La Stampa - 21.08.2019

(C. Jardin) #1
.

Massimiliano Cipolletta (Digital Innovation Hub)


“Non servono scienziati, a noi mancano tecnici”


“Competitività frenata


dalla mancata crescita


di cultura e formazione”


*

CLAUDIA LUISE


Ci sono le crisi storiche, più vol-
te date per chiuse ma ancora


apertissime, e le nuove tegole
pronte a cadere sulla testa dei


lavoratori al ritorno dalle fe-
rie. Quest'estate ha riservato


solo una breve pausa, i sinda-
cati torinesi hanno già segnato
in agenda un serie incontri tra


fine agosto e inizio settembre
per monitorare situazioni


aziendali definite critiche e
sperare di intervenire prima


che sia troppo tardi. Partendo
dai nodi irrisolti, Embraco è


l'emblema della crisi mai chiu-
sa. Poi c'è Manital, che gestisce


numerosi appalti pubblici e pri-
vati nel settore delle pulizie:


«la maggior parte dei commit-
tenti ha pagato gli arretrati de-


gli stipendi ai lavoratori ma re-
stano in sospeso tre mensilità
e la 14esima per gli appalti


Inps e Telecom» dice Orazio
Colapietra della Uil Trasporti.


Venendo alle nuove preoc-
cupazioni, il comparto dell'au-


tomotive ha una galassia di pic-
cole realtà che sono in bilico.


«Ho già segnato in agenda Co-
mital, Embraco, Blutech tra


quelle già esplose. Tra le nuo-
ve in bilico ci sono Olisitem e la


Mahle per cui avremo un in-
contro in Regione sulla mobili-


tà» spiega Claudio Chiarle del-
la Fim Cisl Torino. La Olisi-
stem è un'azienda informatica


che opera come call center e a
Torino impiega circa 600 di-


pendenti mentre la Mahle,
con sede a La Loggia, impegna


poco meno di 400 persone e si
occupa soprattutto di compo-


nenti diesel. Ma il caso poten-


zialmente più esplosivo è quel-
lo della Lear Corporation di
Grugliasco, circa 600 dipen-
denti. «Ci vedremo i primi gior-
ni di settembre - conferma il se-
gretario torinese della Uilm
Dario Basso - per mappare tut-
to l'indotto automotive che sta
soffrendo e soffrirà ancora di
più. La Lear di corso Alaman-
no occupa circa 600 operai e
poi c'è la Valeo anche da moni-
torare, altre 300 persone».
«Sono estremamente preoc-
cupato - spiega il segretario ge-
nerale Cisl Domenico Lo Bian-
co - Tante filiere oggi pagano il

contesto politico del Paese.
Ma il Mise deve anche rivede-
re la sua vocazione e mettere
in campo idee e risorse per con-
vertire e reindustrializzare».
Per la segretaria generale Cgil
Enrica Valfrè una nota dolente
è il tema del lavoro pubblico:
«Bisognerà capire se verrà con-
fermata la volontà di non copri-
re le uscite dei lavoratori e la-
sciare molti uffici senza perso-
nale. E lo stesso vale per l a Sa-
nità dove da anni stiamo aspet-
tando assunzioni». Preoccupa-
zione arriva poi dalla Comda-
ta di Ivrea che si occupa di ser-
vizi telematici: è da mesi in so-
lidarietà e ha lasciato a casa
tutti gli interinali. «Soprattut-
to - aggiunge Edi Lazzi della
Fiom - non si vede nessuna pro-
spettiva di rilancio: Fca conti-
nua a perdere terreno anche
perché la produzione della
500 Elettrica non sta interes-
sando molte aziende dell'in-
dotto. La Lear rappresenta em-
blematicamente questa situa-
zione: i sedili del nuovo model-
lo non le sono stati assegnati».
Altro comparto in via di tra-
sformazione è quello del com-
mercio. C’è il fallimento di
Mercatone 1 e l'incognita del-
la grande distribuzione che si
sta riorganizzando dopo la fu-
sione Conad Auchan. «Il 27 ci
sarà un incontro al ministero -
spiegano Carla Destefanis e
Cristiano Montagnini, Fisa-
scat-Cisl - Si aspettano tagli di
sedi e personale. Anche i Carre-
four navigano a vista e a livello
nazionale c'è già stato un ac-
cordo per 500 esuberi ». —
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i temi del lavoro


