La Stampa - 25.08.2019

(Romina) #1
.

Nata nella Silicon Valley, Plug and Play avvicina
i ragazzi delle nuove imprese ai colossi.
A settembre aprirà a Milano la prima classe
di giovani selezionati per operare in Italia

FRANCESCO RIGATELLI


A


ndrea Zorzetto da
Casale Monferra-
to, via Londra,
Honk Kong e Sili-
con Valley, a 25
anni è il nuovo ca-
po per l’Italia di Plug and
Play, la più grande piattafor-
ma d’innovazione del mon-
do dedita al dialogo tra star-
tup e aziende, che inaugura
a settembre a Milano la pri-
ma classe di giovani selezio-
nati per aiutare a migliorare
le imprese italiane.

Che cosa fa esattamente?
«Cerco di spiegarlo spesso ai
miei nonni. Plug and Play,
che letteralmente significa
“collega e usa”, nasce nella Si-
licon Valley comeventure ca-
pitalper investire fin dall’ini-
zio in Google, Paypal e Drop-
box, e negli ultimi dieci anni
si è specializzata nell’avvici-
nare le startup di ragazzi alle
grandi imprese. Lo fa in 30 cit-
tà del mondo con 300 azien-
de partner e un centinaio di
giovani che aiutano questo
dialogo».

È un nuovo modello di socie-
tà di consulenza?
«Sì e no. Troviamo e consiglia-
mo le startup, ma siamo più
una piattaforma perché sele-
zioniamo, facciamo eventi e
accompagniamo nei pro-
grammi europei le aziende a
lavorare con le startup».
In Italia cosa volete fare?
«A settembre parte la prima
classe di accelerazione di star-
tup selezionate insieme con i
nostri partner sul settore ali-
mentare: Esselunga, Lavaz-
za, Tetrapak e Unicredit, che
si sono associate a noi perché
è difficile sviluppare tutto in
casa. Una startup per esem-
pio fa occhiali per la realtà au-
mentata a utilizzo industria-
le, un’altra traccia conblock-
chainprodotti come il caffè

dal Sudamerica all’Europa e
un’altra ancora riferisce lo sta-
to di conservazione della mer-
ce grazie a un sensore».
Come vede il fragile mondo
delle startup?
«Quelle di successo sono
una minoranza, ma lo scena-
rio americano è molto diver-
so da quello europeo. Le
aziende qui cercano soprat-
tutto startup mature, che
hanno già prodotti, guada-
gni e clienti, dunque avviate
a diventare un’impresa, ma
che ancora siano abbastan-
za piccole e giovani da pro-
durre innovazione».
La differenza tra Stati Uniti e
Europa è il capitale di ri-
schio?
«Di capitali ce ne sono tanti,
ma qui si punta meno sulle
novità. Il digitale sta cam-
biando questa tendenza, so-
prattutto nel manifatturie-
ro, però le nuove app fanno
fatica per l’assenza della cul-
tura del rischio e anche di un
mercato unico come Stati
Uniti e Cina».
Come è arrivato a aprire
Plug and Play in Italia?
«Dopo il liceo scientifico nella
mia Casale Monferrato ho stu-
diato Economia e Scienze po-
litiche alla Queen Mary di
Londra, con due stage in Par-
lamento e al ministero dell’I-
struzione e quattro mesi di
scambio all’Università di
Honk Kong. Alla fine sono en-
trato con un concorso dacivil

servantepolicy advisoral mi-
nistero del Tesoro inglese con
George Osborne, poi sostitui-
to da Philip Hammond».
Ha vissuto da dentro la Bre-
xit?
«Sì, mi occupavo di progetti
interni quando il governo
May ha preso una svolta pro
Brexit, la gente al ministero
piangeva e dopo un anno mi
sono licenziato e mi sono
iscritto a un master biennale
di Sciences Po metà a Parigi
e metà a Berlino. Avevo biso-
gno di Europa. Nel mentre
lavoravo part-time sull’inno-
vazione digitale degli ospe-
dali pubblici parigini e così
ho conosciuto Plug and
Play, che mi ha proposto di
passare l’estate in California
per testarmi. Da tempo vole-
vo provare la Silicon Valley,
ma mi ero quasi arreso per-
ché cercavano soprattutto
programmatori».
Come mai le hanno dato fidu-
cia?
«Negli Stati Uniti sembra ov-
vio, l’età media è bassa e ti di-
cono: questa è la missione, se
ce la fai il lavoro è tuo. Loro vo-
levano aprire in Italia, mi han-
no passato i loro contatti e ho
convinto alcune grandi azien-
de a entrare nel progetto».
Quando l’hanno vista arriva-
re così giovane come hanno
reagito?
«Sono rimasti piacevolmente
sorpresi, molti non erano inte-
ressati ma ho trovato comun-
que apertura mentale. Certo,
avevo il biglietto da visita di
Plug and Play».
C’è una nuova generazione
che cresce accanto a lei o si
sente un’eccezione?
«Ci sono tanti ragazzi che la-
vorano a vari livelli in Italia,
ma a occhio siamo ancora po-
chi anche perché non abbia-
mo nuovi gruppi digitali co-
me Google e Facebook che as-
sumano migliaia di persone.
La via all’innovazione è anco-
ra spesso tortuosa e individua-
le, anche per questo spero di
contribuire a allargarla».
Dopo alcuni anni all’estero
come trova l’Italia?
«Siamo meglio di come sem-
briamo fuori e di come noi
stessi ci riteniamo. I problemi
sono tanti, dalla situazione di
Roma al Meridione, ma an-
che a Milano c’è molta diffe-
renza tra il centro e le perife-
rie e i grattacieli li hanno co-
struiti fondi stranieri. Nessu-
na multinazionale è senza
Paese e noi ne abbiamo po-
che. Siamo un mercato impor-
tante, purtroppo terra di con-
quista di altri».
È quasi un discorso sovrani-
sta.
«Sì, ma in senso europeo. La
prima difesa è creare un mer-
cato unico digitale. E poi in-
vestire in istruzione e in ri-
cerca. Tanto più ci puntia-
mo quanto più le aziende ita-
liane saranno autonome e
competitive». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Rispetto agli Usa,
in Europa si punta
meno sulle novità,
le nuove app faticano
perché manca
la cultura del rischio

Alla scoperta


degli


innovatori


Andrea Zorzetto
Nato 25 anni fa a Casale Monferrato, dopo
il liceo scientifico nella sua città ha studiato Economia
e Scienze politiche alla Queen Mary di Londra
e ha frequentato un master biennale a Sciences Po,
parte a Parigi e parte a Berlino. Prima di passare
a Plug and Play ha lavorato in Uk come civil servant
e policy advisor al ministero del Tesoro, poi in Francia
curando l’innovazione digitale negli ospedali parigini

PARLA IL CAPO PER L’ITALIA DELLA MAGGIORE PIATTAFORMA D’INNOVAZIONE AL MONDO

Andrea Zorzetto

“Aiuto le imprese a cambiare

collegandole con le startup”

In Italia non abbiamo
grandi gruppi digitali
che assumano
migliaia di persone.
La via dell’innovazione
è spesso tortuosa,
spero di contribuire
a allargarla

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