La Stampa - 25.08.2019

(Romina) #1

.


VALERIA D’AUTILIA
MONOPOLI (BARI)

U

n tag satellitare per
salvare gli squali
dall’estinzione, in
particolare quelli
che vengono catturati per
sbaglio e confusi come «sem-
plici» pesci spada. Il progetto
parte dalla Puglia e abbrac-
cia anche l’Albania: durante
normali battute di pesca, so-

no stati marcati i primi quat-
tro esemplari, tutti nel Garga-
no. Ma è solo l’inizio. In bar-
ca, insieme, pescatori e biolo-
gi per questa iniziativa del
Wwf finalizzata a monitora-
re il tasso di sopravvivenza
degli animali che vengono ri-
lasciati. Il fenomeno, noto co-
me «bycatch», interessa in
particolare le verdesche. Se
vengono rimesse in libertà
senza le necessarie precau-
zioni, sono destinate a mori-
re. Ecco allora l’idea: una sor-
ta di guida per insegnare alla
gente di mare le tecniche e

gli strumenti più idonei.
«Involontariamente capi-
ta di prenderle e, se sono vi-
ve, le rimettiamo in acqua».
Onofrio Comes vive a Mono-
poli, lì dove esiste la più im-
portante comunità dell'A-
driatico per la pesca del pe-
sce spada. Oltre cento uomi-
ni, ribattezzati «angeli degli
squali» proprio per il loro im-
pegno nel progetto «Safe-
sharks» che coinvolge anche
la Stazione sperimentale per
lo studio delle risorse del ma-
re Coispa di Bari e l’Institute
for nature conservation in Al-
bania (Inca). «Esco in mare
da quando avevo 15 anni.
Ora ne ho 45 e, come gli altri
del gruppo, sono felice di po-
ter dare un contributo». Una
ventina in tutto i pescherecci
della marineria di Monopoli,
a bordo una media di cinque
persone. Tante le uscite pro-
grammate, anche nelle pros-
sime settimane. Proprio con
l’imbarcazione di Onofrio, la
prima mappatura dei ricerca-
tori. Quattro gli animali tag-
gati, lunghi circa un metro e
mezzo, che diventeranno ve-
re e proprie sentinelle, nell’at-
tesa di fare altrettanto- a bre-
ve- con altri esemplari. Que-
sta parte dell’Adriatico, infat-
ti, è una vera e propria «nur-
sery» di verdesche: sono tan-
te e si cerca di capire come
proteggerle. Sul primo cam-

pione sono stati sistemati dei
«pop-up», in pratica dei mi-
crochip, che tra circa un me-
se si staccheranno per rag-
giungere la superficie e co-
municare ai ricercatori, via
satellite, i dati raccolti. In
quest’area del Mediterraneo
è il primo esperimento di que-
sto tipo. Obiettivo studiare
cosa accade quando vengo-
no rilasciati, i loro sposta-
menti e comportamenti.
«Anche perché molta gen-
te non sa che la verdesca è
uno squalo- spiega il biologo
Pierluigi Carbonara- e ci so-
no anche casi di contraffazio-
ne alimentare». Da qui l’idea
di coinvolgere il primo anel-
lo della catena: sarebbe im-
pensabile portare avanti que-
sti studi senza i pescatori.
«Chi va per mare è il nostro
primo alleato». Incontri, usci-
te in barca e una sinergia pre-
ziosa finalizzata alla salva-
guardia di questi predatori,
considerando anche il trend
negativo degli ultimi anni.
Proprio il Wwf, nel recente
rapporto «Squali in crisi nel
Mediterraneo», ha lanciato
l’allarme: qui oltre la metà
delle 86 specie di squali, raz-
ze e chimere è minacciata e
quasi un terzo rischia l’estin-
zione. Tra queste, ci sono pro-
prio le verdesche, oltre a
squalo bianco, mako, ange-
lo, smeriglio e la specie di raz-

