La Stampa - 25.08.2019

(Romina) #1
.

Solo macerie nell’ex locale più grande d’Europa, ma qualcuno sogna di salvarlo

Con i resti dell’Ultimo Impero

va all’asta anche il ricordo

dell’epoca delle maxi disco

REPORTAGE

EDOARDO VENDITTI


S


ono partiti da una do-
manda gli organizza-
tori del TOdays Festi-
val di Torino: può
una rassegna musicale esse-
re sostenibile dal punto di vi-
sta ambientale? La risposta è
sì e il TOdays, arrivato oggi
all’ultima puntata, ne è la pro-
va. Quella di quest’anno è la
quinta edizione, ma per la pri-
ma volta il festival è plastic
free. L’obiettivo è quello di
combattere e sensibilizzare il
pubblico ad abbandonare la
plastica monouso. «Molto
spesso in Italia si pensa che or-
ganizzare un festival sosteni-
bile sia costoso - spiega Katia
Costantino, hospitality mana-
ger del TOdays -. In realtà è
solo una questione di scelta.
Dobbiamo continuare a lavo-
rare in questo verso».
Basta guardarsi intorno
per capire che organizzare
un festival sostenibile non so-
lo è fattibile, ma soprattutto
piace ai giovani. Si diverto-
no, ballano e per bere non
usano i classici bicchieri di
plastica monouso, ma quelli
di plastica riutilizzabile. Co-
stano un euro e si utilizzano
per tutta la serata. L’acqua, al-
lo Spazio211 dove ieri pome-
riggio dalle 18 a mezzanotte
si sono esibiti vari artisti, è
completamente gratuita:
«Fuori lo spazio concerto c’è
un turet. La Smat ha posato
un collegamento con le fonta-
nelle pubbliche all’interno
dell’arena che distribuiscono
acqua potabile filtrata».
Katia Costantino è nata e
cresciuta a Torino, ma dopo
aver frequentato un master
in Sviluppo Sostenibile si è
trasferita nel 2013 in Inghil-
terra, dove lavora come su-
stainability consultant per
prestigiosi festival internazio-
nali: il suo compito consiste
nell’organizzare gli eventi in

modo che siano sostenibili, a
partire dalla plastica riutiliz-
zabile ai mezzi di trasporto
elettrici. È stata sua l’idea di
applicare questo modelli a
Torino: «È indubbio che all’e-
stero sono avanti da questo
punto di vista, ma anche in
Italia le cose stanno cambian-
do. Esempi come Greta Thun-
berg ed Extintion Rebellion
stanno coinvolgendo sempre
più giovani, rendendoli atten-
ti a questi temi. E questo è an-
che il compito di un festival
sostenibile: far divertire e sen-
sibilizzare».
A fornire i bicchieri riutiliz-
zabili al festival sono i ragaz-
zi di «Amico Bicchiere» e
«greenTO»: «Siamo nati nel
2016 nel Campus universita-
rio Luigi Einaudi per chiede-
re che si facesse la raccolta dif-
ferenziata. Poi, una volta lau-
reati, abbiamo esteso il pro-
getto e ora ci occupiamo di
movida sostenibile», spiega
Davide Miceli, 28 anni, teso-
riere di greenTo, durante la
conferenza «Singing in the
Trash» che si è tenuta ieri alla
Galleria d’arte Gagliardi e Do-
mke su come si possa organiz-
zare un evento sostenibile.
«Abbiamo creato una rete
di oltre cento locali a Torino
che utilizzano i nostri bicchie-
ri. Si paga una piccola cauzio-
ne e si riottengono i soldi in-
dietro alla riconsegna. Ma i
ragazzi non sono obbligati a
portare indietro i bicchieri
nel locale dove hanno consu-
mato, possono farlo in qua-
lunque aderisca al progetto.
Secondo le nostre stime, sia-
mo riusciti a produrre 5 milio-
ni di bicchieri di plastica in
meno».
Insomma, musica, diverti-
mento e tanta consapevolez-
za. «Vogliamo rivolgerci ai
giovani perché sono la classe
dirigente di domani» spiega
Katia con passione. Il suo
obiettivo professionale è pro-
prio questo. —
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PAOLO FERRARI


