Corriere della Sera - 01.09.2019

(nextflipdebug5) #1


40 Domenica1Settembre2019CorrieredellaSera


DAUNODEINOSTRIINVIATI


VENEZIAVo leva far ridere ma ri-
dono di lui. Lo scherniscono,
lo bullizzano per la sua risata
cheèuna sorta direspiroe
nasconde un disagio, le sue
stranezze fuori da ogniconve-
nienza sociale checelanoferi-
teaperte.Undisadattato trat-
tatocome spazzatura,come
uno di quei rifiuti che nel 1981
insozzano Gotham City, la cit-
tà immaginaria dovemuovo-
no le avventure del grande as-
sente, Batman. Quic’èlasua
nemesi, l’antagonista, l’eroe
negativo.
La Mostracala il jolly, la sua

carta più attesa, quella della
follia:Jokerèilfilm che si
candida al Leone d’oro, in
unavalanga di applausi. Il
registaTodd Phillips dice
d’averlocostruito«su
misura» perJoaquin
Phoenix, perfettocon
la sua sofferta inquie-
tudine. L’attoreèco-
me sempreintenso,
magnetico, fragile
(«non socosa sia
l’equilibrio»), avol-
teinsopportabile,
sempreimprevedi-
bile. Infatti dice:
«Non hocercato
l’oscurità ma la lucein
Joker,lasua lotta inter-
na per lafelicità. Non
credo che i miei ruoli sia-
notormentati.Peròmi piac-
cionoiregisti che mi fanno
sentirevulnerabile, che mi
permettono di provare l’umi-
liazione dei miei personag-
gi».
L’aria che tira è che difficil-
mentepotrà sfuggirgli la sua

seconda CoppaVolpi, dopo
TheMaster,eilsuo primo
Oscar, dopo tre nomination. È
dimagrito15chili, nel film si
muoveleggerocome un balle-
rino. «Mi interessavailtema
della perdita,ehoperso an-
che molto peso».
Philips immagina il passato
diJoker, lo inventa, racconta
dov’è nata la mente criminale

che nutrirà il fumettoetanti
film, dal 1940 in avanti, fino
alle grandi interpretazioni di
Jack Nicholsonedello scom-
parso Heath Ledger, che si ag-
giudicòl’Oscar postumo.
«Nonvogliamo creare unfor-
mat,ifilm dai fumetticoni
supereroi mi sembra che fun-
zionino». Si è ispirato a unve-
rokiller seriale e clown dife-
ste,JohnWayne Gacy, che im-
perversò negli anni 70 negli
StatiUniticolsopranno-
me di Killer Clown.
«Volevamo mantene-
reun’aura di miste-
rosuJoker—dice
Joaquin—quello
che mi piacevadel
progettoèilreali-
smo mistoaun
senso d’indefini-
to,l’assenza di
empatia, la libertà

nell’assenza difonti d’ispira-
zione».Poineammetteuna,
remota, dimenticata:L’uomo
che ride, il film muto del 1928
dalromanzo di Victor Hugo.
In questa storia,Jokervive
consua madre, una donnina
dimessa che lo esorta a essere
felice e che nasconde un pas-
satoterribile. Suo figlio, che si
chiama Arthur Fleck prima di
incollarsicome nome d’arte
Joker, inrealtà lo adottòefu
abusato dai suoi amanti. Vuo-
le fare ilcomico dicabaret ma
sarà solo l’ennesimo fallimen-
todella sua vita. «Se vuoi fare
il pagliaccio, fallo bene». Ec-
colocon la parruccaverde e il
nasorossocome la bocca, che
sembra tagliatacome unafe-
rita, il fiore sulla giaccaa qua-
drielescarpe lunghecome
quelle di Pippo, la biaccasulle
guanceattraversatedalros-
setto.
Ridi, pagliaccio. Phoenix
ha una cicatricesopra il lab-
broche aggiunge un che di
minaccioso. Dice: «Non sape-
vonulla di fumetti». Ha dise-
gnatoilpersonaggio su una
risata isterica, acida, patologi-
ca, scomposta, malata chece-
la pulsioni distruttive; il dolo-
reesorcizzato nellavocefuori
tono, in un motonervoso che
forsevorrebbe metteredi-
stanza dalle umiliazioni: «Ho
voluto un’audizionecon Todd
sulla risata, mi cièvoluto
moltotempo, abbiamo svi-
luppatodiverse soluzioni,
nonvolevoche suonasse ri-
dicola».
«Le risate noncorrispon-
donoauno statomentale,
perdonatemi», scrivesuun
bigliettoche dàauna donna
che aveva messo a disagio. In-
contra treprepotenti ram-
polli ricchi, scaricherà su di
lorolarabbiarepressa, la
mancanza di amore. La ri-
volta degli ultimi: «Ma
non abbiamovoluto fare
un film politico». Final-
menteArthur si sen-
tirà qualcuno: da
clown diventaJoker,
un criminale. «Prima,
non sapevo se esistevo,
ma esisto».
Il suo mitoèunpre-
sentatoreditalk show
modellatosuDavid Let-
termaneimpersonatoda
Robert De Niro, che dopo
troppotempo sembrarende-
re merito al suo glorioso pas-
sato: anche lui lo deriderà.
Arthur Fleckvolevasolo
essere normale, una per-
sona,come tutti.
ValerioCappelli
©RIPRODUZIONERISERVATA

