Corriere della Sera La Lettura - 25.08.2019

(sharon) #1

DOMENICA25AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERALALETTURA 15


VALTERTUCCI


Igenidelmale
LONGANESI
Pagine 272,e 16 ,
In libreria dal 29 agosto

L’autore
Nato aCosenza nel 1976,
ValterTucci (nellafoto) è
laureatoinPsicologia.
Specialista di neurobiologia,
ha lavorato negli Stati Uniti
(alla Boston University e al
Massachusetts Institute of
Technology) e in Gran
Bretagna (aOxford). Tornato
in Italia, oggi dirige
il laboratorio digenetica
ed epigenetica del
comportamento dell’Istituto
italiano ditecnologia
di Genova
L’incontroaSarzana
Durante ilFestival della
MenteValterTucci
presenterà a Sarzana il suo
libroIgenidelmalenella
mattinata di domenica 1°
settembre (ore 10) in piazza
Matteotti. Il prezzo del
biglietto d’ingresso
all’evento è die 4

i


mentomolecolareèlostesso. Dipende
dal ruolo di quel gene per quella specie e
da come viene espresso eregolato.
TELMOPIEVANI—Nel vostro modello
«omnigénico» sosteneteche icaratteri
complessiegraduati sono dovutiaun
numero elevatissimo di piccoli effetti di-
stribuiti su tutto il genoma.
VALTERTUCCI—In fenomenicom-
plessicome le azioni di un criminale o di
un genitoreche trascuraifigli, un gran
numerodigeni, organizzatoinmoduli
diversi,contribuisce alcomportamento.
TELMOPIEVANI—Secondote il ge-
noma materno è ilvero leader dell’evolu-
zione umana. Vuoi dire che l’aggressività
è prevalentemente maschile?
VALTERTUCCI—Hanno ruoli diversi.
Mentre il genoma materno guida l’evolu-
zione di noiHomosapiens, quello pater-
no è uno spettatore quasi passivo, macon
un potenziale bellico a disposizione.
TELMOPIEVANI—Voiscopriteche
una variante genetica o epigenetica è as-
sociataauna certa probabilità dicom-
metterereati. Non stiamo parlando di
certezze né dicorrelazioni lineari dicau-
sa-effetto, bensì di un risultato statistico.
Ma nella mente scatta subito un’associa-
zione: se hai quel gene, sei quasi sicura-
menteuncriminale nato. Allora perché
avete scelto un titolo,Igenidelmale, che
sembra avallare proprio quell’interpreta-
zione fuorviante?
VALTERTUCCI—In effetti il titolo po-
teva essereGeniemale, o ancora meglio
Unaepigeneticadelmale,maIgenidel
malepone da subito sotto esame il ruolo
dei geni.
TELMOPIEVANI—Qui vedo un pro-
blema. Tu ed io abbiamo un approccio
naturalisticoalla questione: la menteè
un processo biologico. Che si parli di ge-
ni o diregolazioni epigenetiche, sempre
di processi biologici si tratta. Acausa di
svariati fattori—neurobiologici, scom-
pensi ormonali, traumi, alterazioni di
personalità dovute avariazioni epigene-
tiche, eccetera —alcuni di noi sicom-
portano in modo antisociale incerti con-
testi. Il nostrocervelloèun«campo di
battaglia tra geni, genomi e ormoni».
VALTERTUCCI—Perfettamented’ac-


TELMOPIEVANI


LaTerradopodinoi
Fotografie diFrans Lanting
CONTRASTO
Pagine 184,e22,
In libreria dal 29 agosto

L’autore
Nato a Gazzaniga
(Bergamo) nel 1970,Telmo
Pievani (nellafoto) insegna
Filosofia delle scienze
biologiche all’Università di
Padova ed è presidente
della Società italiana di
biologia evoluzionistica.
Firma de «la Lettura», è
autore di numerosi saggi, tra
i quali:Imperfezione
(RaffaelloCortina, 2019);
Evolutieabbandonati
(Einaudi, 2014);Lafinedel
mondo(il Mulino, 2012)
L’incontroaSarzana
Telmo Pievani interverrà al
Festival della Mente di
Sarzana venerdì 30 agosto,
alle ore 19, presso il Canale
Lunense, sultema «E lo
chiamavanosapiens». Il
biglietto d’ingresso
all’eventocostae 4

