La Stampa - 21.08.2019

(C. Jardin) #1
.

MESSINA

ITALIA

Scontro tra yacht

e traghetto

alle Eolie

Cinque feriti

T


roppo traffico in mare al-
le isole Eolie e un vaporet-
to turistico si scontra con
uno yacht privato di venti
metri, nel canale tra Lipa-
ri e Salina, uno dei più battuti nelle
rotte turistiche estive dell’arcipelago
della provincia di Messina. Il risulta-
to è il ferimento di cinque passeggeri
del battello più grande, appartenen-
te alla compagnia Visit Sicily tour e
partito da Capo d’Orlando ieri matti-

na, con 350 persone a bordo. Uno dei
feriti è ritenuto in condizioni gravi ed
è stato trasportato in elicottero al Poli-
clinico di Messina: ha un trauma cra-
nico piuttosto serio e i medici lo ten-
gono sotto stretta osservazione.

La procura ha aperto un’inchiesta
Un’inchiesta è stata aperta dalla Pro-
cura di Barcellona Pozzo di Gotto,
che ha delegato gli accertamenti
all’Ufficio circondariale marittimo di
Lipari e alla Capitaneria di porto di
Messina, una cui motovedetta è pron-
tamente intervenuta dopo che è stato
diramato l’allarme. Già sentiti alcuni
testimoni, tra cui il comandante del
vaporetto e lo skipper, più alcuni de-
gli occupanti dello yacht, turisti origi-
nari di Salerno, in vacanza in un trat-
to di mare decisamente affollato. Si
calcola infatti che attorno alle Eolie ci
siano ogni giorno, in questo periodo,
circa 5mila natanti, compresi i battel-
li turistici che arrivano da Sicilia e Ca-
labria per gite di un giorno organizza-
te soprattutto a Vulcano, Lipari,
Stromboli e Panarea.
Gli inquirenti dovranno accertare
chi dovesse dare la precedenza: la colli-

sione in mare solo per una serie di circo-
stanze più o meno fortunate non ha
avuto effetti ben più gravi; entrambe le
imbarcazioni hanno retto relativamen-
te bene all’impatto e i passeggeri della
Visit Sicily sono stati fatti sbarcare a
Santa Marina di Salina, isola in cui il va-
poretto era diretto per l’escursione or-
ganizzata, mentre lo yacht, che stava fa-
cendo rotta verso Filicudi, è stato trai-
nato e fatto attraccare a Lipari.
L’incidente in mare avvenuto intor-
no alle 11 non è stato l’unico di questi
giorni caotici: la settimana scorsa,
non lontano dai Faraglioni, si era regi-
strato un altro scontro tra un natante
turistico destinato alle gite organizza-
te e uno yacht, anche se in quel caso
non c’erano state gravi conseguenze
per le persone, ma solo danni per i
mezzi da diporto. Nello scontro di ie-
ri ad avere la peggio è stato un uomo
che ha riportato un trauma cranico.
Mentre gli altri quattro coinvolti so-
no stati soccorsi da personale del 118
e medicati nella Guardia medica di
Salina, per il ferito più grave si è reso
necessario il trasporto con l’elisoccor-
so e il ricovero a Messina. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

NUORO

ITALIA

Freddato

con due spari

mentre andava

al podere

H


a visto il suo aggressore
negli occhi mentre gli
sparava addosso due col-
pi di fucile. Un uomo so-
lo, col volto coperto, sbu-
cato all’improvviso dal ciglio della
strada, e che in un attimo ha iniziato
a sparare. Roberto Vinci, 48 anni, già
noto alle forze dell'ordine, è riuscito a
raccontare solo questo a due carabi-
nieri accorsi insieme al 118 prima di
perdere completamente i sensi. E’

morto poco dopo nell’ospedale Bro-
tzu a Cagliari per le gravi ferite alla
spalla sinistra. Il suo corpo era stato
trovato intorno alle 21 di lunedì river-
so nelle campagne di Genoni, un pic-
colo paese del Nuorese. Il passante
che ha dato l’allarme inizialmente
pensava che si trattasse di un inciden-
te in bicicletta. Invece Vinci è stato
freddato con due colpi di fucile da
qualcuno che conosceva bene le sue
abitudini, e che sapeva di trovarlo vi-
cino al suo podere al tramonto. Nella
zona è cominciata la caccia all'uomo.

