Corriere della Sera - 02.08.2019

(C. Jardin) #1


22 Lunedì2Settembre2019Corriere della Sera


ILPARLAMENTONONSIDERIDE


E VOTARE NON ÈUNGIOCO


ParoleeseggiLademocraziarappresentativaè(dinuovo)


sottoassedioedèdiventatodimodainsultarel’avversario


accusandolodiessere«aggrappatoallapoltrona»


SEGUEDALLA PRIMA


I


l linguaggio rivela i nostri giudizi
sullarealtà: se diciamo che fare il
parlamentare significa «occupare
una poltrona», stiamo sostenen-
do che si tratti dell’attività di un
parassita il quale vive a spese del
popolo, stiamo dicendo che l’isti-
tuzione di cui fa parteèsolo un
insieme di poltrone usatedai
suddetti parassiti.Stiamo squali-
ficando in uncolpo soloParla-
mento, elezioni, principio rap-
presentativo.Perché se il parla-
mentareèsolo uno che occupa
una poltrona, allora le elezioni, in
virtù delle quali egli sta lì, non so-
no altro,come dicevaMussolini,
che «ludicartacei».Pareche
sfuggano a questa triste sorte solo
quei parlamentari che –contro il
principio rappresentativo moder-
no–siautodefiniscano «delega-
ti» del popolo anziché rappresen-
tanti.
La politicaèsempreilluogo
dellecontorsioni spregiudicate
anche se ciò non mancamai di
scandalizzare qualche anima bel-
la. Sicapisce perché, da quando è
passata, nelPartitodemocratico,
l’idea della necessità di un’allean-
zacon i 5Stelle, si siano fatti mol-
ti ragionamentitesi a normalizza-
re/costituzionalizzarelapropo-
sta di riduzione dei parlamentari
(cosìcome la proposta gemella,
di identica ispirazione,tesa a raf-
forzare, in chiaveanti parlamen-

tare,ilruolo delreferendum po-
polare). Dopo che, in una prima
fase, ilPdsi era opposto alla sud-
detta proposta. Nel mezzo di que-
staconfusa crisi di governo non si
capisce ancora che fine essa farà.
Ma che nevenga espulsaoche
permanga entro l’agenda politica
il problema sottostante è sempre
lì, pesantecome un macigno.
A certecondizioni, la riduzione
del numero dei parlamentari può
essere bene accolta dai sostenito-
ri della democrazia rappresenta-
tiva:come ha osservato, giusta-
mente, Luciano Violante(Corrie-
re, 27 agosto). La principalecon-
dizione è che quella misura faccia

partediunpacchettodiriforme
(della Costituzionecome della
legge elettorale)tese ad accresce-
rela funzionalità della democra-
zia. Ridurreilnumerodei parla-
mentari ha senso nel quadrodi
unacomplessivarevisionecosti-
tuzionaleche incida sulle prero-
gativeparlamentari (per esem-
pio, superando il bicameralismo
paritetico), che modifichi le pro-
cedure di elezione delcapo dello
Stato o dei giudicicostituzionali,
che, inoltre, si accompagni a
cambiamenti della legge elettora-
le, dell’ampiezza delle circoscri-
zioni, eccetera.

In diversi fra i tantitentativi fal-
liti di riformacostituzionale che
si sono susseguiti daitempi della
Commissione Bozzi (anni Ottanta
dello scorso secolo) fino, da ulti-
mo, al progetto, sconfittoinun
referendum, di MatteoRenzi,
passando per tuttociò che vi è
statoinmezzo, la riduzione del
numerodei parlamentari figura-
vafra le misure proposte. Ma tut-
ti, nessuno escluso,isuddetti
tentativi pretendevano (atorto o a
ragione, e qualunquecosa ciascu-
no di noi ne pensasse) di ridare
vitalità a una democrazia, per un
insieme di ragioni, assai ammac-
cata.

