Corriere della Sera - 02.08.2019

(C. Jardin) #1


CorrieredellaSeraLunedì2Settembre2019
CULTURA


25


Protagonista di un altrodia-
logoèlademocrazia. Il polito-
logo inglese David Runciman,
che insegna a Cambridge dove
dirige il dipartimento diPoliti-
cae studi internazionali,vain
libreria per Bollati Boringhieri
(giovedì)conCosìfiniscela
democrazia. Nel supplemen-
todialogaconMaurizioFer-
rera a cui raccontacome oggi la demo-
crazia stia attraversando una crisi di

no, nella memoria dei più,come un lungo e
grigio inverno di cui non aspettavano altro che
la fine.Avranno messo crocette per anni, si sa-
ranno arrabattaticonfusamentetra le prove
Invalsi, avranno imparato qualche data a me-
moria, per dimenticarla a interrogazionecon-
clusa e, navigandocon i motori al minimo, sa-
ranno andati avanticosì, di anno in anno.


Certo, non si può ignorarel’irromperetu-
multuoso dellatecnologia nella vita delle nuo-
vegenerazionienella nostra.Unirrompere
che ha creato un mondo parallelo a quellorea-
le,unmondo segnatodalla facilitàedall’im-
mediatezza, dalla superficialità e da una falla-
ceonniscienza. Nei primi anni di questa rivo-
luzione, miècapitatodileggeretesine delle
scuole medie o delle superiori e direstare am-
mirata per la quantità di nozioni esibite e per
la complessità dello svolgimento. Nella mia in-
genuità analogica, mi sperticavoincompli-
menticon chi le aveva scritte ma il mio stupore
ammiratoera sempredestinatoaesseredi
breve durata.Parlando, infatti, dell’argomento
che avevano esposto, mirendevo prestoconto
che quello chec’era scritto noncorrispondeva
a quello che lo studente davvero aveva appre-
so. Era iniziata l’era del «copia e incolla» e io
non me ne ero accorta.
Èveroche latecnologia porta una grande
ricchezza nelle nostre vite ma, perché ricchez-


za davverosia, bisogna imparareausarla.
Usarlaenon esserne usati. Consentiregli
smartphone in classe è purafollia,così come
sostituire i libri ditestocon l’uso del tablet. In
moltiPaesi europei, dovel’innamoramento
per letecnologie a scuola è arrivato prima che
da noi, si stanno rivalutando la scrittura a ma-
noelostudio sui libri, anchecome antidoto
alle gravi dipendenze da schermo e da social
che le nuovegenerazioni sviluppano in modo
allarmante. Secondo una ricercamolto detta-
gliata del Miur basata suitest Pisa del 2015, gli
studenti italianicon i migliori punteggi nella
lettura digitale sono quelli bravi anche nella
letturacartacea e, viceversa, quellicon difficol-
tà nella letturacartacea noncapiscono nem-
meno itesti digitali. Il nostro ministero, che in
controtendenza si è lanciatocon sventata alle-
gria nella rincorsa alla modernità, senza ap-
profondire i molti studi sulla negatività dicer-
tescelte, non haconsideratoche al limitele
due vie —tecnologica e umanistica, diciamo
— possono procedere parallele, arricchendosi
unacon l’altra. Macosì non è stato. Dato che il
suocompito, da ormai troppotempo, è quello
di rendere lecose sempre più facili, di non cre-
are ostacoli, di permettere a tutti di raggiunge-
rel’agognato pezzo dicarta — perché questa è
la più alta e più perversaforma di democrazia
— non potevafare diversamente.
Non creare problemi, questa sembra l’unica