I legami con la vecchia rapina
Roberto Vinci non era un allevatore
qualunque. Nel suo passato ci sono
vari fatti di cronaca. Era una persona
particolare, aggressiva, che litigava
facilmente. Tra i precedenti c’è in par-
ticolare una rapina a un distributore
in cui un uomo, il gestore, perse la vi-
ta. L’episodio risale alla notte tra il 10
e 11 gennaio del 2002. Il distributore
di benzina in questione è l’area di ser-
vizio Q8, alla porte di Ales, in provin-
cia di Oristano. Insieme a Roberto
Vinci, c’era il cugino Giuseppe Serra.
All’arrivo dei carabinieri i due banditi

presero in ostaggio Antonio Tuveri,
gestore dell’area Q8, per poi lanciarsi
in una fuga lungo la strada per Curcu-
ris-Simala. I carabinieri li inseguiro-
no e iniziò il conflitto a fuoco in cui Tu-
veri perse la vita. Era sdraiato sul sedi-
le posteriore dell’auto, quando fu col-
pito e ucciso da una pallottola esplo-
sa dagli uomini dell'Arma. Nell’arco
di 48 ore i due rapinatori furono cattu-
rati e trasferiti in carcere con l'accusa
di rapina e omicidio come conseguen-
za di altro reato. Il gup di Cagliari con-
dannò in primo grado Vinci e Serra ri-
spettivamente a 30 e 19 anni di reclu-
sione. Le pene vennero poi ridotte in
appello a 20 anni per Vinci e a 15 per
Serra. Dopo un lungo periodo di de-
tenzione, Vinci ottenne comunque
una serie di benefici che hanno atte-
nuato il regime carcerario fino alla re-
lativamente recente liberazione.
Ed è in questo passato che si scava
per capire il possibile movente dietro
all’omicidio di Roberto Vinci. Le inda-
gini sono coordinate dalla procura di
Nuoro e dal Nucleo investigativo dei
carabinieri guidati dal maggiore Mi-
chele Cappa. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

BERLINO

GERMANIA

“Completiamo


la Rivoluzione”


La campagna AfD


con frasi della Ddr


KABUL

AFGHANISTAN

Passi concreti

sul ritiro

delle truppe Usa

Accordo vicino

ROMA

ITALIA

Oggi i funerali

dell’ultrà ucciso

La cerimonia

a numero chiuso

C

osa ci fa un’immagine
dell’ex cancelliere social-
democratico Willy
Brandt sui manifesti del
partito populista di estre-
ma destra dell’AfD? E come sono fini-
ti i celebri slogan dell’opposizione de-
mocratica tedesco orientale scanditi
ai temi del regime della Ddr sui volan-
tini dello stesso partito? Girando in
questi giorni per le strade e piazze del-
le regioni tedesco orientali della Sas-

sonia e del Brandeburgo possiamo as-
sistere a un eclatante caso di sciacal-
laggio politico e distorsione storica
che in Germania sta provocando vi-
vaci polemiche. In vista delle elezio-
ni amministrative del primo settem-
bre, la formazione dell’ultra destra
nazionalista ha scelto ancora una vol-
ta lo scontro totale e la facile provoca-
zione, pur di attirare su di sé l’atten-
zione di un’opinione pubblica anco-
ra distratta dall’estate.

