Sopra, la pagina del Daily
Mail dedicata all’impresa
della Gleitz e il primo Oyster
(1926) con cassa quadrata
e arrotondata. A sinistra,
il Radiomir 1940 messo
a punto da Panerai, e
progenitore degli attuali
orologi subacquei.
This page featuring Gleitz’s
exploits appeared in the
Daily Mail in 1927. Also
the first Oyster (1926) with
a square and round case.
Bottom, left, the Radiomir
(1940) developed by Panerai
is the forerunner
of modern dive watches.
orologi generalmente impermeabili o poco più
(per esempio, l’Oyster nel 1933 era reclamiz-
zato come resistente a 20 metri di profondità)
mentre si presume che il Radiomir (le caratte-
ristiche erano un segreto militare) con la sua
corona a vite e le guarnizioni in indio potesse
scendere fino a 60 metri e oltre.
Va quindi considerato come il progenitore degli
attuali Diver watch, anche perché un’altra sua
caratteristica primaria era la grande visibilità del
quadrante nell’oscurità più assoluta. Il salto di
qualità verso i subacquei anche per uso civile
avvenne però negli Anni 50 con una serie di
orologi progettati su richiesta di esploratori e
di sommozzatori e palombari. Tra i modelli che
allora videro la luce vi sono – solo per citar-
ne alcuni perche l’elenco completo di marche
e modelli sarebbe lunghissimo- il Seamaster
dell’Omega; il Submariner della Rolex, il Fifty
Fathoms di Blancpain; il Kon-Tiki dell’Eterna
Matic, il Superocean di Breitling, il Polaris di Ja-
eger-LeCoultre e il Tudor, anch’esso chiamato
Submariner. La loro tenuta stagna in genere
variava dai 100 ai 200 metri, ma con l’evolu-
zione di tecnica e materiali si è arrivati nel corso