La Stampa - 21.08.2019

(C. Jardin) #1

.


CLAUDIO LAUGERI

«H

o preso in
mano la
sgorbia, mi
volevo ucci-
dere. Poi, ho cambiato idea».
Roberto De Gaudio, 65 anni,
parla con un filo di voce. Vuo-
le spiegare al giudice Luca Fi-
delio perché domenica ha uc-
ciso la moglie Brigida De Ma-
io, coetanea, da quarant’an-
ni compagna di vita e da set-
te anni sostegno nella malat-
tia. Già, perché da anni Ro-
berto è in cura al centro di sa-
lute mentale per una depres-
sione con risvolti di «psicosi pa-
ranoide». «Non riesco a com-
prendere come sia possibile
che un soggetto in cura presso
il dipartimento di salute men-
tale abbia potuto commettere
tale delitto», dice il difensore,
l’avvocato Riccardo Magarel-
li. Tragedia avvenuta nell’al-
loggio al settimo piano della
palazzina in corso Orbassano
255 «nonostante vi fossero sta-
ti nei giorni precedenti eviden-

ti segnali di disagio». Il legale
allude all’episodio dell’8 ago-
sto, quando Del Gaudio è stato
avvicinato da una «Volante»:
vagava nella zona dell’Oftalmi-
co. Solo, in stato confusionale.
Gli agenti hanno chiamato la
moglie e lei ha spiegato la si-
tuazione. E ha anche manife-
stato l’intenzione di trovargli
una sistemazione in una comu-
nità terapeutica. Ancora l’av-
vocato Magarelli: «Forse, la te-
rapia somministrata non era
idonea o non vi sono stati con-
trolli sulla sua effettiva assun-
zione. Mi auguro che le indagi-
ni della procura si orientino an-
che in tal senso».

Il delitto
Do menica, ora di pranzo. Bri-
gida è impegnata ai fornelli.
Dà le spalle al marito, che è nel-
la stanza vicina. I due hanno
trascorso insieme una vita.
Ogni tanto, discutono. Ma ne-
gli ultimi tempi, la situazione è
più tesa. E almeno in un’occa-
sione, Roberto è violento. A pa-
role. Minaccia di morte la mo-
glie, a voce alta. Tanto che una
vicina di casa si preoccupa e

chiama i carabinieri. È il 28
marzo del 2018. Da quel gior-
no, nessun episodio attira più
l’attenzione dei vicini.
E domenica, nulla lascia
presagire la tragedia. Brigi-
da cucina, Roberto è tranquil-
lo. Poi, passa davanti al tavo-
lo dove è appoggiata la sgor-
bia. La vista dell’arnese risve-
glia l’idea del suicidio. Ci ave-
va già pensato altre volte. In
un’occasione, era andato sul
terrazzo, aveva guardato ver-
so il basso, ma non aveva avu-
to il coraggio di andare oltre.
Domenica, Roberto prende
l’arnese, vuole tagliarsi le ve-

ne. Ma di nuovo, gli manca il
coraggio. Guarda la moglie.
Si avvicina. «Ricordo di aver-
la colpita con la sgorbia, non
ricordo quante volte. Non c’è
stata alcuna lite, non so per-
ché l’ho fatto». Brigida non
ha scampo. Ha appena il tem-
po di voltarsi, per vedere il
marito pronto a colpire. «Ol-
tre 30 fendenti», ricorda il
giudice Fidelio, nell’ordinan-
za di custodia cautelare fir-
mata ieri per tenere in carce-
re Del Gaudio. Lei cerca di
contrastarlo e finché ha fiato
in gola continua a supplicare
il marito di fermarsi: «Cosa

fai? Cosa fai?» Sfogata la fu-
ria, Roberto ci mette un’ora e
mezza prima di realizzare di
aver ucciso la moglie. E a
quel punto, chiama il «112».

La malattia
Risale al 2012, quando Del-
Gaudio era impiegato comu-
nale a Leinì. Le sue condizio-
ni di salute lo rendono incom-
patibile con quel lavoro. Con
tutti i lavori. Per questo, ottie-
ne una pensione di invalidi-
tà. Ma la depressione con ri-
svolti di «psicosi paranoide»
è spossante. «Non ce la face-
vo più, assumo psicofarma-
ci», cerca di argomentare
con gli investigatori della
Squadra Mobile, intervenuti
pochi istanti dopo aver rice-
vuto la chiamata di Del Gau-
dio. «Auspico che venga svol-
ta al più presto una consulen-
za tecnica che accerti lo stato
di salute del mio assistito, og-
gi così come al momento dei
fatti», dice ancora l’avvocato
Magarelli. In questi giorni, il
medico legale Roberto Testi
farà l’autopsia disposta dal
pm Marco Sanini.