Le elezioni il 1 settembre in Sassonia
In un manifesto affisso a tappeto nei
due Länder tedesco orientali l’Alter-
native für Deutschland mostra una
foto dell’inventore della Ostpolitik e
del processo di distensione fra l’allo-
ra Germania occidentale e l’Unione
Sovietica Willy Brandt e il suo cele-
bre detto «Mehr Demokratie wagen»
(osare più democrazia) col quale nel
1969 sconfisse il cancelliere cristia-
no-democratico Kurt Georg Kiesinger
(il successore di Konrad Adenauer).
Nella regione del Brandeburgo l’AfD
capitanata dal leader locale Andreas
Kalbitz (un esponente storico della de-
stra neonazista tedesca) ha osato ad-

dirittura «prendere in prestito» - altri
parlano di un vero e proprio saccheg-
gio - gli slogan tanto cari ai dissidenti
e oppositori di regime tedesco orienta-
li nel 1989: «Il popolo siamo noi» e
«porta a termine la rivoluzione pacifi-
ca di 30 anni fa». Solo che allora, il ne-
mico da sconfiggere per il movimento
di opposizione era la dittatura sociali-
sta del regime tedesco orientale e
quelli da abbattere erano la cortina di
ferro e il Muro di Berlino - mentre oggi
la «svolta» e la «rivoluzione» invocata
dall’ultradestra porterebbe a uno scar-
dinamento dell’ordine democratico e
dei valori civili. Ma nonostante il catti-
vo gusto e il sapore tetro dei manifesti
scelti dall’AfD, il partito continua a vo-
lare nei sondaggi e si appresta a festeg-
giare fra 10 giorni grandi trionfi nelle
due regioni della Germania Est dove
viene attestato al primo posto con ri-
sultati fra il 21 e il 25% delle preferen-
ze. Un risultato che rappresenterebbe
un grande choc per la politica tedesca
ma non ancora un cataclisma: a vota-
re fra 10 giorni saranno poco più di 5
milioni di persone, meno del 7%
dell’elettorato. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

BERLINO

GERMANIA

Brexit, Merkel

stoppa Johnson

“L’accordo

non si tocca”

L’


Afghanistan festeggia
i cento anni della sua
indipendenza e vede
avvicinarsi anche un al-
tro giorno storico, quel-
lo dell’accordo fra i Taleban e gli Stati
Uniti che dovrebbe mettere fine a 18
anni di guerra civile, l’ultima di una
serie cominciata negli anni Settanta
e mai interrotta. Il mediatore ameri-
cano Zalmay Khalilzad e quello del
gruppo islamista, l’ex braccio destro

del mullah Omar, Abdul Ghani Bara-
dar, hanno raggiunto l’accordo sui
tempi del ritiro delle truppe Usa dal
Paese, uno dei punti più difficili nel
negoziato. I talebani avevano propo-
sto 9 mesi, gli statunitensi ne chiede-
vano 18. Alla fine il mediatore taleba-
no ha accettato un periodo di 14 me-
si. Ora però dovrà convincere l’emiro
Hibatullah Akhundzada, al vertice
dal 2016, e, che già sogna di entrare a
Kabul come il suo predecessore fece
nel 1996, a sottoscrivere l’intesa.

Otto round di colloqui a Doha
I taleban cercano di mostrare un vol-
to “moderato”. Hanno condannato
l’attacco contro una festa di matri-
monio di domenica, rivendicato
dall’Isis e costato la vita a 63 perso-
ne, quasi tutte della minoranza scii-
ta. E hanno promesso di debellare
lo Stato islamico, e Al-Qaeda,
dall’Afghanistan, in modo che non
torni mai più una piattaforma per
lanciare attacchi jihadisti contro
America ed Europa. Otto round di
colloqui a Doha, in Qatar, hanno
permesso di limare quasi tutte le dif-
ferenze. Ma l’intesa non è ancora

chiusa. Resta una divergenza di fon-
do, e cioè sulle aree dove dovrebbe
essere applicato il cessate-il-fuoco,
primo passo verso il ritiro delle trup-
pe Nato, che ha ancora 20 mila uo-
mini sul terreno, 14 mila americani.
L’inviato americano Khalizad, tor-
nato ieri a Doha per nuovi colloqui,
ha insistito che si applichi a tutto il
Paese. I Taleban vogliono rispettarlo
soltanto nelle aree dove sono presen-
ti soldati occidentali. E quindi tenersi
le mani libere con le forze governati-
ve. Per il presidente Ashraf Ghani è il
segno che non sono sinceri, e voglio-
no continuare gli attacchi per mette-
re in ginocchio il governo e poi tratta-
re da una posizione di forza. In autun-
no dovrebbero cominciare i colloqui
diretti fra Kabul e gli studenti barbu-
ti, per accordarsi sull’esecutivo di uni-
tà nazionale. Non è un dettaglio da
poco. Il New York Times ha denuncia-
to come soldati e poliziotti vivano as-
sediati nelle loro basi e siano in grado
di controllare solo i centri urbani e le
principali strade. Senza una tregua
generalizzata rischiano di essere
spazzati via. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

