Il Sole 24 Ore Mercoledì 21 Agosto 2019 5
Primo Piano
La crisi non spaventa i mercati:
lo spread scende a 204 punti
La reazione. Gli investitori vedono uno scenario con un nuovo Governo senza elezioni anticipate
Rendimento del BTp ai minimi da ottobre , vendite su Piazza Affari: -,% l’indice Ftse Mib
Vito Lops
Ore .: il rendimento dei BTp a
anni sul mercato secondario è
fissato all’,%. Ore .: il tasso
scende all’,%, il livello più basso
da ottobre . Nel mezzo il di-
scorso con cui Giuseppe Conte si è
dimesso dalla carica di premier.
Anche lo spread con il Bund tede-
sco ha seguito una parabola simile
passando da un picco di giornata a
punti alla chiusura a quota .
A giudicare dalla reazione a caldo
dei mercati la resa dei conti tra
Matteo Salvini e Conte non ha ge-
nerato scompiglio ma anzi sul mer-
cato obbligazionario ha riportato
gli acquisti sulla carta italiana. Per
due motivi: le dimissioni erano
ampiamente già scontate e - nono-
stante la grande incertezza - sem-
brano scongiurati, almeno nel bre-
ve, scenari anti-euro.
Decisamente più alla portata
l’ipotesi che una qualche maggio-
ranza parlamentare (a questo pun-
to da ridefinire e dipenderà anche
dalle decisioni del presidente della
Repubblica Sergio Mattarella) tra-
ghetti l’Italia verso il prossimo sco-
glio: l’approvazione di una mano-
vra di Bilancio che a sua volta riceva
il nullaosta di Bruxelles. A questo
giro, rispetto allo scorso anno, il
compito è ancora più complicato
perché l’economia ristagna (nel se-
condo trimestre il Pil è risultato in-
variato rispetto allo stesso periodo
del mentre nel primo si è con-
tratto dello ,%) e perché sul tavo-
lo c’è anche la spinosa questione
dell’Iva: se non vengono trovate al-
tre risorse nel scatterà il tanto
contestato aumento dell’aliquota
sui consumi.
Nel il duello tra il governo
e Bruxelles a colpi di decimali sul
deficit/Pil da inserire in manovra
non passò indenne sui mercati fi-
nanziari: a novembre il rendimen-
to del BTp a anni balzò al ,%
e lo spread a quota . Allo stato
attuale, nonostante l’apertura di
una crisi politica con tutte le incer-
tezze che potrà comportare, i valori
sono sensibilmente ridotti. «Ri-
spetto all’anno scorso siamo meno
pessimisti sui governativi italiani
- spiega Andrea Ianelli, Investment
director per l’obbligazionario di Fi-
delity international -. Il clima sui
mercati è molto cambiato. A set-
tembre la Bce potrebbe lanciare un
nuovo piano di stimoli. Inoltre i
bond a tassi negativi hanno supe-
rato nel mondo quota mila mi-
liardi di dollari. In questo quadro
l’Italia è uno dei pochi Paesi euro-
pei ad offrire rendimenti reali po-
sitivi e quindi i BTp hanno per que-
sto motivo un certo appeal tra gli
investitori marginali. Tuttavia
manteniamo una posizione pru-
dente e restiamo comunque sotto-
pesati sui BTp perché la volatilità e
l’incertezza sono destinate ad au-
mentare fino all’approvazione del-
la manovra. Ci aspettiamo quindi
che lo spread possa risalire, ma
non certo sui valori toccati nello
scorso autunno».
Un’alleanza tra il Movimento
Stelle e il Partito democratico sa-
rebbe lo scenario migliore per i
mercati, secondo Citigroup, seb-
bene si tratterebbe comunque di
un fragile accordo e per questo
non c’è da aspettarsi un rally sui
titoli italiani. A questo punto «è
più probabile che nuove elezioni si
tengano solo dopo febbraio
- spiega a Bloomberg Ciaran O’Ha-
gan, responsabile della strategia
sui tassi a Société Générale -. Que-
sto significherebbe che non ci so-
no rischi di credito immediati sui
governativi italiani».
Gli investitori ieri hanno com-
prato BTp ma hanno venduto le
azioni a Piazza Affari. Il Ftse Mib ha
chiuso in calo dell’,% segnando la
peggiore performance in Europa
(Eurostoxx a -,%). Le parole
di Conte hanno contribuito a ri-
durre il passivo che nel corso della
giornata era arrivato a -,% ma
non sono bastate a invertire la
pressione ribassista, complice an-
che una giornata difficile su scala
globale per il comparto dell’equity.
Escludendo Tokyo (+,%) tutti i
principali listini (da Shanghai a
New York) hanno sofferto, confer-
mando i timori degli operatori sui
recenti fattori di incertezza, ovvero
il rallentamento economico globa-
le, i rischi legati ai dazi e alla Brexit
a cui si sono aggiunti di recente le
vicende di Hong Kong con gli atti-
visti che rifiutano l’apertura al dia-
logo da parte della governatrice.