cord o, l’epigeneticaimplicacomunque
una serie di processi biologici.
TELMOPIEVANI—Ma tu vuoi indaga-
re le origini naturali della «cattiveria».
Cioè di unacategoria morale. Certo, è
sempreilcervello che elabora giudizi
morali, ma ciò che tu definisci «male»
non è sempre stato tale nella storia: fino a
tempi evolutivamenterecentissimi l’in-
fanticidio e ilcannibalismo, per fare due
esempi, non erano affatto «male» inva-
rie culture. Le idee di giustizia e le norme
sociali hanno un grado elevato di mute-
volezza storicaedirelatività culturale,
che poco si addice a spiegazioni solo bio-
logiche.
VALTERTUCCI—Per questo nel libro
dico che il male è «riconoscibile in»certi
comportamenti, non lo definiscocome
categoria universale, anzi non lo defini-
sco affatto. Dico che il male è incarnato,
per esempio, da un predatoredal quale
bisogna fuggire. Questesono le origini
del male che scientificamente si possono
delineare.
TELMOPIEVANI—Sì, ma il predatore
con il sangue che gronda da denti e arti-
gli sta facendo il suo mestiere nell’ecosi-
stema, nonè«cattivo» in alcun senso
scientificamente pertinente, e tu lo scri-
vi. Senza le azioni «cattive» e violente di
schieredinostri antenati, tu ed io oggi
non saremmo qui a parlarne. Ma allora tu
stai spiegando lecause biologiche dei
comportamenti umani antisociali, non le
cause biologiche del «male» morale.
VALTERTUCCI—In molte specie non
umane esistono lefondamenta della mo-
ralità. Proviamo a distribuire in modo in-
giusto due tipi di cibo ad alcune scimmie
evedremo che quella che riceveilcibo
meno buonoreagiràcon aggressività al-
l’ingiustizia subita. Questicomporta-
menti suggeriscono che la moralità sia
codificata biologicamente in specie non
umane. La nostra moralitàèpiù com-
plessa, subdolaecognitivamentericca,
ma non mi sentirei di direche sia una
prerogativasolo umana.Poicerto, non
sapremo mai se quegli esseri hanno un
concetto di malecome il nostro.
TELMOPIEVANI—Io aggiungerei an-
che le interazioni tra biologia econtesto

