Vanity Fair Italy - 28.08.2019

(Dana P.) #1
VanityCopertina

Meravigliosi, Jean-Louis Trintignant e Anouk
Aimée. Commovente l’ovazione che gli hanno
fatto a Cannes. Vederli sul set, alla loro età, que-
sta luce negli occhi, è la prova che l’anima non
invecchia». Sono lì a scodellare il mio pezzo pre-
ferito, che l’età anagrafica è un’impostura, quan-
do lei mi fissa e mi fa: «Tu apprezzi il tempo che
passa?». Io penso che il tempo sia un assassino.
Ci uccide. «Io non mi sento uccisa per nien-
te. Il tempo che passa lo trovo interessan-
te. Sento che dobbiamo scoprire qualco-
sa, ma non so bene cosa». La ricordavo in-
trisa di religiosità. «Non direi, vengo da un pa-
dre ateo. Intrisa piuttosto di spiritualità. Mi pia-
ce l’idea di una forza vitale di cui facciamo parte,
che ci appartiene e ci sovrasta. Una legge cosmi-
ca che in qualche modo regoli una giustizia uni-
versale. Parlare di Dio è troppo. Da umana non
mi sento autorizzata a volare così alto».
Me la guardo l’agnostica mentre mi parla di
leggi cosmiche e penso che una ragazza di cam-
pagna e una diva non si sono mai combinate
con tanta grazia nello stesso schianto di donna.
Da San Giustino, uno sputo di terra, fuori Cit-
tà di Castello, a Parigi e tutto il mondo di mezzo

Insostenibile per molti. La macchina da presa ad-
dosso ai due, violentata e violentatore. Lei stes-
sa nell’atto dello stupro. «Quando abbiamo gira-
to il film non ero ancora madre. Oggi, lo leggo
diversamente. Ho pensato alle mie figlie, alle lo-
ro coetanee e mi sono detta: “Che cosa possono
pensare di un film così? Possono avere più pau-
ra di quanto già abbiano?”. Questo film non è so-
lo lo stupro nel tunnel, è tante altre cose, la scena
d’amore bellissima tra Vincent e me per esempio.
È orrore e poesia. La mostruosità dell’essere
umano e la sua bellezza. C’è tutto, la violenza,
la vendetta, l’amore, la donna che aspetta un fi-
glio, la coppia che fa progetti sul futuro. All’epo-
ca, le ragazze venivano da me e, treman-
do, mi chiedevano: “Come ha potuto in-
terpretare una scena così?”. Per me non fu
scioccante mentre la giravo. Lo shock arrivò do-
po, quando capii d’aver toccato una corda inti-
ma di tutte le donne. Tutte le donne hanno sen-
tito parlare di uno stupro. O l’hanno subito o te-
mono di subirlo. Una volta ho chiesto a Gaspar
perché ha scelto me per questo film. “Voglio far
vedere come c’è una parte dell’umanità che vuo-
le distruggere la bellezza”, mi ha risposto. Se lo

L’istinto mi salva. Mi salvano le decisioni


che partono dalla pancia. È una cosa che hanno


i bambini. Se la perdiamo siamo morti


quando, diciannovenne che Dio la benedica e av-
vocato mancato, lascia una storia già scritta per
inventarsene una inverosimile. Mel Gibson, Bru-
ce Willis, Clive Owen, Keanu Reeves, Robert De
Niro, Gene Hackman, Morgan Freeman, Nicolas
Cage, Gérard Depardieu, Julianne Moore, Wino-
na Ryder, Sophie Marceau, Francis Ford Coppo-
la, Giuseppe Tornatore, Terry Gilliam, i fratelli
Wachowski, Spike Lee, Emir Kusturica, solo al-
cuni dei nomi che ne fanno parte.
Tunisia, Parigi, Grecia e poi Venezia. C’è qual-
cosa d’imminente che la eccita e si chiama Irré-
versible, il film scandalo del 2002 di Gaspar Noé
che sarà presentato alla Mostra del Cinema nel-
la versione integrale, rimontata dal regista secon-
do la cronologia classica, dopo essere stato gira-
to all’epoca con la tecnica della narrazione inver-
sione, stile Memento. «Una storia estrema, nel
bene e nel male. È un film culto che si studia nel-
le scuole di cinema. Ora si potrà vederlo, prima
volta nella storia del cinema, con due montaggi
diversi e due letture diverse. Se lo vedi lineare, la
violenza ha un perché che non vuol dire giustifi-
cazione. Visto con il tempo inverso è atto incom-
prensibile». La scena dello stupro, nove minuti.

farei vedere alle mie figlie? No, non lo farei vede-
re, anche se oggi nei social si accede a tutto il peg-
gio possibile. Non possiamo chiudere i figli in una
bolla». Lei mi parla e io penso agli inconvenienti
della bellezza. L’impresa di farsi considerare una
brava attrice se sei una bella donna. E poi, sapere
che ogni maledetto bipede maschile che incroci
fantastica di passare una notte con te al chiaro di
luna. Anche senza chiaro di luna. «Oh, ma lo sai
che stai parlando con una donna di 55 anni?...».
Mi fa, sbarazzina. «Maléna con Tornatore è stata
la mia svolta d’attrice. Irréversible mi ha fatto co-
noscere e apprezzare come attrice in America».
Si cambia? Quanto si cambia? «Per fortuna, si
cambia. A volte ho capito di aver detto delle caz-
zate micidiali. In un’intervista di anni fa mi so-
no lasciata dire: “Le persone che non vivono una
sessualità normale mi fanno paura”. L’ho riletta e
ho pensato: “Ecco la frase stupida di una perso-
na che non ha vissuto abbastanza. Che non ca-
pisce che certe volte si ha bisogno di prendere
la distanza dalle cose”. Se a me è successo di sta-
re senza sesso? Certo. A volte sento il bisogno di
ritirarmi dalle cose per capire le cose. L’hai vi-
sto quel film bellissimo, Ida, del regista polonais,
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