Dal caso Embraco


ai tagli di Carrefour


Oltre mille posti


sono a rischio


L’allarme dei sindacati: primi tavoli già a fine mese


“Trattative più difficili per la situazione politica”


*

«P

er continuare
a rimanere
competitivi si
deve agire con-
temporaneamente su due po-
tenti leve: quella dell’efficien-
za di processo e quella di inno-
vazione di modello di business
e di prodotto. In assenza di que-
st’ultima le potenzialità di Indu-
stria 4.0 non sono sufficienti a
garantire, quanto meno nel lun-
go periodo, una sopravvivenza
ottimale delle aziende. Occorre
iniziare a vedere il digitale nelle
sue opportunità complessive:
gli ingredienti che compongo-
no il ricco menu tecnologico di
Industria 4.0 possono dare un
impulso straordinario alla com-
petitività». Ne è convinto Massi-
miliano Cipolletta, presidente
del Digital Innovation Hub Pie-
monte nonché vice presidente
dell’Unione Industriale di Tori-
no e amministratore delegato
del Gruppo Scai.
Perché?
«È un’esigenza che appare criti-
ca per tutta l’industria italiana.
Anche in Piemonte, culla stori-
ca delle filiere automotive e ae-
rospace, dove le altissime com-
petenze ingegneristiche e mani-
fatturiere devono ora essere co-
niugate con la nuova cultura
d’impresa digitale».
Quale effetto ha ottenuto il
piano Industria 4.0?
«Parlo delle Pmi perché le
grandi imprese seguono per-
corsi avanzati. Sicuramente è
aumentata la consapevolez-
za, quasi tutte hanno intuito
che la trasformazione digitale
oltre a essere una necessità è
anche un'opportunità. E esse-
re parte di una filiera consente
un effetto trascinamento che
porta tutti ad accelerare la tra-
sformazione. Poi è partita la fa-
se implementativa del piano
che ha come primo passo la
formazione, perché non ci si
inventa competenze digitali
se non ci sono».

Quali sono i principali ostaco-
li?
«Sono ancora di tipo infra-
strutturale. La connettività
non è ancora adeguata, soprat-
tutto in periferia. Il 5G resta
una prospettiva solo in futuro.
L’altro elemento, nonostante
la consapevolezza acquisita,
resta culturale. L'imprendito-
re manifatturiero, infatti, fa
ancora fatica a investire in ele-
menti intangibili come il digi-
tale. Altra insidia è la sicurez-
za e il particolare la cybersecu-
rity che è vissuta come un pro-
blema. A questo proposito è
stato siglato un accordo con la
polizia postale per dare un ap-
poggio agli imprenditori colpi-
ti. Comprendiamo sia un
aspetto critico ma va superato
insieme con determinazione e
coraggio. Ultimo punto sono
le competenze e mi sembra
che politica e istituti formativi
non stiano facendo ancora ab-
bastanza per colmare il diva-
rio tra domanda e offerta di
personale specializzato per
portare avanti la trasformazio-
ne digitale. Non necessaria-
mente scienziati, ci mancano
anche i tecnici». C. LUI.

C

onsapevolezza e
nuovi macchinari
per rinnovare una
dotazione che per
quasi il 30% aveva oltre 20 an-
ni. Anche se in Piemonte il pia-
no Industria 4.0 non è stato
sfruttato al meglio, ha ottenu-
to dei risultati che sono stati
fotografati in un primo bilan-
cio di Unioncamere e Ires Pie-
monte, a quattro anni dall'ini-
zio degli incentivi e che illu-

stra lo stato di salute delle im-
prese e gli effetti sulle azien-
de. Ne esce un quadro di im-
prese che hanno pensato più a
sfruttare i benefici con cambi
piccoli e non strutturali, sen-
za un piano che potesse rinno-
vare l'azienda. A livello regio-
nale, l’analisi effettuata
dall’Osservatorio MECSPE
evidenzia come, nella perce-
zione dei manager (invitati a
indicare un giudizio da 1 a
10), all’interno delle imprese
sia presente una buona diffu-
sione delle conoscenze: per

