Il Sole 24 Ore - 27.08.2019

(C. Jardin) #1

Il Sole 24 Ore Martedì 27 Agosto 2019 5


Primo Piano


L’OK AL GOVERNO CON IL PD


M5S, vertice di tregua


ma Di Maio in trincea


Salvini già all’attacco


Manuela Perrone


ROMA

Luigi Di Maio incassa il sì del Pd al Conte


bis, nient’affatto scontato. Ma per il MS


la partita della formazione del nuovo
Governo non è indolore, come provano

le mille resistenze interne e le stesse di-
visioni tra i “diarchi”: decisamente fa-

vorevole Beppe Grillo, scettico fino alla


fine Davide Casaleggio, che soltanto ieri
dopo il vertice romano dello stato mag-

giore del Movimento ha dato il suo via


libera. Nessuno oggi può dire quanto gli
equilibri interni al partito ne risentiran-

no: una pagina è voltata, il resto del libro


è un mistero.
Sul capo politico MS graverà innan-

zitutto, d’ora in poi, l’ombra sempre più


ingombrante del premier uscente Giu-
seppe Conte, la fiche su cui hanno punta-

to i Cinque Stelle (con l’endorsement


cruciale di Grillo) per far digerire alla ba-
se un Governo giallorosso e quella su cui

avrebbero scommesso come candidato


in caso di voto anticipato. Lo spazio di
autonomia che il presidente del Consi-

glio si è ritagliato, anche per il gradimen-


to conquistato tra i cittadini, i toni aspri
contro Matteo Salvini e il suo asse con le

cancellerie europee e con il Quirinale, fa


da contraltare al ridimensionamento di
Di Maio nella squadra: otterrà un mini-

stero, sì, Viminale o Difesa, oppure terrà


il Mise, ma rischia di pagare il prezzo di
aver schiacciato il MS sulle posizioni

del numero uno della Lega.
Il leader MS dorme sonni agitati an-

che per un altro motivo: le spaccature nel


gruppo parlamentare. I favorevoli all’al-
leanza con i dem, a parte i peones, sono

soprattutto gli “ortodossi”, ovvero i più


critici in passato nei confronti della sua
gestione e della coabitazione con la Lega,

che ora reclamano voce in capitolo e in-


carichi. Si tratta di quell’ala che va da Ni-
cola Morra a Carla Ruocco, passando per

Luigi Gallo e Giuseppe Brescia, e che ha


il suo punto di riferimento in Roberto Fi-
co. Ma la trattativa con il Pd, condotta dai

pontieri Vincenzo Spadafora e dai capi-


gruppo D’Uva e Patuanelli (per cui un
posto in squadra pare assicurato),e la ri-

chiesta del Pd di cedere dicasteri pesanti


costa a Di Maio il rischio di sacrificare al-
cuni dei suoi fedelissimi. Uno su tutti: il

Guardasigilli Alfonso Bonafede. Il para-


dosso? Fu proprio Bonafede, avvocato
con studio a Firenze, il primo a presenta-

re Conte ai pentastellati. Pure per Riccar-


do Fraccaro, paladino della democrazia
diretta e del taglio dei parlamentari, il ca-

po politico ha chiesto garanzie.


Resta poi da placare l’area dei con-
trari all’intesa con il Pd: i più nostalgici

della Lega e i meno spaventati da un ri-
torno alle urne. Tra loro Alessandro Di

Battista, Stefano Buffagni , Manlio Di


Stefano, Paola Taverna e Gianluigi Pa-
ragone. Che ieri in Tv ha già fatto sapere

che «nel caso di un accordo con il Pd»


potrebbe anche lasciare il gruppo pen-
tastellato.L’exit strategy per la ricom-

posizione delle fratture è come al solito


il voto sulla piattaforma Rousseau. Si
terrà a stretto giro, forse domani, per

battezzare la svolta giallorossa.