C’


è anche il Belgio
sull’articolata
mappa del TO-
days Festival. A
tenere alta la bandiera nero
rosso gialla sono i Balthazar,
in arrivo da Gent. Ne è porta-
voce il cantante Maarten De-
voldere.
La vostra band ha appena-
compiuto 15 anni: cos’è cam-

biato dal 2004 al 2019?
«La differenza principale è la
nostra consapevolezza su co-
me vogliamo che sia il nostro
tour. Abbiamo imparato co-
me girare e abbiamo una vita
privata oltre quella on the
road. Probabilmente il segre-
to della nostra longevità sta
nell’aver conquistato il giusto
equilibrio tra modo di vivere,
andare in tournée e scrivere
musica».
Se un gruppo proviene dalla
scena indipendente si corre

a cercare una definizione:
pop, rock, R&B e così via. Ma
voi come vi definireste?
«Parrebbe una domanda sen-
za risposta. Siamo stati defini-
ti indie rock, pop, da qualcu-
no addirittura “pop-noir”. Di-
rei forse soltanto pop, soprat-
tutto se penso al suono dell’ul-
timo album».
Come vi siete conosciuti?
«La maggior parte di noi è cre-
sciuta nella stessa zona del
Belgio e tutti eravamo acco-
munati dalla passione per il

fare musica. Quando abbia-
mo iniziato a frequentare il
conservatorio, a Gent, ci sia-
mo anche messi a suonare in
formato band ed è questo che
ci ha fatti conoscere l’un l’al-
tro. È un bel periodo per la sce-

na belga, sono usciti molti
grandi gruppi. Penso a Rat-
mosphere, Blackwave, Por-
tland, Zwangere Guy, solo
per citarne alcuni».
Che spazio ha il nuovo disco,
«Fever», nel vostro show?
«Circa il 50% del concerto è
fatto di nuove canzoni, nate
per essere suonate dal vivo.
Usiamo un sacco di strumenti
per eseguirle, sul palco si ag-
giungono violino, trombone,
percussioni, tastiera e chitar-
ra».
Amate i grandi festival o sie-
te animali da club?
«Dipende dall’atmosfera del
festival. Nei club sai che tutti
sono lì per te, nei festival hai
bisogno di sorprendere il pub-
blico: qualche volta funzio-
na, altre no. Sono cose che im-
pari ad accettare».

Che rapporto avete con l’Ita-
lia?
«Ci siamo sempre divertiti,
nel 2013 suonammo in loca-
tion da grande pubblico, po-
sti dove prima ci sarebbe sta-
to impossibile arrivare. È sta-
to commovente, a Milano, no-
tare la gente che ritornava ad
ascoltarci».
Dividete la scena con Jarvis
Cocker dei Pulp e Johnny
Marr degli Smiths: è un’idea
eccitante?
«Ho realizzato soltanto que-
sta settimana che avremmo
suonato con Marr. Lui è una
leggenda, un maestro di stile
musicale e non ha mai perso
il suo fascino. Non lo conosco
personalmente, ma spero di
poterlo sfidare a pingpong
nel backstage».—
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LODOVICO POLETTO


T

rentamila lire ed eri
al centro di tutto, an-
che se Airasca era
un posto al confine
del mondo. E il «tutto» era die-
tro al mobilificio che martel-
lava Telecity di pubblicità,
con quel jingle oggi inascolta-
bile: «Cosmo city, i mobili per
tutti qui non sono proibiti».
Trentamila lire ed eri nel tem-
pio delle serate progress, con
le ragazze più belle che arriva-
vano da tutta la regione e an-
che da fuori. Con i pulman
che sostavano tutta la notte
sul piazzale per riportare a ca-
sa i ragazzi venuti da Geno-
va, Alessandria e Milano per
una serata in quella terra di
nessuno, tra capannoni indu-
striali, nebbie invernali, e sul
retro del super mobilificio.
Ecco, lì, proprio lì in quello

