Il Sole 24 Ore Martedì 27 Agosto 2019 15
Finanza & Mercati
della storia dell'automobile”.
Perché gli Stati Uniti inseguono sui
motori elettrici e perché la Cina è leader?
La Cina ha giocato d'anticipo su tutti
mettendo in campo incentivi e risorse
per attuare in maniera molto metodi-
ca lo sviluppo in nuove tecnologie
orientate sia all'abbattimento dell'in-
quinamento in casa propria, sia all'ac-
quisizione di know how che sarà as-
solutamente determinante per lo svi-
luppo dell'industria nel prossimo fu-
turo. Oggi il % dei circa progetti
di elettrificazione sono in Cina, e il pa-
ese da solo rappresenta il % del par-
co circolante elettrico e plug-in mon-
diale. Non solo, ma la spinta conti-
nuerà: basti pensare che entro la fine
dell'anno sono previsti lanci di nuovi
veicoli elettrici e plug-in in misura
doppia rispetto a Usa e Europa:
lanci previsti in Cina, contro circa
in USA e in Europa.
Come sarà il mercato globale nei
prossimi dieci anni?
Riteniamo che quest'anno il mercato
sarà in contrazione rispetto allo scor-
so anno attestandosi intorno a mi-
lioni di veicoli (erano nel ), ma
prevediamo anche una leggera ripre-
sa a partire dal - con un tasso di
crescita stimato del circa ,%.
—Al.An.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
attività di M&A legate al C.A.S.E. Si
tratta, a nostro avviso, di obiettivi
estremamente ambiziosi rispetto al
punto di partenza dei livelli medi di
emissioni: oggi il livello medio in Eu-
ropa è pari a gr di CO per km, con
una curva di diminuzione che è frena-
ta anche dalla riduzione delle moto-
rizzazioni Diesel. Gli obiettivi a gr
CO per km del e ancor di più gli
e gr CO per km previsti per il
e possono essere avvicina-
bili solo attraverso una forte disconti-
nuità rispetto al passato, il che implica
un aumento molto rilevante dei vei-
coli elettrificati che oggi hanno mar-
gini negativi o bassi.
L'Europa ha rinunciato troppo
frettolosamente al diesel, penaliz-
zando l'industria e mettendo a ri-
schio molti posti di lavoro?
Sì, se si pensa che il diesel è ormai da
qualche anno il motore più pulito:
emette meno CO del benzina e le tec-
nologie già in commercio consentono
di contenere anche i livelli degli altri
inquinanti. L'onda lunga del “diesel-
gate” ha scatenato una guerra contro
il diesel in un momento in cui l'indu-
stria prima non era tecnologicamente
pronta, né lo sarà da un punto di vista
economico per i prossimi - anni. In
altre parole, la “morte del diesel” ri-
schia di essere “il funerale più costoso
acronimo che sta per Connected. Au-
tonomous. Shared. Electrified.) che
hanno raggiunto il % del valore
complessivo. È evidente che gli accor-
di di M&A tra costruttori possano otti-
mizzare i benefici su larga scala, tutta-
via questi sono anche i più complessi
da finalizzare e realizzare concreta-
mente. Quindi ci aspettiamo che le
due leve, M&A e accordi industriali,
andranno in parallelo.
Per la prima volta le strategie dei
costruttori sono state fortemente in-
fluenzate da decisioni politiche. Cosa
si intende esattamente per “ritmo di-
rompente” richiesto per raggiungere
gli obiettivi dei limiti delle emissioni
imposti dall'Europa entro il ?
È una delle sfide principali che i co-
struttori dovranno fronteggiare nei
prossimi anni, e che contribuisce a
guidare la grande massa di investi-
menti necessari per lo sviluppo delle
nuove tecnologie, e l'incremento di
ne competitiva sui prezzi e ridotto la
capacità di assorbire i costi fissi. Le
campagne di sostenimento dei volu-
mi del diesel che i costruttori più
esposti al mercato europeo hanno do-
vuto applicare, agendo ulteriormente
sui ribassi del prezzo. E infine gli in-
genti investimenti in nuove tecnolo-
gie e sviluppi che l'industria ha dovuto
e dovrà sostenere, che stimiamo in-
torno ai miliardi di dollari per
l’elettrificazione e a miliardi per la
guida autonoma, in aggiunta ai signi-
ficativi investimenti ricorrenti. Questi
sviluppi ulteriori al momento non
hanno portato a benefici economici,
ed è incerto quando e in che misura
questi si manifesteranno.