Spettacoli


Ilprogramma
OggiMerylStreepePenelopeCruz
Star per i due film inconcorso oggi: MerylStreep e Gary Oldman inThe
Laundromat, diSteven Soderbergh su società fittizie econti offshore
rivelati daiPanamaPapers; poiPenelope Cruz e Gael García Bernal per
Wasp Networkdi Olivier Assayas: film che si ispira alla storia diRené
Gonzalez, pilota cubano che nel ‘90 fuggì a Miami.Fuoriconcorso
Sorrentinocon iPapi, Jude Law e John Malkovich per la proiezione di 2
episodi diThe newPopein onda prossimamente su Sky. C’è anche il
documentarioWomandi Anastasia Mikova eYann Arthus-Bertrand.

Un Joker da Leone

Il ritratto di un ex cabarettista psicopatico


Phoenix: ho cercato anche la luce


nella mente di un criminale vittima di abusi


Venezia2019Applausi al film di Phillips. Il protagonista ha perso 15 chili per il ruolo


Joker
di Todd Phillips, con Joaquin
Phoenix, Robert De Niro

C


om’era prevedibile,
Jokerha infiammato il
Lido. Il virtuosismo di
Joaquin Phoenix, dimagrito
all’inverosimile e abilmente
istrionico, non potevache
sortire questo effetto,
mettendolo in prima fila per
la CoppaVo lpi (che vinse già
nel 2012 perTheMaster). Il
film diTodd Phillips, fino a
iericonosciuto soprattutto
per le treNotte da leoni,
vuole dareconsistenza
biografica all’arci-nemico di
Batman (produce laWarner
con la DC Comics). Senza
padre,con una madre malata
di nervi, Arthur Fleck vive
facendo il clown ma
sognando un futuro da stand
upcomedian (che sembra
non arrivare mai). E quando
le cosevanno per il peggio, è
la sua immaginazione che gli
viene in aiuto. Fino qui il film
gioca tra i riferimenti cinefili
e la performance attoriale:
l’ingresso in scena di una
pistolaoffre a Phoenix la
possibilità direinventare il
celebre monologo diTaxi
Drivere la scelta di affidare a
De Niro (bravissimo) il ruolo
di unconduttoretelevisivo,
centrale nello svolgimento
della storia, non può che far
tornare alla menteRe per una
notte. E proprio il cinema di
Scorsese di quei decenni
sembra il riferimentocercato
per la qualità visiva del film
(fotografato da Sergio
Armstrong) doveuna
Gotham City in disfacimento
rimanda alla NewYork
scorsesiana. Mi sembrano
queste (oltre alla prova delle
due star) le migliori qualità
di un film checerca
nell’immaginario
cinematografico degli anni
70 e 80 quellaconcretezza e
quello spessore che i super-
eroi digitali di oggi non
hanno (il che dovrebbe anche
far riflettere sulla povertà
pittorica e mitopoietica della
Hollywood del nuovo
Millennio). Che però Phillips
non possieda ancora una sua
matura originalità creativa
appare evidente nel facile
ricorso alla psicoanalisi per
spiegare le turbe del futuro
Joker (l’infanzia abusata, la
madre assente) e l’evidente
superficialitàcon cui la
rivolta finale strizza l’occhio
al ribellismo antisistema,
dovesi mescolano rabbia
generazionale e facili
sociologismi. Lo spettacolo
ne risente meno della
coerenza (e la raffinatissima
eleganza, quasi un pizzo,con
cui il sangue punteggia il
volto di Phoenix dopo
l’omicidiocon leforbici ne è
una dimostrazione evidente)
ma il piacere del pubblico,
coi tempi checorrono, sarà
certamente soddisfatto.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Il virtuosismo


di Joaquin


aGotham City


Le stelle
del Mereghetti

SelfieCate Blanchett in posa al Lido per un selfie con i fan In biancoMichelle Hunziker bellissima in abito di pizzo Armani BacioBenji, il cantante del duo, e Bella Thorne: bacio sul red carpet


Fumetto


●The Joker è
lo storico
nemico di
Batman nato
nel 1940 dalla
penna di Bob
Kane, Bill
Finger e Jerry
Robinson

●Joaquin
Phoenix (foto)
è nato a San
Juan
(Portorico) il 28
ottobre 1974.
Ha ricevuto 3
candidature ai
Premi Oscar,
tra cui quella
per miglior
attore non
protagonista
perIl gladiatore

Inquietante
Joaquin Phoenix
(44 anni) è
«Joker» nel film di
Todd Phillips sul
clown di Gotham
City, nelle nostre
sale dal 3 ottobre.
Per interpretare il
personaggio
l’attore ha perso
15 chili e si è
esercitato per
ottenere una
risata sinistra e
inquietante. «Il
mio Joker è un
personaggio
difficile da
definire, doveva
sempre avere
un’aura di
mistero» ha detto
l’attore
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