A

lla fine di una trattativa
durata quasi due settima-
ne, è ufficiale e definiti-
vo che si terranno oggi i
funerali di Fabrizio Pisci-
telli, il capo degli ultrà della Lazio uc-
ciso mercoledì 7 agosto con un colpo
di pistola al Parco degli Acquedotti,
alle sette di sera in mezzo a decine di
persone.
Per garantire che il rito si svolga
senza problemi di ordine pubblico ci

saranno verifiche, controlli e saran-
no create «zone di sicurezza». Le ese-
quie saranno in forma privata e a nu-
mero chiuso. Potranno entrare solo
100 persone e inizieranno alle 15, al
Santuario del Divino Amore sull'Ar-
deatina.

Le zone di sicurezza
Già da ieri sera sono scattate le pri-
me misure previste dalle autorità. In-
nanzitutto, sono state predisposte
tre aree di sicurezza: la prima è il po-
liclinico di Tor Vergata, da dove par-
tirà la salma per evitare che si formi
un corteo. Controlli ci saranno an-
che al cimitero di Prima Porta, dove
il feretro arriverà dopo il funerale in
serata e dove dovrebbe avvenire do-
mani la cremazione. Un cordone di
forze dell’ordine sarà presente al
Santuario dove si svolgerà la cerimo-
nia funebre, in particolare al piazza-
le davanti al Santuario dove saran-
no fatti radunare quelli che non po-
tranno partecipare al funerale vero
e proprio, giornalisti compresi.
L'ingresso alle esequie è stato ri-
servato a sole 100 persone indicate
dalla famiglia del tifoso, tra cui con

ogni probabilità una rappresentan-
za degli «Irriducibili», il gruppo ul-
trà della Curva Nord di cui Piscitelli
è stato a lungo leader. La questura
però non esclude un afflusso ben
maggiore di tifosi, e per questo sono
state disposte diverse misure di sicu-
rezza. Lungo la strada che porta al
Santuario sono stati rimossi i veicoli
in sosta ma soprattutto saranno ef-
fettuati controlli ai caselli autostra-
dali, nelle stazioni ferroviarie, alle
fermate della metropolitana pro-
prio per monitorare l'arrivo dei grup-
pi di ultras non solo laziali ma anche
di altre tifoserie che potrebbero con-
vergere su Roma per dare l'ultimo sa-
luto a Piscitelli che negli ambienti ul-
trà veniva chiamato «Diabolik».
L'indicazione lanciata però dagli
Irriducibili «a tutte le tifoserie e ai
tanti amici di Fabrizio» è di non crea-
re problemi di alcun tipo, di avere
un comportamento «di educazione
esemplare» per non «cadere in squal-
lide provocazioni, tese da sciacalli e
occhi indiscreti». Le parole d’ordine
del gruppo sono «rispetto, silenzio e
compostezza».
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

S

e Boris Johnson sperava di
arrivare a Berlino questo
pomeriggio da Angela Mer-
kel, con in mano una mez-
za promessa di far ripartire
i negoziati sulla Brexit, dovrà riporre
nel cassetto sogni e piani. La cancel-
liera, che ieri si trovava in Islanda con
i leader dei paesi nordici, gli ha recapi-
tato un messaggio molto perentorio,
ribadendo che il trattato per l’uscita
britannica dalla Ue non si tocca. Por-