Da segnalare il forte ribasso della
Borsa in Argentina con l’indice
Merval, chiuso lunedì per festività,
che è arrivato a perdere il % nel
corso della giornata.
C’è forte attesa per il meeting di
Jackson Hole - il simposio nel Wyo-
ming dove ogni anno si riuniscono
banchieri centrali, economisti e
politici in programma tra domani
e il agosto - quando i presidenti
della Fed e della Bce potrebbero an-
nunciare le prossime mosse di po-
litica monetaria.
á@vitolops
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Differenziale di rendimento fra BTp e Bund
a 10 anni. In punti base
L’ANDAMENTO DELLO SPREAD
Performance % di ieri
BORSE IN NEGATIVO
-1,
-1,
-0,
-0,
-0,
0,
Milano
-1,32%
Ftse Mib
-0,50%
Parigi
Cac 40
-1,11%
Francoforte
Dax
-0,61%
Madrid
Ibex 35
200
210
205
215
220
ORE 8.00 ORE 18.
210,
203,
ore 15.
Conte: “La crisi in atto compromette
l’azione di questo governo che qui si
arresta”
ore 16.
Salvini: “Se volete ultimare il
percorso di riforme noi ci siamo”
La giornata
IL PRESIDENTE CONSOB
L’idea di Savona:
patto Roma-Bruxelles
e poi debito targato Ue
Al Meeting di Rimini attacco
a Draghi: «L’Europa e la Bce
impreparate alla crisi »
Flavia Carletti
RIMINI
La Banca centrale europea è interve-
nuta in ritardo dopo la crisi del
e con strumenti non risolutivi. L’at-
tacco all’istituto di Francoforte arri-
va da Paolo Savona, presidente Con-
sob ed ex ministro degli Affari eco-
nomici del governo gialloverde, in
occasione del Meeting di Rimini. Per
Savona, l’Unione europea e la Bce
«erano impreparate alla crisi» e Ma-
rio Draghi, a capo della Bce dal primo
novembre , non si è mosso ab-
bastanza tempestivamente. «Questa
è la mia critica, non sono contro
l’Europa ma (le istituzioni, ndr) non
sono state dotate degli strumenti
giusti», ha aggiunto, sottolineando
che le istituzioni Ue sono «incom-
plete», con «una banca centrale che
ha il potere di intervenire sulla spe-
culazione ma non nel modo in cui ha
fatto Draghi». Infatti, per Savona, il
problema è che la Bce quando «in-
terviene sul debito pubblico italiano
che ne ha bisogno, perché è oggetto
di speculazione, poi interviene an-
che su quello tedesco che non ne ha
bisogno» e in questo modo «gli in-
terventi della banca centrale calmie-
rano ma non risolvono».
Questo non vuole dire, ha precisa-
to Savona, che l’Italia debba abban-
donare l’Ue. Anzi, secondo il presi-
dente della Commissione che vigila
sulla Borsa, il nostro Paese deve fare
«un accordo serio con l’Ue» e garan-
tire «in via definitiva» che «non vo-
gliamo uscire dall’Unione e non vo-
gliamo uscire dall’euro». Un impe-
gno del genere dovrebbe essere fatto
per ottenere la possibilità di fare una
legge di Bilancio che non sia vincola-
ta ai parametri imposti dagli accordi
di Maastricht del , in cambio di
una «intera riprogrammazione del
bilancio dello Stato». Per Savona,
l’Italia deve cambiare paradigma,
deve stabilire «quali rischi lo Stato
copre e a chi li copre: non si può dare
sanità gratis a chi è in grado di pagar-
sela». In pratica, l’Italia deve fare un
nuovo patto con i cittadini: bisogna
far capire che «se io oggi ti do assi-
stenza aggiuntiva e per farlo devo ri-
durre gli investimenti, io sto peggio-
rando le condizioni della crescita e
del lavoro». Una azione di questo ti-
po, tuttavia, avrebbe bisogno anche
di un intervento di Bruxelles. A fron-
te della revisione del bilancio, con
l’obiettivo di liberare risorse per gli
investimenti, l’Europa dovrebbe
mettere in campo degli strumenti di
debito comune. Va «attuata la crea-
zione di un sistema di debito euro-
peo, che non è l’eurobond ma creare
una attività sicura che fermi il de-
flusso dei fondi dall’Europa verso gli
Stati Uniti», ha detto Savona. «Se si
crea questo titolo che fa parte di un
programma completo e il ricavato di
questi titoli viene dato a Paesi come
l’Italia che per uno o due anni non
emettono debito, questi strumenti
possono cessare le pressioni verso lo
spread italiano, che può anche azze-
rarsi e, se l’Italia attua un program-
ma credibile, noi risparmiamo
miliardi subito che possiamo inve-
stire in infrastrutture», ha concluso.
