Corriere della Sera La Lettura - 25.08.2019

(sharon) #1

DOMENICA25AGOSTO2 019 CORRIEREDELLASERALALETTURA 19


mi»c’era stata una questione sul titolo
stesso: all’inizio, l’editorenonvolevari-
calcarel’originale per timoreche quel
«cattolico» avesse il suono polveroso e
deprimentedel franchismo,edunque
avevano suggeritoLa buena educación,
ironicoesimmetricoaquello di Almo-
dóvar. Poi ci hanno ripensato, e tra qual-
che giorno usciràLa escuela católica, ma
Almodóvarèsemprelì, nel primissimo
piano sfacciato e arrogante di un bel ra-
gazzo che ci guardacon sfida.
Insomma, alcuni aspetti delromanzo
sono stati estrapolati e messi incoperti-
na: la vita borghese, la natura ambigua
del maschio, l’adolescenza, la minaccia
incombente, l’educazione oppressivao
permissiva delcattolicesimo. Ma il libro
così presentatonon parlavasolo di sé,
ma anche dei suoi possibili lettori, e non
parlava solo dell’Italia, ma dei moltiPaesi
dovel’Italia èconosciuta, amata, interro-
gata, giudicata. Dovel’Italia noncessa di
dare brividi di ammirazione e scandalo.

Questo infinevorrei provare a spiegare
impiegando una parola rischiosa, e cioè
«orgoglio». Bene, leggendo in traduzio-
ne inglese quel mattone ho provatoun
fortissimo orgoglio, ma, per unavolta,
posso assicurarlo, non solo narcisistico,
anzi nienteaffattonarcisistico: dunque
nonperché nefossi io l’autore, beatoe
vanesio, ma per una ragione più ampia e
collettiva, e cioè perché editori stranieri
con ben pocacertezza di un ritorno eco-
nomicosierano decisiaimbarcarsi in
unavera impresa, mettendo incantiere
la traduzionecomplicata ecostosa (non
meno di 50 mila dollari, a occhio) di un
libromastodonticodiunautoresemi-
sconosciuto,equestoprobabilmente
perchévedevano alcentrodiquelro-
manzobalenareun’immagine, quella
dell’Italia (posso dirlo anch’io, senzaver-
gogna? «IlPaese che amo»...), di cui il
pubblico internazionale è tuttora curioso
e vuole sapere di più, di più, si trattasse
anche di una faccenda sporcaetragica
accaduta nel 1975,eavevano sentitoin
quel libro risuonare una lingua viva, tut-
tora viva, anche se parlata nel mondo da
una persona sucento, ed era quella lin-
gua infattiarendermi orgoglioso, dato
che anch’io la uso per vivere, e per scrive-
re.L’italiano. Questovocabolo, «italia-
no», che oggi serve solo aconcludere ri-
tornelli di propaganda, dovel’Italia stes-
sa, mentre la si esalta a parole, viene sul
pianoreale mortificata, mi hareso e mi
rende orgoglioso. Ci sprofondo dentro e
scompaio.
©RIPRODUZIONERISERVATA

seetedesco, sono rimastocomunque
colpito dallo scrupolocon cui questi im-
pareggiabilicolleghi (per me i traduttori
lo sono, in senso letterale) hanno scovato
incongruenze ed errori neltesto italiano,
sfuggiti altempo dell’epicacorrezione di
bozze (come dover editare 4 o 5romanzi
in una botta sola) nonché alle innumere-
voli letture professionali e non.Vo glio di-
re, qualcuno ad Amsterdam si era accor-
toche avevoriportatoscorrettamenteil
nome dellafermata di metropolitana che
sta sottocasa mia, aRoma, nel Quartiere
Trieste...! Sono statoraggiuntodauna
rafficadidomandeeobiezioni che ri-
guardavano ogni aspettodeltesto, da
una bagatella di Schumann alle elezioni
del 1975, daChi l’ha visto?aCane di pa-
glia. (In ognicaso, pensare che i miei tra-
duttori hanno dedicato un anno o un an-
noemezzodella lorovitaabattagliare
conLa scuola cattolicami riempie di ri-
conoscenza e di un senso di fraternità).

