Il Sole 24 Ore - 27.08.2019

(C. Jardin) #1

6 Martedì 27 Agosto 2019 Il Sole 24 Ore


Primo Piano


FIRMA A SETTEMBRE


Accordo commerciale Usa-Giappone


Sui prodotti agricoli


l’intesa elimina il vantaggio


competitivo europeo


La finestra di vantaggio competiti-


vo di cui gli esportatori europei


stanno beneficiando da febbraio


sul mercato giapponese rispetto a


quelli statunitensi sta per chiuder-


si: in una conferenza stampa con-


giunta al G, Donald Trump e il pre-


mier Shinzo Abe hanno annunciato


che Usa e Giappone hanno rag-


giunto «in via di principio» un ac-


cordo commerciale bilaterale. L’in-


tesa dovrebbe essere firmata dai


due leader a settembre a margine


dell’Assemblea Onu e non è escluso


possa entrare in vigore a fine anno.


Se pure l’annuncio finisce per


rappresentare un elemento positi-


vo scaturito da un caotico G,en-


trambe le parti hanno motivi per


non essere soddisfatti. Anche se i


dettagli non sono stati ancora resi


noti,in sostanza gli Usa ottengono
riduzioni o abbattimenti tariffari

su prodotti agricoli - come vino,


frumento, carni, formaggi, più
etanolo - di cui avrebbero potuto

usufruire già da un paio d’anni se
Trump non avesse mandato a

monte la Trans-Pacific Partnerhip


negoziata dall’amministrazione
Obama (e poi salvata come accor-

do tra  Paesi dalla diplomazia


nipponica,che nel frattempo ha
anche stipulato l’accordo di libero

scambio con la Ue).


Mentre la parte giapponese ha
tirato in lungo i negoziati bilatera-

li(che non gradiva)e tenuto duro


nel confinare le concessioni nei li-
miti delle sue altre intese, è più che

verosimile che nel raggiungimen-


to dell’accordo di principio abbia-
no giocato un ruolo le tensioni

commerciali tra Washington e Pe-


chino: Trump - anche in vista delle
future elezioni - ha bisogno di pla-

care il risentimento della lobby
agricola, messa in difficoltà dalla

ritorsioni cinesi.Del resto,lo stesso


presidente ha enfatizzato tra l’al-
tro che Tokyo avrebbe accettato di

comprare prodotti cerealicoli


americani oggi in eccesso. Su que-
sto punto, Abe ha rinviato alle de-

cisioni del settore privato, su cui


Trump ha ironizzato: «Il settore
privato giapponese accondiscende

molto al settore pubblico... forse le


cose stanno in maniera un po’ dif-
ferente che da noi».

In Giappone si sono levate pa-


recchie voci critiche: non è chiaro
quali siano le contropartite con-

crete che Tokyo ha ottenuto. Ma è


chiaro che il governo Abe persegue
importanti obiettivi strategici.Si

tratta anzitutto di ammansire l’im-


prevedibile “belva” Trump, che di
tanto in tanto fa dichiarazioni

estemporanee molto allarman-


ti,indicando il Giappone come un
manipolatore valutario o come un

Paese che approfitta degli squilibri
dell’accordo bilaterale di Difesa. È

chiara poi l’esigenza di prevenire


la minaccia di dazi sull’auto giap-
ponese: la prospettiva pare allon-

tanata, ma non del tutto esclusa.


Ieri Trump ha detto che non ci pen-
sa «al momento».

L’analista Takashi Ito di Nomura


ha osservato che l’intesa rimuove
gran parte di questi timori e po-

trebbe quindi spronare i titoli del-


l’auto giapponese sul medio-lungo
termine. Nell’immediato, però, le

azioni del settore auto hanno asse-


condato ieri i ribassi alla Borsa di
Tokyo. Rispetto alle previsioni del-

la TPP, dopotutto,la differenza è


che i dazi Usa sull’import di auto e
camion non saranno ridotti, nem-

meno gradualmente. Tagli di tarif-
fe ci saranno invece su molti pro-

dotti industriali, compresa in parte


la componentistica auto.


—S.Car.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

Intesa raggiunta.


Il premier


giapponese
Shinzo Abe

dovrebbe firmare


a settembre
l’accordo

commerciale con
Trump: conta così

di allontanare


lo spauracchio
di dazi sull’auto

giapponese.


