La Stampa - 21.08.2019

(C. Jardin) #1
.

NICOLA MORRA Il presidente dell’Antimafia


“Il Movimento ha molti assi nella manica”


“Cerchiamo

anche altri nomi

per guidare

Palazzo Chigi”

FEDERICO CAPURSO
ROMA

N

icola Morra, sena-
tore 5 stelle e presi-
dente della com-
missione Antima-
fia, caduto il governo con la
Lega, ora si può aprire il dia-
logo con il Pd.
Lei è favorevole?
«La lega era ed è un partito
di sistema, tanto è vero che
il giorno dopo aver staccato
la spina, Matteo Salvini ha
fatto visita a Silvio Berlusco-
ni. Anche il Pd, però, è stato
finora una forza politica di
sistema».
Grillo spinge verso un’al-
leanza con Zingaretti. È d’ac-
cordo?
«Beppe suggerisce di parlare
con chi è “elevato”. E l’eleva-
to per eccellenza è il Presi-
dente della Repubblica. Sia-
mo fiduciosi che lui sappia,
coerentemente con la nostra
Costituzione, fare la scelta
migliore per il Paese».
Resta l’incognita Giuseppe
Conte. Vorreste tenerlo al
vostro fianco? Provare un
Conte-bis?
«Conte è prezioso e lo ha di-
mostrato facendo un discor-
so di spessore come da tem-
po non si sentiva in quest’Au-
la. Ma domando a tutti noi:
chi è che lo conosceva prima
di questo governo? Il Movi-
mento ha tirato fuori un asso
nella manica un anno fa e al-
lo stesso modo ne può tirare
fuori altri cento».
È un discorso che vale an-
che per Di Maio?
«Questi sono problemi del
Movimento. Luigi è una risor-
sa e finora ha goduto della fi-
ducia della maggioranza de-
gli attivisti. Quello che sarà,
lo si vedrà dopo l’intervento
di Mattarella».
Tra di voi ci sono resistenze
al Pd. Come superarle?
«Credo che la sfida sia la stes-
sa di un anno e mezzo fa.
Poi, certo, nessuno di noi
pensava che dopo tutto que-
sto tempo non ci fosse anco-
ra la commissione d’inchie-
sta sulle banche. Ora Salvini
su questo ironizza, ma per-
ché per 14 mesi la Lega non
l’ha fatta partire? ».
Si è dato una risposta?
«Forse in alcuni istituti di
credito del Nord ci potrebbe
essere il coinvolgimento di
uomini della Lega? È una do-
manda che mi faccio. E poi
Salvini...».
Cosa?
«Approfittava di ogni occa-
sione per mostrarsi come il
garante dell’ordine e della si-
curezza, indossando divise e
uniformi, salvo poi non ono-

rare i suoi impegni istituzio-
nali, come quello di venire in
commissione antimafia a rife-
rire, come gli ho chiesto più
volte dal dicembre scorso a
una settimana fa. E poi que-
sta ostentazione dei simboli
religiosi...».
Ha baciato il rosario anche
in Aula.
«La superficialità più grave
sta nell’ostentazione di sim-
boli religiosi nelle zone di ma-
fia, camorra, ’ndrangheta. Si-
gnifica, nel migliore dei casi,
non conoscere la storia di
quelle realtà».
Salvini rivendica il suo lavo-
ro di contrasto alle mafie.
Lei lo boccia?
«Hanno fatto un ottimo la-
voro le procure e le forze
dell’ordine, non lui. Avreb-
be potuto fare molto di più,
inasprendo ad esempio le
pene per i reati finanziari,
dalle fatturazioni false alle
criptovalute con cui la mala-
vita sempre di più acquista,
ad esempio, grandi quanti-
tativi di droga».
Dovevate rompere prima?
Dopo il caso Siri o le ombre
russe mai chiarite...
«E nell’elenco delle tante e
tante sofferenze si può ag-
giungere anche il caso Di-
ciotti. Ma adesso abbiamo
la possibilità di trasforma-
re gli eventi negativi in
un’occasione perimparare
a fare meglio». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATIRARE E FARE MEGLIO».

