Corriere della Sera - 02.08.2019

(C. Jardin) #1


24 Lunedì2Settembre2019CorrieredellaSera


SEGUEDALLAPRIMA


N


elcorso di una vita, avere avuto un
professorepiuttostoche un altro,
un maestropiuttostoche un altro
può fare una grande differenza. E la
può fare soprattutto per i fragili, per
i deboli, per quelli che non hanno alle spalle
qualcuno in grado di sostenerli.
Checos’è l’insegnamento infatti, se non un
improvviso «vedersi» tra esseri umani? Il più
grandevede il più piccolo e intuisce quale sia
la strada da indicargli per permettergli di svi-
luppare la parte migliore di sé.
Uninsegnante che ama il suo lavoro ha un
compito molto importante: quello di trasmet-
terela sua passione. Può decidere di esporre il
programma pedissequamenteopuò, percor-
rendo vie insolite, riuscire ad accendere di lu-
celo sguardo di chi lo sta ascoltando, ad aprire
una piccola porta nella sua mente, eforse an-
che nel suo cuore, permet-
tendoaquel ragazzooa
quella ragazza, un giorno,
di salvarsi. Insegnareno-
zioniosuscitarepassioni,
èquestoilgrande discri-
mine. Accontentarsi di far
ripetere a pappagallo le pa-
gine dei libri ditesto o far
capire, invece, che lo stu-
dio della letteratura non è
una scatola piena di detta-
gli noiosi ma qualcosa che
parla alla profondità della
nostra inquietudineealle
domande che ne scaturiscono. Letteraturaco-
me natura morta o letteraturacome parte irri-
nunciabile della nostra vita.

Essendo cresciuta nel Nordest dove, all’epo-
ca, i legumi mediterranei erano degli assoluti
sconosciuti, mi sono interrogata a lungo sulla
ragione per cui padron ’Ntoni citenesse tanto
a uncarico di lupini, cioè, per me, di piccoli lu-
pi. Checosa dovevafarsene di quei cuccioli?
Vo leva introdurli in Sicilia? E per quale ragio-
ne? A parte questo enigma, che si è risolto sol-
tantoquando, ormai maggiorenne, mi sono
trasferita a vivere aRoma e ho scoperto che i
lupini erano dei legumi gialli, della mia prepa-
razione scolastica di letteratura non mi è rima-
sto praticamente nulla se non l’idea, radicatis-
sima, che si trattasse di qualcosa di antiquato
che non avesse nulla a che farecon la mia vita.
Perriaccostarmi al Leopardienutrirmi della
sua grandezza ho dovuto aspettare i trent’anni;
per osare riprendere in manoI promessi spo-
si,eapprezzarlicome meritano, ho atteso i
quaranta.

Scuola, un boomerang


promuovere tutti


AnteprimaEsce giovedì5«Alzare lo sguardo» (Solferino), pamphlet della scrittrice in forma di letteraauna professoressa


siderato automaticamente più nobile, in grado
di aprire le porte dell’università.
Nel nostroPaese ci sono migliaia e migliaia
di posti di lavorovacanti per mancanza di per-
sonetecnicamente preparate, acausa dellaca-
renza diveri percorsi professionali eformativi,
e altrettante migliaia di liceali checamminano
verso il nullaconillorobel pezzodicarta in
mano. Né agli uni né agli altri, a meno che non
abbiano avuto lafortuna di incontrare un’inse-
gnante entusiasta ecoraggiosacome lei, è sta-
ta data la possibilità di accederedavveroalla
cultura; dovecultura vuol dire curiosità,capa-
cità di appassionarsi, di ragionare, mantenen-
do sempre la mente in unacondizione di aper-
tura.
Ho diversi amici che insegnano,come lei,
negli istitutitecnici e i racconti che mi fanno
sono per lo più desolanti. Malgrado l’impegno
e l’amore che mettono nel loro lavoro, si sento-
no spesso circondati da un clima di fatale di-
sfattismo.Unamia amica, scoprendo che gli
studenti dell’ultimo anno giocavanoacarte
durantelesue lezioni,èandataaparlarecol
preside percapirecomecomportarsi. «Li lasci
fare» si è sentita rispondere «tanto sono abi-
tuaticosì. E poi sono in quinta, quest’anno se
ne andranno...».Lasolitatecnicadello scari-
cabarile:foglio dicarta in mano e via. Non mi
riguarda più.
Ma i ragazzi-peso, unavolta scomparsi dal-
l’orizzonte, dovevanno? Diventano per lo più
ragazzi-zavorra. Zavorra buttata a mare. O me-
glio, ragazzi-risacca: si fanno trasportare dalla
corrente perché nessuno ha mai dato loro im-
portanza, e questa assenza di importanza — e
dunque di peso—lirende incredibilmente
leggeri. È una leggerezza ingannevole, la leg-
gerezza del nulla saper fare, del nulla sperare,
del nulla desiderare.Unaleggerezza che, in
breve, si trasformerà in una inesorabile pesan-
tezza.Pesantezza sociale, pesantezza indivi-
duale.
Checosa faranno, unavolta diventati adulti,
questi ragazzi da cui nessuno ha preteso nien-
te, che nessuno ha mai davvero visto? A quali
povertà licondanna la scuola del non-impe-
gnoedella promozione perpetua? La scuola
che non ha mai messo davanti a loro gradini,
ostacoli, asticelle da superare? Alla povertà
economica, probabilmente,aquella sociale
anche ma, più di ogni altracosa, licondanna
alla povertà umana, cioè allatotale sfiducia in
loro stessi e nella propriacapacità di affronta-
ree risolvere i problemi.
I dieci anni di scuola obbligatoria rimarran-