quasi l’80% dei rispondenti il
giudizio sulla preparazione
complessiva del personale
nell’analisi e gestione dei dati
è pari o superiore a 7.
L’analisi effettuata dall’Uffi-
cio Studi di Unioncamere mo-
stra un significativo incremen-
to del numero di aziende che
hanno iniziato ad introdurre
le nuove tecnologie digitali co-
me l'Advanced Manifacturing
solution adottato dal 49,8%
delle imprese o la realtà au-
mentata dal 39,6%. Ma dallo
studio emerge che il piano è

stato indirizzato essenzial-
mente alle aziende manifattu-
riere e soprattutto che tra le di-
mensioni chiave della trasfor-
mazione digitale appare sotto-
valutata l’innovazione di pro-
dotto e il cambiamento del mo-
dello di business. Altra peculia-
rità è scarsa capacità di lavora-
re in filiera: per le imprese di
minori dimensioni risulta po-
co conveniente sostenere i co-
sti fissi, inclusi quelli organiz-
zativi, necessari alla transizio-
ne verso il paradigma 4.0. Ma
ci sono anche casi positivi co-
me la scelta di uno dei principa-
li produttori di componenti
plastici per l’industria automo-
bilistica, che ha riunito 9 azien-
de tra produttori di componen-
ti, produttori di macchinario,
fornitori di software ed istituti
di ricerca per realizzare una
piattaforma di integrazione in
ottica Industria 4.0. Openplast
verrà messa a disposizione a

tutte le aziende interessate del-
la filiera.
Guardando ai settori, c'è sta-
ta una scarsissima partecipa-
zione della filiera agricola e
alimentare: appena il 18,5%
delle imprese ha adottato tec-
nologie agrifood, bio-based
economy e a supporto. L'uso
dei big data è diffuso nel
22,9% delle imprese e sta gua-
dagnando terreno l'additive
manufacturing che si attesta
quasi al 28%. Tecnologie che i
piccoli considerano inutili per
il loro business ma che invece
stanno diventando essenziali
per competere. Inoltre, le
competenze per implementa-
re un serio piano di trasforma-
zione digitale sono carenti, in
particolare le Pmi hanno diffi-
coltà ad attrarre risorse quali-
ficate, ancor di più se sono lo-
calizzate lontano dai grandi
centri urbani. C. LUI. —
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Una lettrice scrive:

«Caro Specchio dei tempi,
vorrei manifestare la mia
opinione sull’uso della lin-
gua italiana, una lingua dav-
vero molto ricca di termini
per esprimere chiaramente
il nostro pensiero. Vedo e
sento spesso usare la parola
“furbetti” per connotare dei
“ladretti” e “centri sociali”
per individuare dei centri,
molto spesso occupati ille-
galmente, dei quali si cono-
scono violenze e distruzioni
che noi dobbiamo riparare
al costo di altissime tasse.
Che ne dite se noi, cittadini
perbene, li chiamassimo in
altro modo, con terminolo-
gia più calzante? Ci sono

molti termini decisamente
più adatti... Grazie dell’ospi-
talità Specchio, sei rimasto
l’unico che accoglie e tra-
smette i nostri disagi».
MARISA

Un lettore scrive:

«La Stampa di venerdì 9 ago-
sto: “ L’onda di plastica soffo-
ca il Po” con tante fotografie
che illustrano lo stato del fiu-

me. Una in particolare ritrae
un ammasso di rifiuti tratte-
nuto da settimane da un
tronco a ridosso della diga
di piazza Vittorio. Ora quel-
la diga è in secca proprio dal-
la parte in cui insiste l’am-
masso di rifiuti.
«Non è che questa possa es-
sere una buona occasione
perché chi è delegato alla pu-
lizia del fiume porti via quel-
lo schifo? Perché nessuno si

muove? In Comune c’è anco-
ra qualcuno?».
COSTANZO EZIO

Un lettore scrive:

«Ho trascorso una breve va-
canza a Torino e ho incontra-
to una grossa difficoltà nel tro-
vare una rivendita di biglietti
dei trasporti pubblici che non
si possono acquistare sul
tram/autobus, ma solo nelle

rivendite/chioschi.
Perché non si potrebbero, in-
vece, acquistare sul mezzo
pubblico, mediante un supple-
mento? A Bruxelles, dove abi-
to, si può fare. Si potrebbero
anche installare dei distributo-
ri automatici alle fermate».
MARTINO BUCELLA

Un lettore scrive:

«Ho visto quest’oggi il servi-

zio sui nuovi bus acquistati da
Gtt, dal quale ho notato che i
sedili sono rivestiti di tessuto,
molto più difficile da tenere
pulito e meno resistente all’u-
so e mi sono venuti alla men-
te quelli che sono già presenti
su alcuni bus, lerci tanto che
non viene certo voglia di se-
dervisi sopra.
«Ritengo che sui bus urbani
sarebbe molto più sensato
adottare dei sedili totalmente
di materiale plastico, molto
più facili da tenere puliti.
«Questi sedili sono sicura-
mente meno comodi ma i per-
corsi in città sono abbastanza
brevi e la priorità dovrebbe es-
sere data alla facilità di manu-
tenzione».
GIANPAOLO

Industria 4.0, il bilancio di Unioncamere e Ires

Rinnovato il 30% dei macchinari


Escluse le piccole realtà agricole


i dati dell’ocse

La rivoluzione dei robot e l’impreparazione


Un’azienda su 4 non trova giovani preparati


Lo dice l'Ocse: il 14% dei posti
di lavoro in Piemonte potreb-
be essere facilmente robotiz-
zato e un altro 35% è destina-
to ad essere riqualificato. Il
processo di transizione occu-
pazionale connesso alla tra-
sformazione digitale accele-
ra, seppure in ritardo rispetto
ad altre aree europee. Ma la
mancanza di competenze è un
ostacolo che assume una rile-
vanza preoccupante. L’indice
di disoccupazione giovanile
regionale è al 33%. Ma nello
stesso tempo il 27% delle
aziende sono alla ricerca di fi-
gure professionali che non rie-
scono a trovare. Così le nuove
tecnologie permettono di ri-
pensare il modello di busi-

ness, modificando di conse-
guenza l’approccio al merca-
to. L’enorme mole di dati di-
sponibili e gli strumenti di pro-
gettazione e simulazione han-
no trasformato drasticamen-
te il rapporto tra cliente e for-
nitore. C. LUI. —
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600

Gli addetti torinesi
ai call center della

Olisistem, che ha perso
importanti commesse

LA MAPPA DELLA CRISI

3

MASSIMILIANO CIPOLLETTA,
PRESIDENTE DIGITAL
INNOVATION HUB PIEMONTE


  1. Tra le vecchie crisi mai risolte c’è quella dell’Embraco.

  2. Preoccupa la riorganizzazione della grande distribuzione.

  3. Molte incertezze per i sindacati anche sul fronte della Sanità.


Specchio dei tempi

«Ad ogni cosa il proprio nome» - «Po, ripuliamolo adesso» - «Turisti in difficoltà

per i biglietti dei mezzi» - «Nuovi autobus con sedili in tessuto»

RETROSCENA

500

Gli esuberi già previsti
dal colosso della

distribuzione
Carrefour in tutta Italia

400
I lavoratori della Mahle

di La Loggia, che si
occupa principalmente

di componenti diesel

INTERVISTA

1

LA MAPPA DELLA CRISI

La connettività non è

ancora adeguata,

soprattutto in

periferia. Il 5G è una

prospettiva futura

2

UN LASCITO A SPECCHIO DEI TEMPI: PER LASCIARE IL RICORDO PIU’ BELLO - http://www.specchiodeitempi.org/eredita - [email protected]

MERCOLEDÌ 21 AGOSTO 2019 LASTAMPA 41
CRONACA DI TORINO

T1 PR
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