Nonostante la forte pressione com-
petitiva da una parte avete registrato
nel report che l'M&A è fortemente cala-
to nel , dall'altra gli accordi ‘CASE-
related' sono balzati al % di tutti i deal.
Come si può commentare questo
aspetto? Si prevede un ritorno dell'M&A
nei prossimi anni? O saranno preferiti
gli accordi industriali, anche per quanto
riguarda la guida autonoma?
C'è stato un calo nelle transazioni, ma
in generale i valori rimangono netta-
mente superiori alla media storica de-
gli ultimi anni. Continua invece il
trend di marcato aumento delle tran-
sazioni legate al C.A.S.E. (il nostro
I
volumi del non torneranno
prima del . L’amaro verdetto è
scritto nero su bianco nell'ultimo
AlixPartners Global Automotive
Outlook. La sfida dell'elettrificazione
mette a dura prova i bilanci delle case
automobilistiche. «L'industria - com-
menta Dario Duse, Managing Director
AlixPartners - sta cercando faticosa-
mente di risolvere il rebus dei nuovi
costi legati alla trasformazione del
business, sviluppando soluzioni al-
ternative che consentano di attraver-
sare il “deserto del profitto” guidato
dalla combinazione di trasformazio-
ne tecnologica, normativa e stagna-
zione della domanda».
Qual è stata la causa scatenante
del marcato calo dei margini a partire
dal biennio -?
Il trend è iniziato già nel , collega-
to essenzialmente a tre fattori. I volu-
mi stagnanti, o in lieve diminuzione,
che hanno fatto aumentare la pressio-
PARTERRE
In casa Trevi la pace
scatta con l’ausiliario
L’improvvisa pace scoppiata in casa Trevi potrebbe avere
ragioni in parte riconducibili a una decisione assunta di
recente dal Tribunale di Forlì. A quanto risulta i giudici,
lo scorso agosto, a seguito del ricorso presentato dalla
compagnia per ottenere l’omologa degli accordi di ristrut-
turazione depositati presso il registro delle imprese nei
giorni precedenti, stante anche la richiesta di autorizza-
zione di nuova finanza per cassa di , milioni, avrebbero
deciso di far intervenire una parte terza nella partita. In
particolare, è stato nominato un ausiliario perché forni-
sca in tempi rapidi un parere sull’istanza ex articolo
bis e in prospettiva supporti il Tribunale relativamente
alle determinazioni che dovranno essere assunte riguardo
il complesso accordo di ristrutturazione.
Nella battaglia tra azienda e azionisti, con la famiglia
che solo qualche giorno fa si è detta disponibile a sostenere
il rafforzamento patrimoniale della compagnia, si è dun-
que inserita una terza figura, che di fatto dovrà fare da
supervisore a tutte le mosse che verranno messe in agenda
per salvare l’azienda. Si tratta del professor Stefano Am-
brosini, già commissario di Astaldi. (L.G.)
Cole Haan prepara lo sbarco in Borsa. Il popolare marchio
di scarpe, rilevato dal private equity Apax Partners nel
da Nike, si dice convinto che sia giunto il momento
giusto per procedere con un’initial public offering. «Il no-
stro management - afferma l'amministratore delegato
Jack Boys - ha fiducia nelle occasioni che abbiamo creato
per il marchio Cole Haan e le nostre attività a livello mon-
diale. Sulla base di questo abbiamo determinato che ora
è il momento giusto per preparare un’Ipo».
L’annuncio della preparazione dell’Ipo per Cole Haan
arriva tuttavia in un momento a dir poco tumultuoso per
l’industria delle scarpe, in primo luogo per i dazi aggiunti-
vi che il presidente statunitense Donald Trump ha reso
noti per i prodotti importati dalla Cina: ben il % delle
scarpe vendute negli Stati Uniti è prodotto nel Paese asia-
tico. Cole Haan ribatte alle perplessità sottolineando che
i suoi principali siti manifatturieri si trovano in Vietnam
e India. Nello stesso tempo l’industria del settore si trova
alle prese con un’ondata di consolidamenti e anche con
bancarotte come quelle recenti di Payless ShoeSource, The
Walking Company e Nine West. (R.Fi.)