Ma se la proposta di riduzione
dei parlamentari nonèpartedi
alcun pacchettodimisurecome
quelle sopra indicate, allora è solo
un attacco,simbolicoepratico,
alla democrazia rappresentativa.
In nome,ovviamente, della de-
mocrazia diretta alla quale, se-
condo i suoicantori attuali, larete
haoffertoopportunità storica-
menteinedite.Apropositodella
cosiddetta «democrazia elettro-
nica» (o digitale), si può osserva-
re che essa solo in uncaso potreb-
be diventare un interessante sup-
porto – macertamente non un so-
stituto–della democrazia rap-

presentativa. Solo se,come in
certeproposteche circolano fra
gli studiosi occidentali, cifossero
precisegaranzie: nientecittadini
disinformati che dicono la loro su
cose di cui nulla sanno, manipo-
labili e manipolati dal primo de-
magogo che passa. Cosìcome
non sitengono elezioni né alcun
referendum senza una previa
campagna pubblica che possa, al-
meno in linea di principio, dare
all’elettore una idea di quali siano
le posizioni in gioco e i loro pro e
contro, laretepotrebbe servire a
creare, su basevolontaria,comu-
nità di cittadini interessati a que-
sto o quel problema pubblico. Ri-
correndoaregole bene definite
che proteggano da abusieche,
per esempio, escludano automa-
ticamentedallacomunità chiun-
que sia lì per ingiuriareanziché
per ragionare, facendo sì che nu-
clei di persone interessate possa-
no partecipare a dibattiti su que-
sto o queltemacon esponenti po-
litici ed esperti di diverso orienta-
mento. Magari per un po’ di
tempo al giorno nelcorso di qual-
che settimana. Come alcuni sug-
geriscono, il risultato sarebbefor-
se quello di sfruttare al meglio la
rete.Sipotrebbe dareacittadini
che lo desiderano la possibilità di
farsi una (propria) idea sulle que-
stioni in giocodopo avereascol-
tato i parericontrastanti dicoloro
che, per la posizione che occupa-
no e per l’esperienza accumulata,
si suppone, ragionevolmente, ne
sappiano di più. Con ricadute po-
sitive sull’opinione pubblica.
Il contrario del principio «uno
vale uno».Ediciò che da quel
principioconsegue: i ludi elettro-
nici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

CETOMEDIODADIFENDERE


DOVESONOFINITIITAGLIALLETASSE?


diAldoCazzullo


diAngeloPanebianco


SEGUEDALLA PRIMA


S


e i democratici e i gril-
lini pensano di risol-
verele contraddizioni
dei loroprogrammi
conirisparmi dei
contribuenti,commettono
un erroregrave. Non aiute-
rebberolosviluppo, perde-
rebberoconsenso, e farebbe-
roperdere alla sinistra italia-
na 25 anni di faticosa elabo-
razione di una nuovacultura
politica.
La patrimoniale, di cui nel
Pdsi è parlato molto, inrealtà
c’è già. L’imposta sullecase si
paga, sia purenon sulla pri-
ma. Inasprirelatassazione
sui titoli diStatosarebbe
un’inutile partita di giro. Ève-
roche lerendite sono meno
colpitedeiredditi da lavoro,
ma si sacome funziona il
mercatodeicapitali nel mon-
do globale: se unPaese li
mette nel mirino, icapitali se
nevanno. Più in generale,

chiedere un sacrificio alceto
medio significanon solo
consegnareiproduttori del
Nord – già mal dispostiverso
il nuovogoverno – all’opposi-
zione di destra; significhe-
rebbe sacrificare l’innovazio-
ne, e l’equità, all’ideologia.
Quando nel 1993 ilPds in-
dicò tre ministri nel governo
Ciampi, molticorrentisti si
precipitarono nelle banche
delle provincebianche pie-
montesi, lombarde,venetea
informarsi prudentemente
sefosse ilcaso di ritirare i ri-
sparmi. Ovviamentefurono
rassicurati. Ma bastava la pre-
senza di una sparuta pattu-
glia – oltretutto ritirata dopo
pochi giorni – perché un ese-
cutivo guidato dal governato-
redella Bancad’Italia allar-
masse i moderati.
Treanni dopo lo stesso
Ciampi, ministro dell’Econo-
mia nel primo governo del-
l’Ulivo, ebbe un ruolo decisi-
vonell’imporrealla sinistra
italiana – al potereper la pri-
mavolta–una politicache

nonfosse ostile ai risparmia-
toriealle imprese. Al di là
delle diverse parole d’ordine,
le scelte di Tremonti – uomo
formatosi alla scuola del so-
cialistaReviglio – non si sono
discostatemoltodaquelle
dei governi dicentrosinistra.
Le aliquoteIrpefvennero ab-
bassate nella fugace stagione
che vide in via XX Settembre
Domenico Siniscalco, e pron-
tamenteriportateailivelli
precedenti dal secondo go-
verno Prodi. Da allora le ali-
quotelì stanno, nonostante
le promesse di semplificazio-
nieiproclami sulla flat tax,
probabilmenteincostituzio-

