Corriere della Sera - 01.09.2019

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CorrieredellaSeraDomenica1Settembre2019
SPETTACOLI


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DAUNODEINOSTRIINVIATI


VENEZIALeisolareemoltoa
suo agio. Lui decisamente più
rigidoeimbronciato. Divisi,
al photocall, dalregista di un
film girato diciassette anni fa,
Gaspar Noé, quando il loro le-
game facevasognarepubbli-
coe giornali. Monica Bellucci
eilsuoexVincent Cassel si
sono ritrovati ieri alla Mostra
per accompagnarelaproie-
zione fuoriconcorso diIr-
réversible -Inversion intégra-
le,presentatoaCannes nel
2002, racconto di una notte di
violenza aParigi,con una sce-
na estrema di stupro, il tutto
raccontatocronologicamente
al contrario. Ora, 17 anni do-
po, ilregista lo ha rimontato:
la fine è l’inizio.
«Iltempo rivela ognicosa»,
dice. Nelcaso di Monica Bel-
lucci—checoniltempo ha
firmatouna tregua: «L’età è
un dato anagrafico. Si può es-
sere tristi di invecchiare o di-
re: che bello siamo ancora vi-
vi»—molta soddisfazione e
pochi rimpianti. «Rifarei quel
film? Oggi ci rifletterei due
volte, mi chiedereicome le
mie figlie potrebberoreagire
e comereagirebbero gli altri,
tipo icompagni di scuola. Ne
parlerei, miconfrontereicon
loro. La grande differenza tra
ieri e oggi per me sono le mie
figlie».Testimoni di una ge-
nerazione, dice«che dimo-
stra un’apertura maggiore nel
parlarediargomenticosì
scottanti.Stannocambiando
anche icodici sociali, e occor-
re trovare unterreno dicomu-
nicazionecomune, perché la
brutalità dell’abuso puòtoc-
carechiunque. Ci riguarda
tutti. E un’operacomeIrréver-
sibleè statafondamentale per
cambiareilmodo di pensare
alla violenzacontro le donne,
Gaspar mostròche lo stupro
non ha a che farecon sesso e


desiderio, macon dominazio-
ne e potere. Il nuovomontag-
gio mettepiù in evidenza il
contrastotra bellezzaevio-
lenza. Filmcosì,comeAran-
cia meccanica,sono un pu-
gno nello stomacomaservo-
no».
Non fu una passeggiata gi-
rare la sequenza della violen-
za nel tunnel. «Sono rimasta
sola, avevo bisogno di nonve-
dere nessuno prima. Raccon-

ta una violenza, ma io,ovvia-
mente, non ne ho subita alcu-
na. Ero protetta dalregista, da
Vincentcon cui stavo all’epo-
ca. Tutto eracoreografato».
Bellucci non ha bisogno di
rimontarelasuacarriera per
notareche «ho spesso inter-
pretato donne che si trovava-
no in guerra in un mondo di
uomini:Malena, La passione
di Cristo,Irréversible.Mene
accorgo ora, riguardandoli a
distanza». In quanto airegisti,
chièche l’hacapita meglio?
«Non penso che siano iregisti
checapiscono le attrici, sono
le attrici checapiscono iregi-
sti» osserva saggiamente.
Di alcunecosevapartico-
larmente fiera. ComeI miglio-
ri anni della nostravitadi
Claude Lelouch (è passatoa
Cannes, in uscita il 17 settem-
bre da noi) dove appare in una
scena nel ruolo della figlia di
Trintignant. «Non è mai il mi-
nutaggio checonta, ma il pia-

ceredi lavorare.Ve deredue
attoricomeJean-Luis e Anouk
Aimée che, alla loroetà, di-
mostravano passioneesen-
sualitàèimpagabile. Dimo-
stra che non si puòtornare in-
dietro, ma che per ognicadu-
tac’èuna rinascita». Le
interessa il presente, lecose
checambiano. Le piace. «Me
ne accorgo quandovado a
prendere le mie figlie a scuo-
la:vedo che ci sono tanti pa-
dri, nevedo in girocon i pas-
seggini. Noi donne siamo
semprepiù presenti in me-
stieri untempo maschili:re-
giste, politiche, scienziate. E
gli uomini entrano in sfere
che eranofemminili.Un’evo-
luzione lenta macontinua.
Credo si debbacontinuare su
questa strada, farelaguerra
non serve, meglio trovareun
modo per andare avanti insie-
me.Uomini e donne».
StefaniaUlivi
©RIPRODUZIONERISERVATA