Matteo Salvini, intanto, dopo aver
tentato fino all’ultimo di ricostruire l’al-

leanza con Di Maio («contatti ci sono


stati poi ognuno fa le sue scelte»), in se-
rata prende atto del probabile arrivo del

Conte bis: «Il presidente parlava di Go-


verni di ampio respiro, non di un Gover-
no qualunque», quale sarebbe quello tra

Pd e Ms. Un modo per tirare in ballo il


Quirinale al quale il leader della Lega
tornerà a ribadire la richiesta di imme-

diato ritorno alle urne. Per ora però Sal-


vini evita toni incendiari ed esclude il ri-
chiamo alla piazza: «Sono il ministro

dell’Interno, mi occupo di sicurezza,


non di insurrezioni popolari».


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Il leader della Lega ribadirà


al Quirinale la richiesta


di ritorno immediato al voto


Dilemma M5S-Pd:


elettori più vicini,


militanti lontani


La durata del governo. È legata soprattutto al fatto che nessuno


dei due alleati esca perdente a livello elettorale. La necessità


che nel programma ci sia equilibrio filtra i temi dell’uno e dell’altro


Roberto D’Alimonte


—Continua da pagina 


Il dato più importante del sondag-


gio pubblicato Domenica scorsa su
questo giornale non è il calo di cin-

que punti nella stima delle inten-


zioni di voto della Lega. È il fatto che
oggi la maggioranza assoluta degli

elettori del Pd (%) e la maggio-


ranza relativa di quelli del Ms
(%) sono disponibili ad accettare

un governo formato dai due partiti.


Non era così fino a poco tempo fa. È
la crisi e lo scontro con Salvini che

hanno avvicinato i due elettorati. La


stessa cosa però non è ancora avve-
nuta, quanto meno non nella stessa

misura, a livello di militanti.


Questo è vero soprattutto all’in-
terno del Movimento. Su questo

non abbiamo dati, ma solo dichia-


razioni e impressioni ricavate dai
social media. A differenza dei suoi

elettori, la base militante del Movi-


mento fa più fatica a digerire un ac-
cordo di governo con un partito che

ha rappresentato per anni l’antitesi


del Movimento. In un certo senso si
può dire che il Ms è nato contro il

Pd che era visto come parte inte-


grante di un sistema da abbattere.
Ma agli albori il Ms era un fenome-

no di nicchia. Poi è diventato un


movimento di massa. Una trasfor-
mazione così rapida che ha sorpre-

so i suoi stessi protagonisti. Alle


elezioni del  ha preso più di 
milioni di voti, diventando di punto

in bianco il primo partito italiano.


Cinque anni dopo gli elettori sono
diventati addirittura più di  mi-

lioni. Oggi sono molti meno, ma


sempre tanti e più del % di loro
preferisce un governo con il Pd ad

altre soluzioni. Molti dei militanti


però sono ancora quelli di una vol-
ta. L’imprinting iniziale è difficile

da modificare. Per questo un voto


tramite Rousseau su un eventuale
accordo con il Pd è un problema.

Sulla piattaforma non votano i mi-


lioni di elettori del Ms ma qualche


migliaio di militanti.
Elettori da una parte e militanti

dall’altra. Per ogni organizzazione


partitica che miri a conquistare un
consenso ampio la contrapposizio-

ne è quasi sempre inevitabile. Mu-


tatis mutandis, è il problema con cui
è alle prese oggi il partito democra-

tico negli USA dovendo scegliere un


candidato alla presidenza che sia
appetibile alla sua base progressi-

sta, ma che sia anche capace di rac-


cogliere consensi tra gli elettori più
moderati. Nel caso del Ms il candi-

dato in grado di tenere insieme elet-
tori e militanti sembra essere Giu-

seppe Conte. L’insistenza del Movi-


mento sul suo nome non è solo una
questione di principio. È una neces-

sità legata alle divisioni che lo stan-


no lacerando. Grazie alla credibilità
che si è conquistato e all’appoggio

esplicito di Grillo, Conte rappresen-


ta all’interno del Movimento un
punto di equilibrio che nemmeno lo

stesso Di Maio può più garantire.