ta chiusa quindi? Non del tutto.
Johnson qualche spiraglio potrebbe
coglierlo sul fronte del cosiddetto
«backstop irlandese», il meccanismo
automatico per evitare la nascita di
un confine fisico fra Eire e Nord Irlan-
da. «La Ue è pronta a pensare a solu-
zioni pratiche» dei problemi posti da
Londra, ha detto la cancelliera.
Una posizione più morbida di quel-
la manifestata invece da Donald Tu-
sk al quale Boris Johnson in una lette-
ra ha chiesto un passo indietro
dell’Ue sul protocollo di salvaguar-
dia per evitare un confine fisico tra
Repubblica d'Irlanda e Irlanda del
Nord. Londra considera il backstop
«antidemocratico e in contrasto con
la sovranità» del Regno Unito. Ma
Tusk ha risposto a Downing Street
chiudendo su qualunque cambia-
mento del meccanismo, che per l'Ue
rappresenta «una garanzia» contro
la reintroduzione di una frontiera.
Nella lettera indirizzata a Tusk,
Johnson garantisce il suo «persona-
le impegno» sul fatto che il suo gover-
no «lavorerà con energia e determi-
nazione per raggiungere un accor-
do» sulla Brexit entro il 31 ottobre,

ma esclude che tale accordo possa
comprendere il backstop. La replica
di Tusk ha trovato il sostegno della
Commissione Europea, che dà «il
benvenuto all'impegno britannico
per un divorzio ordinato, che è nel
migliore interesse sia dell’Ue che del
Regno Unito», sottolineando però
che «non è stata proposta una solu-
zione legale per evitare frontiere fisi-
che sull'isola di Irlanda».

I negoziati con Trump
Intanto la Gran Bretagna continua il
suo processo di allontanamento
dall'Unione, con i ministri di Sua
Maestà che da settembre non parteci-
peranno ad alcune riunioni Ue e il
premier Johnson che discute con il
presidente americano Donald
Trump dell’accordo di libero scam-
bio tra Stati Uniti e Regno Unito.
«Grande discussione con Johnson.
Abbiamo parlato della Brexit e di co-
me procedere rapidamente con un
accordo di libero scambio. Non vedo
l'ora di incontrarmi con Boris questa
fine settimana al G7 in Francia», ha
twittato il presidente Usa. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Dopo le critiche del presidente del Consiglio
Giuseppe Conte sull’uso improprio dei sim-
boli religiosi, durante il suo discorso in Sena-
to, Matteo Salvini ha detto che «la protezio-
ne del cuore immacolato di Maria per l’Italia
la chiederò finché campo». La citazione del

leader della Lega non è generica: tende a
compiacere le migliaia di devoti della Ma-
donna, considerati in gran parte nell’ala con-
servatrice della galassia cattolica. Quella al
Cuore Immacolato di Maria è una devozio-
ne nata con san Giovanni Eudes nel ‘600.
Tre secoli dopo, il culto riceve un forte impul-
so a seguito delle apparizioni mariane di Fa-

tima, nel 1917. Nel 1944 papa Pio XII ne
estende la memoria liturgica (collocandola
nel calendario) a tutta la Chiesa, in ricordo
perenne della consacrazione del mondo da
lui stabilita nel 1942, durante la seconda
guerra mondiale. La ribadiranno i pontefici
Paolo VI, Giovanni Paolo II e Francesco. L’Ita-
lia è stata consacrata nel 1959.

EPA/NABIL MOUNZER

DOMENICO AGASSO JR

FLAVIA AMABILE

ALESSANDRA RIZZO

Redattori, giornalisti e foto-giornalisti
libanesi si sono dati appuntamento ieri
in piazza dei Martiri a Beirut. La prote-
sta è stata organizzata dal sindacato
dei redattori in favore alle libertà dell’e-
sercizio della professione e contro «un
arbitrario e ufficiale discredito nei con-
fronti dei giornalisti e della loro profes-
sione». Centinaia i lavoratori dei media
che hanno partecipato alla protesta.

BEIRUT

LIBANO

La protesta

dei giornalisti

in piazza

dei Martiri

RICCARDO ARENA WALTER RAUHE

7N

LA GIORNATA

IN SETTE NOTIZIE

GIORDANO STABILE

La parola del giorno

Cuore di Maria

Il riferimento in Senato di Matteo Salvini

GUIA BAGGI

MERCOLEDÌ 21 AGOSTO 2019 LASTAMPA 19
Free download pdf