ALESSANDRO BARBERA
ROMA
Senatore Marcucci, cosa ne
pensa del j’accuse di Conte a


Salvini?
«Abbiamo apprezzato il rispet-


to che ha mostrato per il Parla-
mento, ma il nostro giudizio


sul suo governo è estrema-
mente critico. Non possiamo


fare sconti».
Sta dicendo che non ci può es-
sere nessun Conte-bis con Pd


e Cinque Stelle?
«Perché quell’accordo si pos-


sa realizzare ci dovrà essere


una forte discontinuità di per-
sone e programmi. Ciò detto,
a dare l’incarico sarà il Presi-
dente della Repubblica. Sia-
mo felici che questo governo
sia finito, e che da domani si
apra un capitolo nuovo che
passa dal Parlamento».
Per i Cinque Stelle non sarà
facile accettare un altro no-
me a Palazzo Chigi. E poi co-
me pensate di firmare un ac-
cordo di governo coi Cinque
Stelle? La crisi è nata sul voto
alla Tav: loro contro, voi a fa-
vore con la Lega.
«Siamo molto preoccupati e
coscienti delle difficoltà.
Ma qui si rischiano pesanti

aumenti Iva e l’esercizio
provvisorio. Se ci sono le
condizioni per un accordo,
dobbiamo tentarlo nell’inte-
resse del Paese».
E se le condizioni non ci fos-
sero?
«Le elezioni non ci spaventa-
no».
C’è la possibilità di un gover-
no ponte?
«È un’opzione inutile e poco
credibile. L’accordo dovrà es-
sere discusso seriamente per
un governo che duri».
Per fare il contratto di gover-
no Lega-Cinque Stelle ci vol-
lero settimane, e le voci che
giungono dal Quirinale dico-

no che il presidente chiede
soluzioni in tempi rapidi.
«Il calendario e i tempi li deci-
de lui».
Nell’accordo potrebbe entra-
re anche il sì alla riforma co-
stituzionale che riduce il nu-
mero dei parlamentari?
«Quella riforma così com’è
non va bene. Se ci sarà un ac-
cordo, sarà complesso e ge-
stito dal nostro segretario.
Vedremo».
Un altro punto delicatissimo
è la manovra per il 2020: ci so-
no 23 miliardi di aumenti Iva
difficili da evitare perché que-
sta volta sono a copertura di
spese già fatte. Come farete?

«La manovra sarà molto diffi-
cile a causa degli errori di que-
sto governo. Ma non farla si-
gnifica mettere in difficoltà l’e-
conomia e i consumi».
Non temete poi di pagare
questo senso di responsabili-
tà nelle urne?
«Ci preoccupa molto, ma chi
ha responsabilità pubbliche
deve farsene carico fino in fon-
do. Salvini la invoca spesso, io
vedo proclami e tweet».
L’accordo di governo potreb-
be allargarsi a Forza Italia?
«Noi non mettiamo veti e non
precludiamo nulla. Il presi-
dente della Repubblica farà le
sue valutazioni, ma dagli in-
terventi in aula di oggi ho trat-
to l’impressione che il centro-
destra non sia mai stato unito
come oggi».
Il ritiro della mozione di sfi-
ducia della Lega potrebbe es-
sere il segno di un ripensa-
mento da parte di Salvini?
«Mi è parsa una mossa tardiva,
inutile e poco dignitosa».—
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

RICCARDO ANTIMIANI/ANSA

ILARIO LOMBARDO
ROMA

E adesso per lasciare a Giusep-
pe Conte la sedia più importan-
te di Palazzo Chigi, il M5S
scommette tutto sul fattore
tempo e su Sergio Mattarella.
Sanno che di tempo il capo del-
lo Stato ne lascerà poco, po-
chissimo. Proprio alla luce di
questa accelerazione, però, i 5
Stelle sperano che il presiden-
te della Repubblica crei una
sponda favorevole per supera-
re i veti del Pd e puntare sull’u-
nico nome a disposizione. Ma
se il muro innalzato dai dem
dovesse essere davvero inscal-
fibile, il M5S starebbe pensan-
do addirittura di sfoderare un
mossa a sorpresa: un passo in-
dietro di Luigi Di Maio. Sareb-
be un sacrificio enorme, per-
ché non entrerebbe nella squa-
dra del futuro governo giallo-
rosso, per concentrarsi solo
sulla cura riabilitativa del Mo-
vimento. Qualcuno, anche tra
i suoi uomini più fidati, glielo
sta sussurrando all’orecchio. Il
capo politico, già intenzionato
a ridimensionare il proprio
ruolo, e ad abbandonare la ca-
rica di vicepremier, puntava
ancora a tenere non più due
ma un ministero. Il suo addio