Tutto è ancora possibile in que-


sto momento. Altre sorprese po-


trebbero essere dietro l’angolo. Ma
intanto il Pd ha fatto cadere il veto

su Conte. Se questa decisione verrà


confermata, si realizzerà una con-
dizione necessaria per la nascita del

governo Pd-Ms. Quanto però que-


sto governo possa durare è un’altra
questione. Tra gli elettori del Pd e

quelli del Ms su questo punto le


opinioni sono molto divergenti. In-
fatti il % dei primi pensa che pos-

sa durare fino alla fine della legisla-


tura, mentre solo il % dei secondi
condivide questa opinione. Eviden-

temente molti elettori del Movi-


mento, che pure preferiscono l’alle-
anza con il Pd ad altre soluzioni del-

la crisi, si rendono conto delle diffi-


coltà del progetto e del rischio che
possa fallire in tempi brevi.

Non c’è dubbio che questo ri-


schio esista. Molti fattori giocano
contro, a partire da una situazione

economica che non promette nulla


di buono. Ma ce ne sono altri che
giocano a favore. Alcune delle que-

stioni politiche più spinose, come la
TAV, non sono più sul tappeto. Ed è

molto probabile che la commissio-


ne europea dimostri nei confronti
di un governo senza la Lega una

maggiore disponibilità sui conti.


Ma, in prospettiva, la durata del-
l’eventuale governo Pd-Ms è lega-

ta soprattutto al fatto che nessuno


dei due alleati ne esca perdente a li-
vello elettorale. Per questo sarà im-

portante vedere in che misura il


programma dell’eventuale esecuti-
vo rappresenterà un punto di equi-

librio tra i temi che “appartengono”


al Pd e quelli che “appartengono” al
Ms e ai suoi militanti. Se Conte ver-

rà confermato presidente del consi-


glio sarà questo uno dei suoi compi-
ti più delicati. Se ci riuscirà, potreb-

be contribuire a gettare le basi di un


nuovo bipolarismo.
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Secondo Lei quanto durerebbe un eventuale


governo Pd M5S?


DURATA GOVERNO M5S - PD


Elettori Pd Elettori M5S


Elettori Pd Elettori M5S


30 luglio 25 agosto


INTENZIONI DI VOTO


0%

50%

100%

0%

50%

100%

0%

50%

100%

38,


23,


14,


33,


24,


23,0 25,


16,


SOLO POCHI MESI
FINO A FINE LEGISLATURA
NON SA

Secondo Lei ora si dovrebbe...


CHE FARE ORA?


LEGA PD
M5S

Fonte: sondaggio Winpoll-Sole24Ore pubblicato il 25 agosto 2019

15


56


29


37


34


29


I “non so” e i “non risponde” sono il 28% a luglio


e 32% ad agosto


TORNARE A ELEZIONI IN AUTUNNO
FORMARE UN GOVERNO PD-M5S
FORMARE UN NUOVO GOVERNO LEGA-M5S
NON SA

21


62


2
15

22


43


16


19


ALTRI PARTITI

Elettori M5S-Pd allo specchio


Paolo Armaroli


P


rima di Ferragosto Matteo


Salvini aveva proposto un


do ut des a Luigi Di Maio:
l’immediata approvazione

definitiva del disegno di legge


costituzionale che riduce da  a
 il numero dei deputati e da 

a  il numero dei senatori


elettivi, che è all’esame della
Camera dei deputati, e poi lo

scioglimento dei due rami del


Parlamento. Mentre lo
scioglimento è una prerogativa

esclusiva del Capo dello Stato, e


Salvini non è legittimato a
mettervi bocca, attorno a

Ferragosto l’assemblea di


Montecitorio ben poteva dare
disco verde a un provvedimento

che per diventare legge attendeva


solo il suo imprimatur. Ma il
presidente della Camera Roberto

Fico ha calendarizzato il disegno
di legge per il  agosto. Due giorni

dopo le comunicazioni al Senato


del presidente del Consiglio, che si
sono concluse con le sue

dimissioni nelle mani del


Presidente della Repubblica.
Come si spiega il

comportamento di Fico, visto e


considerato che con la crisi di
governo si interrompono i lavori

delle Camere? A pensar male si fa


peccato ma s’indovina, come
sosteneva Giulio Andreotti. Se Di

Maio non vede l’ora di ridurre il


numero dei parlamentari, il Pd
durante l’esame parlamentare del

provvedimento ha già detto per tre


volte no. Perché sono stati respinti
tutti i suoi emendamenti volti ad

allargare il quadro legislativo. E


allora può venire il sospetto che
fossero già in corso contatti tra Pd

e Cinque stelle.