«Vivere»


MicaelaRamazzotti
elavitadicoppia
tranoiaetradimenti

Scene di ordinaria vita quotidiana, villette a schiera,routine
e noia.Tradimenti, sacrifici, e l’asma della figlia piccola. Così
va spesso la vita.Vivereè il film fuoriconcorso diFrancesca
Archibugi. MicaelaRamazzotti (nellafoto) torna ai suoi ruoli
di donnaromanesca votata al sacrificio,Adriano Giannini è
il marito depresso, infantile, free-lance che vende notizie
fake ai giornali , dove eccelle nel rimorchiare ragazze.
Bugiardo seriale, indifendibile, maestro nel piangersi
addosso. Peggio dicosì, per gli uomini, non può andare.
L’attore che lo impersona chiede clemenza: «È finito nello

sprofondo di una grottaoscura e fredda,cerca qualche
raggio di luce nel lavoro e nell’eros». La nuova vittima è la
ragazza alla pari irlandese ereligiosa che vive incasa loro
(Roisin O’Donovan). La novità che scompagina l’equilibrio
logoro della vita dicoppia. «Lei — dice laregista — è
l’archetipo chefa girare la storia alcontrario, ma nei miei
film i personaggi non vanno letti in chiave sociologica».
Ma anche Micaela ha qualchecedimento, nel luminare della
medicina da cui porta la figlia (Massimo Ghini). Cameo per
Marcello Fonte, il vicino dicasa premuroso.

Ladivaitaliana


Bellucci,geloconCassel


«Loscandalo Irréversible?


Oggiavreimoltidubbi»


Nuovaversionedopo17anni.«Scenescabrose,hoduefiglie»


Ricattiebanalità


suisentimenti:


Larraíndelude


●«Ema»ingara


F


inora il cilenoPablo
Larraín aveva scavano
nella «follia» delle
persone (Tony Manero,
Post Mortem,El Club)
restando ben ancorato a
una struttura narrativa più
o meno tradizionale,
grazie alla quale riusciva a
illuminare anche il mondo
in cui si muovevano, si
trattasse del Cile (No–
I giorni dell’arcobaleno,
Neruda) o meno (Jackie).
ConEma(il nome della
protagonista, interpretata
da Mariana Di Girolamo) il
regista mescola lecarte e
confonde le tracce
facendo della crisi
materna di una ballerina
che rifiuta il figlio adottivo
una specie ditormentone
psicologico per spiegarne

anche la crisi professiona-
le (noncondivide più le
scelte artistiche del
compagnocoreografo
interpretato da Gael García
Bernal) e identitaria (cerca
avventure erotiche senza
distinzioni di sesso). Con
l’aggiunta della piromania
che dovrebbe farle
ritrovare l’amore filiale,
visto che il piccolo aveva
sfigurato la ziacoi
fiammiferi e la benzina.
Decisamente troppo, e
detto in manieraconfusa:
il percorso di riconquista
della maternità passa
attraverso banalità
psicologiche inutili (coi
personaggi che guardano
in macchina: per
interrogare il pubblico?) e
un po’ di ricatti morali di
cui avremmo fatto
volentieri a meno.(P. Me.)
©RIPRODUZIONERISERVATA

IngarailregistasvedesevincitorealLidonel2014


LasatiradiAndersson:indagosull’infinito amodomio


Champagne
Una scena di
«About
Endlessness», il
nuovo film di Roy
Andersson

Autore


●Roy
Andersson è
nato nel 1943.
Dopo una
lunga gavetta,
ha vinto il
premio della
giuria a Cannes
nel 2000 e il
Leone d’oro nel
2014 (foto)

