La Stampa - 30.08.2019

(avery) #1

.


ALBERTO FLORES D’ARCAIS
«Annunciamo al mondo che è
iniziata la seconda Marqueta-
lia, in nome del diritto universa-
le dei popoli a prendere le armi
contro l’oppressore». Sono pas-
sati 55 anni da quel giugno
1964 in cui un gruppo di conta-
dini e «bandoleros» colombiani
diedero vita a una repubblica
«autonoma» - in un luogo chia-
mato Marquetalia (un paradiso
naturale nelle montagne della
Colombia) - alle Fuerzas Arma-
das Revolucionarias de Colom-
bia, che con la sigla Farc diven-
nero uno dei più famosi gruppi
della guerriglia latino-america-
na e quello che ha avuto vita più
lunga. Sono passati solo tre an-
ni dal 26 settembre 2016, quan-
do i capi guerriglieri siglarono
con il governo colombiano gli
«accordi dell’Avana» (nella capi-
tale cubana ci furono le trattati-
ve, ma la firma avvenne a Carta-
gena) che metteva la parola fi-
ne a una «guerra di guerriglia»
durata oltre mezzo secolo.
Ieri, «non troppo a sorpresa»
secondo un portavoce del go-
verno («era nell’aria»), l’annun-
cio: le Farc tornano a combatte-
re, la parentesi di pace (con tan-

to di ex guerriglieri finiti in Par-
lamento) è già finita, quello che
era stato definito un accordo
storico ed epocale cancellato
da un video di 32 minuti su You-
Tube. È stato Ivan Marquez - ex
numero due delle Farc e uno
dei capi negoziatori durante le
trattative all’Avana - ad annun-
ciare sulla popolare piattafor-
ma video «il tradimento dello
Stato». Lo ha fatto presentando-
si accompagnato da altri ex lea-
der della guerriglia, tutti in uni-
forme militare e con le armi in
pugno, denunciando «la furbi-
zia, la doppiezza, la perfidia di
chi ha modificato unilateral-
mente» gli accordi siglati nel


  1. Al suo fianco, con aria di
    sfida, un altro capo negoziato-
    re, Jesus Santrich, ricercato dal-
    la giustizia colombiana e dal
    Fbi per narcotraffico e da oltre
    tre mesi (come tutti i guerriglie-
    ri apparsi in video) in clandesti-
    nità. Una vicenda comune a di-
    versi gruppi guerriglieri dell’A-
    merica Latina che dopo accordi
    di pace si sono trasformati (al-
    meno in parte) in gruppi crimi-
    nali dediti al narcotraffico o al
    traffico di armi e uomini.
    Márquez, il cui vero nome è


Luciano Marín, ha ricordato
che «negli ultimi due anni»
(dall’arrivo del nuovo presiden-
te Ivan Duque) oltre 500 «lea-
der sociali» sono stati assassina-
ti e che sono già 150 i guerriglie-
ri «uccisi fra l'indifferenza e l'in-
dolenza dello Stato». Solo una
parte delle vecchie Farc ripren-
dono però la lotta armata e con
«un modello operativo» diverso
da quello utilizzato dal disciol-
to gruppo ordinario («risponde-
remo solo alle offensive, non

continueremo ad ucciderci fra
fratelli di classe»). La decisione
non è stata infatti condivisa da
un altro dei negoziatori della
guerriglia, Rodrigo Londono,
alias Timochenko, che nel 2016
era il vero leader dell’organizza-
zione. Via Twitter ha assicurato
che «pur nel quadro di difficoltà
e pericoli esistenti» la grande
maggioranza degli ex guerri-
glieri continua «ad essere impe-
gnata per la pace». —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

EPA

ANSA

AMERICA LATINA

Le Farc rompono la tregua

e ritornano alla lotta armata

L’annuncio dell’ex numero due dei guerriglieri: “Inizia la seconda rivolta”


Il governo colombiano: siamo molto preoccupati, ma non sorpresi


Ivan Marquez annuncia il ritorno alla lotta armata

GIUSEPPE AGLIASTRO
MOSCA
Lyubov Sobol era appena usci-
ta di casa e stava per salire su un
taxi quando degli sconosciuti
l’hanno aggredita gettandole
addosso un liquido verdastro:
forse escrementi. La madrina
delle nuove proteste anti-Putin
è l’ultima di un lungo elenco di
dissidenti russi colpiti da assali-
tori misteriosi che il più delle
volte riescono a farla franca.
Non è chiaro chi ci sia dietro l’at-
tacco di ieri a Mosca. Lyubov ha
però puntato subito il dito con-
tro Yevgeny Prigozhin: un po-
tente oligarca filo-Cremlino at-
tivo nel settore ristorazione e
noto come «lo chef di Putin».
«C’è la sua firma, il suo stile “fe-
cale”. Uno dei suoi ha filmato

tutto», ha affermato Sobol. Pri-
gozhin non è solo un ricco im-
prenditore: è accusato di esse-
re dietro la famigerata «fabbri-
ca dei troll» che riempie la rete
di commenti pro-Putin, non-
ché dietro Wagner, un gruppo
di mercenari che ha combattu-
to in Siria e in Ucraina, probabil-
mente agli ordini del Cremlino.
È inoltre sospettato del tentato
omicidio del marito di Sobol: il
sociologo Sergey Mokhov. An-
che i volontari che raccoglieva-
no firme per la candidatura di
Sobol alle elezioni comunali di
moscovite dell’8 settembre so-
no stati aggrediti: a giugno un
«commando» gli riversò addos-
so delle feci. Una dinamica che
ricorda l’attacco di ieri. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Lei accusa Prigozhin lo “chef di Putin”

Aggredita a Mosca

la dissidente Sobol

alleata di Navalny

ANSA
Il taxi che Sobol stava per prendere e la sostanza verde sul suo braccio

E DI IKEA

LA MISTERIOSA

LAMPADA CHE SUONA.

VENERDÌ 30 AGOSTO 2019LASTAMPA 13
PRIMO PIANO
Free download pdf