Sulla riforma in questione si
registra ora un confronto tra Di

Maio e Zingaretti. Quest’ultimo


non dice no. Purché prima si
modifichino i regolamenti

parlamentari in modo da facilitare


la costituzione dei gruppi minori.
E poi si vari una legge elettorale

che elimini i collegi uninominali,


dove la Lega farebbe man bassa, in
modo da divenire proporzionale

integrale. Solo allora, secondo il


segretario del Pd, si potrà
procedere alla riduzione del

numero dei parlamentari. Ma è


pensabile che nel frattempo questa
riforma costituzionale – per dirla

con Benedetto Croce – resti appesa
a mezz’aria come un caciocavallo

nella commissione Affari


costituzionali di Montecitorio? E
poi tra le tante voci che circolano

nel Pd c’è anche quella che


vedrebbe di buon occhio un
referendum confermativo.

Magari con la speranza di


mandare tutto a monte.
In caso di scioglimento delle

Camere, la riforma andrebbe a


gambe all’aria. Ma se la crisi
ministeriale evolverà in senso

positivo, quale che sia, non è


escluso – a tutela del buon nome
delle istituzioni – che uno o più

gruppi della Camera dei deputati


chiedano e ottengano l’immediata
calendarizzazione di una riforma

costituzionale che non può essere


tenuta a bagnomaria per un tempo
indefinito.

Si è discettato se la riduzione


del numero dei parlamentari
prevista dalla riforma sia congrua.

Tutto dipende dalla legge
elettorale. Nel Regno Unito i

deputati sono in numero


maggiore dei nostri perché lì vige
il sistema del collegio uninominale

a un turno. E i deputati sono per


davvero i rappresentanti del loro
collegio. Se i nostri Soloni

intendono ripristinare


integralmente la proporzionale di
una volta, con le liste bloccate non

avremo rappresentanti del popolo


ma fortunati cocchi di mamma
nominati dai capataz di partito. E

allora  deputati e  senatori


sarebbero perfino troppi. Come
ammoniva Hans Kelsen,

inorridendo all’idea, basterebbero


i capigruppo parlamentari per
decidere ogni questione con voto

ponderato.


Oltre a non scegliere i
parlamentari, con la proporzionale

non avremmo voce neppure


nella formazione dei governi.
Perché a deciderli saranno i partiti.

Dopo le elezioni, con tutto


comodo. Come già accade adesso
grazie a una legge elettorale

sciagurata che si vorrebbe


addirittura peggiorare.
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L’ANALISI


Legge proporzionale e taglio parlamentari,


un disincentivo all’efficienza delle Camere


IL SONDAGGIO


IL SOLE 24 ORE
25 MESE 2019
PAG. 2

Secondo il sondaggio Winpoll-


SoleOre, pubblicato sul


quotidiano di domenica scorsa
 agosto, il % degli elettori

dem è per un governo MS-Pd,


mentre tra i grillini la
percentuale è al %. Nelle

intenzioni di voto, il Carroccio
scende al ,% rispetto al ,%

del  luglio. Salgono Pd e MS.


Fondato nel 1865 QuotidianoPolitico Economico Finanziario Normativo

€ 2,50 in Italia — Domenica 25 Agosto 2019 — Anno 155°, Numero 233 — ilsole24ore.com Poste italiane Sped. in A.P. - D.L. 