DAUNODEINOSTRIINVIATI


VENEZIAUnprete che ha perso
la fede, un uomo che picchia
la sua donna, un padre che ac-
compagna la figlia a unafesta
dicompleanno, soldati in
marcia tra la neveverso un
campo di prigionia, Hitler
spaesato nel bunker nelle ulti-
me ore. Microstorietenute in-
sieme da unavocenarrante,
moderna Sherazad. ÈAbout
Endless (Sull’infinito),con il
regista svedeseRoyAnders-
son chetorna in gara (marte-
dì) alla Mostra, dopo aver vin-
to il Leone d’oro nel 2014 (Car-
lo Ve rdone in giuria, Alexan-
der Desplat presidente)con
Un piccione seduto su unra-


mo riflette sull’esistenza. An-
cora una riflessione grotte-
sco-satirica sul senso della vi-
ta tra bellezzaecrudeltà,
splendore e banalità. «Il Leo-
ne d’oro è stato importantissi-
mo, hacambiato la miaconsi-
derazione in Svezia. Eroun
outsider».
Il suotono è sempre sottil-
mente umoristico, itemi im-
pegnativi.
«Non sono pessimista ma
la storia ci insegna che l’uomo
hacompiuto atrocità incredi-
bilicome l’Olocausto, un
grande nodo irrisoltoche ci
riguarda tutti. Come possia-
mo essereperdonati? Laver-
gogna si può superare solo ri-
parando i danni,con gentilez-

za, accettazione degli altri,
tolleranza. Anche la violenza
contro le donne mi sta a cuo-
re, inaccettabile e inumana».
Cita spesso nostriregisti
come De Sica eFellini.

«Hocapitodivoler fareil
regista a 14 annivedendoLa-
dri di biciclette, amo il neore-
alismoeFellinieAntonioni.
Traicontemporanei JimJar-
musch, mi affascina il suo
umorismocosì unico».
Anche il suoèmoltoper-
sonale, insieme astratto e fi-
gurativo. Come lo definireb-
be?
«Direi “assurdismo”: mi
piace evidenziare larealtàcon
astrazioni dei suoi aspetti
quotidiani e grotteschi».
È una leggenda chevada a
cercare i suoi attori anche al-
l’Ikea?
«Sembra buffo ma èvero, ci
vado spesso acercaretalenti.
Unodei miei attori preferiti

l’ho trovato lì. Sono un grande
osservatore dellarealtà».
Comevede la Svezia di og-
gi?
«Sono natonel 1943, cre-
sciuto nel paese che ha inven-
tato ilwelfare, dovela solida-
rietà era ilcollante, ilvalore
umano più importante. Ora è
un momentopericoloso an-
che da noi,èmoltotriste,
sembra che la società si sia in-
cattivita».
Antidoti?
«Il senso dell’umorismo è
un’arma di salvezza. Se per-
dessi lacapacità di ridere an-
che dellecose peggiori non
potrei vivere».
S.U.
©RIPRODUZIONERISERVATA

Oggieieri
Monica Bellucci
(54 anni) con l’ex
marito Vincent
Cassel (52) ieri al
Lido per la nuova
versione di
«Irréversible».
Hanno divorziato
nel 2013. Sotto,
la coppia in una
scena della
pellicola del 2002

Violenza


●Scritto e
diretto nel
2002 da
Gaspar Noé e
interpretato da
Monica Bellucci
e dall’allora
marito Vincent
Cassel,
«Irréversible»
fece scandalo
al Festival di
Cannes per le
scene scabrose
di violenza
sessuale e
omicidio

●A Venezia
'76 la pellicola
è stata
ripresentata
nella versione
integrale
(«Irréversible -
Inversion
Intégrale») ma
con un
montaggio
diverso rispetto
all’originale,
che è stato
raccontato al
contrario. Non
è stato tagliato
nessun dialogo
né evento della
storia

CoppiaUna scena di «Ema»
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