Corriere della Sera - 02.08.2019

(C. Jardin) #1


30 Lunedì2Settembre2019CorrieredellaSera


DALNOSTROINVIATO


SPA-FRANCORCHAMPSSbucaal-
l’ultimo dalretrodel garage
per sistemarsi in prima fila. I
meccanici gli passano la lava-
gnacon il numero 1, riesce fi-
nalmenteasorridereCharles
Leclerc. Il frullatorediemo-
zionicontinua a girare perché
«in queste situazioni quando
metti ilcasco stacchi e ticon-
centri, ma appena tagli il tra-
guardo riaffiora tutto. Mi era
giàcapitatodopo aver perso
papà (trionfò nel 2017 a Baku
inFormula2subitodopo il
lutto, ndr)». Econ Jules Bian-
chi, ma lì nonc’erano Gp da
correre.
Ve ntuno anni, 10 mesie16
giorni,èilpiù giovane vinci-
torenella storia dellaFerrari
in F1. Ha strappato ilrecord a

Jacky Ickx cheresistevadal
1968.Pochi minuti prima del
via era sulla grigliacon ilcam-
pione belga. Ad abbracciare la
mamma del poveroAnthoine
Hubert, ilventiduenne fran-
cese mortosabatonello
schianto in F2. A lui dedica il
successo: «Eravamo una ban-
da di amici cresciuti insieme
in pista: Anthoine, Pierre Ga-
sly ed Esteban Ocon. Mi è rive-
nuto in mente il nostro primo
Gp di Francia sui kart. Sogna-
vamo dicorrere e vincere in F1
eora per me quel sogno si è
avverato».
Ha soffertonell’animo e
sull’asfaltoper interrompere
il digiuno del Cavallino che
durava da nove mesi (Raikko-
nen ad Austin). Era andato vi-
cino alla meta in due occasio-
ni, in Bahrein e Austria, e sta-
volta ha difesocon gli artigli la
suaterza pole. Il margine sot-
tilissimo di 981 millesimi fra

lui e Lewis Hamilton è la sin-
tesi di una beffa che poteva
esserci ma nonc’è stata.
All’inizio si era messo tutto
bene: latorcida arancione si
ammutoliscecon MaxVe r-
stappenamuro. Il predatore
dellaRed Bullrovinando ad-
dosso a Raikkonen in parten-
za ha messo fine a una striscia
di 21 garesemprefraiprimi
cinque. Leclercèscappato
sfruttando la potenza del mo-
tore, ha salutato ilcompagno
dettando il ritmo. La differen-
za l’ha fattaconuno stile di
guida pulito econ uncontrol-
lo eccezionale del mezzoche

gli hannoconsentitodifar
durare le gomme e diresiste-
re ai tentativi furiosi di Hamil-
tonnel caos dell’ultimo giro.
Conditodall’incidentediAn-
tonio Giovinazziedallo stop
di Lando Norris sulla linea del
traguardo per un guaiotecni-
co.«Guardavonegli spec-
chiettiegli ingegneri mi in-
formavano, Lewis era vicino.
Se cifosse stato un altro giro
sarebbe stato difficiletenerlo
dietro. Ma ormai sono abitua-
to a essere inseguito da chi è
piùveloceehostudiatole
contromisuredopo essere
stato rimontato inUngheria».

Quali? «Mi sonoconcentrato
sul bilanciamento, non dove-
vorovinaregli pneumatici.
Quelli dietro soffrivano».
C’è poi un momento preci-
so che scandisce il passaggio
di consegne in atto a Maranel-
lo: alla 27esimatornata Seba-
stianVe ttel, che gli era passa-
toavanti avendo anticipatoil
pit-stop (il muretto ha lavora-
tobenissimo neutralizzando
le tattiche della Mercedes), la-
scia passare ilcompagno, net-
tamentepiù rapido, dopo
aver ricevuto l’ordine.
Il quattrovoltecampione
del mondo viene messo in
marcatura su Lewis per blin-
dareilsuccesso dell’altro.
Charles ringrazia: «Senza il
suo lavoro sarebbe stata dura
vincere».Fair play e giochi di
squadra, ma Seb ieri aveva lo
sguardo più spento del solito.
DanieleSparisci
©RIPRODUZIONERISERVATA

