La Stampa - 30.08.2019

(avery) #1

.


LODOVICO POLETTO
TORINO

E

video sia, su TikTok.
Con i ragazzini che
ballano e le lolite che
ancheggiano in peri-
zoma. Largo alla fantasia e –
come dicono quelli del sito –
«alla creatività». Ai video con
le battute e agli sketch di vita
da adolescenti e di vita da adul-
ti che l’adolescenza non l’han-
no mai finita. Ai contest di bal-
lo sfrenati, agli ammiccamen-
ti, e pure al pubblico ludibrio,
talvolta consapevole e sempre
devastante. Inseguendo l’uni-
ca cosa che conta davvero e in
nome della quale si sacrifica
tutto: i paganissimi «like»: più
ne hai e più sei popolare. E più
sei popolare e più sei figo.
Largo alla fantasia, sì. Anche
infilando nei video dei bambi-
ni – non quattordicenni – ma
bambini-bambini co-attori nei
«tubes» di mamme e papà reli-
giosamente fedeli al nuovo
mondo: Facebook è morto, è
nato TikTok. O meglio, visto
dallo schermo di uno smart-
phone, Facebook e il signor
Zuckerberg sono finiti nelle ca-
verne della preistoria dei so-
cial. Il nuovo – finché dura – ar-

riva dalla Cina ed è un mondo
che agita i sonni dei genitori e
fa impazzire i ragazzi. E bussa
sugli app store: TikTok.
Ecco, raccontare oggi che
cos’è questa app con 600 milio-
ni di utenti tra Usa, Europa e Ci-
na è entrare in una realtà che
non ti aspetti. Perché è disponi-
bile in 150 mercati e in 75 lin-
gue; all’inizio del 2018 è stata
una delle applicazioni più usa-
te al mondo. Nella prima metà
del 2018 è stata la più scarica-
ta da Apple store a livello glo-
bale. Su Facebook trovi le foto-
grafie del cibo, scopri l’edoni-
smo nelle foto delle vacanze a
Minorca o nel viaggio organiz-
zato a Skopelos. Incroci le vi-
sioni politiche del vicino di ca-
sa, che discetta di governi e di
Europa mentre sta pitturando
di bianco le pareti del bagno.
Roba vecchia. Su TikTok no.
Ci sono già i figli del vicino che
ballano in salotto. Tubes, si
chiamano così i video, che han-
no durata brevissima: da 15 se-
condi a un minuto. E trovi la fi-
glia del professore di lettere
che - con il fidanzatino e in
shorts stracorti - regala imper-
dibili perle di saggezza discote-
cara. Trovi la bambina di 12 an-
ni che tenta di ballare. E sem-
bra ancora più piccola della
sua età, ed è impacciata nelle

magliette della Ovs mentre
tenta di muoversi sulle note di
«Young Manny».
È Tik ToK, appunto, App ci-
nese che da luglio è finita nel
mirino del garante della priva-
cy del Regno Unito. Lo raccon-
ta il Guardian, e non è l’unico
caso al mondo. A febbraio Tik-
Tok ha accettato di pagare 5
milioni e rotti di dollari in ac-
cordo con la Federal Trade

Commission degli Stati Uniti
per aver raccolto illegalmente
informazioni personali dai
bambini. «Roi des Rats», you-
tuber notissimo in Francia, ha
lanciato strali contro la nuova
moda. E c’è chi dice che crea di-
pendenza. Disimpegna. Invita
a non pensare attraverso un
ballo, un ammiccamento, un
video curioso dal Pakistan.
Dalla Cina replicano che tut-
to questo non è vero. O se lo è, è
solo in minima parte, come su
tutti i social. E raccontano che
in Italia anche un programma
come Zelig è presente sulla app.

Il motivo? Tra milioni di video
potrebbero celarsi i nuovi comi-
ci, i nuovi fenomeni da tv, ap-
punto. E ci sono anche alcuni
calciatori. O personaggi comun-
que famosi. Gente che «fa ten-
denza». E dicendo questo si
smonta la tesi che il nuovo so-
cial è «soltanto» il regno dei ra-
gazzini. Vero: non ci sono sol-
tanto adolescenti. Ma resta il
fatto che è la app dei mminoren-
ni e puoi iniziare ad usarla già
quattro anni prima di prendere
la patente. Già mentre stai finen-
do le scuole medie. Ma, se sei
più piccolo, al momento dell’i-
scrizione cambi la data di nasci-
ta e va bene lo stesso: tanto la
app non è l’ufficio anagrafe.
Non puoi mentire invece
sulla faccia, sul fisico, sulla vo-
ce. Sei giovane, formosa e
metti gli shorts, al mare il tan-
ga, e hai la maglietta che la-
scia intuire il seno e hai labbra
grandi? Hai fan, like e una
quantità di gente che ti scrive
in privato. Sei un po’ troppo in
carne? I venti secondi di vi-
deo del quattordicenne (?) ita-
liano e decisamente obeso
che si lancia in piscina ha 256
commenti. E molti tutt’altro
che simpatici. «Ma è un ma-
schio o è una femmina?» «Hai
visto che costume? Ma dove
lo ha comprato?» «Stai a ca-