Anche Credit Suisse, al pari di altri grandi colossi bancari
europei, punta a cavalcare la sfida digitale tirando il freno
sullo sviluppo della rete fisica. Il gruppo elvetico ha di-
chiarato ieri che entro la fine del intende investire
centinaia di milioni di franchi svizzeri in servizi digitali
nella sua divisione svizzera, che - nei piani dell’istituto -
non ha bisogno di una rete di filiali maggiore di quella dei
suoi concorrenti. «Il raggiungimento di un successo a lun-
go termine non dipenderà dall’avere la più grande rete di
filiali in futuro», ha affermato Thomas Gottstein, capo
della divisione Swiss Universal Bank (Sub) del gruppo
elvetico. Piuttosto, ha detto Gottstein, «avere la migliore
offerta digitale, in combinazione con l’accesso al supporto
da qualsiasi luogo e la migliore qualità del servizio, sarà
il fattore decisivo». Nessuna indicazione sull’eventuale
riorganizzazione della rete in Svizzera. Va detto che la
banca con sede a Zurigo sta creando una nuova area com-
merciale, chiamata Direct Banking, rivolta a clienti retail
e commerciali,che partirà al ° settembre: obiettivo circa
un milione di clienti al dettaglio, . clienti commer-
ciali e oltre dipendenti. (L.D.)
Le scarpe Cole Haan
camminano in Borsa
Credit Suisse, in Svizzera
più digitale e meno filiali
Piattaforme, tecnologie e svolta verde:
le alleanze (mobili) dei big dell’auto
L’INCHIESTA/ 3
GLI INCROCI DELL’AUTO
L’intesa Ford-Volkswagen
su elettrico e guida assistita
accelera un processo globale
Case schiacciate tra margini
in caduta libera e necessità
di avviare forti investimenti
Alberto Annicchiarico
Mario Cianflone
Di fronte a margini in caduti libera, a
causa soprattutto dei forti investimenti
per la trasformazione industriale verso
l’elettrificazione, le case automobilisti-
che si trovano, ancor più che in passato,
a subire una forza centripeta verso l’ag-
gregazione. No, non stiamo parlando di
fusioni, ma di più semplici alleanze in-
dustriali, che possono essere tattiche o
strategiche, dirette allo sviluppo con-
giunto di un solo modello, di una gam-
ma o anche di un solo motore. Alleanze
simili servono per condividere soluzio-
ni tecniche, fare sinergie grazie all'uti-
lizzo di componenti comuni. Magari
anche di fabbriche. Si tratta di relazioni
molto usate tra gruppi concorrenti.
Un caso di scuola che risale a quasi
anni fa è quello di Toyota, che costruisce
a Kolin, in Repubblica Ceca, insieme a
Psa, le piccole Toyota Aygo, Citroën C
e Peugeot . Un esempio più recente
è quello di Bmw che condivide con
Toyota lo sviluppo delle sportive Z e
Supra. La bavarese è una spider, la giap-
ponese è una vettura coupé e tutte due
sono costruite in Austria da Magna.
Il caso Magna
Chi è Magna? È un produttore cana-
dese di auto conto terzi (il più grande)
e dalle cui linee escono (e sono uscite)
vetture di molte marche, come per
esempio la Jaguar I-Pace, la Bmw Se-
rie e la Mercedes Classe G. Le ha rea-
lizzate, sempre in Austria, la control-
lata Magna Steyr. Proprio a fine luglio
Magna International ha firmato un
accordo di joint venture con il gruppo
cinese BAIC e il governo municipale di
Zhenjiang per costruire veicoli elettri-
ci. La fabbrica avrà una capacità pro-
duttiva di . unità all'anno.
L’avvio delle operazioni è previsto alla
fine del con la produzione del
veicolo elettrico Arcfox sviluppato
dalla controllata BJEV del gruppo
BAIC. Nel giugno Magna e BJEV
hanno concordato di costituire una
partnership per progettare e costruire
congiuntamente veicoli elettrici pre-
mium in Cina e nel gennaio i due
partner hanno aperto un nuovo cen-
tro di ingegneria e iniziato la costru-
zione di un nuovo centro di prova per
veicoli a Zhenjiang. Ecco quindi un al-
tro modo per recuperare i margini.