che oggi è monumento che ca-
de a pezzi, metà discarica e
metà rudere, c’era l’«Ultimo
impero», che dicevano essere
la «discoteca più grande d’Eu-
ropa». Settemila ingressi pos-
sibili, nove bar, sette piste,
musica diversa in molte sale.
E poi ancora statue di gesso
di stile classico, colonne dori-
che con luci strobo, agavi e
fontane, cascate e drink. E un
laghetto.
Che anni quegli anni. Se
non andavi all’Ultimo Impe-
ro eri uno sfigato. E se replica-
vi «le Due Rotonde di Cuor-
gné sono vicino a casa» eri già
fuori da tutto. E non ti restava-
no che i pub. E c’era Gigi d’A-
gostino che si eserciva alla
consolle, ma non era ancora
il vip di oggi e qualcuno dice-
va che faceva l’elettricista e
che abitava a Mirafiori. E c’e-
ra la leggenda che si rincorre-
va e si alimentava ogni saba-
to un po’ di più, ogni serata

un altro po’. Poi una notte del
1996 tutto cambiò. L’impero
venne assaltato da un’eserci-
to di finanzieri guidato da un
giovane magistrato di Pinero-
lo. S’avviticchiò su se stesso e
venne giù, travolto da scanda-
li e droga, biglietti falsi, truffe
e debiti. Ma, per chi saliva e
scendeva lo scalone ogni setti-
mana, chi andava lì per goder-
si la musica progress, chi ha
assaporato in quelle sale e
nei giardini il primo bacio,
quel mondo non è mai finito.
Gigi D’Agostino quest’anno
festeggia i 20 anni del suo al-
bum più noto «L’Amour Tou-
jours» e l’Ultimo Impero si
può dire che fosse il posto do-
ve lo aveva inventato.
Ora, è vero che dopo il gran-
de scandalo l’«Ultimo impe-
ro» ha riaperto: ma il fiato era
corto e corsa è finita presto. E
l’amaro in bocca di vederlo
chiuso e ridotto com’è oggi, è
aumentato. Di mezzo c’è sta-

to un fallimento, un’asta an-
data deserta e il saccheggio -
oltre che la distruzione - siste-
matico e minuzioso del loca-
le: rito scontato e a cui non
sfugge un solo edificio ab-
bandonato e chiuso da an-
ni. La maxi fontana all’in-
gresso, kitch e illuminatissi-
ma è un deposito di rifiuti.
Le palme sono morte. Ci so-
no resti di tv, computer, ex
luci stroboscopiche e wc rot-
ti un po’ ovunque. Sulla stra-
da e nel giardino.
Eppure c’è un uomo che ci
crede ancora, sebbene il mon-
do rispetto a quegli anni sia
cambiato, e molto. E il diverti-
mento - se non a Ibiza a e in
pochi altri posti - non sia più
fatto di maxi discoteche. Il
suo nome è Marco Rolfo, ha
51 anni, è di Alba, e nella vita
fa il carrozziere in una socie-
tà di autotrasporti. Ad Aira-
sca, quando era giovanotto,
c’è andato così tante volte
che non riesce neanche a con-
tarle. Era un fan del progress.
Ha girato tutta Italia, e tutti i
locali dove si ballava e si
ascoltava quella musica. E og-
gi vuole salvare l’Impero che
non c’è più. Dice: «È un pro-
getto fantastico: farlo rinasce-
re è possibile. Ci sono miglia-
ia di persone che vorrebbero
rivedere le luce accese là den-
tro e sentire di nuovo la musi-
ca pompare come allora». Se
il signor Rolfo non avesse
dentro questo sacro fuoco,
dopo tutte le difficoltà che ha
incontrato si sarebbe arreso.
Invece va avanti. Un paio di