diSusanna Tamaro
Agenda

●Alzare
losguardo.
Ildirittodicre-
scere,ildovere
dieducare
di Susanna
Tamaro
(Solferino,
pp. 128,
e11,90) esce
il 5 settembre

●In queste
pagine
un’anticipazio-
ne del volume.
L’autrice
lo presenterà
al Tempo
delle Donne
sabato 14
settembre (ore
11, Triennale
di Milano),
intervistata
da Enrico
Galiano,
e sabato
5 ottobre
alla Fiera
delle parole
a Padova,
intervistata
da Paola
Mastrocola

Sonoconvinta che la ragione per cui il no-
stroPaese vieneconsideratolaCenerentola
europea negli indici di lettura sia da ascrivere
soprattutto alla diseducazione letteraria attua-
ta nel percorso scolastico. Quante persone una
voltaterminate le scuole superiori, magaricon
ottimivoti, non si sognano più di aprire un li-
bro,così come una buona partedei laureati,
unavoltaottenutol’ambitotitolo,vengono
colti da perpetua e inguaribile «papirofobia»?
Questa invincibile allergia allacarta stampa-
ta, quali che siano i suoicontenuti, non èforse
dovuta—oltreche allatendenza delle fami-
glie a non leggere e dunque a non stimolare i
loro figli a farlo — anche al cronico fallimento
della scuola che, in tanti anni di insegnamen-
to, non ha saputo lasciare ai bambini e ai ra-
gazzi, unavolta diventati adulti, un solo germe
di curiosità?
È la curiosità infatti la molla che spinge ad
aprireilibri. Curiosità,voglia di saperne di
più. Il discorso non è limitato alla letteratura.
Si puòesserecuriosi di storia, di biologia, di
matematica, di geografia, di filosofia.Una per-
sona curiosa ha un grande pregio: non si farà
mai ingabbiaredalle spiredel fanatismo. La
curiosità infatti è il principale antidotoall’in-
dottrinamento.

Leiregala,così mi scrive, a ognuno dei suoi
alunni all’inizio di ogni anno scolasticouna
copia delleLettere a un giovane poetadi Rai-
ner Maria Rilke. E laregala anche se i suoi ra-
gazzi non sono studenti di un liceo ma di un
istitutotecnico, suscitando ironiaecritiche
deicolleghi, vittime del solito snobismo pro-
vinciale per cui la cultura dovrebbe essere ap-
pannaggio solo di chi frequenta il più nobile
liceo, mentrelelande desolatedegli istituti
tecnici dovrebbero servire solo a traghettare i
ragazzi al miticofoglio dicarta,offrendo una
preparazione che già in partenza vieneconsi-
derata di serie B.
Perché mai, si chiedeemichiedo, chi fre-
quenta un istituto turistico, un alberghiero, un
professionale non dovrebbe esseremesso in
grado di leggere e apprezzare un poeta, dica-
pire checosa sia la poesia? Saper percepire la
bellezza deve essereforse il privilegio di un’éli-
te?
Tra le molte piaghe della scuola italiana,for-
se una delle più gravièproprio quella del-
l’inossidabile mitodel liceo. Si ingannano le
famiglie facendo lorocredereche esistano
scuole di prima e di seconda scelta. Il liceo —
scientifico, classico, linguistico — vienecon-

Cultura


Lavoro scientifico e impegno militante si
combinavano a meraviglia nell’opera
dello storico, economista e sociologo
marxista americano Immanuel
Wallerstein, scomparso all’età di 88 anni.
Le suetesi sulla dinamica delcapitalismo,
formulate sulla scia del lavoro diFernand
Braudel, si erano dimostrate anticipatrici
rispetto al dibattito sulla globalizzazione
cheavrebbe preso piede molto più tardi.

Nato a NewYork il 28 settembre 1930,
Wallersteinaveva maturato le sue
convinzioni attraverso lo studio dell’Africa
coloniale e postcoloniale. La sua opera
più importante,Ilsistemamondiale
dell’economiamoderna(edita in tre
volumi dal Mulino tra il 1982 e il 1995) è
un affresco che spazia dal Cinquecento
fino al 1840, analizzando l’ascesa e il
consolidamento delcapitalismo.