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TITOLI DI STATO
La nuova frontiera di Berlino:
Bund a 30 anni e cedola zero
Il titolo tedesco in asta oggi
promette la restituzione
del solo capitale nel
Maximilian Cellino
Qualche settimana fa non era
probabilmente passata inosser-
vata una riflessione in base alla
quale si ipotizzava, non senza una
certa dose di provocazione, la
sparizione del mercato dei Bund
in un futuro non troppo lontano.
Da oggi, almeno dal punto di vista
strettamente tecnico, abbiamo la
certezza di poter contare sulla
presenza di un titolo di Stato te-
desco sui listini almeno fino al
, visto che la Germania si ac-
cinge infatti a emettere un’obbli-
gazione con tale scadenza.
L’evento non rappresenterebbe
in sé certo una novità, se non fosse
per il fatto che il crollo dei rendi-
menti dei bond sovrani (in Germa-
nia, come nel resto del globo) per-
metterà al Tesoro tedesco di collo-
care titoli trentennali per un im-
porto di miliardi di euro senza in
cambio garantire alcuna cedola ai
creditori: è la prima volta nella
storia, neanche la Svizzera o il
Giappone si erano spinti fino a
tanto in passato, e finora la stessa
Germania si era fermata alla sca-
denza dei anni con quelli che
potremmo definire in modo im-
proprio zero-coupon bond.
La svolta delle Banche centrali
(nel caso specifico della Bce) con
un ritorno a politiche ultra-
espansive nel tentativo di scon-
giurare una pericolosa recessione
ha però creato i presupposti per-
ché questo paradosso impensabi-
le qualche anno fa divenisse real-
tà. Così ieri i rendimenti del ben-
chmark trentennale tedesco viag-
giavano sottozero (-,% per la
precisione) insieme a quelli olan-
desi (-,%) e agli svizzeri (addi-
rittura -,%) e a Berlino si è evi-
dentemente deciso di sfruttare
l’occasione presentandosi al mer-
cato, aumentando così la scaden-
za residua del debito tedesco.
La strada è del resto quella se-
guita da altri emittenti nazionali,
fra cui ovviamente l’Italia (con la
riapertura del BTp a anni) e il
paradosso Austria con il suo titolo
a anni. E che progettano anche
gli stessi Stati Uniti, dove nei giorni
scorsi si è sondato l’appetito del
mercato per un eventuale Treasury
«Matusalemme» da o addirittu-
ra anni. Il dubbio, più che legit-
timo, è capire se la Germania riu-
scirà ancora a intercettare l’inte-
resse degli investitori, prometten-
do la semplice restituzione del
capitale (e non un centesimo in più,
anzi qualcuno di meno se il prezzo
sarà fissato come presumibile so-
pra la pari) dopo anni e trasfe-
rendo quindi in pratica nelle loro
mani l’intero rischio.
L’ultima volta che il Tesoro te-
desco ha venduto un titolo con ce-
dola zero, il decennale a inizio lu-
glio, ha ricevuto richieste , volte
superiori ai , miliardi di euro
assegnati: un rapporto fra doman-
da e offerta in calo rispetto all’,
registrato nell’asta del mese pre-
cedente. È verosimile che questo
valore scenda ulteriormente, an-
che perché l’operazione cadrà in
un periodo intenso di aste. La Ger-
mania venderà infatti successiva-
mente cinque miliardi di un nuovo
titolo biennale il agosto, tre mi-
liardi bond decennali il agosto
e infine quattro miliardi quin-
quennali il settembre.
Ma non è ovviamente soltanto
intorno alle operazioni più o meno
opportunistiche portate avanti dal
Tesoro tedesco che si lega la «so-
pravvivenza» del mercato dei
Bund. La stessa svolta impressa
nei giorni scorsi dal ministro delle
Finanze Olaf Scholz, che si è di-
chiarato disponibile ad allargare i
cordoni della borsa aumentando la
spesa pubblica con interventi fino
a miliardi di euro, garantisce il
fatto che la Germania riprenda a
indebitarsi e a emettere quindi
nuova carta.
I Bund sembrano insomma an-
cora destinati, nonostante tutto,
ad avere futuro. Con un probabile
sospiro di sollievo da parte di
quanti (Commissione Ue com-
presa) hanno più volte messo in
guardia sui rischi di illiquidità di
un mercato che resta in fondo ba-
silare anche per le sue caratteri-
stiche di benchmark e di asset sen-
za rischio, fondamentali per aiu-
tare a diversificare le attività de-
tenute da banche e da investitori
istituzionali.
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PAOLO
SAVONA
Ex ministro agli
Affari europei del
governo Conte,
è presidente
della Consob
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