culturaleesociale. Può l’epigenetica
spiegare perché due maschi europei, pur
vissuti in epoche diverse, diventano uno
san Francesco d’Assisi e l’altro Adolf Hit-
ler?
VALTERTUCCI—Sì, non ho dubbi, an-
che sec’è tanto dacapire ancora sucome
tutti gli elementicausali sonocollegati.
La complessità biologicael’interazione
tra questa e l’ambiente possono spiegare
come circa 80 miliardi di neuroni si orga-
nizzano in quella che chiamiamo perso-
nalità e muovono l’individuo. Quanto sia-
mo distanti dalcapire le differenze tra il
santo e il dittatore non saprei, la risposta
potrebbe arrivare domani o tracent’anni.
TELMOPIEVANI—La Dichiarazione
universale dei diritti umani del 1948 è
quanto di meno «naturale» possa esiste-
re, rispetto al nostro passato, eppure aver
deciso che dovremmo essere tutti liberi e
uguali,consideraticonpari dignità, è
una delle acquisizioni più belle della
mente umana.Un inedito, dovuto all’evo-
luzione culturale umana.Oforse erava-
mo piùcoerenticonlanostra «natura»
quando, fino a tre anni prima, ci stermi-
navamo a vicenda?
VALTERTUCCI—Penso che quello che
dici sia giusto. Lovedo come un gap,
un’incoerenza tra la nostra natura e i ra-
gionamenticognitivi evoluti. Allo stesso
tempo penso che,forse sì, siamo piùcoe-
renti quando assecondiamo la nostra na-
tura «animale».Ariprova, negli ultimi
tempi siamo invasi da populisti vittoriosi
e fieri di mostrare la loro parte bestiale.
TELMOPIEVANI—Le vostre ricerche
però nonoffrono attenuanti a nessuno.
VALTERTUCCI—Nessuna attenuante.
Geni, epigenetica, sviluppo, ambiente,
circostanzecontingenticoncorrono a fa-
re un individuo. Non sono entità esterne.
E il male dipende dall’individuo, che ne è
responsabile.Studiare la biologia di Lu-
cifero non significa scagionarlo. L’io bio-
logico, l’unico esistente secondo me, è li-
bero, perché è un’entitàcomplessa econ
una biologiacere brale non determinata.
TELMOPIEVANI—Nell’ultimocapito-
lo affronti il dibattito tra gliottimistico-
me Steven Pinker, che sottolineano i pro-
gressiotte nuti dall’umanità e la riduzio-
ne di malicome la guerra e la povertà, e i
pessimisticome Alain De Botton. chete-
mono invecel’accre sciutopotenziale di-
struttivoumano. Entrambi sosteniamo
che la mente umana è imperfetta.
VALTERTUCCI—Mi è piaciuto molto
leggere nei tuoi libri che entrambi siamo
arrivatiaquestaconclusione.Penso sia
anche dovuto alla differenza tra il nostro
pensiero europeo e quello americano.
TELMOPIEVANI—Tu scrivi che gra-
zie a geni, epigenetica ed esperienza sia-
mo diventati una specie «maledettamen-
te intelligente». Mi piacecome definizio-
ne, perché sottolinea l’ambivalenza della
mente umana.Una speciecosì intelligen-
te oggi ha per le mani strumenti di tra-
sformazione dell’ambiente mai visti pri-
ma. Non ti preoccupa questa miscela di
imperfezione e di potenza?
VALTERTUCCI—Sì molto. E tu lo hai
descritto nel libro che hai pubblicatocon
Frans Lanting. Quello che ho trovato illu-
minante è stato che per la primavolta ho
visto una descrizionecosì ric ca di infor-
mazioni sull’evoluzione umanaoffe rta
per lacausa della trasformazione del-
l’ambiente.Non abbiamo la soluzione
certo, ma hai messo il lettore su una stra-
da che mi sembra la più ragionevole per
arrivarci.
TELMOPIEVANI—Il segretodel no-
strosuccesso evolutivoèche cambiamo
l’ambiente per i nostri fini. Oggi il proces-
so continua su scala globale, ma potreb-
be diventareuna trappola. Già ora dob-
biamo adattarci, e rapidamente, ai muta-
menti ambientali da noi stessi prodotti.
Ecco perché secondo me le ragioni degli
ottimisti sonoformalmentecorrette, ma
resta sempre una clausola di preoccupa-
zione dovuta allacontraddittorietà della
natura umana.Forse dovremmo essere
«ottimisticon beneficio d’inventario».
VALTERTUCCI—Penso che «ottimisti
con beneficio d’inventario» sia la defini-
zione più giusta,escientifica. Nessuno
nega il trend statisticoillustratoda
Pinker, ma secondo me è inutile se non
affrontiamo le preoccupazioni sull’am-
bienteesulla negligenzacognitivadel-
l’essereumano. Quando tu nel tuo libro
delinei l’incapacità di noiHomosapiens
di esserelungimiranti,tocchi chiara-
menteilproblema biologicodel male
nella mente umana. Ti proporrei questo
come punto di raccord o tra i nostri libri:
abbiamo bisogno di una prospettiva evo-
lutiva e di informazioni precise sulla no-
stra naturaesull’impattoche hanno le
nostre scelte sul futuro del pianeta.
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FestivaldellaMente


Sarzanas’interroga


suipercorsidelfuturo


S


i apre venerdì 30 agostoa
Sarzana (La Spezia),con una
lezione di Amalia Ercoli Finzi
(esperta di ingegneria aerospaziale) in
piazza Matteotti (ore 17.45), la XVI
edizione delFestival della Mente,
dedicata altema delFuturo(nellafoto
alcuni giovani volontari dell’evento). Il
Festival, promosso dallaFondazione
Carispezia e dalComune di Sarzana
sotto la direzione di Benedetta
Marietti, prosegue fino a domenica 1°
settembre,con uncentinaio diospiti e
quaranta incontri. Aconcluderlo sarà
lo storico Alessandro Barbero,
domenica alle ore 23.15,con l’ultima
di tre lezioni sulle insurrezioni popolari
nel Medioevo, «La rivolta deicontadini
inglesi» (le altre due saranno sul
tumulto dei Ciompi a Firenze e sulla
«Jacquerie» deicontadini francesi).
Tr a gliospiti, oltre aTelmo Pievani e
ValterTucci: Bertrand Badré;Roberto
Celada Ballanti;Edward Bullmore;
Masha Gessencon Wlodek Goldkorn;
Lorenzo Jovanotticon Paolo Giordano;
Monica Kristensen;Stefano Laffi;
Mazen Maarouf; Barbara Mazzolai;
Umberto Orsinicon Paolo DiPaolo;
DoritRabinyancon Alessandro
Zaccuri; CarloRatti; Massimo
Recalcati. Informazioni e prevendita
biglietti:festivaldellamente.it
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