Unbreveecuriosocapitolo andrebbe
apertosullecopertine dellevarie edizio-
ni.Leimmagini sono sempreeloquenti
di un’angolatura spiritualeealtempo
stessocommerciale.Un romanzoche,
ambiziosamentee,loammetto, ambi-
guamente,contiene iltermine «cattoli-
co» nel suo titoloverrà presentato neiva-
ri Paesi e aivari pubblici secondo una vi-
sione propria e specifica. Itedeschi sono
andati dritti per dritti:copertina identica
aquella italiana. Ilcortile interno di un
caseggiatoanonimo,efinestredietrole
quali non si può saperecosa avvenga. Gli
olandesi hanno accentuato il lato dell’in-
nocenza perduta: biancoenero, unacol-
legiale d’altritempi,coi capelli sorretti da
una fascia biancaesedutacomposta, a
ginocchia strette, sopra la quale incassa-
tonella pareteditravertino incombe
(rassicuranteopunitivo?) unvescovodi
pietra. Gli americani elegantissimi di
FS&G hanno puntato su una grafica po-
tente, inrosso, bianco e nero,con carat-
teri goticheggianti. Ma le due più spinte,
esevogliamocomplementari tra loro,
sono di Picador e di Lumen, l’editore spa-
gnolo. In quella inglese sivede un grap-
polo di uva neracosì matura che qualche
acino sta già marcendo,condelle api
gialle che succhiano avide.Unavisione
quintessenziale protestante, si direbbe,
dell’Italia e delcattolicesimo e dello spi-
ritomeridionalecome qualcosa dicor-
rottoeppureattraente, dolcissimo, un
succoinebriante di incanto e perdizione,
e in definitiva una trappola: insommaco-
me in Shakespeare o HenryJames o Tho-
mas Mann. NelPaese deire«cattolicissi-

strani peripaesani, CajkovskijeNa-
dežda: ai loro occhi amanti che «si erano
promessi amicizia eterna e curarecipro-
ca con la rigidacondizione che non si sa-
rebberomai trovativis-à-vis»,eche si
scambiavano anche più lettere al giorno:
un rapporto insieme di affetto e mecena-
tismo qui ricostruitocon finezza. Ma il
romanzo èovviamente assai di più: quel
di più che dà occasione anche di inserire
un fatto di cronaca criminoso, un omici-
dio del quale sivede incolpato, per il suo
caratterelibertinoeirreligioso ma pure
per una sorta di eredità biologica malavi-
tosa, Iginio «Tremacùa» Ballotti, il cui
nonno era statoalcentrodiunlontano
delittosul quale si era trovatoafar luce
proprio Dostoevskij nel precedentero-
manzo.Unomicidio, quello del 1878, vit-
tima Marianna, cugina di Abigaille, risol-
toinvece grazie alla curiosità e vivacità di
Génia e Cenza, due ragazzine che si espri-
mono unicamenteinversi rimati, oltre
che alla perizia scientifica di Olindo e alla
sensitività della moglie Gilda.
Lacomponente gialla non è però fine a
sé stessa, al pari della vicenda di made-


moiselle Solange, istitutrice francese sul-
la quale aleggia il sospettodiavvelena-
mento da arsenico neiconfronti dei cin-
que bambini inglesi affidatile: rientran-
do esse neltemacentrale delromanzo
che, attraverso figurefemminili delinea-
te ciascunacon una propria precisacarat-
teristica, rivivelacondizionefemminile
dell’epocasia nella rappresentazione
d’una quotidianità spesso al limite della
sopravvivenza sia nelle sue prime espres-
sioni criticheverso la famiglia patriarcale
eimatrimonicombinati, incarnateda
una Abigaille che ha scelto di non sposar-
si o dalla Marchesa Colombi, donna «pie-
namentesoddisfatta sia della propria
condizione di donna separata sia della
professione giornalistica».

A fianco stanno però i risvolti di amori
infelici e anche tragici:come nelcaso di
Marianna, cugina di Abigailleeamica
della Marchesa Colombi, riparataaOrta
coi due bambini per fuggire dall’autorita-
rioelibertino marito; della fantesca

Liséa, innamorata abbandonata; di Cla-
retta, disposta a tutto pur di sottrarsi a un
ambiente di fame; per giungere a un di-
samore che giunge sino allafollia omici-
da perpetrata anche su degli innocenti
comevendetta.
Nonvanno dimenticati i due altri pro-
tagonisti, e segnatamente Cajkovskij, fre-
scoreduce dalla «travagliataconclusione
del suo matrimonio»conAntonina Iva-
novna proprio acausa della sua omoses-
sualità.UnCajkovskij che proprio per
questo «fin da ragazzo aveva imparato a
nascondereipropri sentimenti in una
nebbia di indeterminatezza», riversando
nelle proprie opere iltema dell’infelicità
amorosa sottolineato dal «tema delFato
che impedisce alle umane speranze dife-
licità di avverarsi».UnCajkovskij di 38
anni dall’«aria sofferente»edallo
«sguardo malinconico», quello di Orta:
«Unuomo enigmaticoche guardavagli
altri affabilmente, ma nelcontempo dava
l’impressione di essere una persona pro-
fondamentedelusa», le cui «noteche
sgorgavano dal pianoforte dicevano: “Li-
bero è soltanto chi non ha mai amato”».