all’esecutivo sull’altare del
compromesso però è un’opzio-
ne che monta anche tra chi ap-
pena due giorni gli ha chiesto
di dare maggiore rappresen-
tanza all’assemblea degli elet-
ti e tra alcuni ministri e sottose-
gretari che sotto sotto nutrono
un sospetto: che Di Maio vo-
glia far naufragare il negozia-
to con i dem, tenendosi aperte
due strade: o tornare con la Le-
ga o puntare al voto. E di ele-
zioni nelle ultime 48 ore si è ri-
cominciato a parlare nel M5S,
quasi non fosse più un tabù.
C’è ancora molta tattica, va
detto. Mentre passa Salvini
con Giancarlo Giorgetti e Lo-
renzo Fontana, il sottosegreta-
rio del M5S Stefano Buffagni
si lascia andare a una battuta
di sarcasmo che cita lo stesso
leghista: «La pacchia è finita»
dice. Ma il governo con il Pd?
«Difficilissimo, vediamo». An-
che nello staff di Conte l’invito
è di spegnere gli entusiasmi e
di attendere i prossimi passag-
gi istituzionali. Il premier ha
detto chiaramente che «nulla
è scontato», che lui certamen-
te non si farà trascinare nel rim-
pallo politico per essere brucia-
to: «Piuttosto torno a fare l’av-
vocato, alle lezioni con i miei

studenti». Certo non nascon-
de l’orgoglio per i sondaggi
che lo incoronano, i sostenito-
ri arrivati fino a Palazzo Mada-
ma con striscioni d’affetto, e
per le telefonate e i messaggi
dei vari leader mondiali. Gli
scrive per fargli fa sentire la
propria vicinanza la presiden-
te della Commissione Ue Ursu-
la von der Leyen. La cancellie-
ra tedesca Angela Merkel, con

cui oggi è prevista una telefo-
nata, il presidente francese
Emmanuel Macron, il presi-
dente Usa Donald Trump, tut-
ti gli fanno arrivare il proprio
sostegno. Un apprezzamento
internazionale che per i vertici
dei 5 Stelle non può andare di-
sperso e che sperano Mattarel-
la farà pesare con Zingaretti.
Soprattutto in Europa, è il ra-
gionamento, Conte è un inter-
locutore conosciuto: «La Von
der Leyen deve molto a lui. E
questo «in vista della manovra

è certamente un aiuto», è la ri-
flessione di Di Maio.
I parlamentari grillini, anco-
ra storditi per un’euforia che do-
po il discorso del premier sfu-
ma nella commozione, cerca-
no conferme sulle reazioni del
Pd e se sia vero, come sembra,
che i dem vogliono comunque
lo scalpo del premier, nono-
stante un discorso programma-
tico già rivolto a sinistra. Non
sanno ancora che il segretario
del Pd Nicola Zingaretti ha sen-
tito Di Maio e gli ha detto che
per Conte non ci sarà alcuna
chance di un bis. Se lo aspetta-
vano. E’ nella logica della politi-
ca. La trattativa deve partire in
salita per il Movimento, i grilli-
ni devono scontare anni di in-
sulti e 14 mesi di governo sovra-
nista con Salvini. Ma, dice Di
Maio, «senza Conte, la trattati-
va salta. Il Movimento non reg-
gerebbe. E poi, quale sarebbe
l’alternativa?». Ancora non c’è.
Il Pd potrebbe insistere su un
nome come Raffaele Cantone.
Un profilo che potrebbe piace-
re perché è il magistrato che è
stato per anni alla guida dell’an-
ticorruzione. Ma per i vertici
del M5S ha un sapore ancora
troppo renziano. —
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GIUSEPPE LAMI/ANSA

LA CRISI

NICOLA MORRA
SENATORE 5 STELLE
GUIDA LA COMM. ANTIMAFIA

ANDREA MARCUCCI
CAPOGRUPPO DEL PD
AL SENATO

CARLO BERTINI
ROMA


«Ma voi siete sicuri che se fac-
ciamo partire un governo poli-


tico di legislatura, poi Renzi
non lo faccia cadere tra due o


cinque mesi?». La domanda
rimbalza nei dialoghi tra gli


sherpa grillini e Democratici.
E più o meno in questi termini


viene ripetuta da Luigi Di Ma-
io a Nicola Zingaretti, almeno
a sentire il racconto di chi ha as-


sistito al primo contatto diret-
to tra i due, una telefonata che


dovrebbe essere il preludio al
fidanzamento. E con sincerità,


Zingaretti non prova a rassicu-
rarlo, anzi. «Non possiamo da-


re alcuna garanzia su cosa po-
trà fare Renzi. Sappiate che il


rischio esiste. E non è solo quel-
lo che faccia cadere il gover-


no». E poi snocciola i suoi circo-
stanziati sospetti, facendo rab-


brividire l’interlocutore.