Dazi, Trump più conciliante


Riparte la trattativa con la Cina


Cambio di toni. Il presidente Usa pronostica a sorpresa una intesa sul commercio con Pechino,


fissa il riavvio dei negoziati a settembre e torna a parlare in termini lusinghieri di Xi Jinping


Stefano Carrer


Dopo un crescendo rossiniano su to-


ni sempre più aspri - culminati addi-


rittura in un «ordine» via Twitter alle


aziende americane di valutare alter-


native alla Cina e di riportare attività


manifatturiere in patria - ancora una


volta Donald Trump ha spiazzato


tutti anche sulla questione del trade,


chiudendo il G di Biarritz con il pro-


nostico secondo cui un accordo com-


merciale con Pechino si può fare, do-


po l’arrivo di «ottime notizie» dalla


controparte che consentono di intra-


prendere «seri negoziati» a settem-


bre. Tanto è bastato perché i mercati


finanziari registrassero subito l’ap-


parente apertura, stabilizzandosi e


spingendosi a un recupero dopo il


tonfo iniziale registrato in Asia. Lì gli


operatori avevano avviato la settima-


na con massicci ordini di vendita,


sulla scia dell’annuncio precedente


di Trump di dazi addizionali del %


su tutte le merci cinesi di importazio-


ne, in immediata ritorsione per la de-


cisione di venerdì di Pechino di im-


porre nuove tariffe su importazioni


dagli Usa per  miliardi di dollari.


Nel weekend, molti analisti han-


no emesso report in cui si evidenzia-


va che l’escalation tende a rendere


più difficile il raggiungimento di un


qualsiasi accordo e ad avere un im-


patto sempre maggiore sull’econo-


mia globale. Poi Trump ha cambiato


registro: dopo aver citato telefonate


incoraggianti (peraltro smentite dal-


la parte cinese), ha fatto riferimento


in termini positivi alle dichiarazioni


del vicepremier Liu He, che ieri ha


sottolineato la volontà di risolvere la


disputa commerciale attraverso


trattative «calme» e di evitare una


escalation. Liu ha anche colto l’occa-


sione per dichiarare che «noi diamo


il benvenuto a tutti, compresi gli Usa,


per investire e operare in Cina». Pe-


raltro il presidente americano ha


evidenziato che i dazi hanno colpito


la controparte in modo molto grave


e che «non avrà altra scelta» che pie-


garsi a un accordo. In effetti, l’impat-


to delle nuove tariffe viene ampia-


mente giudicato pesante per la Cina:


Oxford Economics, ad esempio, ora


si attende che la crescita cinese possa


calare significativamente sotto il %


l’anno prossimo, anche se arrivasse-


ro manovre di sostegno.


Trump ha poi sminuito le gene-


rali preoccupazioni sull’instabilità


dell’economia globale: «Mi dispia-


ce, è così che io tratto gli affari». Se


nel biasimare l’atteggiamento delle


Fed Trump aveva messo il presiden-


te Xi Jinping nella lista dei nemi-


ci,ieri ne ha parlato come di un


«grande leader» e di un «uomo bril-


lante». Per ora non è chiaro, comun-


que, come la ripresa delle trattative,


già prevista a settembre, sarà in-


fluenzata dagli ultimi annunci di ri-


torsioni e controritorsioni.


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LA REAZIONE DEI LISTINI


L’apertura rianima i mercati


dopo la corsa ai beni rifugio


In mattinata balzo dell’oro


e yuan ai minimi da  anni,


poi il recupero delle Borse


Maximilian Cellino


Più tranquilli rispetto al tumultuo-


so finire della scorsa settimana,


ma ancora molto, forse troppo
sensibili ai messaggi inviati dalle

parti in causa in quella guerra dei
dazi che contende all’attesa per le

mosse delle Banche centrali l’at-


tenzione in questo mese d’agosto.
I mercati finanziari hanno infatti

ieri tirato probabilmente un sospi-


ro di sollievo alle parole del presi-
dente Usa, Donald Trump, che in-

dicano una ripresa dei colloqui con


la Cina dopo le scintille di venerdì
scorso, ma si mantengono ancora

decisamente prudenti.


La riprova dell’atteggiamento
cauto degli investitori sta in quel

rimbalzo di Wall Street che non rie-


sce certo a coprire le perdite (-,%
per l’S&P ) della seduta prece-

dente e che serve a rianimare sol-


tanto in modo relativo l’Europa, do-
ve Milano ha chiuso a +,% e ha

preceduto Francoforte (+,%),
Parigi (+,%) e Madrid (+,%).

L’ulteriore conferma della perdu-


rante tensione risiede nella nuova
avanzata dei caratteristici beni rifu-

gio: l’oro, che aggiorna i massimi


dall’aprile  oltre . dollari
l’oncia; ma anche yen e franco sviz-

zero, entrambi in avanzamento su


scala globale. Sempre rimanendo
sul terreno valutario occorre segna-

lare il recupero del dollaro e quello,


del tutto parziale, dello yuan che
aveva raggiunto i minimi degli ulti-

mi  anni (, contro dollaro) di


riflesso alle schermaglie che riguar-
dano i temi commerciali.