/

conv. L. /
, art. , C. , DCB Milano

Intenzioni di voto al 25 agosto
M5SPd 16,6 24,

Lega Nord33,

Mark Carney, il governatore della Bank of England, al Simposio Fed diJackson Hole. può che dare un sistema valutario multipolare e l’«idea è allora di rea-lizzare una “valuta sintetica egemo-A un mondo multipolare non si
nica”, che rifletta un basket di mone-te affidabili, di riserva». Ma al contra-rio di quanto avvenuto con le cripto-valute, questa volta occorerà fissareprima la cornice normativa in cui simuoverà la nuova moneta virtuale.Riccardo Sorrentino—a pag. 

Qualcosa non funziona più, nel siste-ma globale internazionale. Il dollaroha assunto un’importanza enormenegli scambi commerciali, e in quellifinanziari al punto che i problemi de-gli Usa diventano problemi globali;mentre un futuro, lungo, duopolio
con lo yuan potrebbe essere ancor più destabilizzante. Per sciogliere ilnodo si potrebbe sostituire il dollarocon una valuta globale ed elettronica:un modello è Libra, la valuta annun-ciata da Facebook. È la proposta co-raggiosa e intrigante avanzata da

9 7 7 0 3 9 1 7 8 6 4 1 8^52809

LETTERA AL RISPARMIATORE Cerved, più tecnologia nei dati per gestire il rischiodi Vittorio Carlini—a pagina 

Illeciti, cresce il whistleblowing .  — Intelligenza artificiale, piano da due miliardi — . Terremoto di Amatrice, j’accuse del vescovo LEGA, M5S E LA UE — . 
di OPer più di un anno, l’Italia ha avuto un governo sovranista che Sergio Fabbriniccorre guardare da Bruxelles per capire cosasta succedendo a Roma.
l’ha collocata all’opposizione (in quanto Paese) nella governance dell’Unione europea. È stato l’esito preoccupante delle elezioni del  marzo
¡. Preoccupante perché l’Ue non è un’organizzazione internazionale all’interno della
quale si può contare di più o di meno, senza conseguenze per la società nazionale. L’Ue è un’organizzazione sovra-nazionale che ha istituzionalizzato una molteplicità di politiche
pubbliche che intrecciano strettamente gli interessi e i destini dei suoi Stati membri. Basti pensare all’Eurozona, un regime economico in cui le scelte di uno Stato membro hanno effetti immediati sugli altri ¡
Stati membri. E viceversa. È tale struttura di relazioni che ha attivato le pressioni per ridimensionare il governo sovranista italiano. La decisione dei parlamentari europei dei Stelle (M S), di sostenere la
candidatura di Ursula von der Leyen a presidente della Commissione europea, ha avviatoil processo che ha condotto alla crisi del governo Conte. Naturalmente, quest’ultima è anche il risultato di errori politici,
inevitabili con leader che confondono il governo con la campagna elettorale permanente. Tuttavia, dietro la crisi vi sono problemi strutturali e non solo limiti personali. Vediamoli.—Continua a pagina 

A BRUXELLESLA SCINTILLADELLA CRISIITALIANA

Guida rapidaper orientarsi Adempimentie date del rientro
nelle scuole

Musica Giovani talentiprotagonistial Ravello Festival

Copertina Le visionigeografichemostruose
di Opicinus de CanistrisLina Bolzoni —a pagina 

Festival Viaggiareper librialla scoperta
delle cittàGiulia Crivelli—a pag.

Arredamento Grandi proposteper piccole caseFabrizia Villa—a pag. 

domenica

lunedì

lifestyle Carla Moreni—a pag. 
NUOVE EMISSIONI
di Iespansione monetaria in Usa ed Marcello Minennal peggioramento della congiuntura, la caduta dei tassi diinteresse e le aspettative di
Europa stanno favorendo il ritorno dei bond a lunghissima scadenza. Le agenzie del debito di tutto il mondo si stanno mobilitando per strutturare emissioni ultra long a , ¦ e  anni; il Tesoro Usa potrebbe muoversi a breve. Pochi
giorni fa il governo tedesco ha piazzato un’obbligazione zero coupon trentennale allo % per un miliardo di euro mentre il Tesoro italiano appare intenzionato a testare nuovamente un’emissione cinquantennale.Nel
-¦ gran
parte dei Paesi europei ed alcune economie emergenti come Messico ed Argentina si sono finanziati per modesti importi a e  anni. Tuttavia al di là dell’effetto mediatico, non c’è stato un impatto significativo sulla durata media del debito. Gli investitori invece si sono
caricati un rischio evidente, vista la forte sensibilità di questi titoli a variazioni dei tassi di interesse.—Continua a pagina 

