Vanity Fair Italy - 28.08.2019

(Dana P.) #1
VanityInLove

È Tempo di lettura: 5 minuti

A pagg. 62-63: giacca e jeans bicolor, LEVI’S MADE & CRAFTED.
Reggiseno, YAMAMAY. Ha collaborato Cristina Archetti. Make-up Lisa
Farneti. Hair Giuseppe Lorusso@Close Up Milano using Tecni.Art.
Greta è rappresentata da #specialbeauties.

Se a quattordici anni inizi ad andare in giro per il mondo
per partecipare a competizioni di uno sport estremo, co-
minci a farti presto la corazza. Greta Menardo, che da gio-
vanissima è stata un fenomeno del kitesurf italiano, dopo
un brutto incidente ha dovuto riprogrammare la sua vita.
Oggi, a ventuno, le è capitato di ritrovarsi su cartelloni pub-
blicitari di svariati metri e nei versi del Cielo nella stanza, la
canzone d’amore che Salmo (il rapper Maurizio Pisciottu,
ndr) ha scritto per lei: «Da quell’incidente la mia vita ha
preso una piega che mai mi sarei potuta immaginare». Abi-
tuata a sudarsi i risultati, Greta si è iscritta all’università e,
su Instagram, usa la sua voce per incoraggiare le ragazze
che la seguono ad amare e ascoltare il proprio corpo: «Con
il minimo di notorietà che ho provo a dare messaggi positi-
vi. Mi sono sottoposta a un intervento per la riduzione del
seno: avevo una quinta e la vivevo male, cercavo di nascon-
dermi. Non è stato un atto di vanità, ma di consapevolezza».

KGB, Front to Blind, Heart Attack: sono solo alcuni dei
nomi tutt’altro che rassicuranti delle manovre con il kite.
Greta sorride, cosa che farà spesso nel corso dell’intervista.
«Heart Attack si chiama così perché è un trick molto velo-
ce. Ovviamente è uno sport estremo, ma a guardarlo sem-
bra più pericoloso di quanto in effetti non sia. È rischioso
agli inizi, quando ancora non sai gestire l’ala e i ganci di
salvataggio per liberarti, e se credi di poter essere superio-
re alla natura. La cosa più importante è imparare a capire
quando le condizioni ti permettono di uscire e quando no,
altrimenti puoi anche rischiare la vita».
Con il kitesurf è stato amore a prima vista, i risultati sono
arrivati in fretta.
«La prima gara seria: gli Europei juniores a 14 anni, dove
mi sono piazzata seconda. Sono salita sul podio anche nei
Mondiali Under 16: terza. Nel ranking mondiale globale,
non solo Under 16, ho fatto qualche tappa: nel mio anno
migliore sono arrivata sesta, quindi comunque una buona
posizione. Era bello, ero brava». Questo è l’unico momento
dell’intervista in cui Greta abbassa lo sguardo, si percepisce
una fitta in lei.
Poi la frattura del perone e la lesione di un legamento.
«Ero in Spagna per una tappa del Mondiale: uno scarpone
si è sfilato mentre l’altro è rimasto attaccato alla tavola, mi
si è girato il ginocchio».
Tradotto per una sportiva di quel livello?
«Otto mesi di fisioterapia. Ferma. È stato un periodo davve-
ro brutto, frustrante. Stavo andando bene seppure, vivendo
a Lodi, potevo allenarmi la metà della metà rispetto alle
altre. Quando sono tornata in acqua non avevo più il livello
di prima, soprattutto da un punto di vista psicologico. Non
mi sono mai arresa, anche se ho avuto dei momenti bui. Per
continuare a gareggiare nei circuiti internazionali, però, mi
sarei dovuta trasferire, per potermi allenare tutti i giorni.
E avrei dovuto rimandare l’università. Fuori discussione».
Che cosa studia?
«Filosofia, ma non mi chieda perché. L’ho odiata per tutto
il liceo, fino all’ultimo anno. Lì sono arrivati gli esistenziali-
sti Schopenhauer, Nietzsche, Sartre: ne sono rimasta rapita.

A cosa mi porterà un domani non lo so, ma mi sono buttata».
Nel frattempo Yamamay l’ha voluta per una campagna...
«Per un’iniziativa legata a Save the Ocean con due bikini
100% biodegradabili. Avendo passato metà della mia vita
in mare, la sua salvaguardia mi tocca molto. Ritrovarmi sui
cartelloni di mezza Milano, poi, è stato incredibile».
Se scrive Greta Menardo su Google...
«Lo so, il primo risultato è “Greta Menardo fidanzata Sal-
mo”».
Le dà fastidio?
«Da morire. Cerco di prenderla con leggerezza, ma vorrei
essere apprezzata o no solo per quello che sono. Però lo
capisco, viviamo in un mondo di etichette, è normale».
Senti come fa / La canzone che ho scritto per te / Non te
l’aspettavi invece eccola qua. Davvero una sorpresa?
«Non me lo aspettavo e soprattutto non me lo aspettavo da
lui. Con me è sempre stato dolcissimo, anche se la facciata
poi è diversa. Questo brano esprime il suo lato più intimo,
che io adoro: è stato coraggioso a esporlo al giudizio degli
altri, soprattutto in un ambiente come quello del rap».
Quando l’ha ascoltata la prima volta?
«L’estate prima dell’uscita: siamo “drogati” di musica e una
delle cose che ci piace fare insieme, in Sardegna, è guidare e
ascoltare canzoni. Eravamo di fronte al mare, con il volume
al massimo. Mi ha commossa».
Finisce che prendo a cazzotti le porte / Dici sei pazzo, ma
pazzo di te. È così Salmo quando si incazza?
Ride. «Diciamo che né io né lui gestiamo molto bene la
rabbia, quindi capita abbastanza spesso che litighiamo.
La nostra relazione è piena di eccessi, in un senso e nell’al-
tro, viviamo tutto molto intensamente».
All’inizio è stato difficile gestire la notorietà?
«Per la verità lo è anche adesso. Quando mi capita di avere
molti fan intorno vado in ansia, ma mi ci sto abituando. Mau-
rizio è stato bravissimo, mi ha inclusa nella sua vita da subito,
presentandomi agli amici e alla famiglia. Da quando stiamo
insieme, però, ho rivalutato tantissimo la fama, uscire con lui
significa che ogni due secondi c’è qualcuno che lo ferma per
una foto. Va bene così, vuol dire che sta andando nella dire-
zione giusta, ma non è la favola che tutti si aspettano».
Tra voi ci sono 14 anni di differenza, li sente?
«Per niente. Il tipo di vita che ho fatto mi ha portato a es-
sere molto matura: viaggio da sola da quando ho 14 anni,
mentre lui decisamente non fa la vita del trentacinquenne
ordinario. È pure il mio migliore amico e mi piace il fatto
che sia più grande di me, che in certe cose mi possa guidare,
anche se poi ci aiutamo a crescere a vicenda. Comunque la
nostra storia è bella proprio perché è strana».
Gli ha mai fatto provare il kitesurf?
«È durato mezza giornata. Con me accanto che saltavo da
tutte le parti, poi, ha mollato. Io faccio kite, lui mi fa le foto».

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