preoccupazione della scuola-azienda, della
scuola-centrocommerciale,con vetrine sem-
prepiù sfavillanti per attirareiclienti.
«Avremmo dovutobocciaremolti in quella
classe, non ammetterli nemmeno alla maturi-
tà» mi haconfessato un giorno un’amica «ma
non abbiamo potutofarlo. Siamo un piccolo
istitutotecnico di provincia. Ogni allievo è pre-
zioso per non chiudere e, se chiudiamo, per-
diamo tutti il posto».
È questo il fine della scuola statale?
Rendere?
Ma promuoveregli ignoranti e i negligenti,
le persone che si preparano per un mestiere
per cui non avranno la minimacompetenza è
davvero unrendimento, o è piuttosto un falli-
mento?Unrimandare laresa deicontioffren-
do unacolossale presa in giro dei ragazzi e del-
le loro famiglie? A quale efficienza mira questo
sistema? Direi soltantoaquella delle statisti-
che.Totiscritti,totpromossi. La scuola fun-
ziona!
Se si risvegliasse don Milani, checosa direb-
be della scuola di oggi? I «Gianni» che all’epo-
cavenivano ripetutamente bocciati ora non in-
corrono più in quell’onta, in quello stigma so-
ciale. Tutti promossi, macon una promozione
che ha l’effettodiunboomerang. Colpiscee
torna indietro lasciando aterra ilcorpo inerte.
La parte importante del suo metodo — il lavo-
rare insieme creando un sapere che nasce dal-
le domande, dunque maieutico — è stata rapi-
damente archiviata. Travisato e manipolato, è
rimasto soltanto il diktat: non bocciare i Gian-
ni! Senza che nessuno abbia mai alzato la ma-
no per dire che in questo sistema le vittime so-
no proprio loro, i Gianni,costretti a rimanere
tali per sempre, mentre gli odiati «Pierini», i
ricchi,iprivilegiati,continuano imperterriti
per la lorostrada.Unastrada fatta di sezioni
migliori, di possibilità di ripetizioni, di scuole
private, di soggiorni all’estero, di famiglieca-
paci di stimolarli, sottraendoli al giogo omo-
geneizzante imposto dai media.

Forse a questo punto si stupirà di sentirmi
parlarecon tantofervore di scuola e di educa-
zione, infondo non dovrei occuparmi di lette-
ratura? Inrealtà, prima di scrivere, per una
parte importante della mia vita ho pensato che
la miavocazionefosse proprio l’insegnamen-
to.Hofrequentatol’istitutomagistrale—
quello che haformatolemaestreche hanno
alfabetizzatol’Italia—e,negli anni dei miei
studi pedagogici, mi sono infiammata perPe-
stalozzi e Fröbel, per don Milani eRousseau,
per la Montessorieper tutteleteorie che, a
queltempo, aprivano nuovi orizzonti nelcam-
po educativo.
Alla base della mia passionec’erano duefor-
zeche sicompletavanoavicenda: le grandi
sofferenzepatitesui banchielaconvinzione
che occuparsi dell’ottimale sviluppo delle per-
sonefosse il puntocardine di una società che
vuolecontinuare a crescere nella luce della ci-
viltà. Non avevo — e non ho — alcun dubbio
sul fatto che abbandonare l’idea dellacentrali-
tà dell’educazionevoglia direspalancarela
porta alle barbarie.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Consentire


glismartphone


inclasseèpura


follia,così


comesostituire


ilibriditesto


conl’uso


deltablet



Lavagna
Tre bambini
durante una
lezione di
calligrafia in
una scuola di
Breda, Paesi
Bassi, nel 1957
(foto Archivi
Alinari). Nel suo
libro «Alzare
lo sguardo»
Susanna
Tamaro
racconta anche
il suo primo
giorno di
scuola, in
gonna grigia e
«maglioncino
blu petrolio»

than SafranFoer (atteso a Man-
tovasabato 7 e il 9 a Milano, alle
18 all’Anteo Spazio Cinema, per
l’anteprima letteraria delTempo
delle Donne) che inPossiamo
salvareilmondo,primadicena.
Perchéilclimasiamonoi(Guan-
da),recensitodal filosofodella
scienzaTelmo Pievani, spiegaco-
me salvareilpianeta anche attra-
verso ciò che mangiamo.
Edue sguardi (americani) sulle
Americhe: SalvatoreScibona rac-
conta la storia di un ragazzo che si
arruola per andare in Vietnam inIl
volontario(66thand2nd; a Mantova
domenica8;lointervista Viviana
Mazza)eValeria Luiselli affronta il
tema della migrazione dei piccoli la-
tinoamericani inL’archiviodeibam-
biniperduti(La nuovafrontiera, pre-
sentato alFestivaletteratura sabato 7;
il volumeètrai13finalisti del Man
Booker Prize 2019). Ne scrive Alessan-
dra Coppola.