Utilizzare un produttore contoterzi-
sta, esattamente come fa Apple con la
Foxconn per fare gli iPhone.
Ford-Volkswagen
Ma ritorniamo agli accordi industriali
tra grandi gruppi. Il più importate, in or-
dine di tempo, è quello tra Ford e il
gruppo Volkswagen. Un accordo che si
può considerare un simbolo del cambio
di paradigma in corso nell'industria
dell'auto. Già a gennaio l'ovale blu e il
colosso di Wolfsburg si erano alleati sui
veicoli commerciali, ma a inizio luglio
hanno esteso la loro partnership alle
auto elettriche e ai progetti per la guida
fortemente assistita. Vw da parte sua
sta investendo oltre miliardi per un
vasto piano teso allo sviluppo entro il
di soluzioni e prodotti innovativi,
ma ha bisogno di una massa critica di
vetture prodotte per rientrare negli in-
vestimenti.
Difficilmente basteranno la gam-
ma delle full electric ID e i modelli Bev
(quindi sempre a batteria) delle altre
marche del gruppo. Ecco perché il co-
losso guidato dal ceo Herbert Diess ha
deciso di concedere la piattaforma
modulare Meb (Modularer Elektro-
baukasten) all'azienda americana
dell'Ovale Blu. Grazie a questa allean-
za Ford avrà a disposizione il punto di
partenza per realizzare una gamma di
novità a zero emissioni. La casa ame-
ricana invece offrirà tecnologie sulla
guida autonoma grazie alla sua star-
tup tecnologica Argo AI, con base a
Pittsburgh. In questo progetto, che
coinvolgerà dal anche la con-
trollata del gruppo Autonomous In-
telligent Driving, Vw investirà , mi-
liardi di dollari.
Il patto tra Vw e Ford è interessante
anche perché pone l'accento su un
punto chiave dell'industria dell'auto
moderna: le piattaforme modulari che
permettono di costruire auto diverse
per tipologia di carrozzeria, power-
train e dna stilistico di marca. Vw nel
aveva capito l'importanza della
massima condivisione tra i modelli e
della modularità introducendo la piat-
taforma Mqb (Modularer Querbauka-
sten). Costata oltre miliardi di euro,
tra progettazione e implementazione,
la Mqb ha dato vita ad oltre modelli
interessando tutti i marchi del gruppo.
Ora la storia si ripete con il debutto
della piattaforma Meb, attesa per la
prima volta sulla ID.. Nata grazie ai
forti investimenti stanziati dal mar-
chio tedesco, arrivati a circa miliar-
di di euro complessivi, sarà il punto
centrale per centrare l'obiettivo di
vendere milioni di veicoli elettrici
entro il grazie agli modelli
elettrificati attesi nei prossimi anni.
Come già dichiarato da Vw, la piatta-
forma Meb è stata pensata per essere
utilizzata anche da altri costruttori.
L'accordo con Ford conferma proprio
questa politica di condivisione e in futu-
ro non è da escludere che arriverà anche
sotto altri marchi. Quello tra Vw e Ford
è un patto che possiamo definire sim-
bolico, anche perché potrebbe portare
a un fidanzamento o un matrimonio,
come altre volte è accaduto in passato.
Gli altri accordi
Un esempio: Opel nel iniziò a colla-
borare con Psa, ora la Casa del lampo è
uno dei marchi del gruppo francese con
Peugeot, Citroën, Ds e Vauxhall. Altre
volte i protagonisti non si sono spinti
oltre, come nel caso della partnership
tra Mercedes e Renault per la condivi-
sione di motori. Proprio il gruppo della
Stella ha recentemente annunciato una
collaborazione con la storica rivale
Bmw per lo sviluppo condiviso di tec-
nologie in materia di guida autonoma.
Tornando a Daimler, in marzo ha
annunciato con Geely (compagnia ci-
nese che controlla Volvo, il neonato
brand per elettrificazione Polestar, Lo-
tus e vuole portare in Europa Link&Co)
un'alleanza per produrre in Cina entro
il la prossima generazione di pic-
cole auto Smart, abbandonando il sito
francese di Hambach, dove viene pro-
dotta anche la gemella diversa Renault
Twingo, in virtù di accordi industriali
tra Daimler e la casa francese che ormai
sono in via di dissoluzione.