Unastoriacoraleresa dai due autori
conuno stile perfettamentefuso; che
scorrecon gradevolezza sulle sponde di
un lago meravigliosamentesilenzioso,
ma il cui scoglio chiamatoBüs dell’Or-
chéraècredutolasoglia degli inferi. Di
qui un movimentatouniverso paesano
riccodi belle figure, anche minori (più di
maniera solo il predicatore e il marito uf-
ficiale), scandito dai tanti proverbi e mo-
di di dire che riportano suoni e timbri del
vernacoloenel quale, soprattuttonelle
cinque Notti Nere del solstizio d’inverno,
si vive il magicocontinuo intersecarsi del
mondo dei viviconquello dei non-più-
vivi. Con Quelli delleTenebre-di-mezzo
che,tenendo d’occhioimortali in ogni
momento, possono,come qui, farsi nar-
ratori di questo loro incontrocon Cajko-
vskij.
©RIPRODUZIONERISERVATA

NICOLAFANTINI


LAURAPARIANI


Arrivederci,
signor Cajkovskij
SELLERIO
Pagine 410,e 15

L’immagine
Pëtr Il’ic Cajkovskij (Kamsko
-Votkinsk, Russia, 1840-
San Pietroburgo, 1893)

i


Stile UUUUU
Storia UUUUU
Copertina UUUUU

Le traduzioni
Nell’immagine a sinistra
sono riportate lecopertine
delle diverse edizioni deLa
scuolacattolicadiEdoardo
Albinati.Dall’alto,in senso
orario: lacover dell’edizione
americana, appena uscita
perFarrar, Straus and
Giroux; quella italiana,
pubblicata da Rizzoli; la
versione spagnola edita da
Lumen; lacopertina
olandese, pubblicata da
Atlas; la traduzione in lingua
tedesca uscita per Berlin
Verlag e quella britannica,
edita da Picador
Lo scrittore
Edoardo Albinati (Roma,
1956) dal 1994 lavoracome
insegnante nelcarcere di
Rebibbia e ha partecipato a
missioni dell’Onu in
Afghanistan, in Ciad e in
Niger.Autoredi narrativa,
versi, prose autobiografiche,
ha vinto il Premio Strega nel
2016 conLascuolacattolica
(Rizzoli).Tr a le sue opere:Il
polaccolavatoredivetri
(Longanesi, 1989);Ilritorno.
Diariodiunamissionein
Afghanistan(Mondadori,
2002);Svenimenti(Einaudi,
2004);Orocolato(Fandango,
2014);Unadulterio(Rizzoli,
2017);Cronistoriadiun
pensieroinfame(Baldini +
Castoldi, 2018). Oggi,
domenica 25 agosto,
Albinati presenterà la
versione in inglese deLa
scuolacattolicaall’Edinburgh
International BookFestival
2019 (10-26 agosto,
Edimburgo), la rassegna
letteraria più grande e più
internazionalecon oltre
mille autori invitati da tutto
il mondo.L’ incontrocon
Albinati si tiene alle 18.30.
Nei giorni della
manifestazione viene
assegnato il First Book
Award, premio letterario
destinato,tra gli altri, agli
scrittori tradotti in inglese,
tra cui proprio Albinati

i


aver lavorato di fino, visto che durante al-
cunireading a cui ho assistito a Monaco,
Amburgo, Lipsia, il pubblicotedescosi
beveva anche mezz’ora filata di lettura, e
sembravapiuttostorapito,eiosentivo
(come si ascolta musica piuttosto che pa-


role) l’onda di una lingua sconosciuta
portarmi in altoeinbasso, in altoein
basso, il che è esattamente l’effetto che io
amerei raggiungere scrivendo in italiano.
A ondate, a fiotti. Non potendo apprezza-
rele soluzioni approntate in nederlande-

cavatanella«missioneimpossibile»ditradurreun
«tappetoambientalecosìfittodiriferimenti».Cita
comeesempiolafilastroccaliceale:«LodisseSocra-
te/eloconfermòSantippe:/èmegliounascopata/
chediecimilapippe».
«Della medicina si dice che non è né arte né scienza.
La traduzione, in maniera simile, non è una singola
arte e non è sicuramente scienza: è un lavoro darobi-
vecchi. Trovi robe e,certevolte, riesci a metterle insie-
me evanno proprio a pennello. Magari trovi una battu-
ta che funziona perfettamente in inglese, oppure che
apre uno squarcioverso un mondo diverso, e l’Italia
può essere un posto molto diverso. I dettagli avolte
non si allineano, noncombaciano. Se funziona, è più
una questione difortuna del traduttore, non tanto di

maestria: è perché l’hai scoperto. Se non funziona,
semplicemente avolte uno inventa una battuta plausi-
bile e somigliante per mantenere l’equilibrio.Per quel-
la filastrocca, bastava tradire l’originale un pochettino:
Socrates tells us/AndXanthippe gives thanks/ Better
one fuck/ Than ten thousand wanks. Qui Santippe non
“conferma”, ma “ringrazia”. Come spiega un traduttore
sudamericano, per esserefedeli bisogna tradire».
Lacosapiùdifficileinquestatraduzione?
«Riprodurre l’equilibrio, lo stile pacato, l’eleganza
senza autocompiacimento e da buon artigiano della
prosa di Edoardo. La possibilità di aver speso un anno
a cercaredi raggiungerli, è stata per me una bellacosa.
È stato un buoncompagno di treno».
©RIPRODUZIONERISERVATA
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