nale ecertamente incompati-
bileconlatenuta deiconti
pubblici.
Abbassare davvero le tasse
al cetomedio, e alleggerire la
pressione fiscale su imprese
che devonoversare alloStato
più di quello che lasciano in
busta-paga al dipendente,
non è solo possibile; è dove-
roso.Pde 5Stelle sono pronti
a farlo? O intendono inoltrar-
si sulla strada delredditodi
cittadinanza,valeadiredel-
l’assistenza, finanziata non
dai padroni dellareteche in
Italia le tasse non le pagano
ma dai risparmiatori?
Zingaretti propone scuola
gratuita fino alla laurea per le
famiglieabassoreddito. In-
teressante: ma chi paga? E
non èforseveroche allavoce
«bassoreddito» trovanoco-
modo riparo pure gli evasori
fiscali? Contevorrebbe
un’Italia dovele tasse lever-
sano tutti. Giusto: ma «l’avvo-
catodel popoloȏprontoa
difenderepureipiccoli im-
prenditori dalla burocrazia

che alimenta se stessa, gli ar-
tigiani dall’agenzia delle en-
trate che pratica interessi in-
sostenibili,icommercianti
dallaconcorrenza delle mul-
tinazionali dell’e-commerce
che incassano soldi quieli
portano nei paradisi esotici?
Anche questaèequità. Il
vituperatogovernoRenzi ha
commesso molti errori, ma
se non altro –con ilJobs act,
l’abolizione sull’imposta sul-
la primacasa, gli 80 euro che
sono poi un taglio al cuneo fi-
scale – ha trasmesso un mes-
saggio: la sinistra nonène-
micadichi intraprende, ri-
sparmia, percepisceunred-
dito da lavoro. Se l’abbraccio
populista dei grillini ripor-
tasse la sinistra indietro di un
quarto di secolo, se il riformi-
smo sentisse il richiamo del-
laforesta del postcomuni-
smo, altro che la destra sopra
il 40% e Salvini in piazza; sarà
il dissenso deiceti medi e del
Nordafar naufragareilgo-
verno giallorosso.
© RIPRODUZIONE RISERVATA

diRiccardoViale


L’ANTISCIENZA
CHENONBATTE
LAXYLELLA

S


ono 21 milioni gli
ulivi finora morti per
la Xylella in pochi
anni nel Salento.
Le previsioni sono una
espansione esponenziale
della malattia con
conseguenze catastrofiche
per l’intera olivocoltura del
Mediterraneo. Tutto ciò
sarebbe impensabile se
all’inizio dell’epidemia si
fosse datoretta alla
comunità scientifica e alla
Ue che aveva suggerito la
creazione di un cordone
fitosanitario ampio 15
chilometri dalloIonio
all’Adriatico, a nord di
Gallipoli, e l’eradicazione
di qualche decina di
migliaia di ulivi. Ciò non
avvenne per una serie di
fenomeni che richiamano
altre dispute scientifiche
nostrane.Innanzitutto
alcune comunità locali,
autoproclamatesi ilpopolo
degli ulivi, che hanno
iniziato a mobilitarsi
fisicamente adifesadelle
piante malate. Il
movimento si è ingrandito
catalizzato dalle «fake
news» della «echo
chamber» dei social
network che gridavano
al complotto delle
multinazionali, alla
inesistenza della malattia
e alla possibilità di una
pronta guarigione con
varie tecniche artigianali
tipo la lavatura con il
sapone.Ad esse si sono
accodati i politici locali,
in primis il presidente
Emiliano, occhieggiando ai
voti di queste comunità, e
la Procura della Repubblica
di Lecce ispirata da
sostituti procuratori in
vena di tesi complottiste e
irriguardosi verso le
istituzioni scientifiche e
comunitarie.Risultato:
indagati i vertici del Cnr di
Bari e sequestrati tutti gli
ulivi del Salento. L’esempio
degli ulivi salentini si è
ripetuto più volte nel
nostroPaese: le istituzioni
politiche e la magistratura
disconoscono il primato
dellaragione scientifica e
cadono vittima del
populismo irrazionale
veicolato dai social media.
Il partito che più ha
assecondato questa deriva
è stato quello dei Cinque
Stelle. Se si riuscirà a
formare il nuovo governo, i
loro alleati dovranno avere
gli anticorpi giusti per
contrastare il populismo
antiscientifico.Ricorrendo
in extremis all’unico nostro
vero scudo protettivo:
l’Unione Europea.
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●Ilcorsivodelgiorno


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sono«ludicartacei»,
comedicevaMussolini

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