L'evoluzione dell'auto verso l'elettri-
ficazione e le tecnologie digitali richie-
deranno, in virtù d'investimenti affron-
tabili solo dai grandissimi, una nuova
fase di collaborazione tra gruppi auto-
mobilistici e soprattutto fra questi e
aziende dell'industria hi-tech. Google,
per cominciare, anzi la controllata di Al-
phabet, Waymo, che nel ha raffor-
zato la sua partnership con Fca ma poi,
nello scorso giugno, in piena trattativa
per la fusione tra la casa italo-america-
na e Renault, ha avviato con l'Alleanza
franco-giapponese, coinvolgendo
quindi anche Nissan, una partnership
di natura esclusiva su tutti gli aspetti re-
lativi ai servizi di mobilità autonoma
per il trasporto delle persone e la conse-
gna delle merci in Francia ed in Giappo-
ne. Ma poi le mappe di Nokia, Here,
comprate in consorzio da Audi, Bmw e
Mercedes. E la galassia Samsung, che
qualche anno fa ha acquisito a suon di
miliardi l'americana Harman per entra-
re nel mondo dell'infotainment. E an-
cora Microsoft e Nvidia, ma anche la ri-
vale coreana di Samsung, Lg, che, allea-
ta anche del primo costruttore automo-
bilistico americano, GM, ha offerto le
tecnologie abilitanti della elettrica Che-
vrolet Bolt con km di autonomia.
Indipendentemente che si tratti dello
sviluppo di nuovi modelli elettrificati o
di tecnologie necessarie per la guida au-
tonoma o l'intrattenimento a bordo, per
i costruttori automobilistici le alleanze
con i concorrenti o con aziende non pro-
duttrici di veicoli saranno sempre più
fondamentali per restare competitivi in
un mercato sempre più complesso.
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REUTERS
Partner. Il ceo di Ford, Jim Hackett (a destra), e quello Volkswagen, Herbert Diess
F
ine della «pausa» estiva, almeno per due dei
principali emittenti pubblici europei, il tesoro
tedesco e quello italiano. Da oggi tornano
infatti d’attualità le aste per il collocamento dei titoli
di Stato (per la verità in Germania non si erano
proprio arrestate del tutto, vista l’emissione del
titolo trentennale riuscita solo a metà la
scorsa settimana) che vedranno proprio i
due Paesi protagonisti fino a giovedì. A
parte gli miliardi di Schatz ( anni ) e
Bund ( anni) in arrivo da Berlino,
l’attenzione è ovviamente puntata sul
compito del Tesoro italiano, che cade
proprio a cavallo dei giorni decisivi per la
formazione del nuovo Governo.
A fornire sostegno nel portare a
termine il compito e piazzare con
successo oggi CTz fino a miliardi di
euro, domani BoT a mesi per miliardi e
soprattutto giovedì , miliardi fra
CcTeu, BTp a anni e in particolare il nuovo
benchmark a anni con scadenza aprile
saranno anche i quasi miliardi di titoli che
verranno rimborsati il primo settembre. Un piccolo
aiuto dal mercato, visti i tempi, non guasta.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
di Maximilian Cellino
RIPARTONO LE ASTE BTP,
CON L’AIUTO DEI RIMBORSI
MILIARDI
Importo massimo
che il Tesoro vuole
collocare giovedì del
nuovo BTp a 10 anni
4
MERCATI
L’INTERVISTA
DARIO DUSE
«La Cina ha anticipato tutti
sull’elettrico mettendo
in campo incentivi e risorse»
«Fusioni e accordi industriali andranno in parallelo»
DARIO
DUSE
Managing
Director
della società
di consulenza
AlixPartners
Le top 15 per capitalizzazione. Valori in miliardi di dollari
Fonte: Thomson Reuters
Toyota Motor
211,
Daimler
48,
Honda
Motor
41,
Hyndai
Motor
26
Nissan
Motor Co
25,
Subaru
Corp
19,
Fiat
Chrysler
19,
Peugeot
19
Suzuki Motor C
18,
Byd Co L
17
Tesla
37,
Ford
Motor
35
Ferrari
29,
Bmw
42,
General
Motors
51,
Il confronto nell'auto
Terzo di una serie di articoli
I precedenti sono stati pubblicati
il 21 e il 22 agosto scorsi