za endemica maltese. Lo sta-
to di questi animali è lo spec-
chio di una biodiversità deci-
mata dalla pesca eccessiva.
«Negli ultimi dieci anni –
denuncia il direttore per la
Conservazione del Wwf Isa-
bella Pratesi- il trend è peg-
giorato. Siamo preoccupati,
questa è una mattanza silen-
ziosa e invisibile». La verde-
sca a volte viene commercia-
lizzata come tale, in altri casi
contraffatta: basta togliere
la pelle e si spaccia per spa-
da. Per la guardia costiera è
una delle tre frodi nel settore
più comuni in Italia. Mentre,
tra i paesi che catturano que-
sti grandi predatori, ai primi
posti ci sono la Libia (4.
tonnellate) e la Tunisia
(4.161 tonnellate) con il tri-
plo rispetto all'Italia (1.
tonnellate). «In quelle zone i
controlli sono pochi e, pur-
troppo, hanno un impatto
importante sugli stock itti-
ci». Da qui l’avvio del proget-
to pilota in Adriatico, ma che
potrebbe estendersi. «Speria-
mo funzioni e che la gente ne
capisca il valore. Il futuro è
la sostenibilità. Se peschia-
mo illegalmente o più di
quanti animali riescono a ri-
prodursi rischiamo il collas-
so ecologico del Mediterra-
neo, anche con serie riper-
cussioni economiche». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

3 DOMANDE A

PIERLUIGI CARBONARA
BIOLOGO MARINO

“Le frodi alimentari
sono frequenti
Molti non sanno
cos’è la verdesca”

l1 Pierluigi Carbonara, bio-
logo marino e ricercatore
Coispa, è la voce del progetto
«Safe-sharks». Cosa vi aspet-
tate da questo studio?
«Quest’area dell’Adriatico
è molto importante per la
verdesca: c’è una notevole
concentrazione, qui si ri-
produce e si concentrano i
piccoli. Vogliamo capire
cosa accade agli animali
quando vengono rilascia-
ti, dopo una cattura acci-
dentale: quali sono le pos-
sibilità di sopravvivenza e
il loro comportamento.
Ma anche come maneg-
giarli in questi casi: se ti-
rarli a bordo o no, se toglie-
re l’amo. Sono dati prezio-
si che speriamo ci permet-
tano di fronteggiare il pro-
blema del bycatch. È im-
portante sottolineare che
non esistono marinerie
che fanno pesca alle verde-
sche, ma ciò purtroppo ac-
cade involontariamente.
E vogliamo evitarlo, consi-
derando che si tratta di
specie in pericolo».
l2 Eppure non mancano
nemmeno le contraffazioni
alimentari.
«L’Italia, tra i paesi del Me-
diterraneo, è tra i principa-
li consumatori di carne di
squalo. Questo dipende an-
che dalle frodi alimentari,
che avvengono molto spes-
so. Abbiamo condotto del-
le interviste negli spacci e
nei mercati rionali: molti
non sanno neppure a che
specie appartenga la verde-
sca. Ecco perché siamo par-
titi dalla fonte, con un’al-
leanza con i pescatori, che
di certo non vogliono pe-
scarle. Sappiamo che la
contraffazione non parte
da loro, ma può avvenire
negli altri passaggi della ca-
tena commerciale, come
grossisti o ristoranti».
l3 Intanto, dopo i primi
quattro, il progetto si esten-
derà ad altri esemplari.
«Almeno una quindicina,
anche se stiamo cercando
di recuperare fondi per au-
mentare il numero e com-
prare delle marche che- an-
ziché trenta giorni- durino
un anno e ci permettano di
avere una visione ad am-
pio raggio del ciclo vitale.
Più ne monitoriamo e mag-
giori informazioni potre-
mo avere. Trovare delle so-
luzioni è nell’interesse di
tutti». VAL.DAU. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

J.VAN UFFELEN/WWF

1.
le tonnellate di grandi
predatori catturate
in Italia, un terzo
di Libia e Tunisia

Il progetto del Wwf con i pescatori pugliesi: un tag satellitare e una guida per insegnare le tecniche di recupero

“Salviamo gli squali dell’Adriatico

a rischio d’estinzione per la mattanza”

86
le specie di squali,
razze e chimere
a rischio
nel Mediterraneo

REPORTAGE


  1. La verdesca è
    la specie di squalo
    del Mediterraneo
    più colpita dal fenomeno
    del bycatch, la cattura
    accidentale; 2. La
    comunità dei pescatori
    di Monopoli partecipa
    al progetto “Safe-
    sharks” del Wwf:
    la flotta è la più
    importante
    dell’Adriatico per
    la pesca al pesce spada;

  2. Una delle verdesche
    “sentinella” liberate
    ad agosto nelle acque
    del basso Adriatico
    con il tag satellitare
    applicato dai ricercatori
    di Coispa, l’istituto
    che collabora
    con il Wwf.


AMBIENTE E TECNOLOGIA

Senza le dovute
precauzioni,
gli esemplari rimessi
in libertà muoiono

C.MACERONI/WWF WWF

3

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Pierluigi Carbonara

DOMENICA 25 AGOSTO 2019LASTAMPA 15
PRIMO PIANO
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