sa». È un continuo. Alternato
a commenti di chi prova difen-
derlo, o invita a smettere con
il linciaggio e gli insulti, con il
risultato di rilanciare sempre
commenti sui difetti fisici.
Non basta: TikTok, e finito
al centro di polemiche per cy-
berbullismo. «È meglio mia
nonna in carrozzella» scrive
tal Vincenzo a tal Eli che dice
di essere del 2002, ma se guar-
di le sue foto la vedi col vestito
della prima comunione nel
giardino di casa. Conferman-
do l’opinione di chi dice che
qui si incentiva «una visione
delle donne piegata su stereoti-
pi sessuali. Inoculandola nel
cervello dei minori».
E mentre adulti e sociologi
commentano, la app spopola.
Dalla Cina spiegano che sul te-
ma sicurezza si fa molto, che ci
si può difendere da intrusioni
non volute, bloccare commen-
ti inibendo a monte l’uso di cer-
te parole. Insomma: si lavora
sulla sicurezza perché il social
vale miliardi. E il nuovo mon-
do non può permettersi di es-
ser battuto da bulli e molesta-
tori. Facebook è il passato.
Twitter non è per tutti. Snap-
chat non piace più. Resta Tik-
Tok, l’ultima «community» di
chi vuol mettersi in mostra. —
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Dottoressa Barbara Volpi, lei
si occupa di psicologia dina-
mica e in particolare di educa-
zione digitale, cosa pensa di
Tik Tok?
«E’ un social network che uti-
lizzano soprattutto le ragazze
dai 14 anni in su. A mio avviso
è molto pericoloso perché, co-
me tutti i social e le app, dal
momento in cui le usiamo tra-
smettiamo dati. Per cui c’è bi-
sogno che i genitori siano con-
sapevoli di questo. Si gioca,
ma come tutti i giochi online,
nasconde anche dei pericoli.
Ci sono anche fatti di cronaca
eclatanti. Adulti che si celano
dietro falsi profili e iniziano a
instaurare rapporti virtuali
con le ragazze con il rischio di
manipolarle».
Quale ruolo può avere l’edu-
cazione nell’evitare queste
trappole della rete?
«Il cellulare in Italia si dà in
mano a ragazzi di 10 anni. Pri-
ma, però, occorre far crescere
i ragazzi in una cornice educa-
tiva che promuova un uso re-
sponsabile e consapevole del-
la rete. Occorre impostare l’e-
ducazione digitale in una tra-
iettoria che segua il bambino
dalla nascita fino all’adole-
scenza partendo dal nostro
buon esempio, conoscendo i ri-
schi e i pericoli e sfruttandone
le potenzialità degli strumenti
digitali. La scuola ha un ruolo
molto importante nel dare
un’educazione digitale corret-
ta: con gli strumenti digitali si
può davvero lavorare e aiuta-
re i ragazzi a pensare. Il proble-
ma è: dobbiamo aiutare i ra-
gazzi a pensare a quello che
stanno facendo».
Quale effetto hanno i “like”
sullo sviluppo dei ragazzi?
«Instaura una sorta di compe-
tizione ma anche una forma di
controllo dell’altro. Molto
spesso con Tik Tok, come altri
social, i ragazzi sono supporta-
ti nella logica di volere tutto e
subito. In adolescenza è nor-
male volere tutto e subito e il
web è un grande rivelatore dei
bisogni dell’uomo. Non biso-
gna dimenticare che l’uomo
ha creato i social. Lo ha fatto
Mark Zuckerberg nel 2004
con Facebook. La logica che
c’è dietro è: se io sono seguito,
vuol dire che valgo. In realtà,
questo non è vero: per valere
devo scendere in campo e met-
termi in discussione. Non sem-
pre i “like” portano alla consa-
pevolezza e all’autostima che i
ragazzi in questo momento di
crescita e di svincolo dal geni-
tore vogliono. E’ un tipo di con-
senso che a livello celebrale sti-
mola livelli di dopamina e di
eccitazione simili a quelli di
chi compie gesti estremi. Lo
schermo da un lato ci proteg-
ge, dall’altro invece ci catapul-
ta in un mondo enorme».
Cosa fare per aiutarli?
«Ricordiamo che sono sempre
degli strumenti è l’uso che ne
viene fatto a costituire il pro-
blema reale. GUI.BAG.—
c BY NC ND ALCUNI DIRITTI RISERVATI

Viaggio dentro TikTok, app cinese da 600 milioni di utenti: allarme per cyberbullismo e utilizzo dei dati dei minorenni

Lolite che ballano e bambine in short


A caccia di like sul social dei ragazzini


INTERVISTA

BARBARA VOLPI
PSICOLOGA

“La corsa


a ottenere


più interazioni


è pericolosa”


LA STORIA

Il programma tv
“Zelig” va in cerca
di nuovi talenti
fra gli utenti

TikTok è l’app in cui adolescenti e bambini pubblicano brevi filma-
ti, raccogliendo “like” (ma anche insulti) fra un pubblico di coeta-
nei. E’ disponibile in 150 mercati e 75 lingue

123RF

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