1930-2019


AddioaWallerstein


Analizzòladinamica


delcapitalismo


È


nella letteratura che affonda le
sue radiciCorinne,illavorodi
MimmoJodice (Napoli, 1934) del
1978, finora mai esposto né pubblica-
to, che l’artista seleziona per il ciclo su
arte e poesia e pubblica nel nuovonu-
mero de «la Lettura», il #405 in edico-
la per tutta la settimana.
Proseguecosì lacollezione di opere
di artisti dedicate a poeti che accom-
pagnano l’estate de «la Lettura».Jodi-
cesceglieiversi di CesarePavese
(1908-1950) e le parole del «poeta ma-
ledetto» Charles Bukowski (1920-
1994) per omaggiarelabellezza della
donna, che l’artistacattura in unafo-
tografia in biancoenero. «Lo spira-
glio dell’alba/respira la tua bocca»

che di Europa parla il Pulitzer (nel
2017 conLa ferrovia sotterranea, Sur)
epluripremiatoautoreamericano
Colson Whitehead in un dialogocon
Emanuele Trevi. L’occasioneèquella
del suo nuovoromanzo in libreria per
Mondadori da domani,I ragazzi della
Nickel, in cui narra la storia di Elwood
Curtis, ragazzino che negli anni Ses-
santa finisceinunriformatorio della
Florida: un inferno per bianchieso-
prattutto per neri. Whitehead è ospite
a Mantova venerdì 6 alle 21.
Untesto di un altro premio Pulitzer,
Art Spiegelman (che lo vinse nel 1992
conMaus, graphic novel che racconta
la Shoah attraverso animali antropo-
morfizzati)èpubblicatonell’inserto.
Si tratta dell’introduzione che l’autore
(Stoccolma, 1948) ha scrittoper una
raccolta di albicon le avventure anti-

naziste di Capitan America e altri su-
per personaggi,eche ha provocato
malumori per una critica al presidente
Donald Trump. Accompagna il brano
un articolo di Antonio Carioti.
Tra le intervistedel numeroanche
quella aJeffery Deaver, in libreriacon
Il gioco del mai(Rizzoli), che presen-
terà a Mantova giovedì 5. A Sara Gan-
dolfi raccontacome il suo stile si sia
evoluto: piùveloce, frasi brevi e para-
graficorti;aimitazione di linguaggi
come quelli di Netflix e Sky. E poi, la
politica: Trump, Bernie Sanders, l’on-
data populista...
Relazioniefamiglia, sfera privata,
paure (e limiti) dell’essere padre:Pao-
lo Giordano dialogaconloscrittore
svedeseJonas Hassen Khemiri, che sa-
rà a Mantova giovedì 5conLa clausola
del padre(Einaudi).Eancora:Jona-

Su «la Lettura» Jodice omaggia Bukowski ePavese


InedicolatuttalasettimanaL’artista «incontra»ipoeti nel supplemento, che ospita due Pulitzere16pagine sul Festival di Mantova. Sui social le #paroledelcorpo


diJessica Chia scrivePavese nella poesiaIn the mor-
ning you always come backe il richia-
mo tra il nudo diCorinneel’unicità
del creatorimanda ai versi
bukowskiani diyes yes: «Ma quando
Dio creòte distesa a letto/fecetutto il
Suo SacroUniverso».Untesto diJodi-
ceper il supplementoaccompagna
l’opera (l’artistaèinmostra al Vista-
marestudio di MilanoconMimmoJo-
dice: Open City/OpenWork, da lunedì
9 fino al 9 novembre).
«La Lettura» #405 si aprecon una
sezione di 16 pagine dedicata al XXIII
Festivaletteratura di Mantova, in pro-
gramma da dopodomani a domenica.
Unnumero del supplemento nel qua-
le, a proposito di Mantova e non solo,
sono protagonisti grandi nomi della
letteratura internazionale.
Di America, schiavitù, povertà e an-

Illibro


Un viaggio


nell’educazione


«N


el secolo scorso
abbiamo
smesso di
pensare che educare le
nuovegenerazionifosse
unacosa importante». È la
scuola, vissuta da alunna e
poi, più tardi, osservata in
trent’anni di incontricon i
ragazzi e i prof, il nodo di
Alzare lo sguardo, che
esce giovedì per Solferino.
Ungrido informa di
lettera a una
professoressa. Scrivendo a
lei SusannaTamaro parla
a noi: insegnanti, genitori,
educatori, semplicemente
abitanti di un mondo di
cui stiamo perdendo i
contorni. Noi e soprattutto
i giovani, che, avverte
Tamaro, sono il futuro.

Corinne(1978) di Mimmo Jodice
per «la Lettura». L’opera è ispirata
ai versi di Charles Bukowski

Susanna


Tamaro:


Nonbocciare


inegligentiè


solounrinvio.


Laresadei


contiarriverà


conillavoro

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