INCOGNITAOBBLIGAZIONIA 100 ANNI

Orizzonti al femminile. Ursula Von der Leyen, Kristalina Georgieva e Christine Lagarde, tre europee ai vertici

VON DER LEYEN PREPARA UN PIANO DA 100 MILIARDI AFP

Ursula Von der Leyen, Christine Lagarde e guida rispettivamente della Commissione europea, della Banca centrale europea e (se tutto andrà come da copione) del Fondo monetario internazionale dovranno affrontare in un Kristalina Georgieva: sono le tre donne che, alla Tre donne alla guida di un mondo in crisicontesto tutt’altro che favorevole alcune delle gestione della Brexit; la crisi dell’Argentina; e la continuazione del quantitative easing nel dopo Draghi.grandi sfide globali come l’onda nazionalista e la Gianluca Di Donfrancesco—a pagina

«Super valutadigitale
per batterelo yuan cinese»
Banca d’Inghilterra. una moneta globale per sostituire il dollaro e ridurre l’influenza della finanza di PechinoLa proposta di Carney:

Lega in calo di consensi (33,7%)Elettori M5S: intesa Pd fragile
Winpoll-Sole  Ore:di Roberto D’Alimontea fine luglio il Carroccioera stimato a quota ,%Eta al
¡,®%, e oggi è scesa al

,¦%.sondaggio del luglio era stima-È presto per dire se questo datosensi e credibilità. E così è stato. Èquanto risulta dal sondaggioWinpoll-Sole
 Ore. Alle europeela Lega aveva preso il
,
%, nelcrisi di governo costasse ara prevedibile che questaSalvini e al suo partito con-
rappresenti una battuta d’arrestooppure la fine di un ciclo. —continua a pagina 

VERTICE BIARRITZ Dopo le auto tedesche, Trump mi-naccia i vini francesi. Il presidenteUsa: possibili dazi sui vini francesiin risposta alla digital tax di Parigi
sulle aziende hi-tech americane. LaUe «risponderà per le rime» avver-te il presidente del Consiglio euro-peo Tusk. Incontro Trump-Macronal G¦ di Biarritz. Pelosi—a pag. 

G7, arriva in Europala guerra dei dazi Usa
di Gianmarco Ottaviano—a pagina RECESSIONECONVITATODI PIETRA

AL TAVOLO DEI GRANDI

LA CRISI DI GOVERNOAL G7 DI BIARRITZ Tusk: Contegrande esempio
di lealtà europea—a pag. 

BILANCI Banche, dal 2008 in fumo metà degli utili Maximilian Cellino e Luca Davi e l’analisi di Marco Onado—a pagina

DIVORZIO DEFINITIVO Il premier: «Con la Legaho chiuso»
Gerardo Pelosi—a pag. 

LA TRATTATIVA Cuneo fiscale:il taglio alle tassenuova priorità
Rogari e Tucci—a pag.

IL SONDAGGIO

Cineasta. Enrico Vanzina, fratello di Carlo e figlio del regista Stenodi Paolo Bricco—a pagina 

A tavola con Enrico Vanzina«IGNORANZA E INCOMPETENZA
ORA SEMBRANODEI VALORI»di Giuseppe Lupo—a pagina 

Viaggio industriale BagnoliIL TRAGUARDOMANCATO
DELL’ITALSIDERAL SUD

Il confronto

Matteo Salvini.


«Sta nascendo il
partito delle

poltrone, che


vuole smontare
tutto. Ma

attenzione: chi ha


paura del voto del
popolo non ha la

coscienza pulita.


Se la
discontinuità avrà

il suo volto, gli


italiani avranno
chiaro il perché

del ribaltone, che


era preparato da
tempo».
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