mezza etàelaminaccia per le istitu-
zioni non viene dacolpi di mano auto-
ritari, ma da difficoltà che emergono
gradualmente. Siamo entrati in una
fase ambigua, spiega l’autore,ebiso-
gna sperimentare cose nuove, perché
«la democrazia può finiresenza che
nessuno se ne accorga».
«La Lettura» apre poi una riflessio-
ne sul rapporto tra letteratura e parti
delcorpo.Partendo dalla «biografia»
del cuoreche ilcardiologo Sandeep

Jauharredige nel saggioIlcuore.Una
storia(Bollati Boringhieri, in uscita
giovedì; lorecensiscePaolo Mazzarel-
lo), lo scrittoreMatteo Trevisani im-
magina l’origine delle «parole delcor-
po», ossia quei (tanti) modi di dire le-
gati all’anatomia.
«La Lettura» ha chiestoanche ai
suoi lettori di partecipare sui social. È
natocosì un piccolo «dizionario»col-
lettivodiespressioni legatealcorpo.
Peresempio, su Twitter @CelaniRo-
bertoricorda, «senza peli sulla lin-
gua», locuzionicome «mani pulite» e
«pelo sullo stomaco»; @fillymony si
sofferma sulleparti delvolto: «porgi
l’altra guancia» e «occhio per occhio,
dente per dente»; @sery_scontribui-
scecon «il cuoreingola», mentre
@LetiziaMonico se la «prende a cuo-
re»enon dimentical’importanza di
«averelatesta sulle spalle».E@ada-
depi propone duevoci animalesche:
«pelle d’oca» e «occhio di lince».
©RIPRODUZIONERISERVATA

A sinistra:
la copertina
de «la Lettura»
firmata da
Nada Prlja. Qui
accanto: Colson
Whitehead
(New York,
1969) e,
più a destra,
Salvatore
Scibona
(Cleveland,
Ohio, 1975)

A80annidallaguerramondiale


Ilpresidentetedesco


chiedeperdono


perl’attaccoallaPolonia


diAntonioCarioti


«Mi inchino di fronte alle vittime polacche
della dittaturatedesca. Chiedo perdono per
la colpa storica della Germania. E dichiaro la
nostra duraturaresponsabilità».Con queste
parole il presidente dellaRepubblicafederale
tedesca,Frank-WalterSteinmeier, hareso
omaggio ieri alle sofferenze dellaPolonia,
invasa ottant’annifa dalleforze armate del
Terzo Reich con l’aggressione da cui scaturì
la Seconda guerra mondiale. Lecelebrazioni

si sonotenute in diverse località delPaese,
con la partecipazione di molti leader. Erano
presenti lacancellieratedesca Angela Merkel
e il primo ministro franceseÉdouard
Philippe.Per l’Italia ha partecipato la
presidente del Senato, Elisabetta Alberti
Casellati, secondo la quale gli eventi tragici
della Seconda guerra mondiale devono
essere «un monito per le nazioni».
Gli Stati Uniti erano rappresentati dal

vicepresidente MikePence, perché il
presidente DonaldTrump, la cui presenza
era prevista dal programma, è rimasto in
patria per seguire le vicende legate
all’uragano Dorian. Non è stato invitato
invece il presidente russo Vladimir Putin, che
aveva partecipato allecelebrazionitenute
dieci annifa, per via delletensioni tra Mosca
e Varsavia dovute alconflitto in Ucraina.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Il presidente
Steinmeier
Free download pdf