Le accuse di connivenza


Ma prima di riportarli, per da-
re una cornice a queste paure,


va fotografato l’atteggiamen-
to che tiene Matteo Renzi in


Aula. Dal suo scranno del Sena-
to parla da leader e benedice


un governo istituzionale, che
salvi il Paese e faccia la mano-


vra. Scagliando un dardo vele-
noso al leader del suo partito,


con quell’accusa di «conniven-
za» con Salvini per andare al


voto a ottobre, impedendo la
formazione di un nuovo esecu-
tivo. Si premura pure, Renzi,


di chiarire che lui non ne farà


parte per tenersi le mani libere
e nemmeno Lotti e la Boschi
del suo «giglio magico». E allo-
ra anche se fosse logica la rassi-
curazione che va ripetendo
l’ex leader nei suoi conversari,
che a lui non converrebbe far
cadere un governo perché se si
votasse non avrebbe mai il nu-
mero di parlamentari che ha
oggi per poter condizionare l’e-
lezione del capo dello Stato
nel 2022, l’incubo che si mate-
rializza nel colloquio tra Zinga-
retti e Di Maio è ancora più ter-
rorizzante.

Il terzo incomodo
Al segretario Pd è giunta noti-
zia che appena partirà il gabi-
netto “giallorosso” Renzi co-
mincerà a organizzare una scis-
sione parlamentare: creando
gruppi parlamentari staccati
dal Pd, trasformandoli di fatto
nel terzo partito di maggioran-
za. «Raccoglierà i suoi e tutti gli
scontenti, quelli che ambisco-
no a posti di sottosegretari o
che vogliono qualcosa e li terrà
come arma per avere in pugno
la bussola dell’esecutivo». Que-
sto dicono gli uomini del segre-
tario. A capo di questi gruppi
piazzerebbe alla Camera la Bo-
schi «e così Di Maio sarà costret-
to a trattare con lei nomine di
enti pubblici, banche e quant’al-
tro». Una prospettiva che terro-
rizza Di Maio e che secondo Zin-
garetti porterà ad un nulla di
fatto. E dunque non va affatto
escluso che si potrebbe andare
al voto presto. Tanto più che

grillini e Dem ora potrebbero
giocarsi la carta di un’alleanza
dopo le urne in Parlamento e al-
le regionali in Emilia, Toscana,
Calabria e Umbria.

Cantone e Giovannini
Si capisce meglio perché il no-
me del futuro premier sia il pro-
blema minore. «Deve esser un
governo per il rinnovamento,
con nomi diversi e diverse politi-
che», mette in chiaro Zingaretti.
«Con misure sociali e per l’am-
biente, con in testa i diritti civi-
li». Chi tratta la materia svela
che i Dem chiederanno una ri-
forma costituzionale nuova con
il taglio dei parlamentari, un
nuovo Senato Federale e una
legge elettorale proporzionale.
«Sarebbe la garanzia che si arri-
va al 2023». Perfino i renziani,
che accetterebbero un Conte
bis, sanno però che sarebbe com-
plicato. «Dove era Conte in que-
sti 15 mesi? Perché ha atteso la
sfiducia per denunciare i disa-
stri di Salvini?», chiede polemi-
co Zingaretti. «Non si può au-
toassolvere». Il Pd non accetta
un suo bis, pur sapendo che i gril-
lini lo proporranno. A Mattarel-
la il Pd, dopo un mandato pieno
al segretario votato oggi in Dire-
zione, si dirà pronto ad un gover-
no di legislatura o ad andare al
voto. Certo, accetterebbe un in-
carico a Fico, così come a Canto-
ne o Giovannini. Ma le trattative
vere partiranno quando i grillini
decideranno se sobbarcarsi il ri-
schio terzo incomodo. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Luigi pensa al passo indietro


pur di confermare il premier


“Non ci può essere alternativa”


Pressing dei grillini: il leader lascerebbe il governo come scalpo al Pd


Messaggio a Conte di Von der Leyen. L’M5S spera nella sponda europea


Il pentastellato

Buffagni
sbeffeggia Salvini

“Per lui pacchia finita”

Il vicepremier Di Maio fa pressing per un nuovo governo guidato da Conte

LA CRISI

INTERVISTA

Salvini si è proposto

come il garante

della sicurezza ma

la lotta alle mafie

l’hanno fatta

procure e polizia

ANDREA MARCUCCI Il capogruppo renziano al Senato: la riforma costituzionale va cambiata


“Intesa solo se credibile e duratura


Non abbiamo paura delle elezioni”


INTERVISTA

Abbiamo apprezzato

l’intervento di Conte

ma non possiamo

fargli nessuno sconto

nel giudizio

sul suo operato

Prima telefonata


Zingaretti-Di Maio:


“No a un Conte-bis


Sì a Cantone o Fico”


Il segretario avvia la trattativa ma teme manovre di Renzi


Oggi in direzione scontro decisivo sull’ipotesi di accordo


Il segretario del Pd Nicola Zingaretti ieri ha sentito il leader 5 Stelle

MERCOLEDÌ 21 AGOSTO 2019 LASTAMPA 7
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