Ancora differente il comporta-


mento del mercato obbligazionario,
dove ieri i movimenti sono stati mi-

nimi, forse anche a presagire quelli


che potrebbero vedersi a partire da
oggi per un calendario intenso di

emissioni sul primario (da qui a gio-


vedì finiranno sul mercato fra i  e
i  miliardi di euro più o meno

equidivisi fra Bund e BTp, oltre a 


miliardi di BoT) e per l’inevitabile
attenzione che almeno in chiave ita-

liana finiranno per attirare le vicen-


de legate alla crisi di Governo. In-
tanto lo spread fra Italia e Germania

si è mantenuto in posizione di atte-
sa sulla soglia dei  punti base.

Sempre in relazione al reddito fisso


resta da segnalare l’ulteriore lima-
tura per il tasso del decennale degli

Stati Uniti (+,%), che compie così


un ulteriore passo di riavvicina-
mento ai minimi storici del .

E ancora parlando in chiave Usa,


vale la pena di ricordare come il
mercato sia ormai proiettato verso

un taglio dei tassi di  punti base,


che i future quotati al Chicago Mer-
cantile Exchange di Chicago scon-

tano ormai al ,%, nella riunione


della Federal Reserve del prossimo
 settembre. Appena una settima-

na fa una fetta di operatori (l’,%)


«sperava» addirittura in una sforbi-
ciata di misura doppia, che gli even-

ti delle ultime ore sembrano però
aver cancellato dall’orizzonte: «Le

ultime parole di Trump, che lascia-


no intendere una volontà di risolve-
re positivamente i colloqui con la

Cina - spiega Emanuele Canegrati,


Senior Analyst Bp Prime - generano
aspettative di un miglioramento

dell’economia globale e quindi di


una minore necessità di tagliare i
tassi da parte della Fed».

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Andamento dell’S&P 500


31 LUGLIO 2019 IERI


2800

2850

2900

2950

3000







Trump: “I negoziati
con la Cina
riprenderanno
molto presto”

1 agosto


Trump annuncia che
dal primo settembre
altri 300 miliardi di
dollari di importazioni
dalla Cina saranno
soggetti a dazi

2 agosto


Nuova escalation:
Trump minaccia dazi
fino al 25%

13 agosto


Trump annuncia che
rinvierà al 15
dicembre l’entrata in
vigore di nuovi dazi
su alcuni prodotti di
importazione cinese
“per non influenzare
negativamente gli
acquisti di Natale”

23 agosto


La provocazione di
Trump: “Chi è il
nostro peggior
nemico: il presidente
della Fed Powell o
quello cinese Xi?” E
annuncia nuovi dazi
sul Made In China.

24 agosto


Risposta della Cina:
“Violato il patto
Trump-Xi”. Trump
minaccia dazi sui vini
francesi.

25 agosto


Trump: “Ciò che la
Cina ha fatto sui dazi
è vergognoso”

“.”•–,˜•


Valore alle 19 ora
italiana del 26 agosto




2.873,





Ieri


Effetto Trump su Wall Street


IL BILANCIO DEL G


Parigi e Washington


trovano l’intesa


sulla digital tax


Dagli Usa aperture


anche sul confronto con


le imprese di auto europee


zato dall’adozione di misure


unilaterali protezioniste.


Ma intanto a Biarritz al cambio di
tono nei confronti della Cina si sono

aggiunti altri elementi. Trump ha


detto di pensare che gli Stati Uniti
potranno trovare un accordo com-

merciale equo con l’Unione Europea
senza imporre le minacciate tariffe

sull’import di auto europee: «Siamo


molto vicini a un accordo con la Ue
perché loro non vogliono le tariffe -

ha detto Trump in conferenza stam-


pa lanciando in particolare un se-
gnale ai produttori di auto tedeschi

-. Penso che faremo un accordo con


la Ue senza dover andare per quella
strada». Senza dare altri dettagli,

Trump ha annunciato una prossima


visita in Germania su invito della
cancelliera Angela Merkel che, da

parte sua, dal G ha espresso «gran-


de interesse per il rafforzamento dei
nostri scambi (con gli Usa). Penso

che potremo trovare soluzioni».


Nello stesso tempo Trump e Ma-


cron hanno dato la propria benedi-


zione al compromesso raggiunto
dai loro ministri delle Finanze, Bru-

no Le Maire e Steven Mnuchin sulla


tassa digitale voluta da Parigi per i
giganti del web. In cambio di una

marcia indietro americana sull’im-
posizione di dazi sul vino francese,

Macron ha accettato di tenere conto


del meccanismo fiscale che l’Ocse
dovrà mettere a punto per regolare

gli utili delle grandi compagnie di


internet. Se la tassa francese del %
sui redditi realizzati in Francia sarà

superiore, verrà ridotta.


