8 Martedì 27 Agosto 2019 Il Sole 24 Ore
Economia & Imprese
Almaviva Contact,
conto alla rovescia
per 1.600 esuberi
Andrea Biondi
È conto alla rovescia. E la crisi di Go-
verno gioca a tutto sfavore della ri-
soluzione di una vertenza che dalla
Sicilia rischia di riportare triste-
mente all’attenzione nazionale le
problematiche occupazionali nel
settore call center.
C’è preoccupazione per ciò che
potrebbe accadere in Almaviva Con-
tact a Palermo, con una clessidra che
sta terminando la sabbia a disposi-
zione prima dell’avvio di procedure
di licenziamento che potrebbero
portare fino a . esuberi. Nella
prima quindicina di settembre
l’azienda potrebbe alzare bandiera
bianca. Perché proprio a questo ini-
zio settembre? Il motivo sta nel fatto
che il novembre scadono gli am-
mortizzatori sociali di cui il contact
center del gruppo Almaviva sta usu-
fruendo. Dall’ dicembre, dunque, il
call center di Almaviva si troverà non
più coperto da questa ciambella di
salvataggio. E per questo l’intenzio-
ne dell’azienda è di avviare la proce-
dura in tempo utile per potersi tro-
vare pronta a quella data.
Il problema sono le commesse,
che per Almaviva sono venute a
mancare, spiegano dall’azienda e
dal sindacato, nell’ordine del per
cento. I committenti Tim e Wind Tre
hanno ricalibrato le proprie necessi-
tà e questo avrebbe fatto venire a
mancare una parte di lavoro quanti-
ficata, appunto, nella necessità di ri-
durre del % la forza lavoro. Il risul-
tato è che a Palermo, dove lavorano
. dei circa . dipendenti di
Almaviva Contact di tutta Italia, l’al-
larme ha raggiunto livelli di codice
rosso. «Sono preoccupato – spiega
Maurizio Rosso (Slc Cgil) – perché se
sulla situazione c’erano preoccupa-
zioni prima figuriamoci ora senza
certezze sul Governo». Per Rosso
«comunque basterebbe attuare
quelle due-tre contromisure, fra cui
portare le multinazionali a non ta-
gliare i volumi dall’oggi al doma-
ni».Rosso chiama anche «la Regione
Sicilia a fare la sua parte».
Per Riccardo Saccone (Slc Cgil), la
situazione presenta «un aggravio.
Le tabelle del costo del lavoro nei call
center, su cui abbiamo trovato un
accordo con le aziende, sono disatte-
se». Comunque «dobbiamo iniziare
a fare dei ragionamenti. Perché non
mettere questi servizi a pagamento?
E perché non dare tempi massimi di
risposta, per esempio, sui secon-
di? Questo aiuterebbe a ridurre gli
esuberi». I call center, spiega dal
canto suo Pierpaolo Mischi (Uilcom
Uil) «non sono finiti. Non è vero che
non ci sarà bisogno di assistenza
clienti. Sarà un’assistenza diversa.
Serve arrivare a una riprofessiona-
lizzazione del settore».
Il luglio, intanto, al termine del
secondo incontro il ministero del
Lavoro aveva aggiornato il tavolo
sulla vertenza Almaviva al settem-
bre. Per il settembre è nel frattem-
po arrivata una convocazione per
tutta la filiera delle Tlc. A convocarli
il sottosegretario leghista Claudio
Durigon. Tutte convocazioni in atte-
sa di ulteriore conferma.
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CALL CENTER
Preoccupazione a Palermo
per la decisine dell’azienda
legata al calo dei ricavi
Gas in Sicilia:
autorizzazioni
in ritardo,
progetti fermi
Nino Amadore
GELA
Giacimenti che valgono quattro mi-
lioni di metri cubi di gas al giorno
pari al % della produzione di gas
in Italia e a sette volte l’attuale pro-
duzione siciliana. In grado di soddi-
sfare il % del fabbisogno annuo
del Paese e il % del fabbisogno
annuo della Sicilia. Ma che rischia-
no, e parecchio, di arrivare alla pro-
duzione ben oltre i tempi previsti,
fissati a dicembre del . O di non
arrivarci completamente. Parliamo
dei giacimenti Argo e Cassiopea
di Gela in provincia di Caltanissetta
i cui lavori valgono milioni e
rappresentano l’ultimo e il più im-
portante blocco di interventi previ-
sti nel protocollo di intesa per il ri-
lancio dell’area industriale di Gela
firmato da Eni, dalle istituzioni e
dai sindacati nel : su un totale
di investimenti previsto di , mi-
liardi, Eni ha già speso , miliardi
per opere varie tra cui la costruzione
della bioraffineria.