mesi fa ha lanciato una peti-
zione on line. Obiettivo: re-
cuperare 500 mila euro. E
con quei denari andare da
chi oggi è proprietario di
quello stabile e del mobilifi-
cio e firmare un contratto. E
poi? «E poi rimettere in fun-
zione l’Impero».
Ora, sulla carta è facilissi-
mo. Nella pratica è un’opera-
zione spericolata. Perché si-
stemare quei 7 mila metri di
discoteca ci vogliono tanti sol-
di. Che con il crowfunding - e
le donazioni da 18 euro mini-
me - ci andrebbe una vita a re-
cuperare. Rolfo, però, ci cre-
de e ha una strategia. «Con
60 mila euro rilevo un’altra
discoteca nell’Astigiano. La
faccio ripartire. Guadagno.
E poi compro e sistemo l’Ul-
timo Impero». Chi mette i
soldi ha uno, o due, o tre bi-
glietti gratis, a seconda del-
la donazione. Ha felpe e gad-
get. E afferra un pezzo di so-
gno, e un frammento della
sua gioventù.
Ora, al di là del fatto che
funzioni o meno resta il fatto
che quelle atmosfere non ci
sono più. Che l’Impero è crol-
lato e che i vandali hanno
spaccato le statue. E i ladri si
sono presi tutto ciò che c’era
di buono. E di valore. Su quel-
le scale adesso ci sono solo er-
bacce. E nel piazzale rifiuti. E
dei nove bar resta soltanto un
lavello in acciaio inox. Uno.
Pure il mobilificio è distrutto.
Non ci vanno a dormire nep-
pure i disperati. —
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REPORTAGE

Gli appuntamenti da non perdere

Oggi sul palco Jarvis Cocker dei Pulp
e il meglio del repertorio degli Smiths

MARCO ROLFO
VUOLE FAR RINASCERE
L’ULTIMO IMPERO

MAARTEN DEVOLDERE La band Balthazar alle 19,15 a Spazio211

“È un bel periodo per la musica belga

Oggi suoniamo con la leggenda Marr”

SOCIETÀ, CULTURA & SPETTACOLI

Il modello del festival eco-sostenibile è stato importato dall’Inghilterra dalla Hospitality manager Katia Costantino: “Ma lì sono più avanti di noi”


Distribuiti soltanto bicchieri in plastica riciclabile: costano un euro di cauzione, si possono restituire o portare a casa. “In città li usano cento locali”


Bicchieri riutilizzabili e l’acqua dei Turet

Così TOdays ha cancellato la plastica


  1. Sul palco di Spazio211 ieri seradurante il concerto dei Low

  2. I bicchieri riutilizzabili si riempiono più volte durante la serata


Terzo e ultimo giorno per il fe-
stival TOdays. La novità è il
concerto sul palco del parco
Aurelio Peccei, in piazza Ghir-
landaio. Un’occasione ghiotta
per vedere in azione gratuita-
mente alle 16 gli Sleaford
Mods, duo elettro punk di Not-
tingham guidato da Jason Wil-
liamson. Ingresso libero an-
che al Mercato Centrale di Por-
ta Palazzo, dove alle 15 Cristi-
na Donà chiude il ciclo di in-
contri «Perfect TOdays». Oggi
è anche l’ultimo giorno per vi-
sitare la mostra «A Blessing In
Disguise» alla galleria Gagliar-
di e Domke di via Cervino 16.

Il palco principale di via Cigna
211 si accende alle 18 con lo
show elettro pop degli austra-
liani Parcels, seguiti alle
19,15 dai Balthazar. L’icona
britannica Jonny Marr si mani-
festa con la sua band alle
20,35 per rileggere il reperto-
rio degli Smiths, mentre a
chiudere la serata è alle 22 Jar-
vis Cocker dei Pulp con l’unica
data italiana del suo progetto
personale Jarv Is. L’ultimo at-
to si consuma a mezzanotte
all’Ex Incet di via Cigna 96/17
con l’ipnotico live per piano-
forte e tastiere del berlinese
Nils Frahm. P.FER.

2

INTERVISTA


  1. Le statue distrutte, al primo piano della discoteca, in una delle piste più grandi: questo era il vero cuore del maxi locale che sorge alla peri-
    feria di Airasca; 2 L’ingresso del locale: la vecchia fontana è piena di rifiuti, e lo scalone d’acceso è distrutto e pericolante; 3. Grafiti sui muri
    e rifiuti: ogni sala, ogni angolo, ogni singolo metro quadro racconta del saccheggio e della distruzione sistematica


1 1

Con donazioni da 18
euro minime vorrei
recuperare mezzo
milione e rilanciare
la maxi discoteca

REPORTERS

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48 LASTAMPA DOMENICA 25 AGOSTO 2019

SOCIETÀ, CULTURA& SPETTACOLI

T1 PR
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