La dichiarazione finale di Biarritz
annuncia anche che Francia e Ger-

mania organizzeranno una riunione


nel formato Normandia per verifica-
re i risultati concreti degli accordi di

Minsk sull’Ucraina, possibile primo


incontro - immaginato a settembre



  • tra Putin e il nuovo presidente


ucraino Volodymyr Zelenskiy, pas-


saggio essenziale per riammettere la
Russia nel G. Sulla Libia si sollecita

«una tregua che porti a un cessate il


fuoco duraturo», e si auspica una
conferenza internazionale che coin-

volga tutti gli attori regionali coi volti


nel conflitto, sostenendo il lavoro
delle Nazioni Unite e dell’Unione

africana. Sulle proteste di Hong Kong


si richiama l’importanza della di-
chiarazione cino-britannica dell’,

e si chiede di porre fine alle violenze.


© RIPRODUZIONE RISERVATA

Le scommesse
di Macron.

Il presidente
francese,

qui al termine


della conferenza
stampa congiunta

con Donald


Trump,
è stato il grande

regista del vertice


del G
a Biarritz

REUTERS

Le parole


del presi-


dente muo-


vono le


Borse.


Gli analisti


temono


l’escalation


dei dazi


reciproci


I Sette


chiedono


riforme


della Wto


per rendere


più equo


e aperto


il commer-


cio interna-


zionale


A pag. 21
Trump si dice pronto a incontrare il
presidente iraniano Rouhani. Intesa su
un pacchetto di aiuti per l’Amazzonia

IL FRONTE
UCRAINO
Macron
ha annunciato
un vertice
in settembre con
Putin e Zelenskiy

IL VERTICE


Dal commercio


alla Libia,
passando per

Amazzonia e Iran:


questi i temi del
G7 di Macron.

Su

ilsole24ore

.com

Gerardo Pelosi


Dal nostro inviato


BIARRITZ

Di più non poteva certo aspettarsi
Emmanuel Macron. Le divisioni con

gli Stati Uniti non sono certo scom-


parse come per incanto ma si avver-
te un clima nuovo rispetto al G ca-

nadese del  e forse anche ri-


spetto al G di Osaka di due mesi
fa. Se il body language non inganna

il modo in cui si sono mostrati in


pubblico nella conferenza stampa
finale i due protagonisti del vertice,

Macron e l’americano Donald


Trump, tutto lascia sperare bene per
il futuro. Si sono abbracciati e bacia-

ti due volte e Trump che ha confes-


sato che «è stato un grande successo
e siamo rimasti a parlare un’ora più

del previsto». Un passaggio di testi-


mone dal G francese a quello ame-
ricano che si terrà a Miami probabil-

mente in una proprietà dello stesso


Trump (il quale assicura che è il po-
sto migliore e che lui dall’essere pre-

sidente sta perdendo in mancati


guadagni da  a  miliardi di dollari).
Forse ci sarà pure Vladimir Putin

anche se non tutti, nel G, sono d’ac-


cordo su una sua così rapida riam-
missione nel club dei “grandi”.

Un clima di fiducia che soprattut-


to sul commercio dimostra la volon-
tà di arrivare a una soluzione. «Il G


  • recita una dichiarazione finale
    molto stringata che ha sostituito il


tradizionale comunicato - è impe-


gnato per un commercio mondiale
aperto e giusto» e punta «alla stabili-

tà dell’economia mondiale». Per


questo «intende cambiare profonda-
mente la Wto -l’Organizzazione

mondiale del commercio - per ren-


dere più efficace la protezione della
proprietà intellettuale, regolare più

rapidamente i conflitti e sradicare le


pratiche commerciali sleali. Il G si
impegna a trovare un accordo entro

il  per riformare la fiscalità in-


ternazionale nel quadro dell’Ocse».
Su come riformare la Wto le ri-

cette ovviamente divergono. Il G


canadese e il G argentino del 
avevano già sostenuto un processo

di riforma per assicurare pari op-


portunità di accesso agli operatori
commerciali. Ma questa volta sem-

bra esserci l’imprimatur dello stes-


so Trump ad andare rapidamente
avanti. Toccherà ora all’attuale di-

rettore,il brasiliano Roberto Azeve-


do, verificare le condizioni per lavo-
rare a una riforma che è l’unica pos-

sibilità di scongiurare lo stallo e la


marginalità cui sembra condannata
l’organizzazione di Ginevra a guar-

dia del sistema multilaterale degli
scambi nel momento in cui la guer-

ra dei dazi tra Stati Uniti e Cina ri-


schia di soppiantare il sistema in-
ternazionale basato su regole con-

divise con un approccio caratteriz-

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