ANDREA BUCCI


U

briacata, forse dro-
gata e violentata
nei locali del Centro
Sociale «Castellaz-
zo» in via Arduino, centro sto-
rico di Ivrea. A raccontarlo è
una ragazza: ha solo 17 anni
ed è sotto choc. Non abita a
Ivrea, ma nella città patrimo-
nio dell'Unesco ci lavora ed
ha molti amci. L'episodio è ac-
caduto la notte di domenica
11 agosto e il giorno seguen-
te, accompagnata dalla mam-
ma, la ragazza si è presentata
in commissariato a Ivrea per
denunciare la vicenda di cui
sarebbe rimasta vittima.
Davanti agli agenti ha rac-
contato di essere stata vittima
di un abuso di gruppo e per
questo il sostituto procurato-
re di Ivrea Lea Lamonaca ha
aperto un fascicolo (per il mo-
mento a carico di ignoti) ipo-
tizzando il reato di violenza
sessuale di gruppo. Non ci so-
no indagati, ma sono già stati
ascoltati in qualità di testimo-
ni cinque ragazzi presenti

quella notte: alcuni coetanei
della ragazza ed altri di qual-
che anno più grandi.
Erano circa le due di notte di
domenica 11 agosto. La ragaz-
za ha un appuntamento con
un amico. I due si trovano in
via Arduino, il salotto buono
della città. Lui non perde tem-
po, la invita a bere qualcosa e

si appartano nei locali del «Ca-
stellazzo». Bevono e forse fu-
mano anche qualche spinello.
Poco dopo arrivano altri ragaz-
zi, che si uniscono alla festa. E
qui nella mente della giovane
vittima spariscono le certezze
e resta solo il dolore. La ragaz-
za si sarebbe risvegliata nei lo-
cali di via Arduino in stato con-

fusionale, ubriaca con i vestiti
strappati e lividi in diverse par-
ti del corpo. Sarebbe uscita e
con difficoltà avrebbe poi rag-
giunto il pronto soccorso a
Ivrea dove è stata visitata e di-
messa con un referto medico
che gli inquirenti ritengono
«piuttosto dubbio».
Sul corpo i medici non

avrebbero evidenziato lesioni
particolari.
Le indagini sono in corso e ie-
ri, poco prima delle 8, su dispo-
sizione della procura eporedie-
se, una trentina di poliziotti
della scientifica del commissa-
riato di Ivrea e della Digos,
hanno fatto irruzione nel Cen-
tro Sociale Castellazzo. Un at-
to dovuto, spiegano, per rico-
struire la vicenda alla ricerca –
come si legge dagli atti – di in-
dumenti, bevande alcoliche
ed eventuali sostanze stupefa-
centi consumate quella notte.
Ma ieri mattina il Centro Socia-
le Castellazzo era deserto e gli
agenti sono riusciti a seque-
strare solo un paio di bottiglie
vuote di superalcolici.
Un altro aspetto ancora da
chiarire è come abbiano fatto
il ragazzo e la ragazza ad entra-
re nei locali di via Arduino. La
porta del Centro Sociale era
aperta? C'era un lucchetto? È
stato forzato? La procura di
Ivrea è cauta e assicura che i ra-
gazzi ascoltati dalla polizia co-
me testimoni non appartengo-
no al Centro Sociale «Castellaz-
zo», luogo solitamente fre-
quentato da appartenenti all'a-
rea anarchica e di estrema sini-
stra molto vicini al Centro So-
ciale Torinese Askatasuna.
La vicenda richiama alla me-
moria un analogo episodio av-
venuto a Parma nel 2010
nell'ex sede della Rete Antifasci-
sta: la vittima era una ragazza
appena maggiorenne che fre-
quentava spesso i componenti
del collettivo. Ma lei a differen-
za della 17 enne di Ivrea non de-
nunciò l'episodio, emerso gra-
zie a una soffiata anonima. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Non riesco a

comprendere come

un soggetto in cura

psichiatrica abbia

potuto uccidere

L’uomo ha confessato anche davanti al giudice


Il difensore: “Chiederò una perizia psichiatrica”


“Ho ucciso

mia moglie

ma non saprei

dire il motivo”

IL CASO

La vicesindaca

“Da oltre 20 anni

quegli spazi

sono un problema”

RICCARDO MAGARELLI
AVVOCATO
DIFENSORE

Sulla Stampa

La denuncia alla polizia di una giovane entrata nella struttura di Ivrea con un gruppo di amici


La procura ha avviato un’inchiesta. Nel sopralluogo, sono state sequestrate due bottiglie vuote


“Ubriacata e stuprata di notte


nelle stanze del centro sociale”


Il centro sociale di Ivrea, dove sarebbe avvenuta la violenza di gruppo denunciata da una giovane

La vicenda della presunta
violenza sessuale di gruppo
avvenuta nel Centro sociale
«Castellazzo» denunciata
dalla diciassettenne riporta
l’attenzione su quello stabi-
le di proprietà comunale. Di
questo si parlerà nella prossi-
ma riunione dei capigruppo,
in programma nei prossimi
giorni. E la polemica è quasi
scontata. Ieri, però, la vice-
sindaca Elisabetta Ballurio
ha inviato sul posto l’ufficio
tecnico per cambiare i luc-
chetti della porta di accesso.
Per Ballusio, il centro socia-
le «Castellazzo» è da sempre
una priorità: «Purtroppo è
una situazione che abbiamo
ereditato. Sono circa
vent’anni che quel centro so-
ciale è attivo, fin dai tempi
del sindaco Fiorenzo Grijue-
la. Prima di questo episodio,
c’era già un’attività di con-
trollo regolare da parte delle
forze dell’ordine».A. BUC.

IL CASO

La polizia è intervenuta domenica all’ora di pranzo nella palazzina di corso Orbassano 255

L’articolo uscito lunedì sulla Cro-
naca di Torino de La Stampa, do-
ve veniva ricostruito l’omicidio
di Brigida De Maio, confessato
dal marito Roberto Del Gaudio.

MERCOLEDÌ 21 AGOSTO 2019LASTAMPA 45
CRONACA DI TORINO

T1 PR
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