ni di Mosca e Pechino al nuovo
test missilistico americano fan-
no però pensare che l’intesa
non sia proprio dietro l’ango-
lo. È a rischio anche il New
Start: l’accordo che limita le te-
state nucleari strategiche sca-
de nel 2021. —
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500

I chilometri di distanza dove
era posizionato il bersaglio col-
pito con successo dal razzo
sparato nel test effettuato do-
menica al largo della California

verso il summit

Trump: sarebbe

meglio avere

nuovamente il G

Per il presidente Usa, Do-
nald Trump, la Russia do-
vrebbe rientrare nel club
dei Grandi della Terra, ri-
creando il G8. Sarebbe
«molto più appropriato»
aggiungere la Russia al
G7, ha affermato l'inquili-
no della Casa Bianca, che
si è detto favorevole a so-
stenere una proposta in
tal senso. Per Trump, il pre-
sidente Putin è stato estro-
messo dal G8 da Obama
perché «lo aveva superato
in astuzia», ma la cacciata
di Mosca è avvenuta come
risposta all'invasione rus-
sa della Crimea.

Il razzo - una variante di un Tomahawk - lanciato domenica da una piattaforma in California

EQUILIBRI GLOBALI

IL CASO

2021

L’anno in cui scadrà il Trattato
New Start, quello che limita le
testate nucleari strategiche
che venne siglato da Obama
e Medvedev a Praga nel 2010

150

Sono i cinesi
che ogni giorno

dal 1997 emigrano
a Hong Kong

Tensioni con la Cina, sparito al confine con Shenzhen un impiegato del consolato britannico

Hong Kong, la governatrice Lam:

cortei pacifici, ora si può dialogare

Anche ieri a Hong Kong è continuata la protesta delle mascherine. Carrie Lam ha aperto al dialogo

Russia e Cina:


i missili Usa


sono un rischio


per la sicurezza


La replica dopo il test del Pentagono


Mosca: non faremo corse al riarmo


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