Un fronte, quello dei giacimenti
di gas, su cui Eni era già intervenuta
rimodulando il progetto per attutire
il più possibile l’impatto ambientale
ma che ancora una volta rischia di
incagliarsi complicando di parec-
chio tutto l’iter. A sollevare il pro-
blema, ieri, il reggente di Sicindu-
stria Caltanissetta Gianfranco Cac-
camo: «L’investimento sulla base
gas di Eni a Gela è fermo a causa del-
la mancata proroga della Valutazio-
ne di impatto ambientale (Via) —
dice Caccamo. — Il rischio che, se
questa proroga non dovesse arriva-
re entro ottobre, la base potrebbe
non essere realizzata con le conse-
guenze immaginabili sia per il di-
retto di Eni sia per l’indotto. E que-
sto non è che l’ultimo dei colpi in-
ferti a un territorio che sta lenta-
mente morendo nella distrazione
generale della politica. Mettiamoci
tutti attorno a un tavolo per discute-
re concretamente di programma-
zione, sviluppo e lavoro. È necessa-
rio fare fronte comune per rilancia-
re il territorio e occorre farlo senza
ulteriori indugi».
La mancata proroga della Valuta-
zione di impatto ambientale, che
Eni aveva già ottenuto a suo tempo,
mette in forse i contratti firmati do-
po bandi complessi e tortuosi che
vanno a scadere a settembre e che
dunque andrebbero rifatti.
Qual è la situazione in questo
momento? La commissione Via-Vas
ha dato parere positivo il giugno
e a questo punto manca il parere del
ministero per i Beni culturali per
procedere alla proroga. La situazio-
ne, nel frattempo, si sarebbe anche
complicata: secondo indiscrezioni
sarebbe arrivato il parere negativo
ENERGIA
Su investimenti a Gela
pari a , miliardi l’Eni
ha già speso , miliardi
Allarme di Sicindustria:
il piano è bloccato,
intervenire entro ottobre
La bioraffineria. Per il nuovo impianto di raffinazione green di Gela Eni ha investito 275 milioni di euro
della Sovrintendenza del mare che
già nel aveva espresso parere
negativo ma poi, nel , aveva da-
to il via libera agli interventi.
«Facciamo chiarezza — afferma
il senatore del Movimento Cinque
Stelle Pietro Lorefice — la commis-
sione Via del ministero dell’Am-
biente ha dato parere favorevole alla
richiesta di Eni e si attende il parere
del ministero per i Beni e le attività
culturali. Quest’ultimo, ancora, non
ha comunicato la propria posizione
non per inattività o per la sopravve-
nuta crisi, bensì perché nonostante
i ripetuti solleciti è ancora in attesa
di un riscontro da parte della Regio-
ne siciliana per un parere univoco».
Qualche giorno fa è partita da Ge-
la la richiesta della convocazione di
un tavolo per fare il punto sullo sta-
to di avanzamento del Protocollo
firmato nel : lo si potrebbe
chiamare un atto dimostrativo visto
che i destinatari principali erano il
presidente del Consiglio Giuseppe
Conte e i ministri Luigi Di Maio, Ser-
gio Costa e Alberto Bonisoli alle pre-
se con la crisi di governo. Un’altra
richiesta ai governi nazionale e re-
gionale era stata inviata dai sinda-
cati a fine luglio.
A Gela la preoccupazione è forte:
«Siamo di fronte a un paradosso
enorme — dice Ignazio Giudice se-
gretario della Cgil di Caltanissetta.
— C’è un’azienda il cui socio di mi-
noranza è lo Stato che vuole conti-
nuare a investire a Gela e creare la-
voro, occupazione e sviluppo. C’è
poi una parte dello Stato che invece
continua a ostacolare questi inve-
stimenti. Dentro lo Stato, ovvia-
mente, c’è anche la Regione sicilia-
na con un governo che avrebbe il
dovere di intervenire».
Intanto fonti della Regione sici-
liana fanno presente che sono in
corso approfondimenti tecnici per
sbloccare gli investimenti dell’Eni
nel gas gelese.
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IN DETTAGLIO
4 milioni
Metri cubi
La capacità produttiva quotidiana
attesa dei giacimenti di gas Argo e
Cassiopea a Gela
800 milioni
Investimenti
Le risorse impegnate dall’Eni per i
lavori nei giacimenti Argo e
Cassiopea: una parte dei 2,2 miliardi
previsti nel Protocollo del 2014.
1,2 miliardi
Stato d’vanzamento
I fondi già spesi dall’Eni in
attuazione del Protocollo del
2014 per il rilancio dell’area
industriale di Gela.
I dipendenti
In tutta Italia i dipendenti
di Almaviva Contact
sono circa 6.