diGiorgioTerruzzi


Si compie


un passaggio


di consegne


●Ilcommento


C


hefosse Leclerc a
guidare la prima
Ferrari vincente del
2019 stava scritto sopra
una linea del firmamento
che ciascun appassionato
tiene d’occhio da mesi. Dal
momento in cui questo
ragazzino monegasco è
comparso in tutarossa.
Pare un figlio illuminato
dalla grazia, spinto da una
stoffa agonistica di
primissimo ordine, ciò
che gli ha permesso di
viaggiare davanti a tutti
sopra una pista chevale
come sigillo sul
curriculum deicampioni.
Hatenuto giù, hatenuto
testa, hatenuto durocon
Hamilton — strepitoso —
in rimonta furibonda nel
finale ma, soprattutto, ha
mostrato qualcosa di raro
dopo il traguardo.Una
commozione senza scene,
l’impossibilità di gioire
perché il suocompagno di
corse, di giochi, Anthoine
Hubert, era morto da
poche ore. Non una
finzione, un gesto, una
parola per la platea.
Sobrietà e autocontrollo
nel momento delle
emozioni, al pari di ciò
che mostra nei momenti
di tensione.Padronanza
dentro unacorsa che
segna per vie simboliche e
sostanziali un passaggio di
consegne nel Cavallino.
Ve ttel vinse a Spa il suo
ultimo Gp un anno fa. Ieri,
sulla stessa pista, hacorso
da gregario,con una
professionalità e persino
una umiltà esemplari.
Provando aforzare,
cedendo il passo,
cercando di rallentare il
recupero Mercedes. Ma è
parso incapace di far
viaggiare laFerrari nel
tratto intermedio, quello
più guidato e meno
favorevole, sul quale
Leclerc hacostruito la pole
prima, la vittoria poi.
Insomma, nelconfronto
diretto, Seb ha accusato
ancora unavolta difficoltà
evidenti e diventerà dura
recuperareterreno e
autorità di fronte a un
pilota liberato dal peso di
dover corrispondere
aspettative tanto rilevanti.
Leclerc,togliendosi dalle
spalle unaresponsabilità
conclamata, hareso più
lieve la pressione sulla
Ferrari. Con l’idea di fare il
bis, subito, a Monza,con
le rette della Brianzacome
alleate.Faticacerta,
intendiamoci. Ma intanto
sudano anche quelli là,
stellati e argentati,con
l’impressione che
qualcosa siacambiato.
Non troppo, non tutto.
Però, fare iconticon
questo ragazzo dolcissimo
e ferocediventerà per
chiunque sempre più
difficile. ©RIPRODUZIONERISERVATA

Nuovastella


Charles piange


l’amico


scomparso poi si


impone in pista


❞Leclerc
Quando
metti il
casco sei
concentrato
ma quando
tagli il
traguardo
riaffiora
tutto

Per le azzurre


di buono


solo il risultato


Slovacchia k.o.


Ora la Russia


Arrivano, vinconoeripar-
tono. In mezzo, però, soffro-
no un po’ troppo. Le ragazze
di Davide Mazzanti, a Bratisla-
vaper uno strano «scherzo»
delregolamento, battono la
Slovacchia 3-0 e adesso sì che
l’Europeo divolley inizia a
bruciareaspettativeedemo-
zioni. MercoledìaLodz (ore
18) l’Italia affronterà la Russia
in un quarto di finale che de-
ciderà il futuro(egli umori)
delle azzurre. «Ilcome è arri-
vatoil risultatonon mi piace
per niente»,commenta ner-
vosissima Miriam Sylla. È dal
2011 che non arriva la semifi-
nalecontinentale. La sfida
conlaSlovacchia, unottavo
che l’Italia gioca incasa di uno

❞Leclerc
Ho gestito
le gomme,
ma con un
altro giro
sarebbe
stata dura
tenere
dietro
Lewis

L’ora di Leclerc


IlferraristaaSpafirmalasuaprimavittoria


VettelaiutaafrenarelarimontadiHamilton


LadedicaaHubert:«Sognavamogiornicosì»


Sportlunedì


AiquartiLeazzurredelvolley:mercoledìc’èlaRussia


dei quattro paesi organizzato-
ri, è doppiamente beffardo: fa
affrontarealle azzurreuna
trasferta impegnativanono-
stantelavittoria nel girone e
allunga untorneo già dilatato
dalla presenza di 24 squadre.
Sotto la dicitura: a pallavolo si
giocatroppo,c’èilresoconto
di questoottavo di finale.
Non ha niente da perdere la
Slovacchia, allenata da c.t.
piemontese MarcoFenoglio
(sono7itecnici italiani che
allenano le 16 squadre rimaste
in gioco). Batte bene, è spinta
dal tifo, ci crede finoaprova
contraria.El’Italia non sem-
prelatiene sottoquantodo-
vrebbe. Soprattuttonel se-
condo set, quando le azzurre

La cura Binotto


dà isuoi frutti


●Ilretroscena


L


a rivincita di un uomo che non
perde mai lacalma, almeno
pubblicamente, anche quando
avrebbe potuto (o dovuto) farlo.
Mattia Binotto(foto), ilcapo della
Ferrari, questa vittoria è anche e
soprattutto sua. Preferisce itoni
bassi a quelli alti, semmai quelli che

ama, da grande motorista, nascono
insieme alrombo del propulsore
Ferrari.Per lui i cilindri sono una
sinfonia. Anche se sappiamo che
quando deve farsi sentire dai suoi
uomini, per esempio, da Leclerc e
Ve ttel, è fin troppo chiaro, non lascia
diDanieleDallera tanto spazio allerepliche, non è che

Volley,Europeifemminili

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