Top Yacht Design – Agosto 2019

(Martin Jones) #1

S


arebbe stato certamente singola-
re vedere nel 1800 una persona
scendere in acqua con l’orologio
nel taschino del gilet, oppure con
l’orologio legato al collo. Eppure è
proprio nell’epoca d’oro dei mo-
delli da tasca che vedono la luce i primi sistemi
per rendere resistenti a polvere e umidità gli
orologi usati in ambienti climaticamente ostili.
Stiamo ancora parlando di orologi impermea-
bili e non di modelli subacquei che verranno
molti anni dopo.
Il punto dell’orologio più soggetto a infiltrazio-
ni è la corona di carica e fu per risolvere questo
problema che dal 1870-80 si moltiplicarono so-
luzioni e brevetti: alcuni idearono le prime co-
rone a vite, altri inserirono la cassa dell’orologio
in una seconda cassa a mo’ di custodia, altri
ancora protessero la corona coprendola con un
cappuccio avvitato alla cassa e fissato a que-
sta da una catenella, in modo da non perderlo
quando si doveva toglierlo per caricare l’oro-
logio. Questi sistemi furono anche impiegati
durante e dopo la Prima Guerra Mondiale con
la diffusione dei modelli da polso: in particola-
re, quello a catenella e quello a doppia cassa,

tipo matrioska, in cui era la custodia a essere
fissata al polso col cinturino e non l’orologio
vero e proprio. Nessun sistema però si dimostrò
completamente efficace fino al 1926 quando
la Rolex brevettò un tipo affidabile di corona a
vite: era nato il modello Oyster, impermeabile
e consacrato dall’impresa di Mercedes Gleitze
che, indossando l’orologio, nuotò per 10 ore
nel Canale della Manica. Cinque anni dopo una
seconda pietra miliare: sempre la Rolex, infat-
ti, presentò il suo movimento automatico che,
abbinato a una cassa Oyster, rendeva l’orologio
ancora più ermetico in quanto riduceva le ope-
razioni di carica e così la corona a vite veniva
stressata di meno.
Nello stesso periodo, però, altre marche rea-
lizzarono modelli con notevole tenuta stagna,
tra cui l’Omega con il modello Marine, che era
però di concezione totalmente diversa: a cari-
ca manuale, era costruito col sistema delle due
casse non inserite, ma incastrate una nell’altra.
Anche la guerra aguzza l’ingegno e nel 1936,
alle prime avvisaglie del conflitto, fu sviluppato
un modello militare creato appositamente per
un intenso uso subacqueo: era il Radiomir della
Panerai di Firenze. Fin qui abbiamo parlato di

La nuotatrice Mercedes
Gleitze tenta la traversata
della Manica con un Oyster.
Mercedes Gleitze attempting
to swim the English channel
sporting an Oyster.
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